Paola Daniela Giovanelli, 1759: aspetti trascurati e controversi della polemica Diderot-Goldoni
Il saggio ripercorre e sviluppa alcuni aspetti della complessa vicenda teatrale della Serva amorosa goldoniana in Francia, già trattata nel capitolo Nota sulla fortuna per l'edizione del volume C. Goldoni, La serva amorosa, a cura di P.D. Giovanelli. Cura filologica di C. Mazzotta, Edizione Nazionale, Venezia, Marsilio, 2007, pp. 313-
1. Certo, senza lo scalpore suscitato dal plagio diderottiano de Le fils naturel ai danni del Vero amico,
Sarà la prima commedia di Goldoni ad approdare sulla scena della Comédie-Française, tre anni prima dell'arrivo di Goldoni a Parigi e subito dopo l'evento storico che segna l'eliminazione dei posti a sedere sul palcoscenico, caratteristici della struttura della scena francese [2]. Col titolo La suivante généreuse gli attori della Comédie-Française la misero in scena il 23 maggio 1759 con esito così deludente che ne venne data una sola replica, il 26 maggio successivo, assieme a Les précieuses ridicules di Molière, particolare che suscita l'interrogativo su possibili tagli dell'ultim'ora ai cinque atti della Suivante, come del resto la recensione che ne conserviamo sembra confermare. Le 45 scene complessive del testo di Sablier nelle posteriori versioni a stampa del 1761 e del 1765, edite anonime [3], sono infatti considerevolmente ridotte nell'analisi capillare del critico teatrale che altri non è se non Denis Diderot [4], spettatore d'eccezione la sera della replica [5], alla quale assiste con lo scopo di stendere il resoconto critico dello spettacolo da passare a Grimm, in vista della sua diffusione nei fogli della Correspondance littéraire. Ma circa il numero e l'estensione delle scene, non sappiamo quale testo Sablier possa aver consegnato agli attori della Comédie, né se la seconda sera sia stato presentato in una forma ridotta rispetto alla prima [6].
La versione di Sablier rivela aspetti interessanti, alcuni dei quali ancora inesplorati: certo Sablier conosceva molto bene le commedie goldoniane, tanto da rifonderne spunti e motivi diversi nella sua traduzione. Traduzione che poneva innanzitutto un problema non da poco: la trovata risolutiva della commedia goldoniana (l'espediente del “finto morto”) era ripresa totalmente da quella del Malato immaginario di Molière che certo Sablier non avrebbe potuto riproporre al pubblico francese [7], proprio come il Goldoni dei Mémoires che, narrandone il plot, avrebbe glissato sulla conclusione, col dire genericamente che Corallina riesce a risolvere la situazione «par son esprit» [8], espressione che provocherà in Edgardo Maddalena una sorridente boutade: questa volta però, scrive, era «l'esprit d'un autre» [9]. Comunque Sablier è costretto a modificare il finale puntando sulla sola abilità dialettica della protagonista (qui Marine) e, per rafforzare un lieto fine davvero generale, corregge la soluzione originale che prevede l'espulsione di Béatrix, la matrigna colpevole, con un artificio romanzesco molto simile a quello presente nel Vero amico (come Florindo salva l'amico Lelio, aggredito da furfanti, così Clitandre salva il fratellastro Éraste) [10]: impresa decisiva che spinge Béatrix a stringere fra le braccia il figliastro con relativa pacificazione universale. Lo stesso episodio è naturalmente anche nel Fils naturel (Dorval salva da un'aggressione Clairville) [11], ma nella recensione Diderot ne fa appena un cenno, raccontando la trama, senza aggiungere commenti, certo per non risvegliare il ricordo del proprio plagio.
