Di Georges Feydeau (1862-1921),
commediografo vaudevilliste, seduttore di vaste e varie platee teatrali,
le cui opere giungono a noi da una feconda posterità, la biografa segnala
subito certi caratteristici paradossi. In essi, loscillazione costante fra il
gusto di suscitare il riso e la riservatezza sulle proprie intime disposizioni safferma quale elemento dinteresse decisivo nel profilo dartista tracciato.
Importa anche lascendenza familiare per il determinismo che sembra imprimere
sullascesa al successo, conquistato con fatica. Lesprit comique innato
e i meccanismi drammatici che lo distinguono nascondono, oltre limmediata,
cattivante suggestione, una complessità inaspettata. «Dans les lieux brillants
de la capitale, il promenait un sourire mélancolique. Il cherchait les lieux de
plaisirs sans sy abandonner [...]. Feydeau partageait les inquiétudes de ses
contemporains» (p. 11). Lindagine insistita sulla figura
del padre nel racconto si rivela utile ad individuare linflusso dellambiente e i
moventi nei quali si staglierà il destino singolare del figlio. A sua volta, la
personalità di Ernest Feydeau sarà connotata da quella paterna di Thome Feydeau,
maturata da ufficiale al servizio militare del fratello di Napoleone. Per
limpiegato di Borsa, invece, versato in letteratura, le amicizie notabili di Gustave
Flaubert, di Théophile Gautier e dei fratelli Goncourt, confortano la sua
condizione privilegiata di outsider. Nel suo eclettismo artistico si
esprime in ambiziose prove narrative, oltre che in saggi eruditi di
archeologia. La pubblicazione del romanzo “realista” Fanny nel 1858 lo
inserisce nel dibattito letterario del tempo e se il caso non gli varrà gloria
postuma, lo coinvolgerà nel confronto con i modelli passati alla Storia.
Intanto, conta molto che «cette ètude mêlant analyse réaliste et lyrisme
romantique» (p. 19) riceva lelogio critico di Saint-Beuve.
Al turbamento per la morte della
moglie (1859), segue una decisa reazione che lo vede impegnato nel giornalismo
e nel teatro. Presto è pronto a seconde nozze, dalle quali Georges nascerà nel
1862. Così il bambino, sensibile e intelligente, si nutre delle amicizie
paterne, come profitterà di quelle della madre, la polacca Lotzia (Léocadie)
Boguslawa Zelewska. Giovane, bella e spregiudicata, dal suo ambiente riceve
critiche e pettegolezzi; ammirazione e favori ricambiati. Figura affascinante e
discussa, tanto che comparirà nei rapporti della Polizia rubricata quale courtisane.
Georges cresce con la percezione dirregolarità sulle proprie origini
(attribuibili a diversi amanti della madre), che Ernest tollera ed elude, che
ella maliziosamente non smentisce. Quellesperienza diretta offrirà a Georges
spunti alle sue commedie, ma in tono e temperie non corrispondenti al “genere”
prediletto: «Une mère adultère nest pas un personnage de vaudeville. Petit,
Georges Feydeau évolue plutôt dans une ambiance de “drame bourgeois”, comme le
disent les Goncourt» (p. 37).
Sullo sfondo della guerra con la
Prussia, Ernest resta paralizzato. Per il bambino che si prepara al collegio,
la grande attrazione è il teatro, quasi morbosamente sintomatica: «Plus quune
passion, cest une vocation» (p. 38). Assistere agli spettacoli lo distrae dai
compiti scolastici e lo induce a scrivere abbozzi di pièces. Il padre
tenta una nuova opera letteraria, Mémoires dune mademoiselle de bonne
famille, mentre la salute peggiora. Georges ha undici anni quando il padre
muore e nel periodo ha già scritto la prima commedia, Englantine dAmboise.
Tramite il giornalista Henry Fouquier (che sposerà la madre vedova),
laspirante autore conosce Sarah Bernhardt. La benevolenza di Henri Meilhac gli
profetizza un avvenire d«homme de théâtre» (p. 53).
Le frequentazioni teatrali eccitano
nel giovane il desiderio dessere anche attore; di conoscere i segreti
dellarte e della professione da cronista e critico, nel momento in cui lo
spettacolo influenza la società e si fa oggetto di dibattito parlamentare.
