Arts, Ecologies, Transitions: Constructing a Common Vocabulary

A cura di Roberto Barbanti, Makis Solomos, Isabelle Ginot e Cécile Sorin

Routledge, 2024, 264 pp., euro 36,99.
ISBN 9781003455523

Data di pubblicazione su web 20/10/2024

La copertina

Una delle necessità più sentite dalla sempre più nutrita schiera di studiosi e studiose che si dedicano allo studio del legame fra arte contemporanea ed ecologia è quella di aggiornare il vocabolario critico. Ciò non significa voler affossare la vitalità artistica dentro i limiti della terminologia, ma piuttosto rendere possibile un confronto più ricco liberandoci da quei rigidi binarismi quali natura e cultura, soggetto e oggetto, mente e corpo, su cui è fondato gran parte del pensiero occidentale. Arts, Ecologies, Transitions vuole inserirsi esattamente in questo solco critico ancora da costruire. Il volume, edito da Routledge, e curato da Roberto Barbanti, Makis Solomos, Isabelle Ginot e Cècile Sorin, racchiude i contributi di quarantanove studiosi e studiose, provenienti da diversi ambiti disciplinari, uniti dalla volontà di indagare la moltitudine di pratiche artistiche in dialogo con le crisi ecologiche del nostro tempo. Il campo d’indagine è ampissimo e interdisciplinare: arti visuali, teatro, danza, musica e sound art, cinema, fotografia, ma anche sentieri meno battuti come quello del graphic design e della digital art.

Il volume si apre con un'introduzione, quasi un manifesto, redatta dai curatori in cui si mettono in evidenza le parole e i significati chiave che compaiono a più riprese nei vari contributi. Il fil rouge che lega l’intero volume è l’approccio mutuato dalla ecosofia di Felix Guattarì alla materia ecologica: non solo registro ambientale quindi, ma anche il registro sociale e quello mentale, e soprattutto le connessioni che tra essi si generano, entrano all’interno del raggio di analisi di questa ricerca collettiva. Una solida base metodologica fa quindi da ancora alla polifonia di prospettive che si susseguono. Se la prima parte del volume propone contributi che ruotano attorno al concetto di aisthesis, il palinsesto di nodi critici si amplia enormemente in corso d’opera affrontando con visione ecologica concetti chiave del repertorio artistico contemporaneo quali la site-specificity e il territorio, l’ecofemminismo, la decolonizzazione e la decrescita.

La prima disciplina artistica a essere affrontata è quella del cinema. Damien Marguet si interroga sulla «iconografia del disastro ecologico» (p. 49) e su modalità alternative ad essa con cui favorire una maggiore consapevolezza ecologica attraverso il medium cinematografico. Il documentario, non inteso come genere bensì come metodologia operativa, diventa la chiave di lettura per comprendere la sempre più crescente produzione cinematografica che, tanto nelle sue fasi produttive quanto nel prodotto finale, cerca di abitare e promuovere un’etica di cura nei confronti delle relazioni (ambientali, sociali e mentali) che nascono all’interno del progetto artistico. Sempre inerente all’arte cinematografica, ma con una prospettiva di più largo respiro, è invece il contributo Cécile Sorin. A partire da un confronto serrato con il concetto di «ecocritica» (p. 79) l’autrice delinea la possibilità di una cornice teorico-analitica in grado di confrontarsi anche con quella produzione cinematografica che è apparentemente lontana dalla narrazione della crisi ecologica.

Joanne Clavel propone invece un breve percorso storiografico sul legame natura e danza moderna per comprendere al meglio come pratiche quali danze multispecie e coreografie site specific sempre più immersive stiano diventando meno marginali all’interno del panorama coreografico più recente. Molto interessante è poi l’affondo sulle pratiche somatiche firmato assieme a Isabelle Ginot e Marie Bardet. Il corpo viene posto in dialogo con il pensiero ecologico contemporaneo, e presentato come un medium relazionale composto da tutta una molteplicità di «attori» (p. 93) che ricordano gli actants teorizzati da Bruno Latour. Di tutt’altro taglio è invece il contributo di Isabelle Launay che si concentra sulle connessioni fra coreografia, storia ed ecologia mettendo a fuoco le sfide legate alla conservazione del repertorio di figure capitali quali Martha Graham, Merce Cunningham, Pina Bausch e Rudolf Nuyerev, a fronte del «mutare dei milieus sociali del presente» (p. 124). Anche il teatro, inteso nelle manifestazioni più recenti del post-drammatico, viene affrontato da Eliane Beaufils e Julie Sermon per indagare le modalità con cui le componenti della scena, degli attori e della narrazione, possono spogliarsi di una componente antropocentrica.

