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Ugo Chiti racconta

di Lorenzo Galletti
  2 fatti di cronaca in nero
Data di pubblicazione su web 30/10/2012  

 

La vena creativa di Ugo Chiti non è esaurita, evviva! Dopo la parentesi machiavelliana, che alla “storica” Clizia (1999) ha aggiunto all’albo della compagnia Arca azzurra la commedia perfetta (La mandragola), e dopo L’abissina, adattamento imperfetto del più fortunato Paesaggio con figure del 1993, il drammaturgo e regista toscano torna al lavoro che più gli si addice e che gli ha regalato i maggiori successi. Quello che descrive la realtà popolare, semplice privata domestica eppure tanto comune oltre che famigliare, anzi “familiare” proprio per ciò. Ma, con l’attenzione e la sapienza che contraddistinguono da sempre la sua scrittura, non lo fa in modo banale, neanche quando i dialoghi sembrano affondare nei luoghi comuni. Chiti, come una zingara, sa guardare e leggere nelle viscere di quel mondo modesto, ma che vive e soffre sentimenti veri; sa tirarne fuori le ansie, le paure, le passioni, come l’incontenibile comicità.

 

2 fatti di cronaca in nero è uno spettacolo in due atti unici, a cui il pubblico assiste da una prospettiva ribaltata già proposta dal regista con Amleto Moleskine (2003) e Racconti solo racconti (2006), cioè dal palcoscenico, a un passo dagli attori. Il sipario aperto mostra una scenografia “naturale”, quella di un piccolo teatro all’italiana. Poi tre panche bastano a significare tutto il resto: di volta in volta una sedia, un letto, le poltrone di un pullman.


Massimo Salvianti e Lucia Socci (Foto di Lucia Baldini)

 

Fattaccio d’amore, prima parte dello spettacolo, racconta la storia di Luisa Bazzani, donna nata e cresciuta nella campagna fiorentina, che lascia i vecchi genitori per fare da domestica al vedovo ingegner Sodani (eccellente Andrea Costagli), di cui si è segretamente innamorata. Dalla semplice narrazione (di un bravo e calibrato Massimo Salvianti) si affaccia crescente l’amore silenzioso e dirompente di una credibilissima (nonostante la difficoltà imposta dagli intervalli narrativi) Lucia Socci, secondo un alternarsi di prima e terza persona già felicemente proposto con Racconti solo racconti. Tuttavia si avverte il bisogno di una svolta nella vicenda, qualcosa che distolga la mente dal puzzo di muffa della casa. L’arrivo di Walter (Dimitri Frosali), il nipote dell’ingegnere, tossicodipendente, altera l’equilibrio della platonica coppia, e la scoperta degli abusi fatti dal giovane sull’anziano zio conduce Luisa alla drastica risoluzione all’omicidio. La tragedia si consuma all’ombra dell’enorme lampadario di cristalli calato a mezza altezza sulla platea sgombra e coperta con un telo bianco, davanti agli occhi ciechi delle mille feritoie dei palchetti, buie finestre verso un esterno incontemplabile.

 

Al profondo e toccante lavoro di studio sull’amore di Luisa, tutto interiore e malato fino ai margini della più pura follia, segue, in Una mattina cominciata male, una riflessione sui pregiudizi razziali che ancora affliggono l’ambiente rurale, e che sono probabilmente figli di un tempo che non aspetta gli uomini, ma li macina impietoso sotto la ruota delle generazioni. Tre storie, tenute insieme dal corifeo Dimitri Frosali, avanzano parallele tra un marito – fedifrago – e una moglie (Massimo Salvianti e Lucia Socci) che si contendono il diritto a un sabato libero, i turbamenti psicologici di Valentina (Andrea Costagli en travesti), adolescente sovrappeso col mito della modella filiforme, e la vicenda principale di un giovane maghrebino (Samuel Osman) studente di odontoiatria, che, per aiutare un amico nel suo giro di vendite porta a porta, si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Chiti le alterna, intreccia e sovrappone con una tecnica di montaggio quasi cinematografica fino a farle incontrare tra le mura di un cimitero di campagna: un bagno conteso, l’incontro fortuito di un «neretto» e di Valentina che sta diventando donna, una nonna che crede di vedere le prove della violenza carnale, un fucile, e il dramma di sangue è servito. Il pentimento della nonna della ragazza (esilarante Giuliana Colzi), svela solo un altro angolo del bigottismo e della piccineria di un mondo la cui integra genuinità si fatica tuttavia a condannare del tutto.

 

Lucia Socci e Giuliana Colzi. Sul fondo Andrea Costagli
(Foto di Lucia Baldini)

 

Nonostante la conclamata affermazione come sceneggiatore della settima arte, con questo spettacolo Ugo Chiti ribadisce, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la propria passione e gratitudine per le tavole del palcoscenico. Lo fa anzi tramite una felice integrazione tra le regole di questo e le tecniche del cinema. E poi abbracciando attori e spettatori nell’intimità di pochi metri, dentro i quali si passa in un istante dal riso all’amarezza, lo fa giocando con lo spazio e con le splendide luci di Marco Messeri; infine, come sempre, lo fa scrivendo per i suoi attori, cucendo loro addosso i personaggi. E soprattutto senza mai smettere di osservare con sguardo da bambino curioso la vita che brulica nella sua terra.


2 fatti di cronaca in nero
cast cast & credits
 

La locandina


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 


Andrea Costagli (ing. Sodani) e Lucia Socci (Luisa Bazzani). Foto di Lucia Baldini


 

 
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