Spetta
alla Vetrina lapertura di questo
nuovo numero di «Hystrio». In evidenza cè il programma della seconda edizione
di Hystrio Festival al Teatro Elfo Puccini (13-18 settembre), che prevede otto
spettacoli e cinque letture sceniche di autori under 35. Nellarticolo
successivo Laura Bevione dà notizia
delladesione della Regione Liguria al programma triennale relativo alle
residenze artistiche del MiC che nello specifico competono a Teatro Akropolis,
Scarti Ets con sede a La Spezia e a Sarabanda di Genova.
Conservare
la memoria storica e restituirla al presente costituisce lobiettivo
dellassociazione Bottega dello Sguardo: fondata da Renata Molinari a Bagnacavallo (Ravenna), dal 2016 svolge, come
scrive Renato Gabrielli, importanti
attività teatrali e culturali nel territorio raccontate nel recente volume Tracce e semi. Azioni e mappe teatrali fra
passato e presente di un territorio (Cesena, Il Ponte Vecchio, 2023).
Il
viaggio di Teatromondo inizia da
Vienna. Irina Wolf racconta
unofferta teatrale vivace e assai variegata, soprattutto attenta alle
questioni del presente, dai diritti umani alle problematiche ambientali e
femminili. Spiccano Audienz di Václav Havel per la regia di Florian Thiel iscritto nel cartellone
del festival Europe on Stage in cui compaiono anche un innovativo Don Carlos di Schiller curato dallo slovacco David
Paška e Auto da fé di Elias Canetti allestito da Nikolaus Habjan. Il programma delle
annuali Wiener Festwochen è impreziosito da La
obra dellargentino Mariano Pensotti
e dallinstallazione-performance Museum
of the Uncounted Voices di Marina
Davydova. Lemergenza ambientale è sollevata da Guida il tuo carro sulle ossa dei morti di Olga Tokarczuk nelladattamento del regista Simon McBurney. Protagoniste femminili animano la rappresentazione
di Pieces of a Woman scritto dalla
drammaturga ungherese Kata Wéber e
diretto da Kornél Mundruczó e di Angela (a strange loop) di Susanne Kennedy.
Ancora
la Wolf si sofferma su due festival rumeni: quello di Satu Mare inaugurato da Momo di Peter Handke e quello di Suceava con sessantaquattro eventi, tra
cui Breaking Our Souls del teatro
ucraino M. S. Shchepkin di Sumy. La rassegna Nova Drama di Bratislava è largomento
di Pino Tierno il quale sottolinea
la presenza di spettacoli dedicati alla guerra in Ucraina, come il teatro
documentario 24 basato su
testimonianze dirette, e al tema dellesilio. Con Fausto Malcovati ci si sposta a Mosca dove si vivono «tempi bui»
per via delle linee di governo incentrate sulla formula «consenso o silenzio»
(p. 11); rimane attivo il Bolšoj che offre Boris
Godunov, il balletto tratto da Il
maestro e Margherita di Bulgakov
con le coreografie del giovane rumeno Edward
Clug; al MChAT è in scena Cyrano
con la regia di Egor Peregudov
mentre allo Studio di Arte Drammatica si rappresenta Il mandato di Nicolaj Erdman
(1924).
Completamente
diversa è la scena londinese raccontata da Monica
Capuani: ci sono tragedie adattate al tempo presente come Medea di Sofocle al Sohoplace, nuovo teatro situato nel West End, per la
luminosa regia di Dominic Cooke, e Phaedra a cura di Simon Stone al National Theatre dove Sam Mendes propone The Motive
and the Cue di Jack Thorne. Altrettanto
fortunate e applaudite risultano le produzioni dellAlmeida con A Streetcar Named Desire di Tennessee Williams con Paul Mescal protagonista guidato dalla
regia della sorprendente Rebecca
Frecknall, anche curatrice del musical Cabaret.
In
Ritratti Roberto Canziani presenta la spagnola Angélica Liddell, scrittrice, attrice e regista dalle visioni
limpide e pungenti. È significativa questa sua dichiarazione: «Larte teatrale
contemporanea si piange addosso. È unarte vittima. Io voglio essere chiara:
questo è un mondo che non mi interessa, mi sento a disagio, come se fossi in un
corpo che non mi appartiene» (p. 16). Sensibile alle lezioni di Artaud, Genet e Pasolini, la
Liddell ha recentemente debuttato con Caridad.
Unapprossimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli, spettacolo
recensito da Michele Pascarella. Emilio Nigro si confronta con
lattività di Bruno Leone,
burattinaio napoletano ultimo grande interprete di canovacci classici di
Pulcinella («memorizzo la storia e vado dimprovvisazione, preservando la
“verità” dello spettacolo», p. 18), e ideatore della Casa delle Guarattelle in
cui sono esposti burattini, pupi, vecchie foto, manifesti.
