drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Hystrio, a. XXXVI, n. 4, 2023


120 pp., euro 12,00

L’apertura della rivista milanese spetta allo Speciale Hystrio Festival, dedicato al teatro under 35 e svolto al Teatro Elfo Puccini di Milano. Il dettagliato resoconto di Giuseppe Montemagno si sofferma sugli otto spettacoli vincitori, le cinque letture sceniche, le mise en espace del testo che si è aggiudicato il Premio Hystrio-Scritture di Scena 2023 e la premiazione dei vincitori dell’ultima edizione del Premio Hystrio che sono: Lino Musella (Premio Hystrio all’interpretazione), Lisa Ferlazzo Natoli (Premio Hystrio alla regia), Emanuele Aldrovandi (Premio Hystrio alla drammaturgia), Nuovo Teatro Società (Premio Hystrio-Altre Muse), Les Moustaches (Premio Hystrio-Iceberg), Zaches Teatro (Premio Hystrio-Corpo a Corpo), Supplici di Euripide, regia di Serena Sinigaglia (Premio Hystrio-Twister). Seguono i nomi dei vincitori e dei segnalati rispettivamente del Premio Hystrio-Scritture di Scena e del Premio Hystrio alla Vocazione.

La Vetrina festeggia i dieci anni di attività di Teatro la Ribalta di Bolzano, compagnia professionale di attori in situazione di disagio psichico e fisico fondata da Antonio Viganò e Paola Guerra; si è affermata a livello nazionale e internazionale, come ricorda Massimo Bertoldi, attraverso spettacoli basati sul codice espressivo del teatro danza.

Marco Menini approfondisce il laboratorio su Edipo condotto da Marco Baliani all’interno di Bottega XNL. Vi hanno partecipato venti giovani attori e in merito afferma il Maestro: «Lavorando come un work in progress, le varie intuizioni degli attori, le loro visioni e i loro gesti diventano materia organica dello spettacolo e del percorso formativo» (pag. 13).

Si intitola Don Chisciotte ad ardere da Cervantes il nuovo spettacolo di Teatro delle Albe scelto per avviare un progetto triennale pensato per la città di Ravenna, spiega Nicola Arrigo; avviato quest’anno a Palazzo Malagola proseguirà nel centro storico e si concluderà al Teatro Rasi.  

Alla Trilogia composta da Ulisse o i colori (2021), Metamorfosi da Ovidio (2022) e Una tempesta da Shakespeare (2023), ideata e diretta da Gianfranco Pedullà con i detenuti del carcere di Gorgona, guarda con attenzione Laura Caretti.

Il viaggio di Teatromondo inizia a Londra, dove Sandro Avanzo ha assistito a diversi musical tra i quali spiccano A Strange Loop di Michael R. Jackson al Barbican, l’originale adattamento di The Third Man al Menier Chocolate Factory con Nathalie Dunne e Simon Bailey (applauditi protagonisti) e il classico The Wizard of Oz al Palladium. Roberto Canziani ci guida al festival portoghese di Almada per soffermarsi sulla luminosa messinscena de Il compleanno di Pinter da parte di Peter Stein e le altrettanto applaudite Everywoman di Milo Rau (coadiuvato da Ursina Lardi) e Minuit del coreografo francese Yoann Bourgeìos.

Dal ricco programma compilato dal direttore artistico Markus Hinterhäuser per l’annuale Festival di Salisburgo, Irina Wolf approfondisce due spettacoli: Nathan il saggio di Lessing per la regia di Ulrich Rasche, che non trascura la controversa questione della presenza antisemita nel testo; Amour di Karin Henkel, dall’omonimo e celebre film di Michael Haneke, approfondisce tematiche legate all’amore e alla sofferenza, alla morte e all’eutanasia, e affida a Katharina Bach la parte della protagonista. Ancora la Wolf offre un contributo indirizzato alla 34a edizione del Festival di Teatro di Piatra Neamț, città della Moldavia occidentale in cui si sono dati appuntamento artisti nazionali e internazionali capaci di raccontare problematiche e soggetti contemporanei, come le badanti dell’est (37 fiammiferi per una vita rubata di Zdrava Kamenova e Gergana Dimitrova) o la violenza domestica (il testo collettivo L’apocalisse delle casalinghe per la regia della moldava Nicoleta Esinencu).

