Questo numero si apre con la consueta
rubrica Aufführungen, in cui si
raccolgono le recensioni degli spettacoli più importanti recentemente prodotti
nei paesi dellarea tedesca. Si inizia con due allestimenti berlinesi che
condividono il tema delle paure della società contemporanea. In Ein Käfig ging einen Vogel suchen, in scena al Deutsches Theater, il regista Andreas
Kriegenburg, coadiuvato da Juliane Koepp, costruisce una drammaturgia
ispirata a Prozess di Kafka e la affida
allinterpretazione di Bernd Moss, Jörg Pose, Elias Arens, Natali Seelig e Moritz Grove. Nello stesso teatro si è
assistito alla messinscena di Borgen,
ricavato dallomonima popolare serie televisiva secondo ladattamento e la
regia di Nicolas Stemann, che sceglie un taglio di critica alla politica
economica della cancelliera Merkel. Alla Volksbühne Christoph
Marthaler si è occupato di Hallelujah (Ein
Reservat) con Tora Augestad, Raphael Clamer e Hildegard Alex applauditi protagonisti. Meritano attenzione
anche le proposte provenienti da Amburgo a partire da Schnee al Thalia Theater. Tratto dallomonimo romanzo di Orhan Pamuk, trasferito
in scena per la regia di Lars-Ole
Walburg, lo spettacolo approfondisce gli aspetti storici e
politici di questo thriller ambientato in Turchia e consegnato alle competenze
di Thomas Niehaus, Marie Löcker, Sebastian Zimmler, Tilo Werner, Pascal Houdus e Steffen Siegmund. Si
parla della crisi delleuro nella rielaborazione drammaturgica operata da Stefan Pucher nel
beckettiano Warten auf Godot recitato
in modo crudo e asciutto da Jens Harzer, Mirco Kreibich, Jörg Pohl e Oliver Mallison. Con The Kings Wives di Armin Petras ci si
trasferisce allo Staatstheater di Stoccarda: una storia tormentata con sei
vedove, inquietanti protagoniste, e un uomo (Christian Czeremnych). In Herakles Kinder, ispirato a Euripide e a Eschilo, domina il tema
dellintegrazione sociale collegata ai fenomeni migratori che lo stesso Petras
ha trattato con realismo e provocante ironia. Tra gli attori si sono distinti Manolo Bertling e Matti Krause. Un
collage di monologhi caratterizza il materiale testuale di Orest. Elektra. Frauen von Troja in cui prevalgono spinose
questioni legate alla condizione della donna nella società di ieri e di oggi. Glaubenskämpfer è il
titolo del progetto ideato da David Nuran Calis e allestito nello spazio Depot 1
dello Schauspiel di Colonia. Ispirata alla formula del teatro-documento, la
performance affronta e discute con il pubblico questioni legate allattualità,
in modo particolare lincontro-scontro tra religioni e culture diverse. Al
Burgtheater di Vienna Claus
Peymann ritorna alla drammaturgia di Peter Handke con
lallestimento di Die Unschuldigen, ich
und die Unbekannte am Rand der Landstrasse con Christopher Nell
apprezzato protagonista. Aufführungen prosegue con la novità di Nis-Momme Stockmann, Amerikanisches Detektivinstitut Lasso,
presentata ad Hannover e affidata alla regia di Lars-Ole Walburg che propone
una critica al capitalismo odierno e si avvale di una compagnia formata da
giovani e bravi attori: Vannessa
Loibl, Beatrice Frey, Jakob Benkofer, Katja Gaudard e Dominik Maringer. Altro
spettacolo degno di nota è Zweite
allgemeine Verunsicherung di Felicia Zeller. Essenziale
e lucida la regia, di Johanna
Wehner. Di livello gli interpreti, da Till Weinheimer a Verena Bukal, da Vincent Glander a Martin Rentzsch, che si
sono impegnati sul palcoscenico dello Schauspiel di Francoforte. È il
tormento di una malattia mortale subita da un bambino il nucleo narrativo
dellultima commedia di Wolfram
Höll, Drei sind
wir. Il testo, che si può leggere in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero della
rivista, è stato prodotto dallo Schauspiel di Lipsia per la regia di Thirza Bruncken, che si
dimostra di pregevole impostazione quando chiamata ad orchestrare il movimento
degli attori (Julius
Bornmann, Sebastian Tessenow, Bettina Schmidt e Anna Keil) nello
spazio di una scena completamente vuota. Lomaggio
di «Theaterheute» a Elisabeth
Orth in occasione del suo ottantesimo compleanno sono le
belle pagine di Akteure: una attenta
e completa ricostruzione della carriera di questa brava e infaticabile attrice
austriaca. La
sezione Auslans ospita un autorevole
contributo di Hans-Thies
Lehmann che racconta il festival di Wuzhen in Cina, in cui
convivono spettacoli radicati nelle tradizioni locali con i linguaggi
innovativi e sperimentali della nostra contemporaneità.
Nel lungo
e documentato articolo dedicato alla Berlinale, giunta alla 66esima edizione,
ci si occupa soprattutto di film di taglio teatrale, come Bein gderot (Between Fences)
di Avi Mograbi, 24 Wochen (24 Weeks) di Anne Zohra Berrached, Mariupolis di Mantas
Kvedaravicius.
Massimo Bertoldi
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