80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2023
Dal 30 agosto al 9 settembre il Lido di Venezia ospiterà l'80Ş Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica e il direttore recordman Alberto Barbera, alla sua quindicesima edizione, pone l'accento su un periodo storico-sociale minacciato da numerosi fattori, atti a influenzare e intaccare il già precario equilibrio dell'industria cinematografica internazionale: lo sciopero hollywoodiano degli attori della WGA e degli sceneggiatori della SAG-AFTRA (il più lungo dal 1960); gli strascichi della pandemia; le inquietanti trasformazioni del mercato; gli ingenti investimenti finanziari sotto l'ombra di una drastica riduzione a partire dalla prossima stagione, fino alle difficoltà delle sale nel ritornare agli agognati numeri pre-pandemici (salvo qualche blockbuster in circolazione col merito di far rifiatare gli esercenti). A tutto ciò si aggiunge «il timore generalizzato dei cambiamenti imminenti che l'introduzione dell'Intelligenza Artificiale arrecherà all'intero comparto della filiera creativa e produttiva del cinema. Per non parlare della crisi climatica e di una guerra infinita, che genera strazi indicibili nelle popolazioni colpite e trepidazioni crescenti nell'animo di tutti». Tuttavia l'ottimismo del direttore affiora quando parla della selezione dei film in concorso, rimarcando la compresenza di autori affermati, stimati registi e promettenti esordienti.
La sezione ufficiale accoglie, come ogni anno, un corposo numero di pellicole all'interno delle sezioni ufficiali Venezia 80, Fuori Concorso, Orizzonti, Biennale College - Cinema e Venezia Classici. A completare il quadro ci saranno le Proiezioni Speciali e l'ormai consolidata sezione Venice VR Expanded.
La Giuria Venezia 80 è presieduta quest'anno dal regista e sceneggiatore statunitense Damien Chazelle, due volte in concorso in laguna rispettivamente con La La Land (2016) e First Man (2018). A coadiuvarlo nei lavori: l'attore palestinese Saleh Bakri – protagonista di Salvo (2013) di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza; e l'interprete taiwanese Shu Qi, noto per il ruolo principale in Millennium Mambo (2000) di Hou Hsiao-hsien; la veterana autrice neozelandese Jane Campion (ultima apparizione a Venezia nel 2021 con The Power of the Dog); la parigina Mia Hansen-Løve, miglior regia alla Berlinale 2016 con L'avenir. Immancabile, come da tradizione, la presenza in giuria di concorrenti presenti nell'edizione precedente, fra tutti la documentarista di Boston Laura Poitras, Leone d'oro con All the Beauty and the Bloodshed. Spiccano inoltre il regista irlandese Martin McDonagh – vincitore con The Banshees of Inisherin della Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (Colin Farrell) e del Premio Osella per la migliore sceneggiatura – e Santiago Mitre, Premio Fipresci e Premio SIGNIS con Argentina, 1985. Chiude il gruppo il regista romano Gabriele Mainetti, Premio Pasinetti speciale nel 2021 con Freaks Out.
La Giuria Orizzonti sarà invece guidata dal regista italo-americano Jonas Carpignano insieme a Kaouther Ben Hania, Kahlil Joseph, Jean-Paul Salomé e Tricia Tuttle. La Giuria del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” sarà presieduta dall'ultima vincitrice del riconoscimento, Alice Diop, che con Saint Omer (2022) ha vinto il Leone d'argento - Gran premio della giuria. Insieme a lei ci saranno Faouzi Bensaïdi, Laura Citarella, Andrea De Sica e Chloe Domont.
