Dal
31 agosto al 10 settembre avrà luogo al Lido di Venezia unedizione
caratterizzata dal ritorno alla normalità dopo quella dellanno passato
“ferita” dalla capienza dimezzata nelle sale a causa dellemergenza pandemica, sebbene
anche questanno persista la sola vendita on line dei biglietti. A novantanni
dalla prima edizione della Mostra Internazionale dArte Cinematografica di
Venezia (6-21 agosto 1932), nellintervento dapertura Alberto Barbera esprime
con gravità le conseguenze delle trasformazioni che plasmano e dirottano lindustria
cinematografica internazionale verso forme sempre nuove e di difficile
definizione. Il direttore pone laccento anche sugli artisti che quotidianamente
– e spesso con affanno – rincorrono le risorse economiche tentando di stare al
passo coi ritmi di realizzazione sempre più serrati, «a scapito, spesso, della qualità
che non può non risentire della fretta, dellaccorciamento dei tempi di ripresa
e produzione, del mancato sviluppo di sceneggiature che avrebbero bisogno di molta
più cura per risultare adeguate e soddisfacenti». La
selezione ufficiale accoglie, come ogni anno, un corposo numero di pellicole allinterno
delle sezioni ufficiali Venezia 79, Fuori Concorso, Orizzonti, Biennale College
- Cinema e Venezia Classici. A completare il quadro ci saranno le Proiezioni
Speciali e lormai consolidata sezione Venice VR Expanded. Le sezioni
parallele, organizzate autonomamente secondo un proprio regolamento,
comprendono invece la Settimana Internazionale della Critica e le Giornate
degli Autori. Peculiarità di questa edizione è senza dubbio la compresenza di
autori navigati e di registi in cerca di conferme, nonché di talentuosi
esordienti desiderosi di affermarsi sulla scena mondiale. Quattro giurie
internazionali saranno chiamate a decretare i vincitori rispettivamente del Concorso
ufficiale, della sezione Orizzonti, del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De
Laurentiis” e di Venice Immersive. I premi saranno infine assegnati
sabato 10 settembre 2022, nel corso della Cerimonia di premiazione. La
giuria di Venezia 79 è presieduta questanno dalla pluripremiata attrice Julianne
Moore, a ventanni dalla vittoria della Coppa Volpi con Far from Heaven (2002)
di Todd Haynes. Ad affiancare la
star statunitense sono il regista, sceneggiatore e produttore argentino Mariano
Cohn (co-regista con Gastón Duprat di Competencia oficial, in
concorso nellultima edizione); il regista e sceneggiatore italiano Leonardo
Di Costanzo, già in giuria Orizzonti nel 2013 e anche lui presente a
Venezia lanno scorso (purtroppo) fuori concorso con Ariaferma; la francese Audrey
Diwan – vincitrice dellultimo Leone doro con Levenement (2021); lattrice
iraniana Leila Hatami, celebre co-protagonista del pluripremiato Una
separazione (2011) del connazionale
Asghar Farhadi. A chiudere lillustre gruppo lo scrittore inglese di
origini giapponesi Kazuo Ishiguro – premio Nobel per la letteratura nel
2017 – e il regista spagnolo Rodrigo Sorogoyen, distintosi ultimamente nella
splendida regia della miniserie televisiva Antidisturbios (2020). La
giuria di Orizzonti sarà invece guidata da Isabel Coixet – regista,
sceneggiatrice e produttrice spagnola – insieme a Laura Bispuri, Antonio
Campos, Sofia Djama e Edouard Waintrop. Per quanto riguarda
la Giuria del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, a presiederla
sarà il nostro Michelangelo Frammartino – reduce dal grande successo di
critica de Il buco (2021)–, insieme a Jan
P. Matuszyński, Ana Rocha De Sousa, Tessa Thompson e Rosalie
Varda. Nella
sezione principale saranno presenti ben ventitré titoli (due in più rispetto alla
scorsa edizione). Ad aprire le danze il drammatico, ironico e satirico White
Noise di Noah Baumbach, con un cast deccezione formato dalla coppia
Adam Driver e Greta Gerwig. Anche questanno corposa la presenza
di italiani, “guidati” dal tredicesimo film di Gianni Amelio, Il
signore delle formiche (sul “caso” del poeta e drammaturgo Aldo
Braibanti), interpretato dai “colossali” Luigi Lo Cascio e Elio
Germano. A undici anni da Terraferma (2011), con Limmensità (co-produzione
italo-francese) ritorna dietro la macchina da presa Emanuele Crialese, con
attrice protagonista Penèlope Cruz, vincitrice lanno scorso della Coppa
Volpi con Madres paralelas (2021). Dopo Nico, 1988 (2017) e Miss Marx
(2020), Susanna
Nicchiarelli ritorna in laguna con Chiara, un nuovo ritratto
femminile incentrato sulla figura di Santa Chiara, personaggio troppo spesso
oscurato dal ben più celebre frate di Assisi. Pallottola vagante è Monica di
Andrea Pallaoro, regista classe 1982 già presente in concorso a Venezia