Sablier si serve anche, nel corso del suo adattamento, di motivi e argomentazioni che probabilmente erano nell'aria della riforma diderottiana, ma senza dubbio erano anche nel testo della Pamela goldoniana (tradotta in francese quello stesso 1759 e comunque nel I tomo della Paperini che conteneva anche La serva amorosa), tanto da riprendere alla lettera sia le ragioni del legame della protagonista con la padrona morta [12], sia il comune richiamo alla «ragione» e all'«onore» [13], sia le motivazioni del rifiuto di Pamela di sposare Lord Bonfil: ma la battuta con la quale Pamela sostiene le sue ragioni presso di lui («Che volete, signore, che dica il mondo di voi, se vi abbassate cotanto con una serva?») [14], che torna nel dialogo Corallina-Florindo della Serva amorosa («Figlio unico, di casa ricca, e civile, vorreste avvilirvi collo sposare una serva?») [15], in Sablier diventa un testo diverso e più articolato, che certo non ha dimenticato quanto Lord Artur dice a Bonfil [16], ma che precisamente, nelle parole che Marine rivolge a Clitandre, diventa:
Vous voulez m'épouser! d'un hymen inégal/Vous ne sentez donc pas toute la conséquence;/Votre pere sera justement irrité;/Vous vous verrez deshérité;/Vous tomberez dans l'indigence;/Alors le prestige cessé,/Dans les réflexions votre amour éclipsé,/Vous aurez devant vous la présence importune/Du sujet de votre infortune;/De vos transports passés vous viendrez à rougir./Par une suite inévitable,/Vous pousserez le repentir/Jusqu'à me mépriser, peut-être à me hair;/Vous rendrez mon sort déplorable;/Et le vôtre, à son tour, par cet enchaînement,/N'en sera que plus misérable. [17]
Facilmente immaginabile il sussulto che attraversa Diderot nell'udire questa battuta, che non è né nella Pamela né nella Serva amorosa goldoniane, bensì nel suo stesso Père de famille:
Écoutez et tremblez sur le sort que vous lui préparez. Un jour viendra que vous sentirez toute la valeur des sacrifices que vous lui aurez faits. Vous vous trouverez seul avec elle, sans état, sans fortune, sans considération […]. Vous la haïrez; vous l'accablerez de reproches. Sa patience et sa douceur achèveront de vous aigrir; vous la haïrez davantage; vous haïrez les enfants qu'elle vous aura donnés, et vous la ferez mourir de douleur. [18]
Naturalmente Diderot non manca di riferirne all'amico Grimm: esagerando un po', scrive che questa battuta è una «traduction littérale, de ce que le Père de famille dit à son fils, lorsqu'il montre toutes les suites fâcheuses de son mariage avec Sophie. Vous la haïrez, vous haïrez ses enfants. Vous vous souvenez bien de cela», precisando che è stato questo «le seul endroit du second acte qu'on ait goûté» e aggiungendo con la modestia che gli è propria: «encore ma prose m'a-t-elle paru meilleure que les vers qu'ils en ont faits» [19].
Dall'accusa di plagio Diderot si era difeso scrivendo fra l'altro che a sua volta Goldoni, nel Vero amico, si era ispirato all'Avaro di Molière [20]. Evidentemente non conosceva La serva amorosa, altrimenti non si sarebbe lasciato sfuggire la ben più ghiotta occasione di mettere in luce quel finale tanto smaccatamente molieriano. Non se la lascia sfuggire, invece, Charles Collé che, nel suo Journal, scrive: «Comme Goldoni a pris une partie de son sujet, ou du moins ce qu'il y a de meilleur, et les caractères surtout, dans le Malade imaginaire de Molière, il n'est pas étonnant que celui qui nous a voulu donner la pièce de Goldoni ne nous ait rien donné de nouveau, du moins de passable. Il a été obligé, pour éviter de ressembler trop cruement à Molière, de faire des changements considérables à la comédie de Goldoni, et notamment au dénouement, qui est exactement celui du Malade imaginaire» [21].
In ogni caso, ora Diderot può sostenere di essere stato lui plagiato da Goldoni. O da Sablier, che peraltro – a differenza di Goldoni [22] – non viene mai nominato nella recensione [23], quel Sablier che certo per diversi motivi non poteva rientrare nella cerchia dei suoi: era più che amico di Nivelle de
Che Sablier non fosse certo un seguace “diderottiano” è provato dalla sua introduzione alla pubblicazione della Suivante, vero e proprio trattatello di poetica teatrale scritto sotto forma di lettera a Madame** [28], nel quale allude in vario modo al plagio dell'enciclopedista: «un homme de Lettres fit imprimer une Comédie, sous le titre du Fils Naturel. Soit qu'il connût le Véritable Ami de Goldoni, soit que le hasard lui eût donné la même idée,
a le mérite d'avoir ouvert une nouvelle carriere, & d'avoir hasardé le haut Comique dans un Pays où l'on ne connoissoit que les farces & les scènes à l'impromptu; & c'est dans les Ouvrages de ce dernier genre, qu'on trouve des moeurs & des personnages aussi nobles que dans les Pièces de MM. Destouches & de
Ha ben ragione Ginette Herry quando sottolinea l'importanza di questa affermazione di Sablier, che mette in luce una spiegazione interessante della ricezione di Goldoni in Francia: «Il Goldoni “serio” si vede così fortunatamente salvato dal Goldoni “popolare” in nome non della commedia di carattere alla Molière ma della commedia lacrimosa e di costume sperimentata in Francia negli anni 1730-1760» [32].