È
tratto da Il vagabondo delle stelle,
ultimo romanzo (1915) di John Steinbeck,
lo spettacolo di Francesco Pennacchia
presentato al Festival Inequilibrio, come riferisce Marco Menini che offre preziose informazioni sulla carriera
dellattore avviata nel collettivo senese Labut e proseguita con la
collaborazione con Claudio Santagata,
Alessandro Serra, Roberto Latini e Massimiliano Civica. Michele
Santeramo – scrittore, attore, regista – nellintervista rilasciata a Matteo Brighenti spiega che «il mio
approccio alla pagina bianca è da irresponsabile, va sporcata, sapendo che ogni
segno è solo linizio, serve al segno successivo» (p. 20): procedimento questo
adottato anche per il ciclo Fantasmi
(2022), basato su alcuni protagonisti di Verga,
Eduardo e Shakespeare.
Dotato
di marcata espressività mimico-gestuale e di forza interiore, come sottolinea Filippa Ilardo, Filippo Luna, attore di formazione classica e poi cresciuto con Thierry Salmon, si è rivelato nel 2008
interpretando il monologo di Salvatore
Rizzo Le mille bolle blu per poi recitare con successo testi di
Rosario Palazzolo e curare la regia,
tra le tante, di Colapesce di Ignazio Buttitta.
Spetta
alle competenze di Claudia Cannella
e Laura Caretti la cura
dellinteressante Dossier-Registe 2000.
Nellintervento di Laura Mariani si
legge una limpida panoramica storica delle origini, individuate in Tatiana Pavlova, donna di grande
personalità intellettuale e teatrale che firma spettacoli importanti
dalliniziale Sogno damore di Alexander Kosorotov (1923); assume
la cattedra di Regia allAccademia dArte Drammatica; collabora con Visconti, forma una propria compagnia
allestendo, tra laltro, La lunga notte
di Medea di Alvaro. Si prosegue
con Wanda Fabro e si conclude con Franca Valeri.
Dalla
fase pionieristica si passa al consolidamento dagli anni Sessanta a oggi
attraverso il contributo di figure significative: Mina Mezzadri, autrice di regie da opere di Beckett, Büchner, Eschilo (Giuseppe Liotta); Andrée
Ruth Shammah che emerge nel 1972 con Ambleto
di Testori e si afferma con
allestimenti di testi inediti per lItalia tratti dal repertorio di Nestroy, Wedekind, Oleša (Andrea Bisicchia); la talentuosa Barbara Nativi ricordata soprattutto
per Blasted di Sarah Kane; Maria Grazia
Cipriani e il suo Teatro del Carretto attivo negli anni Ottanta con Biancaneve, Iliade e titoli shakespeariani (Francesco Tei); Laura
Angiulli, figura di primo piano della scena napoletana (Alessandro Toppi); Teresa Ludovico, sensibile agli insegnamenti di Orazio Costa e Eugenio Barba (Nicola Viesti);
Monica Conti che fonda la sua regia
sul teatro di parola e sullanalisi rigorosa del testo (Claudia Cannella); Chiara
Guidi, tra le fondatrici della Socìetas Raffaello Sanzio e animatrice della
Scuola Sperimentale di Teatro Infantile (Gerardo
Guccini); Cristina Pezzoli cui
compete la direzione di oltre sessanta spettacoli fino allultimo Don Giovanni di Mozart (2020) e così
definita da Giuseppe Liotta: «Una regista attenta al nuovo, ma con i piedi ben
piantati in una cultura teatrale italiana tutta novecentesca» (p. 29).
Alessandro Toppi si addentra
nella bottega creativa di Emma Dante,
animata da un metodo di lavoro lontano dai modelli convenzionali di regia e
basato sulla ricerca del ritmo adatto allattore creativo. Lavoro di gruppo e
apertura alla didattica costituiscono gli ingredienti di Serena Sinigaglia che, come riporta Maddalena Giovannelli, la regista ha sviluppato in trentanni di
attività, fino alle recenti Supplici di
Euripide curate per Teatro Due. Nellintervista
concessa a Diego Vincenti, Lisa Ferlazzo Natoli spiega il suo
rapporto con la scrittura, anche pensando ai suoi trascorsi ronconiani, nonché
limportanza del lavoro collettivo che sorregge, per esempio, il suo ultimo
allestimento When the Rain Stops Falling,
per concludere soffermandosi sui suoi rapporti con Roma e il Piccolo Teatro di
Milano.
Il
Dossier prosegue con Lucia Calamaro, dinamica drammaturga e
regista che, come dichiara a Sara
Chiappori, personalizza la scrittura pensando alla fisicità e personalità
dellattore («le persone con cui lavoro mi devono stare simpatiche, posso
essere attori straordinari ma se non mi sono simpatici non funziona»); in
merito alla drammaturgia del Novecento sostiene che «non ha scritto per le
donne, non le ha protagonizzate, dunque mi sono impuntata a creare personaggi
femminili belli» (p. 36). Veronica
Cruciani nasce come attrice e poi, racconta Graziano Graziani, si sposta nella regia, inizialmente occupandosi
di tematiche legate al lavoro, cultura popolare e migrazioni (Canzoni popolari del 2004, Il ritorno del 2009), e successivamente
affronta la drammaturgia contemporanea, da Fassbinder
(La bottega del caffè) a Pinter (Lamante).
