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77ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2020

di Matteo Citrini
  Venezia 2020
Data di pubblicazione su web 31/08/2020  

Quest’anno il festival di Venezia si farà: sarà il primo del mondo a riaprire le porte alla speranza e a ribadire quanto al cinema siano necessarie le presenze in sala e quanto faccia bene a tutti riunirsi per vedere un film. Non è una follia però quella dei direttori e degli organizzatori, è invece la passione di chi non si arrende alle difficoltà e prova a raddoppiare le energie per riuscire a farcela. Sarebbe stato più “saggio” gettare la spugna, per quest’anno; nessuno avrebbe trovato eccessive le prudenze di una rinuncia preceduta dagli annullamenti di Cannes e addirittura delle Olimpiadi. E invece gli organizzatori si sono rimboccate le maniche e dal 2 settembre tutto partirà; con qualche sacrificio e soprattutto con una drastica riduzione degli accrediti.

La nostra rivista è tra le vittime del Covid. Ma anche noi non amiamo piangere e anche noi ci rimbocchiamo le maniche: faremo quel che potremo, con puntuali schede informative sui film in concorso nella sezione principale, con le recensioni di quei film che la direzione ha messo a disposizione in abbonamento, con le recensioni di chi (accreditato) è disposto anche quest’anno a dare una mano. Insomma ci saremo, al meglio possibile. E siamo certi che, anche così, i nostri lettori ci seguiranno e, chissà, apprezzeranno ancor più di altre volte il nostro impegno. Buio in sala. Buon festival e buona lettura a tutti.  

Siro Ferrone

Sara Mamone


La 77a Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia si apre all’insegna di un’importante sfida nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria. La manifestazione sarà infatti il primo festival cinematografico “dal vivo” dall’inizio della pandemia di Covid-19. Una scelta sicuramente audace, nata dall’oculata riflessione degli organizzatori, in particolare del direttore Alessandro Barbera e del presidente della Biennale Roberto Cicutto, che hanno optato per una rassegna con la presenza del pubblico e con una scrupolosa osservanza dei distanziamenti sociali. Non mancano quindi gli elementi di fascino per un’edizione che avrà gli occhi del mondo puntati su di sé e che potrebbe fungere da modello qualora (e non è improbabile) la situazione sanitaria dovesse prolungarsi.

Per il nono anno consecutivo sarà possibile accedere con abbonamento alla Sala Web della Mostra, raggiungibile dal sito ufficiale della Biennale. Un’occasione per il pubblico di tutto il mondo di assistere, in contemporanea rispetto alle proiezioni ufficiali al Lido, a quattordici film delle sezioni Fuori concorso, Orizzonti e Biennale College - Cinema. Tra queste opere gli attesi Molecole di Andrea Segre, Nowhere Special di Uberto Pasolini e Genus Pan, ultima opera del Leone d’oro Lav Diaz.

La Mostra prenderà il via mercoledì 2 settembre per concludersi sabato 12 con la rituale serata di premiazioni. Ad attribuire gli ambiti riconoscimenti sarà una Giuria di livello internazionale, presieduta dall’attrice premio Oscar Cate Blanchett e composta dalla sceneggiatrice Veronika Franz, dallo scrittore Nicola Lagioia (Premio Strega 2020), dall’attrice Ludivine Sagnier e dai registi Joanna Hogg, Christian Petzold e Matt Dillon (che sostituisce Cristi Puiu). I Leoni d’oro alla carriera andranno ad Ann Hui, acclamata regista della new wave di Hong Kong, e a Tilda Swinton, l’attrice britannica che conquistò la Coppa Volpi nel 1991 per la sua indimenticabile interpretazione della Regina Isabella nell’Edoardo II di Derek Jarman.

Sono diciotto i film in concorso, con ben quattro titoli italiani. Le sorelle Macaluso di Emma Dante, con Donatella Finocchiaro, si concentra sul tema della famiglia e dei legami di sangue. Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, con Romola Garai, racconta la storia della seconda figlia di Marx, una delle prime donne ad accostarsi al femminismo. Padrenostro di Claudio Noce, con Pierfrancesco Favino, trae ispirazione da un fatto autobiografico del regista per riflettere su una famiglia italiana degli anni Settanta, vittima di un attentato terroristico. Mentre Notturno di Gianfranco Rosi è il frutto di tre anni di riprese lungo i confini di guerra nelle regioni medio-orientali.

Accanto alla produzione italiana si apre un ventaglio di opere provenienti da tutto il mondo, eccetto – e questa è un’altra novità – da Hollywood: le due candidature statunitensi sono entrambe produzioni indipendenti. In particolare, gli occhi sono puntati su Nomadland della regista cino-americana Chloe Zhao, con Frances McDormand nel ruolo di protagonista. Un film che, secondo lo stesso Barbera, si candida con forza ai prossimi Oscar (forse a ribadire come Venezia ci tenga a mantenere la nomea di vetrina per gli Academy Awards nonostante l’assenza di produzioni losangeline).

