Hystrio, a. XXXVII, n. 3, 2024



120 pp., euro 12,00

Data di pubblicazione su web 14/10/2024

Hystrio, a. XXXVII, n. 3, 2024

Nella consueta Vetrina, con cui si apre questo numero estivo di «Hystrio», Ilaria Angelone e Claudia Cannella presentano la terza edizione di Hystrio Festival attesa al Teatro Elfo Puccini di Milano (17-22 settembre). Segue un intervento di Alessandro Toppi incentrato sul cosiddetto Codice dello Spettacolo dal vivo che, promulgato nel 2017, è ancora in attesa di una sua attuazione sebbene fosse data per imminente. Fondato cinquant’anni fa e attivo a Ferrara dal 1978, secondo quanto annota Michele Pascarella, il gruppo argentino Teatro Nucleo si è sempre distinto per impegno sociale attraverso spettacoli, laboratori nelle scuole e in carcere.

Si lega a una certa funzione politica anche il lavoro teatrale di Fabrizio Sinisi come lo stesso racconta a Matteo Brighenti nel primo contributo contenuto nella sezione Ritratti, soffermandosi anche sui passaggi salienti della sua carriera, dall’incontro con la compagnia Lombardi-Tiezzi alla stesura del primo testo La grande passeggiata, per arrivare alle recenti esperienze drammaturgiche come Processo Galileo scritto a quattro mani con Angela Dematté.

Glauco Mauri festeggia novantaquattro anni, cinquanta dei quali condivisi sul palcoscenico con Roberto Sturno, regalandosi la partecipazione alla messinscena di De profundis di Oscar Wilde, a coronamento di una luminosa carriera segnata da collaborazioni con i principali registi italiani del Novecento (Costa, Squarzina, Strehler, Missiroli, Trionfo), ricordate nel preciso e documentato contributo di Brighenti. Intervistato da Roberto Canziani, Dimitris Papaioannou – artista greco noto per gli spettacoli Inside, Primal Mater, The Great Tamer – spiega le dinamiche creative delle sue videoinstallazioni.

Il viaggio di Teatromondo inizia nel Nagaland, territorio montuoso del nordest dell’India dove l’attore Nicola Pianzola con la sua compagnia Instabili Vaganti ha introdotto il progetto Beyond Borders, sviluppando importanti esperimenti artistici intorno alla contaminazione di danza e canti locali nella struttura performativa occidentale. Con il contributo di Pino Tierno ci si trasferisce al Nova Drama Festival di Bratislava diretto dalla drammaturga Vladislava Fekete, capace di confezionare un programma ricco di ospiti prestigiosi quali Jon Fosse e Roland Schimmelpfennig, affiancati dallo statunitense Paul Rudnick e da Melek Geyla. La difesa della democrazia, spiega Irina Wolf, costituisce il filo conduttore della prima edizione delle Wiener Festwochen curate da Milo Rau che, in una programmazione interdisciplinare plasmata su oltre quaranta progetti, ha inserito in prima mondiale la sua Medea’s Children, e poi Sancta della coreografa Florentina Holzinger, Barocco del regista russo Kirill Serebrennikov, Lacrima di Caroline Guiela Nguyen e Parallax della regista ungherese Kornél Mundruczó.

La stessa Wolf si occupa della scena romena lungo la rotta di un itinerario che inizia a Bucarest, prosegue a Sfântu Gheorghe e si conclude a Suceava: emergono spettacoli incentrati sulla rivisitazione molto ironica del passato comunista e sull’analisi dello smarrimento generazionale calata nella prospettiva di una situazione dai risvolti internazionali. Si prosegue, grazie a Carmelo A. Zapparrata, con la ventesima edizione del Dance Festival di Belgrado caratterizzato dalla presenza di esponenti internazionali della danza contemporanea. Laura Caretti si sofferma sul Programme Commun, festival di Losanna che si avvale della partecipazione di artisti attivi e prodotti in Svizzera come Boris Nikitin, Stefan Kaegi/Rimini Protokoll – con la novità Ceci n’est pas une Ambassade (Made in Taiwan) – e Trajal Harrell, Leone d’argento della Biennale Danza 2024, con l’applaudito Tambourines. Teatromondo termina a Londra dove Monica Capuani segnala spettacoli di grande pregio artistico come King Lear per la regia di Yaël Farber all’Almeida, Macbeth diretto da Max Webster all’Harold Pinter Theatre e Infinite Life di Annie Baker allestito da James Macdonald al National Theatre.