Georges interrompe gli studi a diciassette anni per esibirsi in una propria
compagnia amatoriale, dove esordisce recitando imitazioni di attori celebri. I
primi testi rappresentati e pubblicati sono atti unici e monologhi. Fa il
segretario presso la Renaissance, dove Henry Becque è autore autorevole per Les
Corbeaux (1882) e La Parisienne (1885). I parziali e temporanei
successi di Gibier de potence, Le Billet de mille e Les
Reformés lasciano insoddisfatto lesordiente, finché non venga acclamato
per Tailleur pour dames (1886) in una serata comprendente un atto unico
di Labiche. Pone allora le basi originali dellopera futura, con un intrigo che
stordisce, dalla logica implacabile: «La pièce livre, en creux, un portrait
désabusé des relations entre les femmes et les hommes: tout mariage est voué à
ladultère, et toute aventure mène à la déception. Construction savante et
facile à suivre» (p. 78). Feydeau resta lontano dallavanguardia, rappresentata
dal naturalismo di Zola e poi da André Antoine.
Frattanto sposatosi (1889), lo
stimolano più i successi mancati o tiepidi che gli applausi sonori ma
passeggeri. In cerca del trionfo, trascura le scene per riflettere e
perfezionarsi con lo studio dei maestri precursori. Inizia da Labiche,
dallesempio di Un chapeau de paille dItalie (1851), che al Théâtre du
Palais-Royal, secondo leggenda, avrebbe provocato per troppo ridere la morte
duno spettatore. Ma la vera riuscita consiste nel valorizzare un genere
ritenuto minore, promuovendolo a una dignità autonoma e senza complessi. Gli
esiti innovativi, la collaborazione con gli attori (che guida come “regista”)
hanno riscontro nella critica e nel pubblico: con Monsieur chasse!
(1892) impone la nuova misura formale e la sofisticata funzionalità
drammaturgica raggiunte.
Nel ricostruire e percorrere tanti
aneddoti familiari e sociali importanti, lautrice è attenta a riferirli alle
risorse creative dello scrittore (del quale cita copiosamente le Lettere)
quando ne scopre temi e strutture drammatiche in rapporto a circostanze e
sentimenti privati. Non tanto per spiegare lopera con la vita, ma per capirla
meglio nellespressione scenica, sensibile allo sviluppo produttivo e
organizzativo, in continua evoluzione nei gusti e nei generi, con esempi della
scrittura, della recitazione e della ricezione. Nel desiderio di superare le
formule e di sfidare se stesso e il pubblico, lautore fornisce una serie di
capolavori: Champignol malgré lui (1892), Un fil à la patte e LHôtel
du Libre-Échange (1894), Le Dindon (1896), La Dame de chez Maxim
(1899). In collaborazione con Maurice Desvallières, potenzia un metodo di
scrittura in coppia di alta e redditizia produttività. Tipico, LÂge dor,
«pièce feérique à grand spectacle et musicale», data nel 1905.
La crescita della fama corrisponde
a difficoltà finanziarie e a contrasti familiari, fino alla separazione dalla
moglie, dalla quale avrà quattro figli. Le variazioni di stile attorno a temi
ritornanti producono ancora sorprendenti novità quali Le Bourgeon (1906)
e La Puce à loreille (1907), Occupe-toi dAmélie (1908), Lon
purge Bébé (1910), Mais n te prormène donc toute nue (1911). Lo
scoppio della guerra prelude alla malattia fatale (disturbi nervosi) che,
misteriosa e implacabile, impone il ricovero in casa di cura nel 1919, quando
pure si interessa al cinema e vi dedica labbozzo di alcuni soggetti. Muore nel
1921.
Il florilegio dei commenti
depoca, molto interessante anche criticamente, riesce a insinuare nel lettore
il desiderio duna rilettura integrale della sua opera, in effetti ripubblicata
in edizioni recenti che la biografa suggerisce nella Bibliografia, assieme agli
studi più attuali, adottati nella sua appassionata ed equilibrata
ricostruzione: non soltanto della figura del grande artista, ma del mondo del vaudeville,
sua rinata creatura.
di Gianni Poli
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