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68° Festival Internazionale del Cinema di Berlino

di Stella Scabelli
  Berlinale 2018
Data di pubblicazione su web 13/02/2018  

Al via il 15 febbraio la 68ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Una rassegna che, secondo il veterano direttore Dieter Kosslick (alla guida dal 2001), rispecchierà il mondo odierno: un mondo “complesso” e al tempo stesso “emozionante”. 

Presidente di giuria del concorso, il regista tedesco Tom Tykwer (Lola corre, Profumo – Storia di un assassino e il recente Cloud Atlas). Gli altri giurati saranno l’attrice belga Cécile de France, il compositore giapponese Ryūichi Sakamoto, il critico statunitense Stephanie Zacharek, la produttrice americana Adele Romanski (Moonlight) e lo storico direttore della Filmoteca Española Chema Prado

Aprirà il festival il nuovo lungometraggio d’animazione di Wes Anderson, Isle of Dogs. Il film, realizzato in stop motion come il precedente Fantastic Mr. Fox (2009), sancisce, dopo l’Orso d’argento per Grand Budapest Hotel, il ritorno a Berlino dell’universo onirico e delle meticolose trame visive del regista statunitense. Protagonista è un gruppo di cani reclusi su un’isola di rifiuti in un distopico Giappone del 2037: animali da fiaba portavoce di domande esistenziali totalmente umane. 

L’Italia concorre per l’Orso d’oro con Figlia mia di Laura Bispuri, già presente nella sezione principale nel 2015 con l’opera d’esordio Vergine giurata. Continua la collaborazione della regista romana con Alba Rohrwacher, più volte premiata alla Mostra di Venezia. Nel cast si aggiungono Valeria Golino nonché la giovanissima Sara Casu per un film di formazione ambientato in un villaggio della Sardegna odierna. 

In competizione spiccano altri nomi illustri. Gus Van Sant propone Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot, un biopic sul riscatto esistenziale dall’alcolismo del disegnatore John Callahan, interpretato da Joaquin Phoenix. Lav Diaz, trionfatore al Lido nel 2016 con The Woman Who Left, continua a raccontare le Filippine in Ang Panahon ng Halimaw (Season of the Devil). Isabelle Huppert interpreta Eva nell’omonimo film di Benoît Jacquot. L’attrice francese, una delle più premiate della storia del cinema (insignita del Leone d’oro alla carriera nel 2005), ha già vinto a Berlino con 8 donne e un mistero (2002). Infine, dopo il Leone d’argento alla regia per Soldato di carta, il russo Alexey German Jr. torna a narrare l’URSS con Dovlatov, incentrato su quattro giorni decisivi nella vita del poeta Dovlatov nel 1971.

Consistente la presenza di film tedeschi in concorso. La regista tedesco-franco-iraniana Emily Atef propone 3 Tage in Quiberon (3 Days in Quiberon), pellicola incentrata sull’intervista a Romy Schneider per la rivista «Stern» nel 1981. Philip Gröning, giurato a Venezia nel 2014, Mein Bruder heißt Robert und ist ein Idiot (My Brother’s Name is Robert and He is an Idiot), mentre In den Gängen (In the Aisles) di Thomas Stuber, regista conosciuto principalmente per A Heavy Heart (2015), racconta una storia d’amore ambientata nel modesto ambiente di lavoro di un supermercato in una mediocre provincia tedesca. 

A portare l’attenzione sulle tematiche connesse alle migrazioni e alla condizione dei profughi è Transit di Christian Petzold, assiduo frequentatore del festival berlinese, vincitore dell’Orso d’argento per La scelta di Barbara nel 2012. Il suo lungometraggio, che racconta la condizione odierna dei rifugiati trasferendola nella Marsiglia della Seconda Guerra Mondiale, si innesta su temi cari al Festival di Berlino; basti pensare all’Orso d’oro per Fuocoammare di Rosi e a quello d’argento per la miglior regia consegnato l’anno scorso a Kaurismäki per The Other Side of Hope

Tra gli altri film in concorso c’è la commedia western Damsel dei fratelli Zellner, interpretata da Robert Pattinson e Mia Wasikowska. Per l’America Latina si candidano Las herederas, primo lungometraggio del paraguaiano Marcelo Martinessi, e il messicano Museo di Alonso Ruizpalacios, con l’attore di fama internazionale Gael García Bernal. I film scandinavi in competizione sono lo svedese Toppen av ingenting (The Real Estate) di Måns Månsson e Axel Petersén e il norvegese Utøya 22. juli (U - July 22) di Erik Poppe, basato sul drammatico attacco terroristico che sette anni fa seminò il panico nel paese. 

