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Theaterheute, Nr. 5, Mai 2023


72 pp., euro 18,50
ISSN 0040 5507

Spetta a Gier di Sarah Kane l’apertura di Aufführungen, lo spazio di «Theaterheute» riservato alle recensioni delle principali produzioni dei teatri di area tedesca. La regia di Christopher Rüping si affida alle competenze espressive di Maja Beckmann, Steven Sowah, Sasha Melroche e Benjamin Lillie per trasferire sul palcoscenico dello Schauspiel di Zurigo un testo costruito prevalentemente su drammatici monologhi. Si rivela cupa e intensa, sempre in bilico tra realtà e proiezione onirica, la messinscena di Traumnovelle di Arthur Schnitzler da parte di Sebastian Hartmann (produzione Schauspiel di Francoforte); tra gli attori figurano Caroline Dietrich, Sebastian Kuschmann, Christian Kuchenbuch, Heidi Ecks, Matthias Redlhammer.

Sogni e incubi si rincorrono anche in Ich hab die Nacht geträumet, titolo di una canzone popolare tedesca che la regista Andrea Breth trasforma in un collage di monologhi, scene da film, poesie legate alla dimensione onirica per modellare uno spettacolo di prosa e musica interpretato con vivacità mimico-gestuale, tra i tanti, da Rebecca McCalion, Frank Michael Jork, Sonia Wagemans, Birgit Heinecke, sul palcoscenico della Berliner Ensemble. Si rimane a Berlino con Die Möwe di Anton Cechov in scena alla Schaubühne per la regia di Thomas Ostermeier che attualizza il confronto generazionale approfondendo il tema della ricerca di felicità nell’arte e nell’amore, come hanno interpretato con maestria e aderenza testuale Stephanie Eidt, Joachim Meyerhoff, Alex Wandtke.

Con Schlachten il regista Oliver Frljić conclude la trilogia sulla guerra attraverso il ricorso a Philoktet di Heiner Müller al quale aggiunge estratti da altri suoi testi (Germania 3 Gespenster am toten Mann, Wolokolamsker Chausse) e pungenti citazioni relative al conflitto in Ucraina; nella sala del Maxim Gorki Theater, in un’atmosfera tesa e cupa, hanno recitato Vidina Popov, Mehmet Yilmaz, Marina Frenk e Tim Freudensprung.

La messinscena di testi inediti attinti dal serbatoio della drammaturgia contemporanea costituisce una pratica consolidata in Germania. Ne sono esempio Die Walküren di Caren Jeß allo Staatstheater di Brauenschweig in cui si rilegge il wagneriano Der Ring des Nibelungen con il filtro del pessimismo e dei cambiamenti climatici, per confezionare uno spettacolo grottesco e, a tratti, demenziale come impostato dalla regia di Alexandra Holtsch e la prova di Julius Ferdinand Brauer e Naima Laube.

Spicca al Residenz Theater di Monaco James Brown trug Lochenwickler, novità di Yasmina Reza incentrata sul problema dell’identità declinata in un adolescente convinto di essere la cantante Céline Dion da quando aveva cinque anni, provocando in questo modo il dramma nei genitori, che la regia di Philipp Stölzl approfondisce con approfondimenti psicologici; pregevole è risultata la prova degli interpreti Juliane Köhler, Vincent zur Linden, Michael Goldberg, Lisa Wagner, Johannes Nussbaum.

Nel programma del Theater di Bonn è presente blut wie fluss di Fritz Kater che ripercorre gli snodi storici cruciali della Repubblica Federale Tedesca e della città di Bonn attraverso le biografie di personaggi illustri; la regia compete al qualificato Armin Petras, mentre tra gli attori si notano Christian Czeremnych, Wilhelm Eiles e Lena Geyer.

Aufführungen prosegue con la scena viennese. Il Burgtheater produce Kasimir und Karoline di Ödön von Horvàth per la regia di Mateja Koležnik che fa muovere Mavie Hörbiger, Christoph Luser, Lili Winderlich e Maresi Riegner a confronto con un testo dominato dallo scontro tra sogni adolescenziali e disoccupazione.

È liberamente tratto dal film di Ingmar Bergman Szenen einer Ehe l’omonimo spettacolo del Volkstheater realizzato da Markus Öhrn e affidato alle abilità espressive di Elias Eilinghoff e Bettina Lieder. Basato su un altro film (L’angelo sterminatore di Luis Buñuel) è Der Würgeengel di Johan Simon per lo Schauspielhaus di Bochum, significativa metafora della nostra società paralizzata da avidità, pigrizia e soprattutto dalla paura dei cambiamenti. Vicino alla protagonista Sandra Hüller si sono fatti applaudire, tra i tanti, Moritz Bossmann, Marius Huth, Roman Kanonik, Alexander Wertmann.