Ad aprire le danze per i candidati al Leone d’oro sarà mercoledì 3 settembre Amants, pellicola francese diretta da Nicole Garcia, favola cupa su due giovani innamorati che si rincontrano dopo anni. Quo vadis, Aida? di Jasmila Zbanic dà voce all’esperienza delle donne bosniache durante i recenti conflitti nei Balcani mentre a chiudere la giornata sarà The Disciple, opera nata dall’amore del regista Chaitanya Tamhane per la musica classica indiana.

Seguiranno il giorno dopo Padrenostro di Noce e Pieces of a Woman, profonda riflessione sulla tragedia della perdita di un figlio: un film diretto dall’ungherese Kornél Mundruczó e interpretato da due attori affermati come Vanessa Kirby e Shia LaBeouf. Sabato sarà il turno di Miss Marx di Nicchiarelli, che a Venezia lasciò ottimi ricordi tre anni fa con Nico, 1988, e di Khōrshīd (I figli del sole), film diretto da Majid Majidi sulle difficili condizioni di vita dei bambini in Iran. Chiuderanno la prima settimana The World To Come, storia d’amore tra due donne ambientata nell’America di inizio Novecento per la regia di Mona Fastvold, e Śniegu już nigdy nie będzie (Non cadrà più la neve) di Małgorzata Szumowska e Michał Englert, opera dalle sfumature oniriche con riferimenti alle attuali condizioni socioeconomiche dell’Europa orientale.

La seconda settimana si aprirà con Dorogie tovarišči! (Cari compagni!) di Andrei Konchalovsky, film generazionale sulla Russia del dopo Stalin, e con Laila in Haifa, pellicola che segna il ritorno a Venezia del grande regista israeliano Amos Gitai e che porta al centro dell’attenzione la diversità e l’accettazione dell’“altro”. Martedì 8 settembre sarà il turno di Notturno di Rosi e di Spy no tsuma (La moglie della spia): in questo per la prima volta il maestro dell’horror giapponese Kiyoshi Kurosawa si cimenta in un film in costume incentrato sulla complessità delle relazioni interpersonali durante il terribile periodo della Seconda guerra mondiale.

Il 9 settembre, oltre a Le sorelle Macaluso di Dante, sarà proiettato Und morgen die ganze Welt di Julia von Heinz, che getta luce sul mondo delle associazioni estremiste nella Germania di oggi attraverso la vicenda di Luisa, giovane studentessa di legge appena iscrittasi nelle fila del collettivo antifascista internazionale Antifa. Il giorno successivo si assisterà alle presentazioni di Nuevo orden, dramma distopico messicano per la regia di Michel Franco, e di Səpələnmiş ölümlər arasında (Tra una morte e l’altra) di Hilal Baydarov, road movie azero che narra del viaggio di formazione del giovane Davud, alla ricerca della sua “vera” famiglia. A chiudere in bellezza il programma, venerdì 11, sarà proprio quel Nomadland tanto atteso da pubblico e critica.

Da segnalare per le altre sezioni del festival il film d’apertura Lacci di Daniele Lucchetti, con Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio, primo italiano a inaugurare la Mostra dopo tanti anni. Tra i titoli Fuori concorso c’è grande attenzione sia per Lasciami andare di Stefano Mordini, con Stefano Accorsi e Valeria Golino, sia per Salvatore. Shoemakers of Dreams, documentario di Luca Guadagnino sulla vita di Salvatore Ferragamo. Non manca la quota italiana anche nella sezione Orizzonti a partire da I predatori di Pietro Castellitto, per poi arrivare a Nowhere Special di Uberto Pasolini e a Being my Mom, cortometraggio d’esordio di Jasmine Trinca. Al centro dell’attenzione anche Mainstream, opera prima di Gia Coppola, nipote del leggendario regista di Apocalipse Now.

Last but not least, concludiamo con le parole di Barbera sulla “quota rosa” di quest’anno: «Al concorso il numero di film a regia femminile è di otto su diciotto, ma li abbiamo scelti per la qualità, non per seguire protocollo di genere. Speriamo che questo livello si stabilizzi». Dopo la tensione dello scorso anno con il caso Polanski, il clima sembra essersi rasserenato, con l’auspicio che in una futura edizione tale percentuale non faccia più notizia.

 

 

IN CONCORSO

 

Amants di Nicole Garcia (Francia)

(3 settembre 2020, ore 8:30 - Sala Grande)

 

Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić (Bosnia ed Erzegovina, Romania, Austria, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Francia)

(3 settembre 2020, ore 8:30 - Sala Darsena)

 

The Disciple di Chaitanya Tamhane (India)

(3 settembre 2020, ore 19:00 - Sala Giardino)

 

Padrenostro di Claudio Noce (Italia)

(4 settembre 2020, ore 8:30 - Sala Grande)

 

Pieces of a Woman di Kornél Mundruczó (Canada, Ungheria)

(4 settembre 2020, ore 19:15 - Palabiennale)

 

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli (Italia, Belgio)

(5 settembre 2020, ore 9:00 - Sala Grande / Sala Giardino)

 

Khōrshī(I figli del sole) di Majid Majidi (Iran)

(5 settembre 2020, ore 19:00 - Sala Giardino)

 

The World to Come di Mona Fastvold (Stati Uniti d’America)

