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75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2018

di Luigi Nepi*
  Venezia 2018
Data di pubblicazione su web 24/08/2018  

Come da tradizione la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia darà ufficialmente il via alla prossima stagione cinematografica, la sua 75ª edizione, sempre diretta da Alberto Barbera, a partire da mercoledì 29 agosto con un programma che si prospetta davvero molto interessante. In effetti la crisi che da qualche anno sta attraversando il settore, in particolare per quanto riguarda la tradizionale fruizione nelle sale (lo scorso anno, solo in Italia, si sono persi quattordici milioni di spettatori rispetto al precedente), ha reso i produttori molto più attenti a programmare le uscite e le anteprime dei loro film. Nel tempo, ciò ha reso la collocazione di Venezia sicuramente più appetibile degli altri grandi festival europei (Cannes e Berlino) e non è certo un caso che, ormai da qualche anno, è proprio tra i titoli “veneziani” che vanno cercati quei long seller protagonisti non solo dei mesi successivi ma anche della notte degli Oscar (si veda The Shape of Water, La La Land, Birdman, Gravity, solo per citare gli ultimi casi).

La Giuria internazionale del Concorso, a maggioranza femminile, è presieduta dal regista, sceneggiatore e produttore messicano Guillermo del Toro (vincitore lo scorso anno proprio con The Shape of Water) ed è composta dall’attrice, regista, sceneggiatrice e produttrice taiwanese Sylvia Chang; dall’attrice danese Trine Dyrholm; dall’attrice e regista francese Nicole Garcia; dal regista e sceneggiatore italiano Paolo Genovese; dalla regista, sceneggiatrice e produttrice polacca Malgorzata Szumowska; dall’attore, regista, produttore e sceneggiatore neozelandese Taika Waititi; dall’attore austro-tedesco Christoph Waltz e dall’attrice inglese Naomi Watts.

«Sarà un’edizione ricca e curiosa, con tanti film di genere che sono però anche film d’autore: è il segno più caratteristico di questa edizione», ha dichiarato Barbera alla conferenza stampa in cui ha presentato il programma della Mostra. 

In effetti la selezione di quest’anno si rivela particolarmente “bulimica”: oltre centotrenta film divisi nelle varie sezioni, una trentina di cortometraggi e trenta opere di Virtual Reality (VR). I titoli in concorso per il Leone d’Oro sono ventuno e, come di prassi nella direzione di Barbera, alternano autori affermati con scelte decisamente sorprendenti e apparentemente più “rischiose”. Ma procediamo con ordine. 

Come al solito, uno degli assi viene subito calato in apertura: si tratta di First Man di Damien Chazelle (La La Land), che racconta la storia del primo sbarco sulla luna con Ryan Gosling nei panni di Neil Armstrong.

Il giorno successivo spuntano altri grossi nomi: Alfonso Cuarón con l’autobiografico Roma e Yorgos Lanthimos con The Favourite (film in costume con Emma Stone e Rachel Weisz), cui si affianca l’indipendente The Mountain di Rick Alverson. Seguono Olivier Assayas (Doubles vies, con Juliette Binoche) e la produzione Netflix dei fratelli Coen The Ballad of Buster Scruggs. Il 1° settembre è la volta di Mike Leigh con lo storico Peterloo, di David Oelhoffen con Frères ennemis e del primo italiano Luca Guadagnino con l’attesissimo remake di Suspiria; mentre domenica 2 settembre tra i film in concorso è previsto solo il western di Jacques Audiard The Sisters Brothers, dove il regista francese (Palma d’Oro a Cannes per Dheepan) per la prima volta si confronta con una produzione americana e un cast hollywoodiano in cui spiccano i nomi di Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e John C. Reilly

Proseguendo nel programma troviamo il secondo italiano in gara Roberto Minervini (in verità i suoi film sono interamente prodotti e girati negli Stati Uniti) con What You Gonna Do When The World’s On Fire? in cui il regista prosegue il suo viaggio tra fiction e documentario nel lato oscuro dell’America (e di tutto il mondo occidentale). Nello stesso giorno concorre anche At Eternity’s Gate, ovvero il Van Gogh di Julian Schnabel interpretato da Willem Dafoe