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[1] «Il y a sept à huit ans que les Comédies du Vénitien Goldoni se répandirent à
[2] Fino a questo momento esistevano ancora, ai lati della scena, «des gradins où s'asseyaient des spectateurs. Cernés par une balustrade, ces gradins qu'on nommait “les balcons”, occupaient un bon quart du “plateau” et supprimaient les premières coulisses. Les décors, par suite, se réduisaient à peu de chose. Les changements néanmoins en étaient longs et difficiles, car le public qui “s'étalait sur les ailes du théâtre”, entravait la besogne des machinistes» (J.-J. Olivier, Introduction à Voltaire, Sémiramis,
[3] [C. Sablier], Oeuvres de M***, Londres [Paris], 1761; [Id.], Théâtre d'un inconnu, cit.: i due volumi contengono, oltre alla Suivante généreuse, una «traduction exacte» (ma cfr. infra, n. 63) della Serva amorosa con il titolo La domestique généreuse e quella de I malcontenti (Les mécontens). Le scene della Suivante généreuse a stampa sono così scandite: A. I, 9 scene; A. II, 9 scene; A. III, 12 scene; A. IV, 5 scene; A. V, 10 scene (cfr. [C. Sablier], La suivante généreuse, in [Id.], Théatre d'un inconnu, cit., pp. 1-84).
[4] La scansione delle scene stesa da Diderot è la seguente: A. I, 5 scene; A. II, 7 scene; A. III, 3 o 4 scene (qui Diderot scrive, di seguito alla «Scène 2», «Scène 4»: i curatori del testo diderottiano osservano che Diderot «oublie la scène 3» («La suivante généreuse» de Goldoni et Sablier, in D. Diderot, Oeuvres complètes, édition critique et annotée présentée par J. Varloot, Paris, Hermann, 1980, t. XIII, Arts et lettres (1739-1766). Critique I, pp. 50-
[5] È alla novità del palcoscenico sgombro di spettatori che si riferisce Diderot nella recensione quando scrive: «J'ai été charmé du théâtre. Cela est on ne peut pas mieux [.] Les décorations et de la pièce nouvelle, et des Précieuses qu'on a données après, m'ont fait plaisir. Tout poète qui a du génie doit être content de cette réforme» (D. Diderot, [La suivante généreuse], cit., p. 61). Il riferimento a Les précieuses ridicules, rappresentate il 26 maggio, prova che Diderot assistette non alla première della Suivante, ma alla replica, come del resto subito dopo scrive apertamente: «Ma Sophie, sa mère, sa soeur, Mademoiselle Boilleau, étaient à la seconde des premières; ce qui ne m'a pas autant empêché de voir et d'entendre que je l'aurais dû» (ibid., corsivo mio).
[6] Cfr. infra, n. 57.
[7] «Nella conclusione della Suivante généreuse non si tiene conto alcuno dell'astuzia di Corallina che nella commedia originale la motiva. Il traduttore dev'essersi accorto subito che il Goldoni l'aveva tolta di sana pianta al Malade imaginaire, commedia ch'ogni buon Parigino sapeva a mente» (E. Maddalena, «La serva amorosa» del Goldoni, in «Rivista dalmatica», I, V, gennaio 1900, pp. 1-
[8] C. Goldoni, Mémoires [II, cap. XIV], in Id., Tutte le opere, a cura di G. Ortolani, Milano, Mondadori, 1935-1956, 14 voll. [d'ora in poi MN], vol. I, p. 304.
[9] E. Maddalena, «La serva amorosa» del Goldoni, cit., p. 16.