Ventitré i titoli presenti nella sezione principale (stesso numero della passata edizione), con ben quindici nomi alla loro prima apparizione al Lido. Svettano le produzioni italiane (6), seguite da quelle statunitensi (6) e francesi (5). La selezione è dunque orientata verso uno sguardo prevalentemente europeo, occidentale. Tra gli italiani, il film d'apertura del festival (a seguito del forfait di Luca Guadagnino con Challengers) è Comandante del napoletano Edoardo De Angelis, autore distintosi con l'apprezzato Indivisibili (2016), presentato nella sezione “Giornate degli Autori” alla 73Ş edizione. Co-sceneggiato dal regista e da Sandro Veronesi, la storia prende le mosse agli inizi degli anni Quaranta e si rivolge a un celebre episodio che vede protagonista il militare della marina italiana Salvatore Todaro, interpretato dall'onnipresente Pierfrancesco Favino.
Comandante è uno dei numerosi biopic presenti in concorso, a dimostrazione di una ormai consolidata prassi produttiva. Gli altri film biografici sono Maestro, opera seconda dell'attore Bradley Cooper, che qui confeziona un ritratto appassionato del musicista Leonard Bernstein attraverso il rapporto tormentato con la moglie Felicia (Carey Mulligan); Priscilla di Sofia Coppola, co-produzione italo-americana sul travagliato e intenso matrimonio di Priscilla Beaulieu (Cailee Spaeny) ed Elvis Presley (Jacob Elordi); El conde di Pablo Larraín, il quale “riporta in vita” Pinochet sotto forma di vampiro, in una commedia grottesca che si erge a sferzante satira e farsa politica nei confronti di discutibili scelte attuate dal governo cileno; Ferrari di Michael Mann (distante dal grande schermo da ben otto anni) sulla crisi nel 1957, sia industriale sia coniugale, del fondatore della più celebre casa automobilistica al mondo, forte delle interpretazioni dell'inesauribile Adam Driver e della veterana Penélope Cruz. Infine, ispirato al romanzo Il seminatore di Mario Cavatore (Einaudi, 2004), Lubo di Giorgio Diritti è incentrato sulla persecuzione razziale negli anni Trenta dell'artista di strada gitano Lubo Moser, interpretato dal bravo Franz Rogowski.
Continuando con le opere del belpaese si segnala l'attesissimo Io capitano di Matteo Garrone (più habitué della Croisette che di Venezia) sull'epopea di due giovani senegalesi attraverso l'Africa col sogno di approdare in Europa, basato su testimonianze dirette. Saverio Costanzo (lontano dal Lido dai tempi di Hungry Hearts, 2014) presenta Finalmente l'alba, con protagoniste Rebecca Antonaci e Lily James, girato e ambientato nella Cinecittà degli anni Cinquanta, fatta di contraddizioni, luci e ombre. Opera seconda di Pietro Castellitto (tre anni dopo il Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura per I predatori, 2020) è Enea, storia di una forte amicizia in una Roma decadente tra droga, depressione e malavita. Infine Adagio di Stefano Sollima, con un super cast composto da Toni Servillo, Adriano Giannini, Valerio Mastrandrea, Francesco Di Leva e (ancora) Favino. In una capitale distopica infestata dagli incendi, lontana da quella delle serie Romanzo criminale (2008-2010) e Suburra (2015) firmate dallo stesso Sollima, un giovane si ritrova invischiato in una serie di situazioni al limite con pericolosi criminali pronti a tutto.
Titolo sicuramente tra i più attesi è Aka Wa Sonzai Shinai (Evil Does Not Exist) di Ryűsuke Hamaguchi: dopo il successo planetario di Drive My Car (2021) il regista giapponese indaga la reazione degli abitanti di un villaggio, nei pressi di Tokyo, che vedono arrivare un giorno due funzionari intenzionati a costruire nell'area un glamping, con un indicibile rischio per l'intero impianto idrico del territorio. Trepidanti aspettative anche per l'ultima fatica di David Fincher, assente da Venezia dai tempi del cult Fight Club. The Killer, produzione Netflix (come anche l'ultimo Mank), è ispirato a una graphic novel francese, con due divi d'eccezione quali Michael Fassbender e Tilda Swinton, in cui un assassino sfida i propri committenti animato da un ardente spirito di vendetta. Parimenti attesissimo il gotico Poor Things dell'ateniese Yorgos Lanthimos – tratto dall'omonimo romanzo di Alasdair Gray (Marcos y Marcos, 1994) – con una Emma Stone in versione Frankenstein al femminile intenta a indagare le maglie nascoste dell'esistenza a ogni costo. Sceneggiato da Tony McNamara – già collaboratore del regista in The Favourite (2018) –, il film vanta anche la partecipazione di Mark Ruffalo e Willem Dafoe.