Spetta a Marco Menini, Roberto Rizzente e Francesco Tei la cura del Dossier Teatro e Romanzo. Lo stesso Rizzente intervista Nicola Lagioia il quale sostiene che «il teatro è un trasfiguratore del romanzo, il suo valore aggiunto sta nel tirare fuori da quel testo una serie di emozioni, di spunti, di idee che magari nella forma scritta erano latenti, facendole brillare» (pag. 28). Ed è quanto intende verificare lo scritto di Giuseppe Liotta in merito alla trasposizione teatrale di un romanzo secondo quanto definito dalla riduzione pionieristica de La coscienza di Zeno di Svevo elaborata da Luigi Squarzina e Tullio Kezich, per proseguire con analoghe esperienze condotte su testi di Pirandello e Manzoni, compresi gli scrittori della Resistenza da Fenoglio a Vittorini, non dimenticando Calvino.

Diego Vincenti orienta l’attenzione sul versante della letteratura italiana contemporanea analizzando La ferocia di VicoQuartoMazzini dall’omonimo romanzo di Nicola Lagioia, M. il figlio del secolo di Antonio Scurati, Il barone rampante di Calvino nell’adattamento di Riccardo Frati. Rimangono sempre attuali i grandi classici dell’Ottocento, soprattutto per la qualità dell’intreccio narrativo, come spiega Andrea Bisicchia che ricorda la riscrittura di Orson Welles di Moby Dick interpretata da Elio De Capitani, l’operazione di Antonio Cirillo con Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, la riduzione delle goethiane Affinità elettive firmata da Gabriele Vacis e gli allestimenti ricavati dai capolavori di Flaubert, Hugo, Dumas padre.

«La frantumazione della scrittura letteraria» propria dei romanzi incentrati sulla crisi del genere stesso», sostiene Francesco Tei, «può, forse, autorizzare più facilmente una reinvenzione/adattamento che si allontani da quelle che sono le tecniche per certi versi collaudate di trascrizione/adattamento teatrale dei testi narrativi» (pag. 38); tra gli esempi apportati spiccano il mitico Proust di Giuliano Vasilicò, gli spettacoli dalla proustiana Recherche di Lombardi-Tiezzi, l’adattamento alla scena di Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline prima operato da Socìetas Raffaello Sanzio poi in chiave teatral-musicale da Elio Germano e Teho Teardo, per non dimenticare il joyciano Ulisse consegnato alle competenze di Piera degli Esposti.

Anche la letteratura russa dell’Ottocento è un ricco serbatoio per riduzioni e adattamenti, come bene argomenta Fausto Malcovati in un ricco excursus in cui ricorrono i nomi di Dostoevskij (I fratelli Karamazov di Luca Ronconi, I demoni di Peter Stein), Ivan Turgenev (Padri e figli di Fausto Russo Alesi); meno frequentato risulta il Novecento dal quale comunque emergono i nomi di Mikhail Bulgakov con Cuore di cane rielaborato da Lucia Lanera e poi da Stefano Massini, e Lolita di Vladimir Nabokov nella versione di Ronconi. Con interesse accresciuto a partire dalla fine del XX secolo i romanzi di Franz Kafka sono diventati materiale teatrale, secondo quanto certifica Giuseppe Liotta che cita spettacoli innovativi quali Il castello curato da Barberio Corsetti, la rielaborazione per il palcoscenico e per il grande schermo di Amerika firmata da Maurizio Scaparro, la versione drammaturgica de Il processo di Angelo Maria Ripellino per l’allestimento diretto da Mario Missiroli.

Alessandro Toppi affronta il rapporto tra teatro e romanzo a Napoli basandosi su una serie di spettacoli – Malacqua di Nicola Pugliese allestito dal fratello Armando al Politeama, Il paese di cuccagna di Matilde Serao curato da Paolo Coletta fino all’ultimo Ferito a morte di Raffaele La Capria per la regia di Roberto Andò – che offrono della città partenopea un’immagine tenebrosa e inquietante assai lontana dalla rappresentazione stereotipata cara al turismo. Ricordando le riflessioni di autorevoli studiosi (Ezio Raimondi, Claudio Meldolesi, Michail Bachtin), Gerardo Guccini si addentra negli spettacoli per attore solista che hanno alimentato la riscoperta di Carlo Emilio Gadda, Céline, Kafka.

Abbastanza considerati ma non dilaganti risultano i romanzi stranieri contemporanei riscritti per il palcoscenico, secondo quanto rileva Laura Bevione. Tra gli esempi spiccano gli adattamenti di Serena Sinigaglia tratti dalla scrittrice sudafricana Nadine Gordimer, da Kent Haruf e Amélie Nothomb; non trascurabile è la considerazione dell’opera di José Saramago, Bohumil Hrabal, Banana Yoshimoto e David Grossman.