Molto densa è poi la serie di studi che interessano le pratiche musicali e sonore. Fra questi spicca certamente il contributo del curatore Makis Solomos in cui vengono delineate le coordinate epistemologiche con cui intendere il suono non come oggetto ma come rete di relazioni. Solomos recupera il concetto di milieu elaborato nei secoli dalla filosofia francese, da Descartes, passando per Merleau-Ponty, arrivando a Gilbert Simondon, e lo pone in dialogo con i processi di soggettivazione dell’ascolto. A chiarire ulteriormente l’apporto fondamentale di Solomos al dibattito attorno al suono ed ecologia, è il saggio, firmato assieme a Carmen Pardo Salgado, in cui il modello guattarìano lo sfondo di senso per comprendere il legame tra pratiche musicali e sonore e i diversi registri ecologici. Segue poi la disamina di alcune esperienze artistiche relative alla Sound Art e alla possibilità eminentemente ecologica di «prestare ascolto all’inaudibile» (p. 175), da sempre al centro della poetica di figure fondamentali come Max Neuhaus e Alvin Lucier, fino ai più recenti lavori di Jana Winderen.

Dopo aver intrapreso i molteplici e policentrici percorsi che legano le pratiche artistiche contemporaneo al pensiero ecologico contemporaneo, la chiusura non poteva che essere affidata al contributo di Antoine Freychet e Anastasia Chernigina sul potenziale eco-pedagogico della Walking Art. Il volume si conclude quindi con un velato invito a prestare attenzione a ciò che ci circonda nel quotidiano e a scoprire, o riscoprire, le innumerevoli relazioni umane e non-umane a cui siamo inevitabilmente connessi.


di Giacomo Ricci

Arts, Ecologies, Transitions: Constructing a Common Vocabulary

Indice

Routledge


Indice

Introduction 

Roberto Barbanti, Isabelle Ginot, Makis Solomos and Cécile Sorin

 

1.     Acoustic Ecology      

Kostas Paparrigopoulos

 

2.     Aesthetic Subjectivation       

Roberto Barbanti                   

 

3.     Aisthesis        

Carmen Pardo Salgado         

 

4.     Alienation      

Eric Lecerf

 

5.     Animal                       

Baptiste Morizot

 

6.     Anthropocene and Aesthetics  

Matthieu Duperrex      

          

7.     Architecture   

Philippe Chiambaretta

 

8.     Art and Milieu (Works of)     

Yann Aucompte          

 

9.     Art in Common          

Estelle Zhong Mengual

 

10.  Biodiversity: An Aesthetic Emergency         

Joanne Clavel

 

11.  Cinema          

Damien Marguet        

 

12.  Co-creation: Collective, Participatory, and Immersive Art   

Alice Gervais-Ragu                

                 

13.  Collapsonauts

Yves Citton and Jacopo Rasmi

 

14.  Contemporary Dance

Joanne Clavel

 

15.  Decoloniality 

Nathalie Coutelet

 

16.  Degrowth       

Kostas Paparrigopoulos and Makis Solomos

 

17.  Digital Creation         

Anne-Laure George-Molland and Jean-Francois Jego

 

18.  Documentary Arts      

Soko Phay      


19.  Ecocriticism and Ecocinema 

Cecile Sorin   

 

20.  Ecofeminism 

Frederick Duhautpas 

 

21.  Ecofeminist Territories          

Tiziana Villani

 

22.  Ecosomatics   

Marie Bardet, Joanne Clavel and Isabelle Ginot

 

23.  Garden (The) 

Gilles Clement

 

24.  Geography and the Aesthetic Production of Ecological Issues   

Joanne Clavel, Clara Breteau and Nathalie Blanc


25.  Graphic Design          

 

Yann Aucompte          

26.  I for Iconoemic          

 

Giusy Checola

27.  Landscapes, Territory, and Urbanism

 

Alberto Magnaghi      

28.  Learning and Experience       

 

Anastasya Chernigina and Antoine Freychet

 

29.  Literature and the Commons 

Remi Astruc and Thierry Tremblay

 

30.  Literature(s)   

Aline Berge

                                                                                         

31.  Memory and Choreographic Works  

Isabelle Launay          

 

32.  Music 

Carmen Pardo Salgado and Makis Solomos

 

33.  Musical Performance and Wet Markets        

Pavlos Antoniadis      

 

34.  Performance  

Helene Singer

 

35.  Pest Plants      

Lorraine Verner         

 

36.  Photography   

Michel Poivert

 

37.  Place  

Augustin Berque        

 

38.  Plastic Arts     

Lorraine Verner

 

39.  Recycling       

Gala Hernandez Lopez          

 

40.  Site Specificity

Lorraine Verner

 

41.  Socially Engaged Art

Isabelle Ginot

 

42.  Sound and Sound Milieus      

Makis Solomos           

 

43.  Sound Art       

Susana Jiménez Carmona, Carmen Pardo Salgado, and Matthieu Saladin

 

44.  Technology and an Economy of Means 

Agostino Di Scipio      

 

45.  Territory         

Ludovic Duhem

           

46.  Theatre

Eliane Beaufils and Julie Sermon      

 

47.  Transitory Urbanism  

Fabrice Rochelandet 

 

48.  Visual 

Claire Fagnart           

 

49.  Walking Art    

Antoine Freychet and Anastasia Chernigina


Bibliography 

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