drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Hystrio, a. XXXVI, n. 3, 2023


116 pp., euro 12,00
ISSN 1121-2691

Spetta alla Vetrina l’apertura di questo nuovo numero di «Hystrio». In evidenza c’è il programma della seconda edizione di Hystrio Festival al Teatro Elfo Puccini (13-18 settembre), che prevede otto spettacoli e cinque letture sceniche di autori under 35. Nell’articolo successivo Laura Bevione dà notizia dell’adesione della Regione Liguria al programma triennale relativo alle residenze artistiche del MiC che nello specifico competono a Teatro Akropolis, Scarti Ets con sede a La Spezia e a Sarabanda di Genova. 

Conservare la memoria storica e restituirla al presente costituisce l’obiettivo dell’associazione Bottega dello Sguardo: fondata da Renata Molinari a Bagnacavallo (Ravenna), dal 2016 svolge, come scrive Renato Gabrielli, importanti attività teatrali e culturali nel territorio raccontate nel recente volume Tracce e semi. Azioni e mappe teatrali fra passato e presente di un territorio (Cesena, Il Ponte Vecchio, 2023). 

Il viaggio di Teatromondo inizia da Vienna. Irina Wolf racconta un’offerta teatrale vivace e assai variegata, soprattutto attenta alle questioni del presente, dai diritti umani alle problematiche ambientali e femminili. Spiccano Audienz di Václav Havel per la regia di Florian Thiel iscritto nel cartellone del festival Europe on Stage in cui compaiono anche un innovativo Don Carlos di Schiller curato dallo slovacco David Paška e Auto da fé di Elias Canetti allestito da Nikolaus Habjan. Il programma delle annuali Wiener Festwochen è impreziosito da La obra dell’argentino Mariano Pensotti e dall’installazione-performance Museum of the Uncounted Voices di Marina Davydova. L’emergenza ambientale è sollevata da Guida il tuo carro sulle ossa dei morti di Olga Tokarczuk nell’adattamento del regista Simon McBurney. Protagoniste femminili animano la rappresentazione di Pieces of a Woman scritto dalla drammaturga ungherese Kata Wéber e diretto da Kornél Mundruczó e di Angela (a strange loop) di Susanne Kennedy

Ancora la Wolf si sofferma su due festival rumeni: quello di Satu Mare inaugurato da Momo di Peter Handke e quello di Suceava con sessantaquattro eventi, tra cui Breaking Our Souls del teatro ucraino M. S. Shchepkin di Sumy. La rassegna Nova Drama di Bratislava è l’argomento di Pino Tierno il quale sottolinea la presenza di spettacoli dedicati alla guerra in Ucraina, come il teatro documentario 24 basato su testimonianze dirette, e al tema dell’esilio. Con Fausto Malcovati ci si sposta a Mosca dove si vivono «tempi bui» per via delle linee di governo incentrate sulla formula «consenso o silenzio» (p. 11); rimane attivo il Bol’šoj che offre Boris Godunov, il balletto tratto da Il maestro e Margherita di Bulgakov con le coreografie del giovane rumeno Edward Clug; al MChAT è in scena Cyrano con la regia di Egor Peregudov mentre allo Studio di Arte Drammatica si rappresenta Il mandato di Nicolaj Erdman (1924). 

Completamente diversa è la scena londinese raccontata da Monica Capuani: ci sono tragedie adattate al tempo presente come Medea di Sofocle al Sohoplace, nuovo teatro situato nel West End, per la luminosa regia di Dominic Cooke, e Phaedra a cura di Simon Stone al National Theatre dove Sam Mendes propone The Motive and the Cue di Jack Thorne. Altrettanto fortunate e applaudite risultano le produzioni dell’Almeida con A Streetcar Named Desire di Tennessee Williams con Paul Mescal protagonista guidato dalla regia della sorprendente Rebecca Frecknall, anche curatrice del musical Cabaret