Ben quattro sono i film in lizza per il Leone d’Oro presentati martedì 4 settembre: Werk ohne Autor di Florian Henckel von Donnersmarck, dove l’autore de Le vite degli altri racconta quarant’anni di storia tedesca attraverso la vita dell’artista Kurt Barnert; Napszállta (Tramonto), opera seconda del regista ungherese László Nemes che, dopo il folgorante esordio con Il figlio di Saul (Gran Premio della Giuria a Cannes 2015), ci mostra il declino di Budapest all’inizio della prima guerra mondiale; Acusada di Gonzalo Tobal (una delle scommesse di Barbera), anche lui al secondo lungometraggio; quindi Vox Lux di Brady Corbet (già premiato a Venezia come miglior regia in Orizzonti nel 2015 per The Childhood of a Leader) con Natalie Portman e Jude Law

Il 5 settembre sarà la volta di due film molto attesi: il ritorno al lungometraggio di uno dei registri più provocatori del cinema latino americano, il messicano Carlos Reygadas, con il suo Nuestro tiempo (girato a sei anni di distanza dall’ultimo Post tenebras lux); e il britannico Peter Greengrass (autore della serie Jason Bourne e di pellicole come Bloody Sunday, United 93 e Captain Phillips) che in 22 July si confronta di nuovo con un fatto realmente accaduto: la strage compiuta dal neonazista Anders Breivik in un campus di giovani studenti nell’isola norvegese di Utøya. 

La Mostra si avvia così alla sua conclusione con gli ultimi tre film. Con Capri-Revolution (6 settembre) Mario Martone, uno dei pochi autori italiani che “senza paura” sceglie sempre Venezia per presentare le sue opere, dopo Noi credevamo e Il giovane favoloso propone ancora un film storico sulle vicende di una comune di intellettuali nella Capri di inizio Novecento. Lo stesso giorno sarà presentato The Nightingale, nuovo horror psicologico della regista australiana Jennifer Kent (già autrice del molto apprezzato The Babadook). Infine venerdì 7 settembre chiuderà il concorso il ritorno di un altro assiduo frequentatore del Lido (amatissimo dai cinefili), il giapponese Shin’ya Tsukamoto, anche lui con un film in costume: Zan (Omicidio).

Da questo breve resoconto risulta del tutto evidente che si tratta di una selezione sulla carta indubbiamente di alto livello, composta da film e autori dai quali è lecito aspettarsi molto, anche considerato che, al contrario di quanto deciso dal direttore del festival di Cannes Thierry Frémaux, quello veneziano vuole dimostrarsi aperto alle nuove esperienze produttive e distributive alternative alla sala (sono tre i film Netflix in corsa per il Leone d’Oro: oltre ai Coen, Cuarón e Greengrass).

Rimanendo nell’ambito della selezione ufficiale il concorso Orizzonti, la cui giuria è presieduta dalla regista, sceneggiatrice e produttrice greca Athina Tsangari, si compone di diciannove film e tredici cortometraggi che rappresentano uno sguardo significativo su quanto ci può essere di davvero interessante nel nuovo cinema mondiale, rivelando, tra l’altro, un’attenzione particolare verso le cinematografie mediorientali e indocinesi, sostanzialmente “dimenticate” nel concorso principale. Il film più atteso di questa rassegna è sicuramente quello di apertura, Sulla mia pelle, opera prima di Alessio Cremonini sul caso (ancora aperto) della morte di Stefano Cucchi; mentre desta senz’altro molta curiosità la trasposizione della graphic novel di Zerocalcare La profezia dell’armadillo, portata sullo schermo da Emanuele Scaringi, anche lui al suo esordio nel lungometraggio.

Impossibile non soffermarsi sui film Fuori Concorso. Qui troviamo l’evento sicuramente più atteso dal pubblico del Lido: l’esordio alla regia di Bradley Cooper con l’ennesimo remake di A Star Is Born interpretato da Lady Gaga. Divismo a parte, sempre Fuori Concorso sono da non perdere gli ultimi lavori di autori del calibro di Tsai Ming-liang con Ni de lian (Il tuo viso); Amos Gitai con due film (A Tramway in Jerusalem e il documentario A Letter to a Friend in Gaza); Zhang Yimou con Ying (Ombra); Pablo Trapero con La quietud; Frederick Wiseman con Monrovia, Indiana; Sergei Loznista con Process; Emir Kusturica con El Pepe, una vida suprema (intervista all’ex presidente uruguayano Pepe Mujica); il sorprendente S. Craig Zahler, che dopo il violentissimo Brawl in the Cell Block 99 dello scorso anno torna a impressionare il Lido insieme al fidato Vince Vaughn e a Mel Gibson con Dragged Across Concrete; quindi gli italiani Saverio Costanzo con L’amica geniale; Roberto Andò con Una storia senza nome; e Valeria Bruni Tedeschi con Les estivants. Tra gli eventi speciali corre l’obbligo di ricordare il montaggio definitivo di uno dei gioielli perduti della storia del cinema: The Other Side of Wind di Orson Welles (1970-1976).