A questi nomi si aggiungono numerose mine vaganti, tra cui Dogman di Luc Besson, deciso a svincolarsi dall'etichetta di regista di soli film d'azione. Il sofferente, vituperato protagonista della pellicola (interpretato dal texano Caleb Landry Jones) tenta di raggiungere un'agognata salvezza attraverso l'amore dei suoi cani. Che possa essere una sorpresa anche La bęte del nizzardo Bertrand Bonello? Liberamente adattato da Henry James, la protagonista Gabrielle (Léa Seydoux) è intenzionata a far riscoprire all'umanità emozioni ormai perdute attraverso l'ausilio dell'intelligenza artificiale, immergendosi in vite precedenti, disposta a tutto pur di evitare una catastrofe di scala globale. Febbrile attesa anche per i due titoli polacchi Kobieta z... e Zielona granica, rispettivamente diretti dal duo Małgorzata Szumowska e Michał Englert e dalla pluripremiata Agnieszka Holland. Se il primo ruota attorno un transgender che combatte quarantacinque anni contro un sistema transfobico per affermare burocraticamente il proprio diritto di sentirsi donna, il secondo si presenta invece come un veemente j'accuse politico, protagonisti migranti mediorientali e africani che, per raggiungere l'Europa, si ritrovano intrappolati al confine tra Bielorussia e Polonia, pedine loro malgrado del dittatore bielorusso Alexander Lukashenko. Il danese Nikolaj Arcel – migliore sceneggiatura a Berlino nel 2012 con Royal Affair (En kongelig affære) – sbarca a Venezia con Bastarden, con Mads Mikkelsen nel ruolo di uno squattrinato capitano di metà Settecento che decide di colonizzare una landa desolata, facendo i conti con lo spietato sovrano della zona. Gran premio della giuria nel 2020 con Nuevo orden, Michel Franco presenta Memory, in cui un'assistente sociale (Jessica Chastain) vede la propria vita ordinata andare in frantumi quando rincontra Saul (Peter Sarsgaard), suo ex compagno di scuola.
Altro atteso autore in gara è Stéphane
Brizé con Hors-Saison, interpretato da Guillaume Canet e Alba
Rohwracher nei panni di una coppia che si ritrova dopo molti anni a fare un
bilancio delle proprie vite, tra ferite rimarginate e altre ancora aperte. A
ragionare sulle ambiguità del razzismo statunitense attraverso la vita e
l'opera della scrittrice premio Pulitzer Isabel Wilkerson è Ava
Duvernay con Origin, mentre Timm Kröger, con l'ambizioso Die
Theorie Von Allem, affronta il genere poliziesco a tinte grottesco-fantascientifiche,
richiamandosi a grandi autori come Alfred Hitchcock e David Lynch.
Il film, ambientato all'inizio degli anni Sessanta sulle Alpi svizzere, dipana
la vicenda di un dottorando di ricerca che si ritrova circondato da situazioni
bizzarre, orrorifiche e di apparentemente impossibile risoluzione. Sul versante
psicologico-fantastico è
si colloca invece Holly di Fien Troch, storia di una quindicenne con un misterioso e potente
potere premonitorio in grado di far leva su una società atrofizzata che tenterà
di riscattarsi proprio attraverso la giovane.