con Hannah (2017), forte della presenza di Charlotte Rampling
(Coppa Volpi in quelloccasione). Chiude il gruppo di italiani lattesissimo Luca
Guadagnino, sua terza volta in concorso, con Bones and All, interpretato
da Taylor Russell, Timothée Chalamet e Chloë Sevigny. Dopo
i fischi ricevuti in sala ai tempi di Mother! (2017),
ritorna a Venezia Darren Aronofsky con The Whale, tratto da una
pièce teatrale e interamente girato in un unico ambiente (con la presenza di un
irriconoscibile Brandan Fraser). Unica opera prima in corsa per il Leone
doro è Saint Omer di Alice Diop, regista francese proveniente
dal mondo documentaristico. Di respiro spiccatamente biografico è invece Blonde
di Andrew Dominik, incentrato su un segmento di vita di Marilyn Monroe,
interpretata dalla folgorante Ana de Armas. Altro grande autore atteso è
Alejandro González Iñárritu con Bardo, falsa crónica de unas cuantas
verdades, produzione messicana durata ben cinque anni. Il parigino Romain
Gavras, figlio del regista greco Costa-Gavras, si allontana dal mondo dei
videoclip in questo suo terzo lungometraggio di finzione, Athena,
scritto e prodotto da Ladj Ly (regista de Les Misérables). All
The Beauty and The Bloodshed è invece il titolo in concorso diretto
dallautrice di Boston Laura Poitras, premio Oscar al miglior
documentario con Citizenfour (2014). Altre due produzioni statunitensi
in concorso sono Tár di Todd Field (su una direttrice dorchestra
interpretata dallimmensa Cate Blanchett) e Un couple del leggendario
documentarista Frederick Wiseman, qui alla sua prima esperienza con un
film di finzione sulla tormentata relazione tra Tolstoj e la moglie. Dalla
prolifica Repubblica Islamica dellIran due promettenti titoli: Šab,
dākheli, divār (Oltre il muro) di Vahid Jalilvand (vincitore
nel 2017 della miglior regia in Orizzonti con Il dubbio - Un caso di
coscienza) e Khers nist (Gli orsi non esistono) del
pluripremiato Jafar Panahi, recentemente e assurdamente incarcerato
dalle autorità per aver manifestato insieme a numerosi suoi colleghi per larresto
di altri due colleghi, Mostafa Aleahmad e Mohammad Rasoulof,
regista vincitore nel 2020 dellOrso doro con Sheytān vojud nadārad (Il
male non esiste). Altra
mina vagante è Love Life del giapponese Koji Fukada, autore pressoché
sconosciuto al grande pubblico, così come la britannica Joanna Hogg,
regista di The Eternal Daughter, interpretato dalla sola Tilda
Swinton. Dopo il clamoroso successo di Three Billboards Outside Ebbing,
Missouri (2017), il regista
londinese Martin McDonagh presenta in concorso il suo The Banshees of Inisherin, con Colin Farrel, definito da
Barbera come «una sorta di
Beckett in Irlanda». Grande
trepidazione anche per il biografico Argentina, 1985 di Santiago
Mitre, ispirato alla vera storia dei procuratori Julio César Strassera
e Luis Moreno Ocampo, i quali osarono indagare e perseguire i
responsabili della fase più sanguinosa della dittatura militare argentina.
Ritorno in sala anche per il drammaturgo e regista francese Florian Zeller,
forte della vittoria di due Oscar per lo struggente The Father (2020), anche stavolta con
un film tratto da un proprio testo teatrale. Di nuovo nel cast il mai domo Anthony
Hopkins insieme ad altri grandi nomi come Hugh Jackman, Laura
Dern e la talentuosa Vanessa Kirby, distintasi con una
interpretazione memorabile in Pieces of a Woman (2020). Chiudono la
sezione principale due autori francesi: Roschdy Zem con il suo sesto
lungometraggio Les Miens e Rebecca Zlotowski con Les enfantes
des autres, nel cui comparto attoriale figura anche Chiara Mastroianni. Nelle
altre sezioni, tra cui Orizzonti, si segnalano Autobiography dellindonesiano
Makbul Mubarak, Le Syndicaliste di Jean-Paul Salomé con Isabelle
Huppert (forse la più brava interprete vivente) nonché due titoli italiani:
il film dapertura Princess di Roberto De Paolis e Ti mangio
il cuore di Pippo Mezzapesa, il quale segna lesordio davanti alla
macchina da presa della cantante Elodie. Non meno attesi alcuni titoli
della sezione Fuori concorso: dai documentari Gli ultimi giorni dellumanità
di Enrico Ghezzi e Alessandro Gagliardo, In viaggio di
Gianfranco Rosi e Nuclear di Oliver Stone a film di
finzione come Kapag wala nang mga alon (When the waves are gone)
del Leone doro Lav Diaz, il postumo Kõne taevast (La chiamata
dal cielo) del tragicamente scomparso Kim Ki-duk, Siccità di Paolo
Virzì, Dont worry darling dellattrice Olivia Wilde (alla seconda
prova dietro la macchina da presa). Grandissima attesa anche per Riget
Exodus, terza e ultima stagione della serie tv che Lars von Trier realizzò
nellormai lontano 1994, una sorta di risposta europea a Twin Peaks.