L’Iran presenta Khook (Pig) di Mani Haghighi, commedia che ironizza sulla complessa condizione di essere cineasta a Teheran. La prière del francese Cédric Kahn si concentra sul tema della fede, mentre Twarz della regista di Cracovia Małgorzata Szumowska narra una storia individuale che rivela un ritratto globale della Polonia moderna. 

L’abituale presenza del cinema rumeno nei festival internazionali si conferma anche quest’anno con Touch Me Not della promettente Adina Pintilie, opera al confine tra documentario e fiction che esplora il concetto di intimità. L’affermato regista Cristian Mungiu, che per due volte ha convinto a Cannes con i premiati 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni e Un padre, una figlia, partecipa in veste di produttore nella sezione Panorama con Lemonade di Ioana Uricaru

Fuori concorso spicca il nome di Steven Soderbergh, che presenta il thriller Unsane. Il regista statunitense, sulla scia del successo di Tangerine diretto da Sean Baker, propone un altro film interamente girato con l’iPhone. Protagonista dell’Honorary Golden Bear sarà invece l’attore William Defoe, il quale, dopo l’acclamato ruolo in The Florida Project, sarà insignito di un prestigioso riconoscimento alla carriera. 

Anche le altre categorie si prospettano ricche di nomi interessanti, tra nazionalità differenti, generi vari e temi attuali. In Panorama si segnalano Human, Space, Time and Human del coreano Kim Ki-duk, pluripremiato regista Leone d’oro nel 2012 con Pietà, e Yocho del giapponese Kiyoshi Kurosawa

A rappresentare il cinema di casa nostra, sempre nella sezione Panorama, sarà La terra dell’abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo, trentenni registi romani al loro esordio con una storia di perdizione ambientata nella periferia romana. Gli altri italiani in programma sono Jacopo Quadri con il documentario Lorello e Brunello (Culinary Cinema), ritratto “in quattro stagioni” della vita dei contadini maremmani, e Gregorio Franchetti con il cortometraggio Cena d’aragoste (Generation). 

Da segnalare il focus di Berlinale Special sulle serie tv. Berlinale Series, sezione creata nel 2015, presenta quest’anno sette prodotti di qualità, di cui quattro in anteprima mondiale, di diversa provenienza, principalmente europea ma anche australiana e israeliana (con un’unica serie a stelle e strisce). Sempre in Berlinale Special ci sarà spazio anche per il documentarista Fernando Solanas, Orso d’oro alla carriera nel 2004. Il suo Viaje a los Pueblos Fumigados (A Journey to the Fumigated Towns) è incentrato sui problemi, su scala locale e globale, legati alle coltivazioni agricole delle grandi multinazionali nelle provincie argentine. Nella stessa sezione si segnala The Happy Prince, di e con Rupert Everett, incentrato sulla figura di Oscar Wilde

Sempre attenta all’attualità e alle questioni sociali più scottanti, la Berlinale non trascura quest’anno il movimento #MeToo dedicando incontri specifici a tematiche quali l’abuso di potere, il ruolo di genere e il sessismo. Il servizio NO to Discrimination! fornirà informazioni su servizi di assistenza e supporto attivo contro discriminazioni e abusi. 


