Dal 30 agosto al 9 settembre il Lido di
Venezia ospiterà l80ª Mostra Internazionale dArte Cinematografica e il
direttore recordman Alberto Barbera, alla sua quindicesima edizione, pone
laccento su un periodo storico-sociale minacciato da numerosi fattori, atti a
influenzare e intaccare il già precario equilibrio dellindustria
cinematografica internazionale: lo sciopero hollywoodiano degli attori della
WGA e degli sceneggiatori della SAG-AFTRA (il più lungo dal 1960); gli
strascichi della pandemia; le inquietanti trasformazioni del mercato; gli
ingenti investimenti finanziari sotto lombra di una drastica riduzione a
partire dalla prossima stagione, fino alle difficoltà delle sale nel ritornare
agli agognati numeri pre-pandemici (salvo qualche blockbuster in circolazione
col merito di far rifiatare gli esercenti). A tutto ciò si aggiunge «il timore
generalizzato dei cambiamenti imminenti che lintroduzione dellIntelligenza
Artificiale arrecherà allintero comparto della filiera creativa e produttiva
del cinema. Per non parlare della crisi climatica e di una guerra infinita, che
genera strazi indicibili nelle popolazioni colpite e trepidazioni crescenti
nellanimo di tutti». Tuttavia lottimismo del direttore affiora quando parla
della selezione dei film in concorso, rimarcando la compresenza di autori
affermati, stimati registi e promettenti esordienti.
La sezione ufficiale accoglie, come ogni anno,
un corposo numero di pellicole allinterno delle sezioni ufficiali Venezia 80,
Fuori Concorso, Orizzonti, Biennale College - Cinema e Venezia Classici. A
completare il quadro ci saranno le Proiezioni Speciali e lormai
consolidata sezione Venice VR Expanded.
La Giuria Venezia 80 è presieduta questanno dal
regista e sceneggiatore statunitense Damien Chazelle, due volte in
concorso in laguna rispettivamente con La La Land (2016) e First Man (2018).
A coadiuvarlo nei lavori: lattore palestinese Saleh Bakri –
protagonista di Salvo (2013) di Fabio Grassadonia e Antonio
Piazza; e linterprete taiwanese Shu Qi, noto per il ruolo principale
in Millennium Mambo (2000) di Hou Hsiao-hsien; la veterana autrice
neozelandese Jane Campion (ultima apparizione a Venezia nel 2021 con The
Power of the Dog); la parigina Mia Hansen-Løve, miglior regia alla
Berlinale 2016 con Lavenir. Immancabile, come da tradizione, la
presenza in giuria di concorrenti presenti nelledizione precedente, fra tutti la
documentarista di Boston Laura Poitras, Leone doro con All the
Beauty and the Bloodshed. Spiccano inoltre il regista irlandese Martin McDonagh
– vincitore con The Banshees of Inisherin della Coppa Volpi per la
migliore interpretazione maschile (Colin Farrell) e del Premio Osella
per la migliore sceneggiatura – e Santiago Mitre, Premio Fipresci e
Premio SIGNIS con Argentina, 1985. Chiude il gruppo il regista romano Gabriele
Mainetti, Premio Pasinetti speciale nel 2021 con Freaks Out.
La Giuria Orizzonti sarà invece guidata dal
regista italo-americano Jonas Carpignano insieme a Kaouther Ben Hania,
Kahlil Joseph, Jean-Paul Salomé e Tricia Tuttle. La Giuria
del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” sarà presieduta dallultima
vincitrice del riconoscimento, Alice Diop, che con Saint Omer (2022)
ha vinto il Leone dargento - Gran premio della giuria. Insieme a lei ci
saranno Faouzi Bensaïdi, Laura Citarella, Andrea De Sica e
Chloe Domont.