Ultima sezione competitiva è la Venice Virtual Reality, con la giuria composta dalla regista e sceneggiatrice danese Susanne Bier (presidente), lo scrittore italiano Alessandro Baricco e l’attrice francese Clémence Poésy. Al suo secondo anno questa sezione (che dice molto sulle aperture della Mostra verso i futuri possibili dell’audiovisivo) ha spostato decisamente il suo baricentro verso occidente focalizzandosi su opere lineari o interattive soprattutto europee; segno evidente che, nonostante le chiare difficoltà distributive, l’interesse produttivo su questo tipo di opere comincia a diffondersi e a farsi giustamente rilevante anche in contesti diversi da quelli in cui queste nuove tecnologie vengono prodotte e sperimentate (ovvero Corea del Sud, Cina e Giappone).

Completano la selezione ufficiale le sezioni Sconfini (già Cinema nel Giardino) e Venezia Classici. Nella prima si possono apprezzare, tra gli altri, Magic Lantern di Amir Naderi, Blood Kin di Ramin Bahrani, Il ragazzo più felice del mondo di Gipi, Arrivederci Saigon di Wilma Labate e soprattutto l’extended-cut di The Tree of Life di Terrence Malick; nella seconda vengono raccolti i più importanti restauri cinematografici dell’anno. A qualcuno piace caldo di Billy Wilder (1959), La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani (1982), L’anno scorso a Marienbad di Alain Resnais (1961), Il portiere di notte di Liliana Cavani (1974), Il posto di Ermanno Olmi (1961) e Morte a Venezia di Luchino Visconti (1971) sono solo alcuni dei titoli presenti.

Chiudono il programma le due storiche selezioni indipendenti: la 33ª edizione della Settimana Internazionale della Critica (SIC) e la 15ª delle Giornate degli Autori, entrambe garanzia di una ricerca indirizzata verso un cinema attento alle novità e alle sperimentazioni linguistiche, quest’anno anche gender oriented (molte sono le opere dirette da donne: da Saremo giovani e bellissimi di Letizia Lamartire a M di Anna Eriksson). La giovane commissione della SIC (presieduta da Giona A. Nazzaro) intende confermare quanto di buono fatto negli ultimi anni, dimostrando di saper intercettare quei film destinati a diventare dei veri e propri “casi” (basti pensare al percorso e ai riconoscimenti avuti dal vincitore dello scorso anno, Les garçons sauvages di Bertand Mandico).

Per finire l’ultima nota relativa ai Leoni d’Oro alla carriera che quest’anno saranno consegnati alla grandissima attrice e regista britannica Vanessa Redgrave e al maestro David Cronenberg. Dopo diversi anni, il regista canadese tornerà a parlare in pubblico in un’attesissima Master Class che si terrà mercoledì 5 settembre alle ore 15, nella Sala Perla 2, all’ultimo piano del Palazzo del Casinò.

Insomma buone visioni.



IN CONCORSO

First Man di Damien Chazelle (Usa) 
(29 agosto - Sala Grande, PalaBiennale)

The Mountain di Rick Alverson (Usa)
(30 agosto - Sala Grande, 31 agosto - PalaBiennale)

Roma di Alfonso Cuarón (Messico)
(30 agosto - Sala Grande, PalaBiennale)

The favourite di Yorgos Lanthimos (Gran Bretagna, Irlanda, Usa) 
(30 agosto - Sala Grande, PalaBiennale)

Doubles vies di Olivier Assayas (Francia)
(31 agosto - Sala Grande, 1° settembre - PalaBiennale)

The Ballad of Buster Scruggs di Ethan Coen, Joel Coen (USA)
(31 agosto - Sala Grande, PalaBiennale)

Peterloo di Mike Leigh (Gran Bretagna, Usa)
(1° settembre - Sala Grande, 2 settembre - PalaBiennale)

Suspiria di Luca Guadagnino (Italia)
(1° settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

Frères ennemis di David Oelhoffen (Francia Belgio)
(1° settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

What You Gonna Do When The World's On Fire? di Roberto Minervini (Italia, Usa, Francia)
(2 settembre - Sala Grande, 3 settembre - Sala Perla 2)

The Sisters Brothers di Jacques Audiard (Francia, Belgio, Romania, Spagna)
(2 settembre - Sala Grande, PalaBiennale) 

