Con Antigone im Amazonas di Milo
Rau ricavato da Antigone di Sofocle, si apre la sezione Aufführungen di questo numero di
«Theaterheute» in cui si raccolgono le recensioni delle principali produzioni
dellarea tedesca. Limportanza dellallestimento del regista svizzero,
presentato in prima assoluta al NT Gent dopo essere stato concepito nello stato
brasiliano del Parà, sta nellessere recitato da attori professionisti e non
professionisti provenienti dalle popolazioni indigene. La tragedia greca
diventa paradigma delle conseguenze prodotte dal conflitto tra sviluppo
incontrollato e gli ancestrali proprietari delle terre. Si prosegue con
lapproccio drammaturgico del tutto sperimentale di Johan Simon in merito allo shakespeariano Macbeth ridotto a tre interpreti – Jens Harzer, Marina Galic
e Stefan Hunstein – che sul palco
dello Schauspielhaus di Bochum animano uno spettacolo divertente e surreale.
In Alle wird schooon sein di Hakan
Savaş Mican, in scena al Maxim Gorki Theater di Berlino, un uomo
prossimo alla morte per malattia lascia alla figlia nascitura la registrazione
di unaudiocassetta dai contenuti autobiografici in cui canta le canzoni della
sua vita e rivela le verità nascoste legate alla sua terra dorigine, la
Turchia, come hanno interpretato Taner
Sähinturk, Peer Neumann e Merve Akyidiz. Ritorna il nome di
Sofocle in forecast: ödipus living on a
damaged planet, commedia esilarante di Thomas
Köck in cui si parla di motori e computer in una prospettiva catastrofica
per il destino dellumanità (il testo si legge in versione integrale nelle
pagine di Aufführungen di questo
numero della rivista berlinese); impostati dalla attenta e briosa regia di Stefan Pucher, si sono distinti Thomas Hauser, Sebastian Röhrle, Celina
Rongen, Tim Neumaier (produzione
Schauspiel di Stoccarda). AllHaus Hebbel am Ufer di Berlino Nicoleta Esinencu ha proposto la novità
Playing on Nerves. A Punk Dream,
performance musicale animata da Doriana
Talmazan e Kira Semionov.
Anche a Monaco si segnalano
spettacoli piuttosto interessanti, segnatamente al Residenz Theater dove Sebastian Bachmann firma la regia di Erfolg dallomonimo romanzo di Lion Feuchtwanger del 1930 che
ricostruisce gli anni 1920-1923 e il Putsch
di Hitler; tra gli attori figurano Oliver
Stokowski, Liliane Amaut, Thiemo Strutzenberger e Florian von Mantenfeld. Si basa sulla
riduzione di un romanzo, Spitzenreiterinnen
di Jovana Reisinger, lallestimento
curato da Yana Rva Thönnes; nove
donne, i cui nomi sono presi da riviste femminili, vivono e falliscono il
contatto con stereotipi e modelli comportamentali; tra le interpreti si
riconoscono Brigitte Hobmeier, Hanna Scheibe, Vassilissa Reznikoff.
La fonte narrativa ricorre anche
nella produzione del Deutsches Schauspielhaus di Amburgo: si tratta di Der Morgenstern dal romanzo di Karl Ove Knausgård che, partendo da un
episodio fantascientifico – una stella grande come il sole ha la forza di
sospendere la vita degli uomini di Bergen – analizza il senso della violenza e
solitudine contemporanea. Guidati dalla regia di Viktor Bodò, si sono esibiti con successo Maximilian Scheidt e Henni
Jörissen. Al Thalia Theater lo spettacolo Barocco di Kirill
Serebrennikov è un manifesto musicale che unisce suoni, canto, danza e
teatro per parlare del binomio passione-fragilità vissuto dalle proteste
studentesche a Parigi nel 1968, non dimenticando quelle praghesi.
