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Il caos domato

di Giuseppe Mattia
  Bastarden
Data di pubblicazione su web 08/09/2023  

In concorso all’80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Nikolaj Arcel – qui anche in veste di co-sceneggiatore – presenta Bastarden a undici anni di distanza dal suo unico grande successo, Royal Affair (2012), miglior interpretazione maschile (Mikkel Boe Følsgaard) e migliore sceneggiatura alla Berlinale di quell’anno. Ispirandosi al romanzo Kaptajnen og Ann Barbara (2020) di Ida Jessen, il regista di Copenaghen sbarca a Venezia come autpentico outsider nella corsa al Leone d’oro, infiammata come non si vedeva da anni. A produrre questo film a metà strada tra un western e un (melo)dramma storico è la “leggendaria” casa di produzione Zentropa, fondata nel 1992 dal regista Lars von Trier e dal produttore Peter Aalbæk Jensen e recentemente salita alla ribalta grazie al successo planetario di Un altro giro (2020) di Thomas Vinterberg.

Una scena del film

Intorno alla metà del XVIII secolo, il soldato in congedo Ludvig Kahlen (Mads Mikkelsen) propone alla corte danese di fondare una colonia, in nome del re, in cambio di un titolo nobiliare da sempre bramato. I funzionari accettano la sua offerta consapevoli che l’impresa si rivelerà impossibile da attuare: le terre scelte dall’uomo, site nella regione dello Jutland, risultano essere riarse, brulle, aride. A rendere ancora più ardua la missione è la presenza di nomadi, di apolidi ma soprattutto dell’avido e sadico latifondista Frederik de Schinkel (Simon Bennebjerg), disposto a tutto per ostacolare Ludvig e preservare sia il proprio potere sull’intera brughiera sia il rapporto con la propria cugina e promessa sposa, invaghitasi nel frattempo proprio di Ludvig. Quest’ultimo viene convinto dal parroco della zona (Gustav Lindh) a nascondere una coppia di servi di Schinkel da lui fuggiti: proprio con Ann Barbara (Amanda Collin) il protagonista intesserà una relazione sentimentale fiorita inaspettatamente e ostacolata nel tempo da insormontabili angherie nonché condizioni avverse, metereologiche ma soprattutto “umane”. 

Sull’interpretazione di Mikkelsen torna utile una dichiarazione del suo connazionale Carl Theodor Dreyer: «niente al mondo può essere paragonato al volto umano. È una terra che non ci si stanca mai di esplorare». Il viso dell’attore di Copenaghen riesce infatti, attraverso impercettibili movimenti, a riassumere con un’efficacia incredibile tutta una serie di numerose emozioni, sensazioni, drammi e desideri. La collaborazione tra Arcel e l’attore risale proprio ai tempi di Royal Affair, nello stesso anno in cui Mikkelsen firmava uno dei titoli più incisivi della propria carriera: Il sospetto (2012) di Vinterberg. Nel calderone delle questioni sollevate da Arcel è opportuno menzionare la superstizione frutto dell’ignoranza, la lotta di classe, l’emancipazione femminile e il perseguimento dei propri sogni a discapito di tutto. Anche la violenza assume un ruolo di rilievo in Bastarden, senza tuttavia mai cadere nello splatter, lasciando anzi grande spazio all’immaginazione dello spettatore. La parola chiave, per citare l’antagonista, è “caos”, condizione che anima l’uomo e la società in un crescendo di dolore, orrori, sevizie e soprusi.

Una scena del film 

Ma il film è anche una storia d’amore, fatta di scelte sbagliate, di sogni infranti come di slanci di orgoglio, di perdoni e di vendette. L’autore gioca sul sicuro? Rimane in una zona confortevole? Si poggia forse un po’ troppo su una struttura consolidata senza mai protendere verso scelte registiche coraggiose? Forse sì. Sta di fatto che l’impianto drammaturgico – ancorato abilmente al dramma storico – è intrigante, struggente e avvincente dal primo all’ultimo minuto. Salvo qualche inserto didascalico abbiamo di fronte un film solido, maturo e inattaccabile dal punto di vista della scrittura, della messa in scena e anche delle interpretazioni. Insomma, come prima volta al Lido è stato per Arcel un battesimo sicuramente memorabile.



Bastarden
cast cast & credits
 


La locandina

 
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