Limmensità
Nella cornice della Roma degli anni
Settanta, in un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà televisivi
in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati, Clara
e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio
è finito, tuttavia non riescono a lasciarsi, perché a tenerli insieme ci sono i
figli. La dodicenne Adriana, testimone attentissima degli stati danimo della
madre e delle tensioni crescenti tra i genitori, rifiuta il suo nome e la sua identità
per convincere tutti di essere un maschio, portando il già fragile equilibrio
famigliare a un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un segno che li
guidi, sia esso una voce dallalto o una canzone in tv, intorno e dentro di
loro tutto cambia.
LImmensità è la delicata
storia di un difficile equilibrio famigliare che prende vita nellincontro,
artistico e umano, tra il regista Emanuele
Crialese e Penélope Cruz.
Una scena del film © Biennale Cinema 2022
Proiezioni
domenica 4 settembre, ore 8:30, Sala
Darsena
domenica 4 settembre, ore 11:30, Sala
Grande
domenica 4 settembre, ore 19:15, Sala
Grande
domenica 4 settembre, ore 20:30,
PalaBiennale
lunedì 5 settembre, ore 8:00, PalaBiennale
Emanuele Crialese
Regista e sceneggiatore siciliano, nel
1995 si laurea in regia presso la New York University. I suoi lavori, che
riscuotono notevole successo di critica e di pubblico, raccontano
diacronicamente la Sicilia, i suoi protagonisti, le sue tradizioni. Nel 2002
raggiunge la notorietà con Respiro, premiato alla
Settimana internazionale della critica di Cannes. Nel 2006 con Nuovomondo si aggiudica il
Leone dargento rivelazione della Mostra internazionale darte cinematografica
di Venezia. Nel 2011 dirige Terraferma, grazie al quale
vince il Premio speciale della giuria alla 68ª Mostra internazionale
darte cinematografica di Venezia.
Love life
Taeko conduce una vita tranquilla accanto
al marito Jiro e al figlio Keita, finché un tragico incidente segna il ritorno
nella sua vita di Park, il padre biologico del bambino, di cui non si avevano
notizie da anni. Luomo, sordo e gravemente malato, vive come un senzatetto.
Per affrontare il dolore e il senso di colpa, la donna decide di aiutarlo.
Il film, ispirato allomonima canzone
incisa nel 1991 dalla musicista giapponese Akiko Yano, è un commovente
ritratto femminile e insieme una appassionante riflessione sullimprevedibilità
della vita.
Una scena del film © Biennale Cinema 2022
Proiezioni
domenica 4 settembre, ore 19:30, Sala
Darsena
domenica 4 settembre, ore 21:30, Sala
Perla
lunedì 5 settembre, ore 21:45, Sala Grande
lunedì 5 settembre, ore 22:30,
PalaBiennale
martedì 6 settembre, ore 10:30,
PalaBiennale
Kôji Fukada
Regista e sceneggiatore giapponese, studia
alla Film School of Tokyo, dove è allievo di Kiyoshi Kurosawa. Nel 2002
realizza The Chair, suo film desordio. La popolarità internazionale
arriva nel 2010 con Hospitalité, che vince il Tokyo International Film
Festival. Dopo Au revoir lété (2013) e Sayonara (2015), dirige Harmonium,
con il quale vince il Premio della Giuria nella sezione “Un Certain Regard” del
Festival di Cannes 2016. Tra i suoi film, ricordiamo A Girl Is Missing
(2019) e The Real Thing (2020). Oggi è considerato uno degli autori di
spicco del nuovo cinema giapponese.
Les enfants des autres
Rachel è una donna di quarantanni e senza
figli che ama la vita, gli studenti del liceo in cui insegna, i suoi amici, le
lezioni di chitarra. Innamoratasi di Ali, instaura un legame profondo con
Leila, la figlia di quattro anni delluomo. Ma amare i figli degli altri può
comportare dei rischi. Allorché la storia con Ali si incrina, la donna è
costretta ad affrontare langosciosa mancanza di Leila.
Il film è un affresco tutto al femminile,
leggero e al contempo profondo, sul delicato tema della maternità e sulle sue sfaccettate
e inaspettate declinazioni.
Una scena del film © Biennale Cinema 2022
Proiezioni
domenica 4 settembre, ore 9:00, Sala
Grande
domenica 4 settembre, ore 11:00, Sala
Darsena
domenica 4 settembre, ore 17:00, Sala
Grande
lunedì 5 settembre, ore 17:30,
PalaBiennale
Rebecca Zlotowski
Regista e sceneggiatrice
parigina, studia Lettere allÉcole Normale Supérieure e, successivamente, si
diploma in sceneggiatura presso la prestigiosa scuola di cinema La Fémis. Nel
2010 Belle Épine, il suo film desordio, viene selezionato alla
Settimana della Critica al Festival di Cannes e vince il Premio Louis Delluc e
il Premio della Critica. Nel 2013 Grand Central viene selezionato nella
sezione “Un Certain Regard” del Festival di Cannes. Tra i suoi ultimi lavori,
ricordiamo Planetarium (2016) e Unestate con Sofia (2019).
|
|