Nelle altre sezioni, tra cui Orizzonti, si segnalano i titoli italiani Inveille, film d'animazione del marchigiano Simone Massi, e Una sterminata domenica di Alain Parroni, nonché Hokage del maestro del cinema giapponese Shin'ya Tsukamoto, celebre autore del cult Tetsuo (1999). Fuori concorso figurano alcuni tra i più grandi autori contemporanei: Roman Polanski con The Palace; Woody Allen con Coup de Chance, primo film in francese del regista newyorkese classe 1935; Liliana Cavani con L'ordine del tempo; Wes Anderson con il mediometraggio The Wonderful Story of Henry Sugar; il recentemente scomparso William Friedkin con The Caine Mutiny Court-Martial; Richard Linklater con Hit Man; Harmony Korine con Aggro Dr1ft e per la sezione cortometraggi il nostro Leonardo Di Costanzo con Welcome to Paradise.
Dunque tanta carne al fuoco con la speranza di saziare gli appetiti sempre più esigenti di una sconfinata platea di amanti della settima arte.
IN CONCORSO
Comandante di Edoardo De Angelis (Italia)
(30 agosto 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
El conde di Pablo Larraín (Cile)
(31 agosto 2023, ore 16:30 – Sala Grande)
Ferrari di Michael Mann (Stati Uniti d'America)
(31 agosto 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
Dogman di Luc Besson (Francia)
(31 agosto 2023, ore 21:45 – Sala Grande)
Bastarden di Nikolaj Arcel (Danimarca, Germania, Svezia)
(1° settembre 2023, ore 16:00 – Sala Grande)
Poor Things di Yorgos Lanthimos (Irlanda)
(1° settembre 2023, ore 18:45 – Sala Grande)
Finalmente l'alba di Saverio Costanzo (Italia)
(1° settembre 2023, ore 21:45 – Sala Grande)
Adagio di Stefano Sollima (Italia)
(2 settembre 2023, ore 16:15 – Sala Grande)
Maestro di Bradley Cooper (Stati Uniti d'America)
(2 settembre 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
Die Theorie von Allem di Timm Kröger (Germania, Austria, Svizzera)
(3 settembre 2023, ore 14:00 – Sala Grande)
La Bęte di Bertrand Bonello (Francia, Canada)
(3 settembre 2023, ore 16:30 – Sala Grande)
The Killer di David Fincher (Stati Uniti d'America)
(3 settembre 2023, ore 19:30 – Sala Grande)
Aku wa sonzai shinai di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone)
(4 settembre 2023, ore 17:00 – Sala Grande)
Priscilla di Sofia Coppola (Stati Uniti d'America)
(4 settembre 2023, ore 19:15 – Sala Grande)
Zielona granica di Agnieszka Holland (Repubblica Ceca, Polonia, Belgio)
(5 settembre 2023, ore 16:15 – Sala Grande)
Enea di Pietro Castellitto (Italia)
(5 settembre 2023, ore 19:15 – Sala Grande)
Io capitano di Matteo Garrone (Italia, Francia)
(6 settembre 2023, ore 16:45 – Sala Grande)
Origin di Ava DuVernay (Stati Uniti d'America)
(6 settembre 2023, ore 19:15 – Sala Grande)
Holly di Fien Troch (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia)
(7 settembre 2023, ore 16:30 – Sala Grande)
Lubo di Giorgio Diritti (Italia, Svizzera)
(7 settembre 2023, ore 18:45 – Sala Grande)
Kobieta z... di Małgorzata Szumowska e Michał Englert (Polonia, Svezia)
(8 settembre 2023, ore 16:15 – Sala Grande)
Hors-Saison di Stéphane Brizé (Francia)
(8 settembre 2023, ore 19:00 – Sala Grande)
Memory di Michel Franco (Messico, Stati Uniti d'America)
(8 settembre 2023, ore 21:30 – Sala Grande)