Ventitré i titoli presenti nella sezione
principale (stesso numero della passata edizione), con ben quindici nomi alla
loro prima apparizione al Lido. Svettano le produzioni italiane (6), seguite da
quelle statunitensi (6) e francesi (5). La selezione è dunque orientata verso
uno sguardo prevalentemente europeo, occidentale. Tra gli italiani, il film
dapertura del festival (a seguito del forfait di Luca Guadagnino con Challengers)
è Comandante del napoletano Edoardo De Angelis, autore distintosi
con lapprezzato Indivisibili (2016), presentato nella sezione “Giornate
degli Autori” alla 73ª edizione. Co-sceneggiato dal regista e da Sandro Veronesi,
la storia prende le mosse agli inizi degli anni Quaranta e si rivolge a un
celebre episodio che vede protagonista il militare della marina italiana Salvatore
Todaro, interpretato dallonnipresente Pierfrancesco Favino.
Comandante è uno
dei numerosi biopic presenti in
concorso, a dimostrazione di una ormai consolidata prassi produttiva. Gli altri
film biografici sono Maestro, opera seconda dellattore Bradley
Cooper, che qui confeziona un ritratto appassionato del musicista Leonard
Bernstein attraverso il rapporto tormentato con la moglie Felicia (Carey
Mulligan); Priscilla di Sofia Coppola, co-produzione
italo-americana sul travagliato e intenso matrimonio di Priscilla Beaulieu
(Cailee Spaeny) ed Elvis Presley (Jacob Elordi); El
conde di Pablo Larraín, il quale “riporta in vita” Pinochet sotto
forma di vampiro, in una commedia grottesca che si erge a sferzante satira e
farsa politica nei confronti di discutibili scelte attuate dal governo cileno; Ferrari
di Michael Mann (distante dal grande schermo da ben otto anni) sulla
crisi nel 1957, sia industriale sia coniugale, del fondatore della più celebre
casa automobilistica al mondo, forte delle interpretazioni dellinesauribile Adam
Driver e della veterana Penélope Cruz. Infine, ispirato al romanzo Il
seminatore di Mario Cavatore (Einaudi, 2004), Lubo di Giorgio
Diritti è incentrato sulla persecuzione razziale negli anni Trenta dellartista
di strada gitano Lubo Moser, interpretato dal bravo Franz Rogowski.
Continuando con le opere del belpaese si
segnala lattesissimo Io capitano di Matteo Garrone (più habitué
della Croisette che di Venezia) sullepopea di due giovani senegalesi attraverso
lAfrica col sogno di approdare in Europa, basato su testimonianze dirette. Saverio
Costanzo (lontano dal Lido dai tempi di Hungry Hearts, 2014)
presenta Finalmente lalba, con protagoniste Rebecca Antonaci e Lily
James, girato e ambientato nella Cinecittà degli anni Cinquanta, fatta di contraddizioni,
luci e ombre. Opera seconda di Pietro Castellitto (tre anni dopo il
Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura per I predatori, 2020) è Enea,
storia di una forte amicizia in una Roma decadente tra droga, depressione e malavita.
Infine Adagio di Stefano Sollima, con un super cast composto da Toni
Servillo, Adriano Giannini, Valerio Mastrandrea, Francesco
Di Leva e (ancora) Favino. In una capitale distopica infestata dagli
incendi, lontana da quella delle serie Romanzo criminale (2008-2010) e Suburra
(2015) firmate dallo stesso Sollima, un giovane si ritrova invischiato in
una serie di situazioni al limite con pericolosi criminali pronti a tutto.
