Bianco e nero, a. LXXXI, n. 598, settembre-dicembre 2020
Cinema&Covid
Dopo questa introduzione ha inizio lo speciale Cinema&Covid, con la & commerciale che grottescamente sembra richiamare famose coppie di comici come Abbott & Costello, Laurel & Hardy oppure Lewis & Martin. Tutt'altro che comico, l'accostamento viene subito trascinato verso il tragico da Leonardo Clausi e Serafino Murri, procedendo poi con un excursus dal sapore apocalittico-profetico: gli autori dell'articolo Prima l'uomo o la gallina? ripercorrono le principali tappe del cosiddetto “cinema pandemico” – da Nosferatu (1922) di Murnau fino a Contagion (2011) di Steven Soderbergh (caso brillantemente analizzato in seguito da Alberto Crespi) – senza sottrarsi a veementi invettive, utilizzando ironicamente e intelligentemente il gergo informatico contro svariate scelte politico-economiche che imperversano sul pianeta, sempre a discapito del settore artistico e culturale. Continua con pessimismo “poetico” anche Enrico Magrelli, sostenendo che in questi tempi bui «non ci sono gli angeli wendersiani a farci compagnia, con i quali dialogare, passeggiare, ragionare sul presente e sul futuro, ai quali rivolgere domande dalle risposte, in questo momento, quasi impossibili» (p. 20). Il critico chiarisce che la crisi delle sale precede di gran lunga la pandemia e che l'emergenza sanitaria ne ha soltanto accelerato il fenomeno.
Continua l'arringa Antonio Macaluso, ritenendo indispensabile un sostegno del governo con interventi urgenti e mirati. A partire dai dati sugli incassi del 2020, Marco Spagnoli si chiede se sia più consono addossare la colpa della crisi cinematografica al virus oppure alla qualità dell'offerta. In un successivo contributo lo stesso Spagnoli pone invece l'attenzione sul mercato pirata, che solo nel 2019 in Italia conta un danno stimato di 591 milioni di euro. Gabriele Niola, attraverso l'esempio del live action Mulan (2020), si chiede se i grandi studios abbiano ancora bisogno della distribuzione nelle sale dal momento in cui possono fare affidamento su colossi dello streaming come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, Sky, Chili o Mubi.
L'altra sezione del numero, Dal mondo, è aperta da un bilancio di Alberto Pasquale sull'impatto del Covid-19 sull'economia del settore audiovisivo attraverso un arguto uso di grafici e di dati tecnici finalizzati a illustrare una panoramica globale del fenomeno. Seguono le mirate analisi di diversi studiosi su Stati Uniti (Alessandra Venezia), Cina (Alberto Crespi), Spagna (Eva Peydrò), Francia (Fréderic Ponsard) e Germania (Klaus Eder). La sezione Festival registra le testimonianze dei direttori artistici delle più importanti kermesse internazionali, tra cui Alberto Barbera (Venezia), Carlo Chatrian (Berlino), Felice Laudadio (Bari), Antonio Monda (Roma): tutti alle prese con un 2020 fatto di rinvii, annullamenti e profonde modifiche nelle rispettive programmazioni.
Il numero affronta ulteriori fasi della filiera cinematografica, interpellando altri operatori (spesso “senza voce”) impegnati nella realizzazione di film: dai produttori cinematografici e televisivi Paolo Del Brocco, Francesco Bonsembiante, Matilde Bernabei e Fabio Micolano ai distributori Luigi Lonigro, Giampaolo Letta e Antonio Medici fino a giungere all'ultimo anello della catena: gli esercenti, qui “rappresentati” da Mario Lorini, Lionello Cerri e Pino Chiodo. Di notevole importanza la sezione Fare cinema in lockdown, lunga e preziosa serie di interventi di registi e attori tra cui Pupi Avati, sulle difficoltà riscontrate sul set di Lei mi parla ancora; Marco Bellocchio, sulla serie tv in lavorazione Esterno notte; Fabrizio Gifuni, tra i fondatori della prima associazione di categoria denominata UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo); Mario Martone, sul suo nuovo film Qui rido io; Gianfranco Rosi, su come il Covid abbia influito nella realizzazione di Notturno.