La sezione Best of si occupa di Berliner Theatertreffen 2023 e di Mühlheimer Theatertage. Della prima rassegna si sottolineano tanto lo spessore artistico quanto la capacità degli spettacoli di analizzare la società contemporanea. In merito l’attenzione critica cade su: Nora di Sivan Ben Yishai- Gerhild Steinbuch-Ivna Žic (regia di Felicitas Bruckner, produzione Kammerspiele di Monaco), Kinder der Sonne di Maksim Gor’kij (regia di Mateja Koležnik, Schauspiel di Bochum), Hamlet di William Shakespeare (regia di Philipp Preuss, Anhalt Theater di Dessau), Ophelia’s Talent di e con Florentina Holzinger (Volksbühne di Berlino), Das Vermächtnis (The Inheritance - Teil 1 und 2 di Matthew Lopez (regia di Philipp Stölzl, produzione Residenztheater di Monaco),  Die Eingeborenen von Maria Blut di Maria Lazar (regia di Lucia Bihler per il Burgtheater di Vienna), lo shakespeariano Sommernachtstraum (regia di Antù Romero Nunes, Theater di Basilea), Das Bus nach Dachau di De Warme Winkel (Schauspiel di Bochum), Zweigespräch di Peter Handke (regia di Rieke Süßkow, Burgtheater di Vienna), Der Einzige und sein Eigentum di Sebastian Hartmann e PC Nackt (Deutsches Theater di Berlino).

La redazione di «Theaterheute» segnala gli spettacoli esclusi dal cartellone di Theatertreffen 2023 che nello specifico sono individuati in Momo dal romanzo di Michael Ende di Alexander Giesche (Schauspielhaus di Zurigo), da Drei Schwestern di Cechov (Theater di Brema) e da Die Revolution lässt ihre Kinder verhungern di Futur 3 (Schauspiel e Orangerie Theater di Colonia).

Si caratterizza per il debutto in prima assoluta di testi firmati da scrittori prestigiosi e talentuosi la rassegna Mühlheimer Theatertage, impreziosita da Der Triumph der Waldrebe in Europa di Clemens J. Setz, Etwas Besseres als den Tod finden wir überall di Martin Heckmann, Die Katze Eleonora di Caren Jeß (che si legge in versione integrale nella sezione Das Stück), Aufgabe zur Person di Elfriede Jelinek, Sistas! di Golda Barton, Bühnenbeschimpfung di Sivan Ben Yishai e Kunst der Wunde di Katja Brunner.

In Frauen im Theatertreffen si legge un’intervista estratta dal libro Status Quote. Theater im Umbruch: Regiseurinnen im Gesprächt (Lepzig, Henschel, 2023), in cui la regista Karin Henkel (anche curatrice del volume in oggetto con Katrin Ullmann) e Lisa Lucassen (attrice cofondatrice del collettivo She She Pop) raccontano le esperienze vissute con Claus Peymann al Burgtheater, discutendo la presenza e le difficoltà della donna nel mondo del teatro.

Il profilo di Katharina Bach, come emerge dalle pagine di Akteure, rivela il percorso di crescita di un’attrice applaudita a Theatertreffen edizione 2023 per la partecipazione a Nora, da Ibsen, allestita da Felicitas Bruckner nel 2022 per i Kammerspiele di Monaco con i quali si era già distinta in Die Politiker di Wolfram Lotz (2012), nonché in Die Freiheit einer Frau dall’omonimo romanzo di Èdouard Louis (2022).

In occasione della pubblicazione del numero 750 di «Theaterheute» (la rivista è stata fondata nel 1960), sono state organizzate diverse iniziative di grande rilievo culturale, a partire dal dibattito sulla situazione della critica teatrale in rapporto all’arte e agli orientamenti del pubblico, e sul confronto tra spettacoli provinciali e metropolitani; alla tavola rotonda hanno partecipato Wolfgang Höbel, Christine Wahl, Anne Lenk e Matthias Pees. Sono, inoltre, assai significative per l’eterogeneità dei punti di vista critico-analitici e delle visioni teatrali, le singole voci redazionali, cui segue un intervento dal quale emergono le traiettorie fondanti e le criticità relative al rapporto tra la funzione del teatro e quella del mensile berlinese nel corso della sua storia.



di Massimo Bertoldi


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