In Exit Francesco Tei ricorda la grandezza artistica di Roberto Sturno, attore recentemente scomparso, così come il soprano Renata Scotto e Pierluca Donin menzionati in questa rubrica.

Due sono i Ritratti proposti dalla rivista milanese: quello di Franco Branciaroli affidato a Roberto Canziani, il quale prima racconta la serata d’onore organizzata in occasione dell’assegnazione del Premio Renato Simoni al Teatro Romano di Verona, poi dialoga con l’attore. In merito alla sua voce dice: «È un piacere erotico. Se ce l’hai e la sai usare, la voce è una cosa da brividi, coinvolge tutto il corpo, dalla testa ai piedi» (p. 24). Seguono i cinquant’anni di carriera di Marco Bernardi, regista e direttore del Teatro Stabile di Bolzano dal 1980 al 2015; cresciuto con Scaparro e sostenitore del teatro di parola, l’artista si racconta in un libro-intervista di recente pubblicazione (A. Limetti, Marco Bernardi. Cinquant’anni di teatro, Milano, Silvana Editoriale, 2023).

Si intitola Teatro e Natura il Dossier curato da Laura Bevione e Roberto Rizzente al quale compete l’apertura con un’intervista al filosofo Emanuele Coccia intorno ai mutamenti dell’idea di natura riscontrabili nel teatro, al rapporto con il mondo animale, al paesaggio naturale in quanto elemento scenografico di spettacoli e festival. Con l’intervento di Giuseppe Liotta si entra nel vivo del teatro, dove la presenza della Natura è «talmente sconfinata […] che ogni testo drammatico ne rimane condizionato» (pag. 30), come emerge da questo brillante excursus storico che parte dalla tragedia greca e arriva al Novecento con riferimenti a D’Annunzio, Pirandello e Beckett.

Laura Budriesi indaga le doti performative dello sciamano e il nesso con l’animalità. La trasformazione dell’animale in metafora costituisce l’argomento affrontato da Federico Bellini attraverso l’analisi della regia di Heiner Müller alla brechtiana La resistibile ascesa di Arturo Ui, nonché quella di Alessandro Gassmann per i Racconti disumani da Kafka, di Porcile di Pasolini e La pace perpetua di Juan Mayorga.

L’uso delle maschere, in particolare nel teatro di ricerca, spiega Diego Vincenti, rinvia al sogno e all’inconscio declinato in variegate sintassi sceniche secondo diverse versioni, tra cui quelle di Tiezzi, Castellucci, Odin Teatret. La Natura come oggetto di avventurose esplorazioni ispira, come bene argomenta Elena Scolari, molta drammaturgia contemporanea che attinge soprattutto da Moby Dick di Melville, Cuore di tenebra di Conrad e dai romanzi di Verne.

Nell’intervento di Silvia Mei si parla della presenza in scena di animali veri o evocati attraverso mezzi tecnologici secondo un percorso avviato nel 1985 dai Magazzini Criminali con Genet a Tangeri, allestito nel mattatoio di Rimini e proseguito da Rodrigo Garcia, Societas Raffaello Sanzio, Anagoor, fino a incontrare Pascal Rambert.

Riscrivere il rapporto uomo-natura è l’obiettivo di spettacoli localizzati in boschi e parchi: di proposito Matteo Brighenti si sofferma sulla trentennale esperienza artistica della compagnia O Thiasos TeatroNatura, del Teatro dell’Orsa, di Cantiere Obraz, per dimostrarne la progressiva diffusione. 

Porta la firma di Maria Dolores Pesce il contributo per il Teatro della Tosse, che si caratterizza  «per il suo essere geneticamente itinerante e capace di leggere i segni di quella natura […] nei luoghi della cultura di una comunità, antichi o moderni che siano» (pag. 44).

