Hans Petter Moland, regista norvegese di lungo corso, ha avuto la
fortuna di incontrare sulla sua strada un alter ego di assoluta qualità e di
fascinosa presa, oggi il più noto, e il più bravo, degli attori scandinavi: Stellan Skarsgård che lo accompagna ormai da anni nelle sue produzioni di maggior rilievo,
in giro per il mondo e alla Berlinale in particolare. Proprio il grande attore
dà un senso, pur in una parte non debordante, ad un film altrimenti modesto, un
po ondivago, che si sforza di contenere nelle due ore di proiezione tutti i
temi del romanzo da cui è tratto (il pluripremiato Ut og stjæle hester - Out Stealing Horses di Per
Petterson).
Una scena di Ut og Stjaele Hester © 4 1/2 Film
Dopo la morte della moglie lanziano protagonista
si ritira in una sperduta baita, in assoluta solitudine, a compiere i piccoli
gesti quotidiani di una sopravvivenza garbata e disciplinata. Il luogo scelto
non è certo privo di significati: è il luogo in cui il protagonista adolescente
ha passato lultima vacanza con il padre prima che questi lasciasse la famiglia
per continuare una vita con nuovi affetti. A poco a poco emergono,
inevitabilmente, le ragioni profonde di questa scelta di isolamento dellanziano
poiché quellestate, lestate dei suoi quindici anni, è stata decisiva nella
sua formazione: lo ha portato a conoscere il padre, a vivere la tragedia della
morte di un bambino della piccola comunità, lo ha portato a conoscere le
attività clandestine del genitore durante il periodo delloccupazione nazista
della Norvegia, con le sue complicità. È stata lesperienza che lo ha fatto
uscire dallinfanzia. Il tutto vissuto in una natura splendida e grandiosa, spazio
ideale per questo romanzo di formazione.
Una scena di Ut og Stjaele Hester © 4 1/2 Film
Che resterebbe, appunto, un
romanzo di formazione neppure troppo originale se questa fase della memoria non
fosse interrotta dai numerosi flashbacks;
è qui che lattore si impossessa dello spettatore e lo conduce nellimpervio
cammino di un bilancio esistenziale alla fine placato. Senza questa presenza il
film sarebbe un catalogo di situazioni, con bei paesaggi e poco più, senza
alcuna profondità vera, insomma abbastanza inutile.
|
|