America Latina Massimo
Sisti è il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome.
Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare:
una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama. La moglie Alessandra e
le figlie Laura e Ilenia sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la
ricompensa a unesistenza improntata al sacrificio e alla correttezza. Un
giorno come un altro Massimo scende in cantina e lassurdo si impossessa della
sua vita.
«In crisi come esseri
umani, come narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande
alle quali non avevamo (e non abbiamo, nemmeno a film ultimato) risposte che
non si contraddicessero luna con laltra». America Latina parla
di un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità. Storie di
famiglie, di senso di appartenenza, di sangue, attraverso una strada rischiosa:
la dolcezza.
Una scena
del film © Biennale
Cinema 2021
Proiezioni:
giovedì
9 settembre, ore 19:00, Teatro Piccolo Arsenale
giovedì
9 settembre, ore 19:45, Sala Grande
giovedì
9 settembre, ore 20:30, Arena Lido
Fabio e Damiano DInnocenzo
Conosciuti come i "fratelli D'Innocenzo", registi, sceneggiatori e fotografi italiani, nel 2018 realizzano il loro primo lungometraggio La terra dellabbastanza, presentandolo nella sezione “Panorama” della 68Ş edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, suscitando interesse di critica e pubblico. Il film ottiene riconoscimenti nazionali ed internazionali, tra cui migliori registi esordienti ai Nastri dargento 2018. Collaborano alla sceneggiatura del film Dogman di Matteo Garrone. Il loro secondo lavoro, Favolacce, viene selezionato in concorso al Festival di Berlino 2020 ricevendo lOrso dargento per la migliore sceneggiatura. La pellicola vince anche cinque Nastri dargento 2020, tra cui quello di miglior film.
Żeby Nie Było Śladów (Leave No Traces)
Varsavia, 1983. Il paese è scosso dal
caso di Grzegorz Przemyk, studente liceale picchiato a morte dalla polizia
comunista polacca. Jurek, unico testimone del pestaggio, da un giorno allaltro
diventa il nemico numero uno dello Stato. Il regime tirannico mette in moto
lintero apparato – servizi segreti, media e tribunali – per annientare lui e
le altre persone coinvolte nel caso, inclusi i suoi genitori e la madre di
Przemyk, Barbara Sadowska, poetessa e membro del comitato per la
difesa dei lavoratori.
Przemyk amava la propria
libertà quando il 12 maggio 1983 si rifiutò di mostrare la propria carta
didentità alle forze di polizia. Il film indaga le molteplici prospettive del
regime comunista attraverso il “ricordo”, con la speranza che queste storie non
accadano più.
Una scena del film © Lukasz Bak
Proiezioni:
giovedì
9 settembre, ore 16:30, Sala Grande
giovedì
9 settembre, ore 20:40, Teatro Piccolo Arsenale
giovedì
9 settembre, ore 22:10, Arena Lido
Jan Pawel Matuszyński
Regista,
nasce a Katowice (Polonia) nel 1984. Si laurea in regia cinematografica e
televisiva alla scuola di cinema “Krzysztof Kieślowski”. Dirige il suo primo
lungometraggio, Ostatnia rodzina / The last Family, sul
pittore surrealista polacco Zdzisław Beksiński e i suoi familiari, nel 2016.
Il film inaugura la sua carriera e il protagonista Andrzej Seweryn riceve
un premio per la migliore interpretazione. La pellicola trionfa a Chicago, Kiev
e Gdynia e Matuszyński riceve il Grand Prix, lAudience Award e
il Journalists Award. Dopo il suo debutto, lavora per alcune serie
TV: The Pack /Druga Szansa e Nielegalni / The Illegal.
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