Festivals
si apre con Ruhrfestspiele Recklinghausen, parata di artisti di fama
internazionale come Peter Brook con
il postumo Tempest project da Shakespeare in cui approfondiscono gli
aspetti interiori dei personaggi affidati a Ery Nzaramba, Sylvain
Levitte, Paula Luna; Simon McBurney firma la regia di Drive Your Plow over The Bones of the Dead
dal romanzo Der Gesang der Fledermäuse
di Olga Tokarczuk di cui è
protagonista una donna anziana, ambientalista e astrologa, alle prese con la
misteriosa morte di un gruppo di cacciatori di una piccola comunità radicata in
una remota montagna russa. Spicca anche Pah-Lak
di Abhishek Majumdar per la regia di
Lhakpa Tsering e Harry Fuhrmann. Altrettanto
interessante risulta il Festival Radical jung al Volkstheater di Monaco dove si
sono dati appuntamento giovani ed emergenti artisti impegnati nel teatro di
ricerca come il gruppo Ensemble con Radical
Hope – Eye to Eye di Stef Van
Looveren, laustraliano Dan Daw
con The Dan Daw Show, Friederike Drew regista di Mein Leben in Aspik dallomonimo romanzo
di Steven Uhly, e Dennis Duszczak cui compete la cura di GRM. Brainfuck dallopera di Sibylle Berg.
Si caratterizza per la presenza
di molte novità la quarantesima edizione del Festival Heidelberger Stückmarkt
da sempre attento ai nuovi linguaggi drammaturgici nello specifico proposti,
tra i tanti, da Kim de lHorizon con
Dann mach Limonade, Blicht, Caspar Maria Russo autore
dellintrigante draußen ist Wetter e Lamin Leroy Gibba e il duo dramma Doppeltreppe zum Wald. Sul palco della
berlinese Schaubühne, sede dellinternazionale FIND-Festival, si sono
susseguiti spettacoli di stampo postdrammatico, di denuncia e provocazione, a
partire da quello dellospite donore, la regista Elizabeth Le Compte con il suo collettivo The Wooster Group di New
York a contatto con una suggestiva rivisitazione di A Pink Chair (In Place of a Fake Antique) di Tadeusz Kantor; di non trascurabile importanza e qualità sono Burnt Toast del collettivo norvegese Susie Wang (regia di Trine Falck) e House of Dance della regista Tina
Satter.
Nelle pagine di Akteure si legge il profilo artistico di
Christoph Pütthoff, attore di punta
dello Schauspiel di Francoforte in cui opera dalla stagione 2009-2010, dopo le
esperienze maturate allo Schauspielhaus di Bochum. Dal suo ricco e variegato
repertorio spiccano le partecipazioni a Yvonne,
die Burgunderprinzessin di Witold
Gombrowicz (regia di Mateja Koleznik),
a Mefisto da Klaus Mann nellallestimento ideato da Claudia Bauer e il ruolo di protagonista in Traumnovelle di Arthur
Schnitzler secondo la regia di Sebastian
Hartmann.
International
ospita una dettagliata conversazione con il regista Jan Klata: si parla della difficile situazione del teatro polacco
condizionato dalla censura politica, smascherandone paradossi e contraddizioni
che rallentano ma non fermano le spinte per il rinnovamento e la condivisione
dei linguaggi drammaturgici e scenici propri della contemporaneità, come
praticato da coraggiose compagnie.
La sezione Nachruf di «Theaterheute» si occupa di tre fondamentali personaggi
dello spettacolo recentemente scomparsi: Peter
Simonischek, celebre attore del viennese Burgtheater e fedele interprete di
Jedermann di Hugo von Hofmannsthal al Festival di Salisburgo; si rivela anche in
campo cinematografico e televisivo. Segue Simone
Thoma, attrice fondamentale del Theater an der Ruhr che contribuì alla
riuscita di allestimento memorabili quali Judas
di Lot Vekemans per la regia di Markus Sascha Schlapping, fino a Germania. Komischer Komplex di Anaggor. Infine cè Helmut Berger, attore noto per la
presenza ne La caduta degli dei e in Ludwig di Luchino Visconti e nel Padrino
III di Francis Ford Coppola.
di Massimo Bertoldi
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