Laura Bevione dialoga con Paola Berselli e Stefano Pasquini del Teatro delle Ariette: si definiscono “teatranti-contadini”, per il doppio lavoro realmente svolto.

Sono diffusi in tutta Italia i festival teatrali organizzati in ambienti naturali, anche con obiettivi didattici per la tutela del paesaggio, come precisa Elena Scolari; spiccano, tra i tanti, Paesaggi Oltre in Piemonte e il Giardino delle Esperidi in Lombardia, affiancati dalle rassegne dedicate alla montagna, come il Festival dei Tacchi in Sardegna e Rami d’oro in Valtellina.

Nell’intervista di Teresa Vila a Manuela Infante, l’artista cilena parla del suo percorso creativo basato su un «teatro senza umani» (pag. 48) ed esplicato dal suono di oggetti e pietre come in Cómo convertirse en piedra (2022).

Dal dialogo tra Marco Menini e Mariangela Gualtieri emerge la presenza continua della Natura nei versi della poetessa e nella sua attività teatrale, da Giovamenti (2017) al recente Paesaggio con fratello rotto con Valdoca.

Leonardo Delogu e Valerio Sirna illustrano a Francesca Serrazanetti progetti e caratteristiche di DOM, da loro fondato nel 2013 con l’intento di legare la drammaturgia a paesaggi cosiddetti “residuali”, in una prospettiva di dualismo tra città e campagna, centro e periferia.

Ideatrice e direttrice del Festival Naturalmente Arte, Lorenza Zambon racconta a Laura Bevione il rapporto artistico (e non solo) che ha con le piante, declinato in una serie di spettacoli realizzati a partire dal 1999 fino al recente La dama degli Argonauti.

La Natura, come dimostra Mario Bianchi, risulta assai presente nel repertorio del teatro per ragazzi, con allestimenti ambientati in giardini e boschi frequentati da animali e soggetti avventurieri. Anche il circo, sin dalle sue origini, è popolato di animali: di questo parla Alessandro Serena, offrendo un interessante excursus storico dall’antichità al Novecento, rappresentato dal Circo Orfei, Cirque du Soleil e il gruppo francese Zingaro.

Abbonda la presenza di animali anche nel mondo del musical, come argomenta Sandro Avanzi riferendosi, tra i tanti esempi, a La Bella e la Bestia, The Lion King, I musicanti di Brema. Lo stesso si riscontra, come si legge nell’articolo firmato da Giuseppe Montemagno, nel settore della lirica, dal barocco al Novecento.

Nascono dal contatto tra arte contemporanea e culture orientali molti progetti finalizzati ad «attribuire a una pianta o a un animale un tempo storico», che «significa ricollocare tale elemento dentro una storia relazionale, di interdipendenza con altri ecosistemi» (pag. 59); molti sono i nomi offerti in merito da Marco Scotoni: Jan Steklik, Groppo Oho, Zhang Huan.

Il Dossier si conclude con un’indagine condotta da Sharzad Mohsenifar nell’ambito della danza, dove si riconoscono molti artisti attenti al mondo animale, all’ecologia e alla nudità del corpo.

La sezione Nati ieri, compilata da Mario Bianchi, si concentra sull’ultima edizione del Premio Scenario rivolto ad artisti under 35, dedicato ai nuovi linguaggi e all’inclusione sociale. Il vincitore è il regista Leonardi Tomasi, mentre il Premio Scenario Periferie è stato assegnato a Valentina Dal Mas con Luisa.

La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali e dedicando particolare attenzione ai festival estivi. Seguono le pagine dedicate alla Danza e alla Lirica.

Nella ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.

Il testo pubblicato è Ma-Donna di Camilla Dania. La commedia è vincitrice del Premio Hystrio Scritture di Scena 2023. 

Le tante e utili informazioni de la società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.                                                                                 


di Massimo Bertoldi

cast indice del volume


 

La copertina




 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013