Altri due autori di peso si presentano in questa sezione: Walter Hill con
il western Dead for a Dollar (con Christoph Waltz e Willem
Dafoe) e Paul Schrader con Master Gardner, che riceverà il
Leone doro alla carriera insieme a Catherine Deneuve. Insomma, unedizione quanto mai ricca di grandi autori e grandi star,
sancendo un agognato ritorno alla normalità post-pandemica con opere importanti
pronte a uscire in sala nei prossimi mesi. Così Roberto Cicutto, Presidente della
Biennale di Venezia: «La Mostra
Internazionale dArte Cinematografica gode di risonanza mondiale e sempre più
sa accompagnare la presentazione di film e autori non solo con un forte impatto
mediatico, ma soprattutto con arricchimenti e iniziative che la rendono uno dei
più importanti osservatori dello sviluppo tecnologico e della ricerca artistica
nel settore audiovisivo. Ma la Mostra è anche un luogo della memoria con la
presentazione dei Classici restaurati e la presenza di molti maestri che hanno
percorso decenni di storia del cinema, rendendolo straordinario specchio dellevoluzione
sociale, economica, politica e culturale del mondo intero».
IN
CONCORSO
White
Noise (Rumore
bianco) di Noah Baumbach (Stati Uniti dAmerica)
(31
agosto 2022, ore 19:00 – Sala Grande)
Tár
di
Todd Field (Stati Uniti dAmerica)
(1°
settembre, ore 17:15 – Sala Grande)
Bardo,
falsa crónica de unas cuantas verdades di Alejandro González Iñárritu
(Messico)
(1°
settembre, ore 21:00 – Sala Grande)
Un
couple di
Frederick Wiseman (Stati Uniti dAmerica)
(2
settembre, ore 16:45 – Sala Grande)
Bones
and All
di Luca Guadagnino (Italia, Stati Uniti dAmerica)
(2
settembre, ore 19:00 – Sala Grande)
Athena di Romain
Gavras (Francia)
(2
settembre, ore 21:45 – Sala Grande)
All the Beauty and
the Bloodshed di Laura Poitras
(Stati Uniti dAmerica)
(3
settembre, ore 13:50 – Sala Grande)
Monica di Andrea
Pallaoro (Italia, Stati Uniti dAmerica)
(3
settembre, ore 16:15 – Sala Grande)
Argentina,
1985
di Santiago Mitre (Argentina)
(3
settembre, ore 18:45 – Sala Grande)
Les
enfants des autres (I
figli degli altri) di Rebecca Zlotowski (Francia)
(4
settembre, ore 17:00 – Sala Grande)
Limmensità di Emanuele
Crialese (Italia)
(4
settembre, ore 19:15 – Sala Grande)
The
Whale
di Darren Aronofsky (Stati Uniti dAmerica)
(4
settembre, ore 21:30 – Sala Grande)
The
Banshees of Inisherin (Gli spiriti dellisola) di Martin McDonagh
(Regno Unito, Stati Uniti dAmerica, Irlanda)
(5
settembre, ore 16:45 – Sala Grande)
Love
Life
di Kōji Fukada (Giappone, Francia)
(5
settembre, ore 21:45 – Sala Grande)
The
Eternal Daughter
di Joanna Hogg (Regno Unito)
(6
settembre, ore 16:45 – Sala Grande)
Il
signore delle formiche di Gianni Amelio (Italia)
(6
settembre, ore 19:00 – Sala Grande)
Saint
Omer
di Alice Diop (Francia)
(7
settembre, ore 16:45 – Sala Grande)
The
Son
di Florian Zeller (Regno Unito, Francia)
(7
settembre, ore 19:15 – Sala Grande)
Šab,
dākheli, divār
(Oltre il muro) di Vahid Jalilvand (Iran)
(8
settembre, ore 16:15 – Sala Grande)
Blonde di Andrew
Dominik (Stati Uniti dAmerica)
(8
settembre, ore 19:00 – Sala Grande)
Khers
nist
(Gli orsi non esistono) di Jafar Panahi (Iran)
(9
settembre, ore 16:45 – Sala Grande)
Chiara di Susanna
Nicchiarelli (Italia)
(9
settembre, ore 19:00 – Sala Grande)
Les
Miens
di Roschdy Zem (Francia)
(9
settembre, ore 21:30 – Sala Grande)
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