A chiudere il volume Csc versus pandemia – sulla nuova identità post-Covid del Centro Sperimentale di Cinematografia nella sede di Roma ma non solo – e l'Appendice, che registra il rapporto pubblicato il 7 settembre 2020 dall'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e una serie di letture e previsioni dal sapore distopico di Giorgio Parisi.
di Giuseppe Mattia
Bianco e nero, a. LXXXI, n. 598, settembre-dicembre 2020
Cinema&Covid
Indice
Felice Laudadio, Editoriale – Cinema, Covid, sale e piattaforme
CINEMA&COVID
Leonardo Clausi, Serafino Murri, Prima luomo o la gallina? Dai film dalle uova doro alla pandemia e altri misfatti
Enrico Magrelli, Il futuro che era già cominciato
Silvia Napolitano, Storie di Covid, fra trappole e tentazioni
Antonio Macaluso, Il cinema nei giorni piovosi
Marco Spagnoli, 2020: cronache di poveri incassi
Gabriele Niola, Gli studios hanno ancora bisogno delle sale? Il caso Mulan
Alberto Crespi, “Il” film del 2020 è uscito nel 2011. Steven Soderbergh, il caso Contagion e il protocollo Usa
Marco Spagnoli, La pirateria morde il mercato legale
Dal mondo
Alberto Pasquale, Laudiovisivo ai tempi della pandemia. Chi perde, chi vince, chi (forse) pareggia
Usa
Alessandra Venezia, I film al drive-in, i divi su Zoom
Francia
Fréderic Ponsard, Lo Stato li protegge, e i film francesi vanno
Germania
Klaus Eder, Cinema, birra o calcio?
Spagna
Eva Peydrò, Lillusione della “nuova normalità”
Cina
Alberto Crespi, Locchio del gatto ingrassa il box office (cinese)
I festival
Alberto Barbera, Carlo Chatrian, Felice Laudadio, Antonio Monda, Presenze, assenze, speranze
Produzione
Paolo Del Brocco, 01, lontano dalle piattaforme
Francesco Bonsembiante, E se nascesse una Nouvelle Vague italiana?
Matilde Bernabei, Lux Vide, dove è nato il protocollo
Fabio Micolano, Nuove professioni: e io faccio il Covid Manager!
Distribuzione
Luigi Lonigro, La vita senza blockbuster
Giampaolo Letta, In sala, nonostante tutto!
Antonio Medici, La finestra, la sala, il salotto. Ovvero: il Covid-19 sta solo accelerando tendenze già esistenti
Esercizio
Mario Lorini, La sala lotta, ma dateci i film!
Lionello Cerri, Anteo, un gigante che tornerà ad essere tale
Pino Chiodo, Non spegnete quei proiettori
Fare cinema in lockdown
Pupi Avati, Quindici tamponi in un mese e mezzo
Marco Bellocchio, Danni limitati, ma solo per casualità
Francesco Bruni, Un titolo pericoloso
Jacopo Capanna, Noi che doppiamo gli americani
Walter Fasano, Una pioggia acida di e-mail
Fabrizio Gifuni, Una categoria finalmente Unita
Mario Martone, Siamo stati fortunati
Gianfranco Rosi, Il virus come la guerra
Carlo Verdone, Quarantotto ore prima
Michele Alhaique, Elisa Fuksas, Gabriele Salvatores, Andrea Segre, Sydney Sibilia, Enrico Vanzina, Daniele Vicari, Smart Filming, Sette registi raccontano il cinema fatto in casa, durante il lockdown
Csc versus pandemia
Monica Cipriani, Larmadio Covid, per non dimenticare
Adriano De Santis, I mestieri del cinema insegnati su Zoom
Costanza Quatriglio, Sospesa fra Palermo e il Csc
Appendice
Shock cultura: Covid-19 e settori culturali e creativi Ocse
Giorgio Parisi, Misure drastiche o a metà novembre 500 morti al giorno