In Ritratti Roberto Canziani presenta la spagnola Angélica Liddell, scrittrice, attrice e regista dalle visioni limpide e pungenti. È significativa questa sua dichiarazione: «L’arte teatrale contemporanea si piange addosso. È un’arte vittima. Io voglio essere chiara: questo è un mondo che non mi interessa, mi sento a disagio, come se fossi in un corpo che non mi appartiene» (p. 16). Sensibile alle lezioni di Artaud, Genet e Pasolini, la Liddell ha recentemente debuttato con Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli, spettacolo recensito da Michele Pascarella. Emilio Nigro si confronta con l’attività di Bruno Leone, burattinaio napoletano ultimo grande interprete di canovacci classici di Pulcinella («memorizzo la storia e vado d’improvvisazione, preservando la “verità” dello spettacolo», p. 18), e ideatore della Casa delle Guarattelle in cui sono esposti burattini, pupi, vecchie foto, manifesti. 

È tratto da Il vagabondo delle stelle, ultimo romanzo (1915) di John Steinbeck, lo spettacolo di Francesco Pennacchia presentato al Festival Inequilibrio, come riferisce Marco Menini che offre preziose informazioni sulla carriera dell’attore avviata nel collettivo senese Labut e proseguita con la collaborazione con Claudio Santagata, Alessandro Serra, Roberto Latini e Massimiliano Civica. Michele Santeramo – scrittore, attore, regista – nell’intervista rilasciata a Matteo Brighenti spiega che «il mio approccio alla pagina bianca è da irresponsabile, va sporcata, sapendo che ogni segno è solo l’inizio, serve al segno successivo» (p. 20): procedimento questo adottato anche per il ciclo Fantasmi (2022), basato su alcuni protagonisti di Verga, Eduardo e Shakespeare

Dotato di marcata espressività mimico-gestuale e di forza interiore, come sottolinea Filippa Ilardo, Filippo Luna, attore di formazione classica e poi cresciuto con Thierry Salmon, si è rivelato nel 2008 interpretando il monologo di Salvatore Rizzo Le mille bolle blu per poi recitare con successo testi di Rosario Palazzolo e curare la regia, tra le tante, di Colapesce di Ignazio Buttitta

Spetta alle competenze di Claudia Cannella e Laura Caretti la cura dell’interessante Dossier-Registe 2000. Nell’intervento di Laura Mariani si legge una limpida panoramica storica delle origini, individuate in Tatiana Pavlova, donna di grande personalità intellettuale e teatrale che firma spettacoli importanti dall’iniziale Sogno d’amore di Alexander Kosorotov (1923); assume la cattedra di Regia all’Accademia d’Arte Drammatica; collabora con Visconti, forma una propria compagnia allestendo, tra l’altro, La lunga notte di Medea di Alvaro. Si prosegue con Wanda Fabro e si conclude con Franca Valeri

Dalla fase pionieristica si passa al consolidamento dagli anni Sessanta a oggi attraverso il contributo di figure significative: Mina Mezzadri, autrice di regie da opere di Beckett, Büchner, Eschilo (Giuseppe Liotta); Andrée Ruth Shammah che emerge nel 1972 con Ambleto di Testori e si afferma con allestimenti di testi inediti per l’Italia tratti dal repertorio di Nestroy, Wedekind, Oleša (Andrea Bisicchia); la talentuosa Barbara Nativi ricordata soprattutto per Blasted di Sarah Kane; Maria Grazia Cipriani e il suo Teatro del Carretto attivo negli anni Ottanta con Biancaneve, Iliade e titoli shakespeariani (Francesco Tei); Laura Angiulli, figura di primo piano della scena napoletana (Alessandro Toppi); Teresa Ludovico, sensibile agli insegnamenti di Orazio Costa e Eugenio Barba (Nicola Viesti); Monica Conti che fonda la sua regia sul teatro di parola e sull’analisi rigorosa del testo (Claudia Cannella); Chiara Guidi, tra le fondatrici della Socìetas Raffaello Sanzio e animatrice della Scuola Sperimentale di Teatro Infantile (Gerardo Guccini); Cristina Pezzoli cui compete la direzione di oltre sessanta spettacoli fino all’ultimo Don Giovanni di Mozart (2020) e così definita da Giuseppe Liotta: «Una regista attenta al nuovo, ma con i piedi ben piantati in una cultura teatrale italiana tutta novecentesca» (p. 29). 

