«Il
cinema è un modo per presentare e portare differenti culture qui a Berlino.
Come ha detto Mariette Rissenbeek la
selezione di questanno è stata come sempre molto eccitante, un lungo viaggio,
ma è stata anche una sfida più grande del solito. Abbiamo deciso di portare
avanti il Festival in presenza perché pensiamo che lesperienza collettiva sia
centrale». Così il direttore artistico Carlo Chatrian mette in chiaro, nonostante
la risalita dei contagi dovuta alla stagione invernale, lintenzione di
prendere di petto la situazione con prudenza ma anche con decisione. Es lebe das Kino!
Per
la prima volta dal 2020 nella capitale tedesca si ritorna in presenza, seppur con
una riduzione del numero dei giorni, della capienza delle sale (ridotta al 50%)
e delle opere presenti. La direttrice esecutiva Rissenbeek e Chatrian, tramite una diretta Facebook, hanno
annunciato qualche settimana fa i film in concorso dellattesissimo 72°
Festival internazionale del cinema di Berlino che avrà luogo dal 10 al 20
febbraio 2022. I due principali organizzatori hanno confessato di aver
incontrato numerose difficoltà per via dei provvedimenti sanitari dovuti alla
pandemia. Tra le decisioni più drastiche quella di trasferire in rete eventi
come il Film Market e il Talent Campus. A proposito degli spettatori, sarà
consentito laccesso solo a quelli in possesso della dose booster o,
qualora ne siano sprovvisti, di un tampone negativo eseguito entro le
ventiquattro ore precedenti allentrata in sala. I biglietti potranno essere
acquistati solo on line e saranno
obbligatorie per tutti le mascherine FFP2.
La sezione
principale è composta da diciotto film provenienti da ben quindici paesi. LItalia
sarà rappresentata da Paolo Taviani che presenterà Leonora addio,
a dieci anni di distanza dalla vittoria dellOrso doro con Cesare deve
morire (2012), co-diretto insieme al compianto fratello Vittorio: il
maestro di San Miniato racconta dei (ben) tre funerali di Pirandello, intrecciando
le vicende con luccisione, avvenuta a Brooklyn, di un giovane immigrato
siciliano. Il film dapertura sarà Peter Von Kant di François Ozon,
libero adattamento del quasi omonimo capolavoro di Rainer Werner Fassbinder
Le lacrime amare di Petra von Kant (Die bitteren Tränen der Petra von
Kant, 1972). Tra gli altri
contendenti si segnalano la regista elvetica Ursula Meier con La
ligne, dramma familiare tra madre e figlia – con la presenza della sempre
più “internazionale” Valeria Bruni Tedeschi – e il documentarista
cambogiano Rithy Panh con Everything will be ok, titolo che trae
origine da uno slogan sulla t-shirt
di un adolescente ucciso durante le proteste in Myanmar. Lopera si avvarrà di
marionette che porteranno in scena i lati oscuri del totalitarismo e della democrazia.
Nel film cinese Yin Ru Chen Yan (Return to Dust), Li Ruijun
ritrae invece una coppia abbandonata dalle famiglie e costretta a un
matrimonio combinato.
Attenzione
particolare va riservata anche a Call Jane, film desordio dellautrice
teatrale Phyllis Nagy – sceneggiatrice di Carol (2015) di Todd
Haynes – con protagoniste Elizabeth Banks e Sigourney Weaver,
sul movimento clandestino Jane Collective a favore dellaborto nella Chicago
degli anni Sessanta. A quattro anni dalla buona prova Amanda, presentata
a Venezia nella sezione Orizzonti, il regista francese Mikhaël Hers
ritorna al cinema con Les passagers de la nuit, interpretato da attrici
del calibro di Emmanuelle Béart e Charlotte Gainsbourg. Dopo aver
interpretato un ruolo di rilievo nel fantascientifico High Life (2018), Juliette
Binoche torna a lavorare con Claire Denis in Avec amour et
acharnement, storia di un triangolo amoroso nel quale una donna si ritrova
tra due ingombranti figure maschili: lattuale partner di lunga data e il suo
migliore amico nonché ex fidanzato. Attesa trepidante per Rimini del
pluripremiato regista austriaco Ulrich Seidl, storia di due fratelli che
vivono a migliaia di chilometri di distanza tra loro ma che saranno uniti e
raggiunti da un passato incombente.
Il
pluripremiato autore sudcoreano Hong Sangsoo – vincitore lanno scorso
dellOrso dargento per la migliore sceneggiatura per Introduction – partecipa
con So-seol-ga-ui yeong-hwa, storia di una scrittrice in visita a una
libreria gestita da una collega più giovane di cui ha perso i contatti. Lanteprima
mondiale Drii Winter (A Piece of Sky) di Michael Koch
esplora invece i tentativi di una coppia in crisi volti a salvare la propria
relazione, il tutto in un remoto villaggio di montagna. Grande attesa anche per
lautobiografico Alcarràs, secondo lungometraggio di Carla Simón
che ripercorre la propria infanzia minacciata da uno sfratto che sembra
inevitabile. Mina vagante Nana (Before, Now & Then) della
regista indonesiana Kamila Andini sulla voglia di rivalsa di una moglie
e di unamante in cerca di libertà. La riscoperta dellamore (impossibile) tra
una signora e un ragazzo è al centro di A E I O U - Das schnelle Alphabet
der Liebe di Nicolette Krebitz, mentre il navigato Andreas Dresen
racconta in Rabiye Kurnaz gegen George W. Bush della struggente lotta
per la libertà del figlio, prigioniero a Guantanamo, da parte della madre turca
che si ritrova a battagliare presso la Corte Suprema di Washington.