Il Dossier continua con il contributo che Claudio Longhi dedica a Ronconi: annota che il regista «individua nei testi narrativi l’opportunità di dare origine a una nuova grammatica drammaturgico-rappresentativa» (pag. 48), evidente nel celebre Orlando furioso recitato alla lettera da attori trasformati in “figure” destrutturate. Preziose sono le dichiarazioni rilasciate a Maddalena Giovannelli da parte di Chiara Lagani di Fanny Alexander, compagnia da sempre sensibile alla letteratura tanto che la stessa drammaturga rivela una precisa continuità metodologica: «cerco sempre, nel costruire l’adattamento, di restare più fedele possibile alla strategia narrativa dell’autore» (pag. 50). Secondo Federico Tiezzi – artista molto interessato alla parola narrata e animata in importanti spettacoli quali Un amore di Swann da Proust, La signorina Else da Arthur Schnitzler, i recenti Antichi maestri e Il soccombente di Thomas Bernard –, la trasposizione teatrale comporta in sé un cambiamento nell’attore che diventa collaboratore e creatore della propria dimensione drammaturgica.

Federico Bellini e Linda Dalisi, drammaturghi di Antonio Latella, sottolineano l’importanza dello studio approfondito dell’autore e della sua opera, come praticato in lavori di successo quali gli adattamenti de I tre moschettieri, Don Chisciotte, La valle dell’Eden di Steinbeck. Anche per Giorgio Gallione, come lo stesso racconta a Laura Santini, la letteratura contemporanea rappresenta una fonte preziosa che accompagna la sua trentennale attività. Ci sono personaggi romanzati assurti a test probanti per l’attore mattatore. Elena Scolari propone Andreas Kartak protagonista de La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth con il quale si è confrontato Carlo Cecchi, Ivan dei dostoevskijani Fratelli Karamazov per la versione di Umberto Orsini, capitan Achab dell’epico Moby Dick affidato a Elio De Capitani e Jean Valjean de I miserabili di Victor Hugo reso in scena da Franco Branciaroli.

Laura Caretti espone le principali esibizioni di grandi attrici a contatto con capolavori letterari: Monica Guerritore nella parte di Emma Bovary, Mascia Musy è Anna Karenina diretta da Eimuntas Nekrošius e lo stesso personaggio compete anche a Sonia Bergamasco (regia di Emanuele Trevi), mentre Piera degli Esposti si distingue in Molly da James Joyce (regia di Ida Bassignano). Al contributo di Mario Bianchi in cui si parla della copiosa presenza del romanzo nel repertorio del teatro ragazzi, segue il riscontro della letteratura nel mondo della danza affrontato da Carmelo A. Zapparrata che, in merito, ricorda Cecità di Virgilio Sieni dall’omonima opera di Saramago e Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino nell’adattamento firmato da Sofia Nappi. A conclusione di questo ricco e dettagliato Dossier si leggono gli articoli di Sandro Avanzo attento al musical made in Italy e di Giuseppe Montemagno che si occupa della presenza del romanzo nella lirica.

La sezione Nati ieri riserva ampio spazio a festival, rassegne e concorsi rivolti a giovani artisti e compagnie che nello specifico sono: In-Box di Siena (Giulio Baffi), Tutta la vita davanti. Festival di teatro per i vecchi del futuro di La Spezia (Alice Strazzi), Polline Fest in Piemonte (Anna Crichiutti), Over-Emergenze Teatrali sull’asse Milano-Torino-Roma-Napoli (Claudia Cannella), la T3E giorni-Festival Rurale di Arti Sceniche e Teatro Contemporaneo nell’Appennino Bolognese (Alice Strazzi).

La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli spettacoli teatrali secondo criteri regionali. Seguono le sezioni riservate alla Danza e alla Lirica. In Exit si pubblicano brevi e incisive schede artistiche di personaggi dello spettacolo recentemente scomparsi: Franca Nuti (Sara Chiappori), Paola Gassmann e Armando Pugliese (Albarosa Camaldo), Giovanna Marini e Roberto Toni (Francesco Tei), Alessandra Belledi (Mario Bianchi).