Titolo sicuramente tra i più attesi è Aka
Wa Sonzai Shinai (Evil Does Not Exist) di Ryûsuke Hamaguchi:
dopo il successo planetario di Drive My Car (2021) il regista giapponese indaga
la reazione degli abitanti di un villaggio, nei pressi di Tokyo, che vedono
arrivare un giorno due funzionari intenzionati a costruire nellarea un glamping, con un indicibile rischio per
lintero impianto idrico del territorio. Trepidanti aspettative anche per lultima
fatica di David Fincher, assente da Venezia dai tempi del cult Fight
Club. The Killer, produzione Netflix (come anche lultimo Mank),
è ispirato a una graphic novel
francese, con due divi deccezione quali Michael Fassbender e Tilda
Swinton, in cui un assassino sfida i propri committenti animato da un
ardente spirito di vendetta. Parimenti attesissimo il gotico Poor Things
dellateniese Yorgos Lanthimos – tratto dallomonimo romanzo di Alasdair
Gray (Marcos y Marcos, 1994) – con una Emma Stone in versione
Frankenstein al femminile intenta a indagare le maglie nascoste dellesistenza
a ogni costo. Sceneggiato da Tony McNamara – già collaboratore del
regista in The Favourite (2018) –, il film vanta anche la partecipazione
di Mark Ruffalo e Willem Dafoe.
A questi nomi si aggiungono numerose mine
vaganti, tra cui Dogman di Luc Besson, deciso a svincolarsi
dalletichetta di regista di soli film dazione. Il sofferente, vituperato
protagonista della pellicola (interpretato dal texano Caleb Landry Jones)
tenta di raggiungere unagognata salvezza attraverso lamore dei suoi cani. Che
possa essere una sorpresa anche La bête del nizzardo Bertrand Bonello?
Liberamente adattato da Henry James, la protagonista Gabrielle (Léa
Seydoux) è intenzionata a far riscoprire allumanità emozioni ormai perdute
attraverso lausilio dellintelligenza artificiale, immergendosi in vite
precedenti, disposta a tutto pur di evitare una catastrofe di scala globale.
Febbrile attesa anche per i due titoli polacchi Kobieta z... e Zielona
granica, rispettivamente diretti dal duo Małgorzata Szumowska e Michał
Englert e dalla pluripremiata Agnieszka Holland. Se il primo ruota
attorno un transgender che combatte quarantacinque anni contro un sistema
transfobico per affermare burocraticamente il proprio diritto di sentirsi
donna, il secondo si presenta invece come un veemente jaccuse politico,
protagonisti migranti mediorientali e africani che, per raggiungere lEuropa,
si ritrovano intrappolati al confine tra Bielorussia e Polonia, pedine loro
malgrado del dittatore bielorusso Alexander Lukashenko. Il danese Nikolaj
Arcel – migliore sceneggiatura a Berlino nel 2012 con Royal Affair (En
kongelig affære) – sbarca a Venezia con Bastarden, con Mads Mikkelsen nel ruolo di uno squattrinato capitano di metà Settecento che decide di
colonizzare una landa desolata, facendo i conti con lo spietato sovrano della
zona. Gran premio della giuria nel 2020 con Nuevo orden, Michel
Franco presenta Memory, in cui unassistente sociale (Jessica
Chastain) vede la propria vita ordinata andare in frantumi quando rincontra
Saul (Peter Sarsgaard), suo ex compagno di scuola.
Altro atteso autore in gara è Stéphane
Brizé con Hors-Saison, interpretato da Guillaume Canet e Alba
Rohwracher nei panni di una coppia che si ritrova dopo molti anni a fare un
bilancio delle proprie vite, tra ferite rimarginate e altre ancora aperte. A
ragionare sulle ambiguità del razzismo statunitense attraverso la vita e
lopera della scrittrice premio Pulitzer Isabel Wilkerson è Ava
Duvernay con Origin, mentre Timm Kröger, con lambizioso Die
Theorie Von Allem, affronta il genere poliziesco a tinte grottesco-fantascientifiche,
richiamandosi a grandi autori come Alfred Hitchcock e David Lynch.
Il film, ambientato allinizio degli anni Sessanta sulle Alpi svizzere, dipana
la vicenda di un dottorando di ricerca che si ritrova circondato da situazioni
bizzarre, orrorifiche e di apparentemente impossibile risoluzione. Sul versante
psicologico-fantastico è
si colloca invece Holly di Fien Troch, storia di una quindicenne con un misterioso e potente
potere premonitorio in grado di far leva su una società atrofizzata che tenterà
di riscattarsi proprio attraverso la giovane.