Napszállta (Tramonto) di László Nemes (Ungheria, Francia)
(3 settembre - Sala Grande, 4 settembre PalaBiennale)

At Eternity's Gate di Julian Schnabel (Usa, Francia)
(3 settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

Acusada di Gonzalo Tobal (Argentina, Messico)
(4 settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

Vox Lux di Brady Corbet (Usa)
(4 settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

Werk ohne Autor di Florian Henckel von Donnersmarck (Germania) 
(4 settembre - Sala Grande, 5 settembre - PalaBiennale)

Nuestro tiempo di Carlos Reygadas (Messico, Francia, Germania, Danimarca, Svezia)
(5 settembre - Sala Grande, 6 settembre - PalaBiennale)

22 July di Paul Greengrass (Norvegia, Islanda)
(5 settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

The Nightingale di Jennifer Kent (Australia)
(6 settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

Capri-Revolution di Mario Martone (Italia)
(6 settembre - Sala Grande, PalaBiennale)

Zan (Omicidio) di Shinya Tsukamoto (Giappone)
(7 settembre - Sala Grande, PalaBiennale)


ORIZZONTI

Sulla mia pelle di Alessio Cremonini (Italia)
(29 agosto - Sala Darsena, PalaBiennale)

Erom (Spogliatoio) di Yaron Shani (Israele, Germania)
(30 agosto - Sala Darsena, 31 agosto - PalaBiennale)

L’Enkas di Sarah Marx (Francia)
(30 agosto - Sala Darsena, 31 agosto - PalaBiennale)

Deslembro di Flavia Castro (Brasile, Francia, Qatar)
(31 agosto - Sala Darsena, 1° settembre - PalaBiennale)

Amanda di Mikhael Hers (Francia)
(31 agosto - Sala Darsena, 1° settembre - PalaBiennale)

Anons (L'annuncio) di Mahmut Fazil Coşkun (Turchia, Bulgaria)
(1° settembre - Sala Darsena, 2 settembre - PalaBiennale)

La noche de 12 años di Álvaro Brechner (Spagna, Argentina, Uruguay, Francia)
(1° settembre - Sala Darsena, 2 settembre - PalaBiennale)

Tel Aviv on fire di Sameh Zoabi (Lussemburgo, Francia, Israele, Belgio)
(2 settembre - Sala Darsena, 3 settembre - PalaBiennale)

Charlie Says di Mary Harron (Usa)
(2 settembre - Sala Darsena, 3 settembre - PalaBiennale)

Yom Adaatou Zouli (Il giorno che ho perso la mia ombra) di Soudade Kaadan (Siria, Libano, Francia, Qatar)
(3 settembre - Sala Darsena, 4 settembre - PalaBiennale)

La profezia dell’Armadillo
 di Emanuele Scaringi (Italia)
(3 settembre - Sala Darsena, 4 settembre - PalaBiennale)

Jinpa di Pema Tseden (Cina)
(4 settembre - Sala Darsena, 5 settembre - PalaBiennale)

Ozen (Il fiume) di Emir Baigazin (Kazakistan, Polonia, Norvegia)
(4 settembre - Sala Darsena, 5 settembre - PalaBiennale)

Tchelovek kotorij udivil vseh (L'uomo che sorprese tutti) di Natasha Merkulova, Aleksey Chupov (Russia, Estonia, Francia)
(5 settembre - Sala Darsena, 6 settembre - PalaBiennale)

Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio (Italia)
(5 settembre - Sala Darsena, 6 settembre - PalaBiennale)

Hamchenan ke mimordam (Mentre morivo) di Mostafa Sayari (Iran)
(6 settembre - Sala Darsena, 7 settembre - PalaBiennale)

Soni di Ivan Ayr (India)
(6 settembre - Sala Darsena, 7 settembre - PalaBiennale)

Kucumbu tubuh indahku (Ricordi del mio corpo) di Garin Nugroho (Indonesia)
(7 settembre - Sala Darsena, 8 settembre - PalaBiennale)

Kraben Rahu (Manta Ray) di Phuttiphong Aroonpheng (Thailandia, Francia, Cina)
(7 settembre - Sala Darsena, 8 settembre - PalaBiennale)



* Docente a contratto di Laboratorio di critica cinematografica presso l’Università di Firenze.
Impaginazione di Stella Scabelli, dottoranda in Storia dello spettacolo presso l’Università di Firenze.




Per la lista completa dei film, visitare il 
della Biennale di Venezia




Guillermo del Toro
presidente di giuria alla Mostra del Cinema di Venezia



















































































































































































































































































































































 
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