Altro
esordio alla regia quello della montatrice Natalia López Gallardo in Robe
of Gems, sul rapporto tra una donna e la sua governante invischiata in
affari loschi legati al narcotraffico, mentre il regista di Girona Isaki
Lacuesta, in Un año, una noche, segue il percorso di una coppia di
giovani per superare il trauma psicologico originato da un attacco terroristico
al quale sono sopravvissuti. A concludere la rassegna Un été comme ça
del regista canadese Denis Côté sul tentativo di tre donne di giungere
alla fine di un percorso terapeutico che ingloba paure, trami e problemi
sessuali.
Nel
complesso, la selezione sembra segnare un ritorno ai cosiddetti “film darte” (Taviani,
Lacuesta) a discapito di film
“di contenuti”. Emerge inoltre una netta prevalenza delle cinematografie più
tradizionali (quattordici) rispetto a quelle emergenti (quattro), rappresentate
da produzioni provenienti da Indonesia, Cina, Cambogia e Corea del Sud. Anche
questo è un segno dei tempi, in un contesto globale afflitto dalle difficoltà di
comunicazione dellera Covid e dalla scelta obbligata di ripiegare su orizzonti
più angusti rispetto alla tendenza esplorativa e sperimentale degli anni passati.
Per
quanto riguarda la giuria ufficiale, essa sarà presieduta dal regista di
origini indiane M. Night Shyamalan, che si avvarrà di una compagine variegata
e di tutto rispetto: il produttore tunisino Saïd Ben Saïd; il regista
giapponese Ryûsuke Hamaguchi, vincitore nel 2022 del Golden Globe con Drive
My Car; lattrice danese Connie Nielsen; la regista e sceneggiatrice
di Erfurt Anne Zohra Berrached; il regista brasiliano Karim Aïnouz; e infine la scrittrice zimbabwese Tsitsi
Dangarembga. I membri della giuria che assegneranno i premi della sezione
Encounters saranno invece Chiara Maranon, direttrice dei contenuti della
piattaforma Mubi, il regista inglese Ben Rivers e il regista svizzero Silvan
Zürcher. Interessante e coraggiosa la scelta di nomi provenienti da realtà
così diverse tra loro.
La
sezione Berlinale Special sarà composta da quindici titoli provenienti da
dodici paesi: otto lungometraggi di finzione, sei documentari e due
cortometraggi. A dieci anni di distanza da Dracula 3D (2012), ci sarà latteso
ritorno al cinema di Dario Argento con il suo Gli occhiali neri, interpretato
dalla figlia Asia e da Ylenia Pastorelli. Tra i nomi più roboanti
in questa sezione si annoverano Emma Thompson in Good Luck to You,
Leo Grande di Sophie Hyde; il cantautore Nick Cave nel
documentario This Much I Know to Be True di Andrew Dominik; Nikolaj
Coster-Waldau in Against the Ice di Peter Flinth; limmensa Isabelle
Huppert (vincitrice dellOrso onorario) in About Joan di Laurent
Lariviere.
Più
Italia sicuramente nella sezione Panorama, solitamente dedicata a piccole produzioni
indipendenti e artistiche: tra i tredici titoli presenti spiccano Una
femmina di Francesco Costabile – su una donna che fronteggia la ndrangheta
dopo che la madre è stata uccisa a causa di un codice che pochi osano sfidare –
e la storia di formazione adolescenziale Calcinculo di Chiara Bellosi.
In Panorama Dokumente ci sarà invece il documentario Nel mio nome di Nicolò
Bassetti, storia di tre uomini transessuali. Si segnala inoltre la sezione
“cinefila” Encounters, finalizzata a promuovere opere esteticamente audaci,
ambiziose, di registi indipendenti e innovativi; tra i titoli più attesi Flux
Gourmet di Peter Strickland e Coma di Bertrand Bonello.
Tornando
alla sezione principe, quella del Covid sarà una tematica programmaticamente “evitata”
dagli autori, che si soffermeranno su contesti familiari e sulla presenza,
positiva o meno, del sentimento amoroso, delle emozioni, delle sensazioni:
praticamente tutto ciò che più ci è stato negato negli ultimi due anni.
Duecentocinquantasei titoli in totale, tra corti e lungometraggi, con
lauspicio di poter riavvicinare gli spettatori alla tanto agognata
“normalità”.
IN
CONCORSO
AEIOU
– Das schnelle Alphabet der Liebe di Nicolette Krebitz (Germania,
Francia)
Alcarràs di Carla Simón
(Spagna, Italia)
Avec amour et acharnement di Clair Denis (Francia)
Call
Jane
di Phyllis Nagy (Stati Uniti dAmerica)
Drii
winter
di Michael Koch (Svizzera, Germania)
Un
été comme ça
di Denis Côté (Canada)
Everything will be ok di Rithy Panh (Francia, Cambogia)
Leonora
addio
di Paolo Taviani (Italia)
La
ligne
di Ursula Meier (Svizzera, Francia, Belgio)
Nana di Kamila
Andini (Indonesia)
Les
passegers de la nuit
di Mikhaël Hers (Francia)
Rimini di Ulrich
Seidl (Austria, Francia, Germania)
Rabiye Kurnaz gegen George W. Bush di Andreas Dresen (Germania, Francia)
Robe
of Gems
di Natalia López Gallardo (Messico, Argentina, Stati Uniti dAmerica)
So-seol-ga-ui
yeong-hwa
di Hong Sangsoo (Corea del Sud)
Un
año, una noche
di Isaki Lacuesta (Spagna, Francia)
Yin
Ru Chen Yan
di Li Ruijun (Cina)
Peter
von Kant
di François Ozon (Francia)
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