Caratteristica e destino dellopera (almeno di quella scritta) di Antonin Artaud è di restare soggetta a scoperte, fraintendimenti, ma anche a riprese di discussione e verifica che ne approfondiscano la comprensione. Le traduzioni italiane seguono un andamento se non casuale certamente non programmato. Pasquale Di Palmo è fra gli studiosi e traduttori più attivi nel recuperare testi meno noti e trascurati, rispetto a quelli accreditati dalla divulgazione. Fra i suoi ultimi lavori, l Album Antonin Artaud (Rovigo, 2010, illustrato e commentato) e LOmbelico dei limbi seguito dalla Corrispondenza con Jacques Rivière (Milano, 2021). Ora Di Palmo propone una scelta di Lettere, (tratte da una maggiore raccolta, Lettres 1937-1943 per Gallimard 2015,da cui deduce soprattutto le condizioni di vita del pensatore-poeta lungo il decennio appena precedente la sua morte. Nel passaggio da Le Havre (1937) a Rodez (1946) si seguono i disturbi psichici, lo sdoppiamento e la scissione disperata della personalità e poi la risalita verso un mondo di relazioni, nel ritorno al pensiero organizzato e alla scrittura creativa. La corrispondenza ha sempre costituito per Artaud una forma eminente di espressione, oltre che di mezzo informativo, rilevante nella sua produzione letteraria e teorica. Lo dimostra il carteggio con Jacques Rivière, iniziale strumento di legami umani e di concentrazione di urgenze esistenziali e poetiche. Nel periodo documentato, la forma grafica stessa assume funzione di sottolineatura e valorizzazione dei “contenuti”: il maiuscolo, ad esempio, quale corrispettivo visivo enfatico sulla dimensione vocale dellemissione della parola e del concetto connesso. Quasi un nuovo apporto semantico al messaggio ossessivo, delirante del poeta, affidato alla “vociferazione”. O residuo di una energia esercitata dallattore (quale fu per anni) nella sua azione, drammatica per essenza. Lo riconosce Di Palmo: «Lepistolario ha sempre avuto per Artaud la valenza di una rappresentazione teatrale, sostenuta da un gioco delle parti che vede nel ruolo del protagonista lo stesso mittente e in quello del pubblico il destinatario» (risvolto di copertina).NellIntroduzione lo studioso si sofferma di preferenza sullo stato di salute, sulle relative cure (in episodi significativi), sui rapporti personali del malato con i curanti responsabili. Fra i medici, René Allendy, Jacques Lacan, Jacques Latrémolière, Léon Fouks e Gaston Ferdière, che lo coinvolse nellarte-terapia e lo sottopose allelettroshock. I destinatari implicati, artisti e intellettuali, come Yves Tanguy, Roger Blin, Alain Cuny, Robert Desnos, Jean Paulhan,André Gide e Henri Parisot. Scrive alla Signora Artaud: «Mia cara mamma, saranno esattamente 7 anni da quando sono recluso e questi 7 anni saranno stati per me 7 eternità. […] Per lavorare e costruire la mia opera bisognerebbe che fossi libero. In un Manicomio non si può né pensare né scrivere» (Rodez, 25 agosto 1944). Si incontrano i sorts, messaggi (o sortilegi) disegnati, spesso intercettati dalla censura interna. Nei momenti forse più tormentati affiorano le glossolalie: locuzioni inventate composte di neologismi, nate da psicosi e stati di trance e trascritte appunto quali “vociferazioni”. Tutti elementi che compongono, nella complessa tipicità dellartista, il rapporto tra follia e arte o comunque creatività.
La traduzione pone un aspetto problematico, delicato e discutibile. Di fronte alle difficoltà interpretative, il traduttore sceglie la soluzione più comprensibile fra quelle plausibili e non sempre riesce a soddisfare, al contempo, la fedeltà e la fruibilità dei testi che affondano nellambiguità e nella plurivalenza a essi consustanziali. Libro di notevole interesse, sia perché rinvia il lettore ai testi originali (con esempi in fac-simile) e ne fornisce la Bibliografia, sia perché li illumina con la letteratura e la storiografia critica sul tema.
di Gianni Poli
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