Di seguito l’elenco dei film in concorso in ordine di proiezione:


(Inghilterra / Germania)
di Wes Anderson 
Prima proiezione: giovedì 15 febbraio, ore 19.30, Berlinale Palast

Las herederas (The Heiresses) 
(Paraguay / Uruguay / Germania / Brasile / Norvegia / Francia)
di Marcelo Martinessi
Prima proiezione: venerdì 16 febbraio, ore 15.30, Berlinale Palast

(USA) 
di David Zellner e Nathan Zellner
Prima proiezione: venerdì 16 febbraio, ore 19.00, Berlinale Palast 

Black 47 [fuori competizione]
(Irlanda / Lussemburgo)
di Lance Daly 
Prima proiezione: venerdì 16 febbraio, ore 22.30, Berlinale Palast

(Federazione Russa/ Polonia/ Serbia)
di Alexey German Jr. 
Prima proiezione: sabato 17 febbraio, ore 15.00, Berlinale Palast 

(Germania / Francia)
di Christian Petzold 
Prima proiezione: sabato 17 febbraio, ore 18.30, Berlinale Palast 

(Francia / Belgio)
di Benoit Jacquot 
Prima proiezione: sabato 17 febbraio, ore 22.00, Berlinale Palast 

La prière (The Prayer)
(Francia)
di Cédric Kahn 
Prima proiezione: domenica 18 febbraio, ore 16.00, Berlinale Palast 

Figlia mia (Daughter of Mine)
(Italia / Germania / Svizzera)
di Laura Bispuri 
Prima proiezione: domenica 18 febbraio, ore 19.00, Berlinale Palast

Toppen av ingenting (The Real Estate)
(Svezia / Regno Unito)
di Måns Månsson e Axel Petersén 
Prima proiezione: domenica 18 febbraio, ore 22.00, Berlinale Palast
Utøya 22. juli (U - July 22) 
(Norvegia)
di Erik Poppe
Prima proiezione: lunedì 19 febbraio, ore 15.00, Berlinale Palast

3 Tage in Quiberon (3 Days in Quiberon)
(Germania / Austria / Francia)
di Emily Atef 
Prima proiezione: lunedì 19 febbraio, ore 18.15, Berlinale Palast
7 Days in Entebbe [fuori competizione] 
(USA / Regno Unito)
di José Padilha 
Prima proiezione: lunedì 19 febbraio, ore 22.00, Berlinale Palast

Ang Panahon Ng Halimaw (Season of the Devil)
(Filippine)
di Lav Diaz 
Prima proiezione: martedì 20 febbraio, ore 12.30, Berlinale Palast

(USA)
di Gus Van Sant 
Prima proiezione: martedì 20 febbraio, ore 19.00, Berlinale Palast

Mein Bruder heißt Robert und ist ein Idiot (My Brother’s Name is Robert and He is an Idiot) 
(Germania / Francia / Svizzera)
di Philip Gröning 
Prima proiezione: mercoledì 21 febbraio, ore 15.00, Berlinale Palast

Khook (Pig)
(Iran)
di Mani Haghighi 
Prima proiezione: mercoledì 21 febbraio, ore 19.00, Berlinale Palast

Unsane [fuori competizione]
(USA)
di Steven Soderbergh 
Prima proiezione: mercoledì 21 febbraio, ore 22.00, Berlinale Palast

Eldorado [documentario, fuori competizione]
(Svizzera / Germania) 
di Markus Imhoof 
Prima proiezione: giovedì 22 febbraio, ore 15.30, Berlinale Palast

Museo (Museum) 
(Messico)
di Alonso Ruizpalacios 
Prima proiezione: giovedì 22 febbraio, ore 18.30, Berlinale Palast

(Romania / Germania / Repubblica Ceca  / Bulgaria / France)
di Adina Pintilie 
Prima proiezione: giovedì 22 febbraio, ore 22.00, Berlinale Palast

Twarz (Mug)
(Polonia)
di Małgorzata Szumowska 
Prima proiezione: venerdì 23 febbraio, ore 15.30, Berlinale Palast

In den Gängen (In the Aisles)
(Germania)
di Thomas Stuber 
Prima proiezione: venerdì 23 febbraio, ore 18.30, Berlinale Palast

Ága [fuori competizione]
(Bulgaria / Germania / Francia)
di Milko Lazarov 
Prima proiezione: venerdì 23 febbraio, ore 22.00, Berlinale Palast






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