(6 settembre 2020, ore 8:15 - Sala Grande)

 

Śniegu już nigdy nie będzie (Non cadrà più la neve) di Małgorzata Szumowska e Michał Englert (Polonia, Germania)

(6 settembre 2020, ore 19:00 - Sala Giardino)


Dorogie tovarišči! (Cari compagni!) di Andrej Končalovskij (Russia)

(7 settembre 2020, ore 8:30 - Sala Grande / Sala Giardino)

 

Laila in Haifa di Amos Gitai (Israele, Francia)

(7 settembre 2020, ore 19:45 - Palabiennale)

 

Notturno di Gianfranco Rosi (Italia, Francia, Germania)

(8 settembre 2020, ore 8:15 - Sala Grande)

 

Supai no tsuma (La moglie della spia) di Kiyoshi Kurosawa (Giappone)

(8 settembre 2020, ore 22:00 - Sala Perla)

 

Le sorelle Macaluso di Emma Dante (Italia)

(9 settembre 2020, ore 8:30 - Sala Grande)

 

Und morgen die ganze Welt di Julia von Heinz (Germania, Francia)

(9 settembre 2020, ore 19:30 - Palabiennale)

 

Nuevo orden, regia di Michel Franco (Messico, Francia)

(10 settembre 2020, ore 9:00 - Sala Grande / Sala Giardino)

 

Səpələnmiş ölümlər arasında (In Between Dying) di Hilal Baydarov (Azerbaigian, Messico, Stati Uniti d’America)

(10 settembre 2020, ore 19:45 - Sala Darsena)

 

Nomadland di Chloé Zhao (Stati Uniti d’America)

(11 settembre 2020, ore 9:00 - Sala Grande / Sala Giardino)




LA MOSTRA DI VENEZIA IN STREAMING


Molecole di Andrea Segre (Italia)

(streaming: 1° settembre 2020, ore 21:00)

 

Mila (Mele) di Christos Nikou (Gregia, Polonia, Slovenia)

(streaming: 2 settembre 2020, ore 19:40)

 

Dashte Khamoush (Terra desolata) di Ahmad Bahrami (Iran)

(streaming: 3 settembre 2020, ore 19:40)

 

Gaza Mon Amour di Tarzan Nasser e Arab Nasser (Palestina, Francia, Germania, Portogallo, Qatar)

(streaming: 4 settembre 2020, ore 19:40)

 

Kitoboy (Il baleniere) di Philipp Yuruev (Russia, Polonia, Belgio)

(streaming: 4 settembre 2020, ore 21:20)

 

Residue di Merawi Gerima (Stati Uniti)

(streaming: 5 settembre 2020, ore 21:20)

 

Zanka Contact di Ismael El Iraki (Francia, Marocco, Belgio)

(streaming: 6 settembre 2020, ore 19:40)


Felkészülés meghatározatlan ideig tartó együttlétre (Preparatevi a stare insieme per un certo period di tempo) di Lili Horváth (Ungheria)

(streaming: 6 settembre 2020, ore 21:20)

 

Guerra e pace di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (Italia)

(streaming: 7 settembre 2020, ore 18:00)

 

Fucking with Nobody di Hannaleena Hauru (Finlandia)

(streaming: 7 settembre 2020, ore 19:40)

 

Jenayat-e bi deghat (Un crimine sconsiderato) di Shahram Mokri (Iran)

(streaming: 8 settembre 2020, ore 18:00)

 

El arte de volver di Pedro Collantes (Spagna)

(streaming: 8 settembre 2020, ore 19:40)

 

Isola di Elisa Fuksas (Italia)

(streaming: 8 settembre 2020, ore 21:20)

 

Princesse Europe di Camille Lotteau (Francia)

(streaming: 9 settembre 2020, ore 18:00)

 

Selva tragica di Yulene Olaizola (Messico, Francia, Colombia)

(streaming: 9 settembre 2020, ore 19:40)

 

Ma ma he qi tian de shi jian (Mama) di Li Dongmei (Cina)

(streaming: 9 settrmbre 2020, ore 21:20)

 

Zheltaya Koshka (Gatto giallo) di Adilkhan Yerzhanov e Zheltaya Koshka (Kazakhistan, Francia)

(streaming: 10 settembre 2020, ore 18:00)

 

La verità su “La dolce vita” di Giuseppe Pedersoli (Italia)

(streaming: 10 settembre 2020, ore 19:40)

 

Samp di Flabia Mastrella e Antonio Rezza (Italia)

(streaming: 10 settembre 2020, ore 21:20)

 

Lahi, hayop (Genus Pan) di Lav Diaz (Filippine)

(streaming: 11 settembre 2020, ore 18:00)

 

Saint Narcisse di Bruce LaBruce (Canada, Belgio, Lussemburgo)

(streaming: 11 settembre 2020, ore 21:20)

 

Agalma di Doriana Monaco (Italia)

(streaming: 12 settembre 2020, ore 21:20)






Per l’elenco completo dei film, visita il sito ufficiale della Biennale Cinema di Venezia






Cate Blanchett, presidente di giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 



 
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