Alessandro Toppi si addentra nella bottega creativa di Emma Dante, animata da un metodo di lavoro lontano dai modelli convenzionali di regia e basato sulla ricerca del ritmo adatto all’attore creativo. Lavoro di gruppo e apertura alla didattica costituiscono gli ingredienti di Serena Sinigaglia che, come riporta Maddalena Giovannelli, la regista ha sviluppato in trent’anni di attività, fino alle recenti Supplici di Euripide curate per Teatro Due. Nell’intervista concessa a Diego Vincenti, Lisa Ferlazzo Natoli spiega il suo rapporto con la scrittura, anche pensando ai suoi trascorsi ronconiani, nonché l’importanza del lavoro collettivo che sorregge, per esempio, il suo ultimo allestimento When the Rain Stops Falling, per concludere soffermandosi sui suoi rapporti con Roma e il Piccolo Teatro di Milano. 

Il Dossier prosegue con Lucia Calamaro, dinamica drammaturga e regista che, come dichiara a Sara Chiappori, personalizza la scrittura pensando alla fisicità e personalità dell’attore («le persone con cui lavoro mi devono stare simpatiche, posso essere attori straordinari ma se non mi sono simpatici non funziona»); in merito alla drammaturgia del Novecento sostiene che «non ha scritto per le donne, non le ha protagonizzate, dunque mi sono impuntata a creare personaggi femminili belli» (p. 36). Veronica Cruciani nasce come attrice e poi, racconta Graziano Graziani, si sposta nella regia, inizialmente occupandosi di tematiche legate al lavoro, cultura popolare e migrazioni (Canzoni popolari del 2004, Il ritorno del 2009), e successivamente affronta la drammaturgia contemporanea, da Fassbinder (La bottega del caffè) a Pinter (L’amante). 

La pluripremiata Licia Lanera cresce artisticamente con Fibre Parallele fondate con Riccardo Spagnulo, poi fonda nel 2006 la Compagnia Licia Lanera con la quale interpreta e cura la regia di un repertorio accattivante che comprende Orgia di Pasolini, la trilogia Guarda come nevica! e il recente Love me. L’incontro rivelatore per l’approfondimento e l’analisi testuale, sottolinea Nicola Viesti, è stato con Ronconi. Le scelte di Giorgina Pi, regista della compagnia Bluemotion, si orientano tanto verso testi inediti per l’Italia come Cloud Nine di Caryl Churchill, Wasted e Tiresias di Kae Tempest, quanto nella stesura di copioni propri, da Lemnos, rivisitazione moderna del mito di Filottete, al recente La tecnologia del silenzio basato, come spiega Laura Caretti, su scritti di scienziate, filosofe, scrittrici di fantascienza. 

Giuliana Musso e Marta Cuscunà, assieme a Antonella Questa, sono state protagoniste di Wonder Woman, poi le loro carriere si sono separate pur continuando a trattare questioni femminili legate alla prostituzione (Sexmachine della Musso) e alle donne partigiane (È bello vivere liberi! di Cuscunà). In merito Roberto Canziani, alla luce delle produzioni successive delle due artiste, sottolinea che «l’habitat del Nord-Est è parte essenziale del loro lavoro di ricerca e di scrittura» (p. 40). Che il dominio della regia italiana rimanga maschile (solo il 20% è femminile) è quanto sottolinea il contributo di Amleta che afferma: «la minore presenza delle registe sui palchi più prestigiosi ha ragioni storiche e culturali e il dato stesso è sia effetto sia causa di questo fenomeno, per via di meccanismi neurali scientificamente dimostrati che stanno alla base dell’apprendimento e dell’identificazione» (p. 41). 

