Theatre Research International, Volume 49, Number 1, March 2024



128 pp.
ISSN 0307-8833

Data di pubblicazione su web 29/08/2024

Theatre Research International, Volume 49, Number 1, March 2024

In ambito umanistico la scrittura di articoli e monografie viene generalmente percepita come un'attività individuale. I prodotti della ricerca sono visti come il risultato dell'impegno di un singolo studioso e, per questo, vengono considerati facilmente quantificabili. Nel raro caso di prodotti “a più mani” viene chiesto agli autori di esplicitare i confini del lavoro svolto: chi ha contribuito in misura maggiore al saggio? Quali idee dominano il libro di cui si è coautori? Chi ha guidato e chi ha seguito il processo creativo? Chi ha scritto le singole parti? Domande che, secondo Silvija Jestrovic, autrice dell'Editoriale, rispondono a quella che lei definisce «l'impossibile matematica della collaborazione» (p. 2. Mie le traduzioni). Come si possono conteggiare tutte le conversazioni informali, le idee che nascono per caso, i disaccordi, i negoziati, la ricerca di un terreno comune attraverso le differenze, in altre parole, quelle che sono le basi delle collaborazioni? Collaborazioni che, per altro, si svolgono nel tempo e nello spazio, in modo orizzontale piuttosto che gerarchico: «è necessario ampliare il vocabolario, il campo di gioco e l'immaginazione di ciò che la collaborazione è e di ciò che potrebbe diventare, per arricchire i modi in cui ci impegniamo e valutiamo i processi collaborativi» (ibid.). 

Spazio e collaborazione sono così diventati i comuni denominatori di questo numero della rivista «Theatre Research International», di cui Jestrovic è Senior Editor. Il primo, inteso come scenografia, è al centro delle riflessioni di Olga Nikolaeva – che esamina una performance site-specific realizzata a San Pietroburgo, 872 days. Voices of the besieged city (1941-1944), contestualizzandola sullo sfondo della Russia contemporanea – e di David Calder che, osservando le performance ambulanti di due artisti migranti queer (Jisoo Yoo, nato in Corea del Sud e ora residente in Francia, e Jupiter Child, nato in Mozambico e ora residente in Danimarca) si interroga sulla nozione di politica della performance nello spazio pubblico. L'aspetto della collaborazione si riferisce invece ai processi di scrittura collettiva, alludendo agli articoli a doppia firma come quelli di Alex Vickery-Howe e Lisa Harper Campbell e di Yair Lipshitz e Naphtaly Shem-Tov. I primi, prendendo spunto da Watchlist, una recente drammaturgia di Vickery-Howe, riflettono sull'uso della scrittura politica in Australia, dove numerosi drammaturghi, tra cui Stephen Sewell e Suzie Miller, hanno usato il teatro per far conoscere al pubblico storie di attivismo. I secondi ricostruiscono le vicende legate a Love as Strong as Death, una drammatizzazione del Cantico dei Cantici rappresentata in Palestina negli anni 1940-1942 da un gruppo di attori ebrei yemeniti. 

Anche il dossier Negotiating Urban Spaces: Access, Care and Confinement in Contemporary Gendered Performance si ispira alle due citate parole chiave. L'aspetto collaborativo è chiaramente rappresentato dal lavoro delle due curatrici, Indu Jain e Trina Nileena Banerjee, ma anche da contributi di Kornélia Deres, Kelley Holley, Christina Banalopoulou, Carla Lever e dalla scrittura collettiva di Ahvana Paul, Tamalika Roy, Sumit Mondal e Shrinjita Biswas. La sezione, che dialoga con un numero monografico di «Theatre Research International» dedicato a Presence and Precarity in (Post-)Pandemic Theatre and Performance (febbraio 2023), amplia la geografia delle precedenti riflessioni interessandosi a paesi come l'Ungheria, la Turchia, il Sudafrica, l'India e gli Stati Uniti e concentrandosi sul modo in cui la pandemia ha cambiato l'esperienza e l'accesso agli spazi pubblici, in particolare per quanto riguarda le donne e le identità sessuali emarginate. Il dossier esplora anche i modi in cui gli operatori dello spettacolo hanno affrontato, in diversi contesti geografici e socio-culturali, «le modalità profondamente di genere dell'accesso differenziato agli spazi pubblici, al sostegno istituzionale e alle risorse attraverso il loro lavoro creativo e attivistico, durante la pandemia e le sue conseguenze» (p. 4).



di Lorena Vallieri

Theatre Research International, Volume 49, Number 1, March 2024

Indice


Cambridge University Press

Indice

 

Silvija Jestrovic, Editorial: On Collaboration 

 

ARTICLES 

David Calder, Queer Street Scenes: Interruption, Exception, Orientation 

Alex Vickery-Howe and Lisa Harper Campbell, “Looking at the Wider World”: Global Engagement, Political Activism & Polemical Storytelling in “Watchlist, Prima Facie” and “Myth, Propaganda and Disaster in Nazi Germany and Contemporary America” 

Yair Lipshitz and Naphtaly Shem-Tov, “Why Were Our Yemenite Brothers Insulted?”: “Love as Strong as Death” as a Prequel to Mizrahi Presence in Israeli Theatre 

Olga Nikolaeva, Scenography of the Unimaginable: Exploring Trauma of Others in “872 days. Voices of the besieged city"

 

DOSSIER

Negotiating Urban Spaces: Access, Care and Confinement in Contemporary Gendered Performance, ed. by Indu Jain and Trina Nileena Banerjee 

Kornélia Deres, Performing Womanhood and Carefare in Hungary 

Christina Banalopoulou, Viral Interstitiality and Unlikely Resources: Gender and Labour in Turkish Public Theatre During the Covid-19 Pandemic 

Kelley Holley, Subway Crush 

Ahvana Paul, Tamalika Roy, Sumit Mondal, Shrinjita Biswas, Reclaiming Public Spaces in Post-pandemic India (Kolkata): Activist Theatre, Gender and a Resurgence of the Marginal 

Carla Lever,“We Will Teach Them How to Use This Building”: Acts of Accountability from South African Artists 

 

BOOK REVIEW