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Fuori dalla prigione

di Francesca Tesi
  Esterno notte
Data di pubblicazione su web 16/06/2022  

Marco Bellocchio torna ad affrontare il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro dopo vent’anni da Buongiorno, notte, nella serie presentata a Cannes, di cui il regista è ormai un habitué: nel 2016 presenta alla Quinzaine des Réalisateurs Fai bei sogni, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Massimo Gramellini; nel 2019 è in concorso con Il traditore su Tommaso Buscetta con Pierfrancesco Favino; infine, nel 2021 riceve la Palma d’oro onoraria mentre è in corso l’anteprima del suo Marx può aspettare

Quest’ultimo lavoro, Esterno notte, previsto nel palinsesto Rai a partire dal prossimo autunno, è distribuito nelle sale in due film composti da tre episodi ciascuno (Parte uno e Parte due). Gli episodi seguono un andamento circolare: nel primo il sequestro dell’Onorevole; quindi le storie parallele dei personaggi a vario titolo coinvolti nei vani tentativi di salvare il presidente della DC, ognuno con il proprio dramma personale; infine, si ritorna sul destino del prigioniero e tutti i fili della trama convergono nell’esito tragico.

Una scena del film: Fabrizio Gifuni in Aldo Moro
Una scena del film: Fabrizio Gifuni in Aldo Moro

Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi) è un Ministro degli Interni tormentato, chiamato a coordinare le operazioni di salvataggio per quello che è il suo mentore e padre politico; preoccupato per le sorti della sua carriera, convive con un’insonnia che lo costringe a passare parte delle sue giornate in una stanza buia insonorizzata. Papa Paolo VI – un misurato Toni Servillo – amico personale dell’onorevole, soffre di seri problemi di salute che lo porteranno alla morte pochi mesi dopo quella di Moro. La brigatista Adriana Faranda (Daniela Marra), attiva nell’agguato di via Fani e nella logistica del rapimento, comincia a nutrire dei dubbi sulla necessità di uccidere il prigioniero, scontrandosi con i suoi compagni. La disperazione della moglie Nora – interpretata da Margherita Buy – è accresciuta dal progressivo abbandono e isolamento da parte della Democrazia Cristiana. Infine, c’è Aldo Moro, impersonato dal magistrale Fabrizio Gifuni che ne aveva già vestiti i panni in Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana.

Il distacco, lo sguardo quasi clinico con cui il regista gira la vicenda differenziano questo da altri film a cui si potrebbe rimandare per associazione tematica. Il già citato Romanzo di una strage, che racconta fatti anteriori a quelli di Esterno notte, è più esplicitamente di denuncia, tra rabbia e indignazione. Ma non si può non pensare anche a Il divo di Paolo Sorrentino per la stralunata e grottesca rappresentazione di tutto il quadro dirigenziale della DC, soprattutto, ovviamente, di Giulio Andreotti.

Una scena del film: Paolo VI (Toni Servillo) e Nora Moro (Margherita Buy)
Una scena del film: Paolo VI (Toni Servillo) ed Eleonora Moro (Margherita Buy)

Bellocchio non distoglie mai lo sguardo dai suoi protagonisti, nel segno di una regia salda, lucida e asciutta, dotata di una grammatica chiara e limpida. La stessa regia che caratterizzava Buongiorno, notte. Anche lì, come qui, Bellocchio sembra concentrarsi sui gesti quotidiani, banali: la colazione degli assassini vestiti come aviatori prima dell’assalto, le uova al tegamino preparate da Moro di ritorno a casa, la cura con cui lo stesso presidente controlla che i fornelli a gas siano spenti.

Va detto però che la scelta di proporre in sala gli episodi nella loro versione televisiva, con tanto di sigla in apertura di entrambe le parti, è tutt’altro che vincente, anche nell’ottica di rilanciare un esercizio cinematografico attualmente in grande sofferenza. L’ulteriore frammentarietà, dovuta alla scelta di isolare ciascun personaggio in episodi distinti, rende le quasi tre ore di proiezione di entrambe le parti lente e faticose, effetto che si sarebbe forse potuto evitare se si fosse proposto un montaggio parallelo delle storie. I risultati al boxoffice sono inequivocabili: se la prima parte aveva totalizzato al primo giorno quasi quattromilaottocento spettatori, per la seconda siamo poco oltre la metà.

Una scena del film: il Ministro degli Interni Francesco Cossiga (Fausto Rossi Alesi)
Una scena del film: il Ministro degli Interni Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi)

Marco Bellocchio, insomma, dimostra di avere ancora molto da dire sulla nostra storia recente. Spiace che abbia deciso, forse per la fretta di presentare l’opera a Cannes, di sottoporre al pubblico cinematografico un prodotto di ottima fattura ma pensato per un medium diverso, finendo oltretutto per delegittimare la forza della sala.




Esterno notte
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La locandina della Prima parte
La locandina della Prima parte
 
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