Alice Strazzi segnala una rosa di giovani registe alla ricerca di visibilità tra le quali si riconoscono Francesca Merli, Caterina Filograno, Elvira Scorza, Martina Badiluzzi; mentre Laura Caretti si sofferma su Monica Nappo cui compete la riuscita messinscena di Top Girls della Churchill. Si incontrano anche figure poliedriche e attive nella scrittura, recitazione e regia: in merito Laura Caretti si sofferma su Lucia Calamaro, Lina Prosa, Elena Bucci, Laura Curino, Daria Deflorian. Laura Bevione presenta una serie di esempi di coppie di vita o d’arte, a partire dal quarantennale connubio tra Marco Martinelli e Ermanna Montanari sfociato nel Teatro delle Albe, e tra Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri a proposito di Teatro Valdoca, per poi arrivare alle compagnie al femminile, da Laboratorio Teatro Settimo al collettivo Industria Indipendente. 

Non mancano, come bene dimostra Mario Bianchi, registe impegnate sul fronte del teatro ragazzi, percorso tracciato negli anni Sessanta da Velia Mantegazza con il Teatro del Burattino. Raffaella Giordano è la prima coreografa italiana eco-fondatrice del collettivo Sosta Palmizi nel 1984: lo riferisce Carmelo A. Zapparrata tracciando un’interessante panoramica che comprende i nomi di Claudia Castellucci, Cristina Kristal Rizzo, Michela Lucenti, per arrivare alle recenti esperienze di Anna Maria Ajmone e di Luna Cenere. Il Dossier si conclude con l’intervento di Giuseppe Montemagno focalizzato sulle registe liriche italiane, dalle quali spiccano i nomi di Emma Dante e Serena Sinigaglia, affiancate da Rosetta Cucchi e Silvia Pioli

La sezione Anniversari della rivista milanese comprende un prezioso contributo di Filippa Ilardo in occasione dalla ricorrenza dei dieci anni della scomparsa di Franco Scaldati al quale la città di Palermo dedica una serie di importanti eventi; non trascurabile è l’imminente messinscena di Pinocchio da parte di Lina Gionfrida (produzione Teatro Stabile di Catania) che dichiara: «Nell’opera di Scaldati ci si imbatte nel lirismo, nel popolare, nel tragico, nel comico, nel fumetto, così come nella fiaba» (p. 54). È doveroso segnalare il progetto editoriale di Marsilio che prevede la pubblicazione in otto volumi (due già editati nel 2022) dei testi e documenti del drammaturgo palermitano. 

Festeggiano i primi cinquant’anni di attività Chille de la balanza, collettivo capitanato da Claudio Ascoli e Sissi Abbondanza, raccontato da Matteo Brighenti nel suo percorso storico-artistico il cui filo rosso – sottolinea Ascoli – «è la necessità di un teatro fantastico, di comunità, di frammenti, leggero e profondo, non timoroso di emozioni, di corpi» (p. 55). 

Le pagine di Nati ieri sono occupate dal resoconto stilato da Roberto Canziani in qualità di spettatore delle rassegne Mittelyoung di Siena e In-Box di Cividale del Friuli. 

La consueta corposa sezione delle Critiche teatrali raccoglie le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Altrettanto aggiornate e ricche di informazioni sono le pagine dedicate alla danza e alla lirica. 

In Exit trovano posto i profili di artisti dello spettacolo recentemente scomparsi quali Glenda Jackson, Giorgio Ferrara (Fabrizio Sebastian Caleffi), Mario Fratti (Laura Caparrotti), Francesco Nuti (Francesco Tei). Nella Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo ospitano le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo. 

Il testo pubblicato in versione integrale in questo numero della rivista milanese è Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà di Mario Perrotta.

Le tante e utili informazioni provenienti dalla società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.


di Massimo Bertoldi


La copertina

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013