Nella ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo. Il testo teatrale pubblicato in versione integrale è Il tempo attorno di Giuliano Scarpinato, anche regista dello spettacolo che ha debuttato al Teatro Biondo di Palermo nel dicembre 2023. Le tante e utili informazioni de la società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.


di Massimo Bertoldi

Hystrio, a. XXXVII, n. 3, 2024

Indice




Indice

VETRINA

Hystrio Festival: il programma

di Ilaria Angelone e Claudia Cannella

En attendat il Codice dello Spettacolo, il teatro italiano si interroga sul suo futuro

di Alessandro Toppi

Teatro Nucleo: da cinquant’anni per le strade del mondo

di Michele Pascarella

Fabrizio Sinisi, la forza del linguaggio: la scrittura come atto politico

di Matteo Brighenti

 

RITRATTI

Glauco Mauri, il teatro per la vita: l’indistinguibile confine tra scena e realtà

di Matteo Brighenti 

L’opera di Papaioannou nell’epoca della sua riproducibilità tecnica

di Dimitris Papaioannou e Roberto Canziani

 

TEATROMONDO

Oltre i confini, nella terra dei Naga dove non esiste il teatro

di Nicola Pianzola

Bratislava Nova Drama Festival, da vent’anni è sempre “nuovo”

di Pino Tierno

Wiener Festwochen: liberare Vienna con un’arte politica all’insegna della resistenza

di Irina Wolf

A zig-zag attraverso la Romania, lo sguardo plurale del teatro

di Irina Wolf

Belgrade Dance Festival: un hub internazionale nel centro dei Balcani

di Carmelo A. Zapparrata

Programme Commun: la scena elvetica in vetrina a Losanna

di Laura Bevione

Memorabili, gli hit imperdibili della stagione londinese

di Monica Capuani

 

HUMOUR

G(l)ossip

Recitare stanca,

ma il teatro se non lo fai ti manca

di Fabrizio Sebastian Caleffi

 

DOSSIER/TEATRO E ROMANZO

a cura di Marco Menini, Roberto Rizzente e Francesco Tei

Nicola Lagioia: il romanzo? Un canovaccio per l’ispirazione teatrale  

di Nicola Lagioia e Roberto Rizzente

Alla ricerca della teatralità nascosta: la lunga avventura delle riduzioni per la scena

di Giuseppe Liotta

Mezzo secolo di parole sui libri e sui corpi degli attori

di Diego Vincenti

Storico, romantico, sociale, avventuroso: l’Ottocento letterario in scena fa ancora gola

di Andrea Bisicchia

Proust, Woolf, Céline, Joyce: portare in teatro la crisi del romanzo

di Francesco Tei

Italia-Russia, andata e ritorno; due secoli di omaggi e di passioni ininterrotte

di Fausto Malcovati

Nel teatro della “drammaturgia nascosta”: Kafka sulla scena italiana

di Giuseppe Liotta

Napoli: il fondo nero di una città che s’illude e s’imbroglia

di Alessandro Toppi

Il monologo, nuova frontiera nella “teatralizzazione” della narrativa

di Gerardo Guccini

I romanzi stranieri contemporanei: belli, famosi e possibilmente cool

di Laura Bevione

Ronconi e lo spettacolo infinito: un’altra grande rivoluzione del Maestro

di Claudio Longhi

Lagani: fare i conti con noi stessi ritrovando il bandolo perduto della matassa

di Chiara Lagani e Maddalena Giovannelli

Tiezzi: lavorare sulla narrativa per capire davvero cos’è il teatro

di Federico Tiezzi e Marco Menini

Indossare i panni del minatore: lo scavo e la rinuncia come atto creativo

di Federico Bellini e Linda Dalisi

Gallione: sono un feroce lettore alla ricerca di teatro

di Giorgio Gallione e Laura Santini

Tra l’interpretare e l’essere: gli attori e l’identità dei grandi personaggi letterari

di Elena Scolari

Emma, Anna, Molly: metamorfosi dalla narrativa alla scena

di Laura Caretti

Se il teatro ragazzi reinventa la letteratura per l’infanzia (e non solo)

di Mario Bianchi

Un dialogo libero, che procede per risonanze: il romanzo come ispirazione per la danza

di Carmelo A. Zapparrata

Il musical made in Italy, un caleidoscopio di suoni e colori da tutto il mondo

di Sandro Avanzo

Dalla pagina alla scena lirica il romanzo che (in)canta

di Giuseppe Montemagno

 

NATI IERI

Festival, rassegne e concorsi, luci e ombre della scena emergente

di Giulio Baffi, Alice Strazzi, Anna Crichiutti e Claudia Cannella

 

CRITICHE/TEATRO
CRITICHE/DANZA
CRITICHE/LIRICA

 

EXIT

Che fretta c’era, maledetta primaverastagione di piogge e di dolorosi adii

di Sara Chiappori, Albarosa Camaldo, Giuseppe Liotta, Francesco Tei e Mario Bianchi

 

BIBLIOTECA

a cura di Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo

 

TESTI

Il tempo attorno di Giuliano Scarpinato   

 

LA SOCIETA’ TEATRALE

a cura di Roberto Rizzente