Nelle altre sezioni, tra cui Orizzonti, si
segnalano i titoli italiani Inveille, film danimazione del marchigiano Simone
Massi, e Una sterminata
domenica di Alain Parroni, nonché Hokage del maestro del cinema
giapponese Shinya Tsukamoto, celebre autore del cult Tetsuo
(1999). Fuori concorso figurano alcuni tra i più grandi autori contemporanei: Roman
Polanski con The Palace; Woody Allen con Coup de Chance,
primo film in francese del regista newyorkese classe 1935; Liliana Cavani con
Lordine del tempo; Wes Anderson con il mediometraggio The
Wonderful Story of Henry Sugar; il recentemente scomparso William
Friedkin con The Caine Mutiny Court-Martial; Richard Linklater
con Hit Man; Harmony Korine con Aggro Dr1ft e per la
sezione cortometraggi il nostro Leonardo Di Costanzo con Welcome to
Paradise.
Dunque tanta carne al fuoco con la speranza di
saziare gli appetiti sempre più esigenti di una sconfinata platea di amanti
della settima arte.
IN CONCORSO
Comandante di
Edoardo De Angelis (Italia)
(30 agosto 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
El conde
di Pablo Larraín (Cile)
(31 agosto 2023, ore 16:30 – Sala Grande)
Ferrari
di Michael Mann (Stati Uniti dAmerica)
(31 agosto 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
Dogman di Luc
Besson (Francia)
(31 agosto 2023, ore 21:45 – Sala Grande)
Bastarden
di Nikolaj Arcel (Danimarca, Germania, Svezia)
(1° settembre 2023, ore 16:00 – Sala Grande)
Poor Things
di Yorgos Lanthimos (Irlanda)
(1° settembre 2023, ore 18:45 – Sala Grande)
Finalmente lalba di Saverio Costanzo (Italia)
(1° settembre 2023, ore 21:45 – Sala Grande)
Adagio di Stefano
Sollima (Italia)
(2 settembre 2023, ore 16:15 – Sala Grande)
Maestro
di Bradley Cooper (Stati Uniti dAmerica)
(2 settembre 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
Die Theorie von Allem di Timm Kröger (Germania, Austria, Svizzera)
(3 settembre 2023, ore 14:00 – Sala Grande)
La Bête
di Bertrand Bonello (Francia, Canada)
(3 settembre 2023, ore 16:30 – Sala Grande)
The Killer
di David Fincher (Stati Uniti dAmerica)
(3 settembre 2023, ore 19:30 – Sala Grande)
Aku wa sonzai shinai di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone)
(4 settembre 2023, ore 17:00 – Sala Grande)
Priscilla di
Sofia Coppola (Stati Uniti dAmerica)
(4 settembre 2023, ore 19:15 – Sala Grande)
Zielona granica di Agnieszka Holland (Repubblica Ceca, Polonia,
Belgio)
(5 settembre 2023, ore 16:15 – Sala Grande)
Enea di Pietro
Castellitto (Italia)
(5 settembre 2023, ore 19:15 – Sala Grande)
Io capitano
di Matteo Garrone (Italia, Francia)
(6 settembre 2023, ore 16:45 – Sala Grande)
Origin di Ava
DuVernay (Stati Uniti dAmerica)
(6 settembre 2023, ore 19:15 – Sala Grande)
Holly di Fien
Troch (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia)
(7 settembre 2023, ore 16:30 – Sala Grande)
Lubo di Giorgio
Diritti (Italia, Svizzera)
(7 settembre 2023, ore 18:45 – Sala Grande)
Kobieta z... di Małgorzata Szumowska e Michał Englert
(Polonia, Svezia)
(8 settembre 2023, ore 16:15 – Sala Grande)
Hors-Saison
di Stéphane Brizé (Francia)
(8 settembre 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
Memory di Michel
Franco (Messico, Stati Uniti dAmerica)
(8 settembre 2023, ore 21:30 – Sala Grande)
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