[10] Cfr. rispettivamente Il vero amico [II.4, 7], MN, vol. III, pp. 600-601, 602-603; [C. Sablier], La suivante généreuse [V.9], cit., pp. 80-83.
[11] Cfr. D. Diderot, Le fils naturel [II.7-8; III.1], in
[12] Pamela a Lord Bonfil: «Queste massime delle quali ho parlato, questi sentimenti coi quali mi reggo e vivo, sono frutti principalmente della dolcissima disciplina della vostra genitrice defunta» (C. Goldoni, Pamela fanciulla [I.6.67], in Id., Pamela fanciulla. Pamela maritata, a cura di I. Crotti, Edizione Nazionale, Venezia, Marsilio, 1995, p. 93). A Oronte che le chiede: «où prenez-vous de pareils sentimens?», Marine risponde: «Je le dois aux leçons de ma bonne maîtresse;/J'ai puisé dans son sein la vertu, la sagesse./Je dois à ses avis, à ses soins surveillans,/Le peu de bien qu'en moi vous croyez reconnoître./Je dois à ses bontés tout ce que je puis être./[…] Et je n'ai fait que rendre au fils/Ce que je devois à la mere» ([C. Sablier], La suivante généreuse [IV.4.6-7], cit., p. 64).
[13] Pamela a Lord Bonfil: «Signore, io sono una povera serva, voi siete il mio padrone. Voi Cavaliere, io nata sono una misera donna; ma due cose eguali abbiam noi, e sono queste la ragione e l'onore» (C. Goldoni, Pamela fanciulla [I.6.67], cit., p. 92; cfr. anche infra, n. 16). Marine a se stessa: «Du courage, Marine, en cette circonstance./La raison & l'honneur sont de notre côté» ([C. Sablier], La suivante généreuse [II.9.1], cit., p. 35).
[14] C. Goldoni, Pamela fanciulla [I.6.67], cit., p. 92.
[15] Id., La serva amorosa [II.12.37], cit., p. 137.
[16] «Fermatevi a considerare per un momento questo principio vero: esser dovere dell'uomo onesto preferire il decoro all'amore, sottomettere il senso all'impero della ragione […]: udite le infallibili conseguenze, ch'evitare non si possono, e preparatevi a soffrirle, se avete cuore di farlo. I vostri congiunti si lagneranno aspramente di voi, si crederanno a parte dell'ingiuria, che fatta avrete al vostro medesimo sangue, e vi dichiareranno debitore in perpetuo del loro pregiudicato decoro. Ne' circoli, nelle veglie, alle mense, ai ridotti si parlerà con poca stima di voi. Ma tutto questo può tollerarsi da un uomo, che ha sagrificato il mondo tutto al suo tenero amore. Udite, Milord, udite ciò che non avrete cuor di soffrire: gli oltraggi, che si faranno alla vostra sposa. Le donne nobili non si degneranno di lei; le ignobili non saranno degne di voi. Vi vedrete quanto prima d'intorno un suocero con le mani incallite ed una serie di villani congiunti, che vi faranno arrossire. L'amor grande, quell'amore che accieca e fa parer tutto bello, non dura molto. Lo sfogo della passione dà luogo ai migliori riflessi; ma questi, quando giungono fuor di tempo, accrescono il dolore e la confusione. Vi parlo da vero amico, col cuor sulle labbra. Mirate da un canto le dolci lusinghe del vostro Cupido, mirate dall'altro i vostri impegni, i vostri doveri, i pericoli a' quali vi esponete; e se non avete smarrito il senno, eleggete da vostro pari, preferite ciò che vi detta l'onore» (Id., Pamela fanciulla [II.2.31], cit., pp. 120-121).
[17] [C. Sablier], La suivante généreuse [II.8.34], cit., pp. 34-35.
[18] D. Diderot, Le père de famille [II.6.34], in Id., Oeuvres complètes, t. X, cit., p. 231. È anche vero che a sua volta il Diderot de Le père de famille può essere stato influenzato dalla Pamela fanciulla, oltre che dal Padre di famiglia di Goldoni… Ne è convinto Pietro Toldo discutendone nel saggio Se il Diderot abbia imitato il Goldoni, in «Giornale storico della letteratura italiana», vol. XXVI, 2° semestre 1895, pp. 350-
[19] D. Diderot, [La suivante généreuse], cit., p. 59.
