Minimalismi attoriali in eccessi
d’autore

di Luigi Nepi

Data di pubblicazione su web 21/09/2017

Hannah

Dopo Medeas (presentato quattro anni fa nella sezione Orizzonti) Andrea Pallaoro torna a Venezia portando in scena una sorta di moderna Antigone, una donna “murata viva” dal suo stesso senso del dovere. La sua apparente devozione verso il marito, in carcere per un reato molto grave (pedofilia?), causa un insanabile distacco da parte del figlio, che rifiuta ogni contatto con lei e non ne capisce quell'ostinata e, per lui, complice vicinanza. Nonostante i suoi piccoli tentativi di “evasione” – la scuola di teatro, il lavoro di collaboratrice domestica, il rapporto con il bambino cieco della famiglia in cui lavora, il nuoto in piscina e anche il suo cane –, Hannah non riesce a sfuggire ai rancori (anche i suoi) e al giudizio degli altri, rimanendone irrimediabilmente ingabbiata.


Una scena del film
Una scena del film

Hannah è il ritratto tragico di una donna imperscrutabile, che giunta al tramonto della propria esistenza non ha più voglia di fare bilanci e si lascia quasi travolgere dagli eventi, perseguendo solo una personale idea di decoro che decide di portare fino alle estreme conseguenze.

Charlotte Rampling è il volto e soprattutto il corpo di Hannah, sul quale il regista indugia per tutta la durata del film (le inquadrature in cui non è presente si contano sulla punta delle dita). Un volto e un corpo naturalmente (e magnificamente) invecchiati, in cui i segni del tempo sono evidenti e inequivocabili e che l'attrice ha ancora il coraggio di mostrare nella sua completa nudità, offrendosi senza infingimenti alla macchina da presa quale vero esempio di cinema come “morte al lavoro” di cui parlava Cocteau.

Una scena del film
Una scena del film

Regista apolide, Pallaoro (nato a Trento, ma vive stabilmente negli Stati Uniti) sostituisce il caldo e i grandi spazi, “inclini” al tradimento, del paesaggio messicano di Medeas con l'indecifrabile e uggioso grigiore degli interni di una rigida e coerente Bruxelles; eppure in questo film l'anello debole è rappresentato proprio dalle scelte registiche e drammaturgiche. Colto da eccesso di zelo Pallaoro fraintende, in senso iperbolico, la lezione neorealista per cui il pubblico deve essere libero di guardare e di interpretare ciò che circonda il personaggio al pari del personaggio stesso. Infatti se il modello di riferimento è chiaramente quello del ciclo dei film di Rossellini con Ingrid Bergman, dove si viene calati nello stesso smarrimento della protagonista, persa dentro realtà a lei totalmente estranee (Stromboli, Napoli, la Roma dei baraccati), il film pecca vistosamente di presunzione. Infatti crea intorno a Hannah un vero e proprio labirinto di non detto e non mostrato, dove l'unico che finisce per smarrirsi è proprio lo spettatore, al quale vengono negate le coordinate (anche minime) per poter cercare di entrare in sintonia con ciò che vede sullo schermo, venendo distratto da tutti quegli interrogativi che il film intenzionalmente gli presenta: perché il marito viene arrestato? chi sono quelle persone che le telefonano o vengono a trovarla? che è successo con il figlio? in definitiva chi è Hannah?

Una scena del film
Una scena del film

Lo stesso spettatore si ritrova così a seguire una donna con una storia tutta da ricostruire, la quale da un lato sembra subire passivamente gli eventi e il crollo del suo mondo, ma dall'altro appare evidentemente consapevole di ciò che la circonda. Ed è così che, man mano che va avanti, il film perde lentamente il suo fascino fatto di allusioni, di mistero, di rimandi al fuori campo, come forma eminentemente cinematografica di confronto dialettico, di suggestione e di comprensione, svelando un meccanismo e una scrittura precostituiti, attraverso quello che è corretto definire un “eccesso” d'autore. Però resiste come una roccia quel minimalismo espressivo con cui Charlotte Rampling riesce a far percepire tutta l'amara dignità di Hannah, chiusa dentro l'eterna reversibilità del suo palindromo chapliniano.


Hannah

Cast & Credits


Il regista, Andrea Pallaoro
Il regista
Andrea Pallaoro




Cast & credits

Titolo 
Hannah
Origine 
Italia, Francia, Belgio
Anno 
2017
Durata 
95 min.
Città rappresentazione 
Venezia
Luogo rappresentazione 
Sala Grande, Palabiennale
Prima rappresentazione 
8-9 settembre
Evento 
74° Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia
Colore 
Soggetto 
Andrea Pallaoro, Orlando Tirado
Regia 
Andrea Pallaoro
Interpreti 
Charlotte Rampling (Hannah)
André Wilms (Marito di Hannah)
Jean-Michel Balthazar (Chris)
Luca Avallone (Albert)
Produttori 
Clément Duboin, John Engel, Andrea Stucovitz
Distribuzione 
I Wonder Pictures
Scenografia 
Marianna Sciveres
Costumi 
Jackye Fauconnier
Sceneggiatura 
Andrea Pallaoro, Orlando Tirado
Montaggio 
Paola Freddi
Fotografia 
Chayse Irvin
Musiche 
Michelino Bisceglia