[20] «Goldoni avait fondu dans une farce en trois actes l'Avare de Moliere avec les caractères de l'Ami vrai»; «Charles Goldoni a écrit en italien une comédie ou plutôt une farce en trois actes, qu'il a intitulée l'Ami sincère. C'est un tissu des caractères de l'Ami vrai et de l'Avare de Moliere»; «Goldoni […] s'était emparé de l'Avare, sans que personne se fût avisé de le trouver mauvais» (Id., Discours sur la poésie dramatique, in Id., Oeuvres complètes, t. X, cit., pp. 343, 363-364).
[21] C. Collé, Journal et Mémoires sur les hommes de lettres, les ouvrages dramatiques et les événements les plus mémorables du règne de Louis XV (1748-1772), nouvelle édition avec une introduction et des notes par H. Bonhomme,
[22] H. Dieckmann, pubblicando parzialmente il manoscritto diderottiano (cfr. infra), prima scrive che il documento «è importante per comprendere l'atteggiamento di Diderot nei confronti di Goldoni e la sua valutazione letteraria»; successivamente che «Goldoni non è nominato nel giudizio sulla commedia» (cfr. H. Dieckmann, Appendice a Diderot e Goldoni [1961], in Id., Il realismo di Diderot, Bari, Laterza, 1977, pp. 89-
[23] È probabile che non si conoscesse il nome del traduttore della Suivante: Collé, nel passo sopra citato a testo, scrive «celui qui» e più avanti: «La versification m'en a paru assez aisée, mais on ne peut guère décider de sa valeur qu'à la lecture; je la crois plus forte que celle de l'Ile déserte [la commedia, di Jean-Baptiste Collet de Messine, era stata rappresentata alla Comédie-Française il 23 agosto 1758], quoique l'on ait dit que c'étoit l'auteur de cette pièce qui avoit fait celle-ci […]. J'ai tout lieu de penser actuellement que cette comédie n'est point de M. Collet, mais de M. Richelet, ci-devant conseiller au Châtelet, qui a fait quelques opéras-comiques et une très-médiocre traduction des tragédies de Métastase» (C. Collé, Journal et Mémoires, cit., pp. 181-182). Una nota di Honoré Bonhomme precisa: «L'auteur de
[24] Charles Sablier (Paris, 27 giugno 1693-ivi, 10 marzo 1786) era amico fin dagli anni giovanili di Pierre-Claude Nivelle de
[25] Cfr. Correspondance littéraire, philosophique et critique par Grimm, Diderot, Raynal, Meister, etc., par M. Tourneux, Paris, Garnier frères, 1877-1882, 16 tt. (ora Nendeln, Kraus reprint, 1968), t. IV [1878], pp. 182-
[26] Cfr. W[eis]s, in Biografia universale antica e moderna, Venezia, G. B. Missiaglia, 1829, vol. L, ad vocem); [s. f.], Nouvelle biographie générale, Paris, Firmin Didot frères, 1863, t. 42me, ad vocem.
[27] Ancora cinque anni dopo, in occasione della pubblicazione in due volumi di Variétés sérieuses et amusantes di Sablier – edito però senza il nome dell'autore –
[28] Cfr. supra, n. 1. Si tratta di Jeanne Françoise de Lavau (1715-1764), moglie di Albert François de Floncel: Goldoni la ricorda sia nella Lettera di dedica de Il padre per amore (MN, vol. VI, pp. 725-726), sia nei Mémoires [III, cap. X], MN, vol. I, p. 482) – e proprio riferendosi alla lettera introduttiva di Sablier in Théâtre d'un inconnu – citando ammirato entrambe le volte la sua traduzione dei primi due atti dell'Avvocato veneziano, pubblicati a Parigi nel 1760.
[29] [C. Sablier], A Madame**, cit., p. 4.
[30] Ivi, p. 7.
[31] Ivi, pp. 31-32. Circa l'atteggiamento di Sablier nei confronti di Diderot cfr. anche infra.
[32] G. Herry, Una posizione diversa del problema in Francia sin dal Settecento, in Il mondo e le sue favole. Sviluppi europei del teatro di Goldoni e Gozzi/Inszenierte Wirklichkeit und Bühnenillusion. Zur Europäischen Rezeption von Goldonis und Gozzis Theater, a cura di/herausgegeben von S. Winter, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2006, pp. 179-