La
pluripremiata Licia Lanera cresce
artisticamente con Fibre Parallele fondate con Riccardo Spagnulo, poi fonda nel 2006 la Compagnia Licia Lanera con
la quale interpreta e cura la regia di un repertorio accattivante che comprende
Orgia di Pasolini, la trilogia Guarda come nevica! e il recente Love me. Lincontro rivelatore per
lapprofondimento e lanalisi testuale, sottolinea Nicola Viesti, è stato con Ronconi.
Le scelte di Giorgina Pi, regista
della compagnia Bluemotion, si orientano tanto verso testi inediti per lItalia
come Cloud Nine di Caryl Churchill, Wasted e Tiresias di Kae Tempest, quanto nella stesura di
copioni propri, da Lemnos,
rivisitazione moderna del mito di Filottete, al recente La tecnologia del silenzio basato, come spiega Laura Caretti, su
scritti di scienziate, filosofe, scrittrici di fantascienza.
Giuliana Musso e Marta Cuscunà, assieme a Antonella Questa, sono state
protagoniste di Wonder Woman, poi le
loro carriere si sono separate pur continuando a trattare questioni femminili
legate alla prostituzione (Sexmachine
della Musso) e alle donne partigiane (È
bello vivere liberi! di Cuscunà). In merito Roberto Canziani, alla luce
delle produzioni successive delle due artiste, sottolinea che «lhabitat del
Nord-Est è parte essenziale del loro lavoro di ricerca e di scrittura» (p. 40).
Che il dominio della regia italiana rimanga maschile (solo il 20% è femminile)
è quanto sottolinea il contributo di Amleta
che afferma: «la minore presenza delle registe sui palchi più prestigiosi ha
ragioni storiche e culturali e il dato stesso è sia effetto sia causa di questo
fenomeno, per via di meccanismi neurali scientificamente dimostrati che stanno
alla base dellapprendimento e dellidentificazione» (p. 41).
Alice Strazzi segnala una
rosa di giovani registe alla ricerca di visibilità tra le quali si riconoscono Francesca Merli, Caterina Filograno, Elvira
Scorza, Martina Badiluzzi;
mentre Laura Caretti si sofferma su Monica
Nappo cui compete la riuscita messinscena di Top Girls della Churchill. Si incontrano anche figure poliedriche e
attive nella scrittura, recitazione e regia: in merito Laura Caretti si
sofferma su Lucia Calamaro, Lina Prosa,
Elena Bucci, Laura Curino, Daria
Deflorian. Laura Bevione presenta una serie di esempi di coppie di vita o
darte, a partire dal quarantennale connubio tra Marco Martinelli e Ermanna
Montanari sfociato nel Teatro delle Albe, e tra Cesare Ronconi e Mariangela
Gualtieri a proposito di Teatro Valdoca, per poi arrivare alle compagnie al
femminile, da Laboratorio Teatro Settimo al collettivo Industria Indipendente.
Non
mancano, come bene dimostra Mario
Bianchi, registe impegnate sul fronte del teatro ragazzi, percorso
tracciato negli anni Sessanta da Velia
Mantegazza con il Teatro del Burattino. Raffaella Giordano è la prima coreografa italiana eco-fondatrice
del collettivo Sosta Palmizi nel 1984: lo riferisce Carmelo A. Zapparrata tracciando uninteressante panoramica che
comprende i nomi di Claudia Castellucci,
Cristina Kristal Rizzo, Michela Lucenti, per arrivare alle
recenti esperienze di Anna Maria Ajmone
e di Luna Cenere. Il Dossier si conclude con lintervento di Giuseppe Montemagno focalizzato sulle
registe liriche italiane, dalle quali spiccano i nomi di Emma Dante e Serena
Sinigaglia, affiancate da Rosetta Cucchi
e Silvia Pioli.
La
sezione Anniversari della rivista
milanese comprende un prezioso contributo di Filippa Ilardo in occasione dalla ricorrenza
dei dieci anni della scomparsa di Franco
Scaldati al quale la città di Palermo dedica una serie di importanti
eventi; non trascurabile è limminente messinscena di Pinocchio da parte di Lina
Gionfrida (produzione Teatro Stabile di Catania) che dichiara: «Nellopera
di Scaldati ci si imbatte nel lirismo, nel popolare, nel tragico, nel comico,
nel fumetto, così come nella fiaba» (p. 54). È doveroso segnalare il progetto
editoriale di Marsilio che prevede la pubblicazione in otto volumi (due già
editati nel 2022) dei testi e documenti del drammaturgo palermitano.
Festeggiano
i primi cinquantanni di attività Chille de la balanza, collettivo capitanato
da Claudio Ascoli e Sissi Abbondanza, raccontato da Matteo
Brighenti nel suo percorso storico-artistico il cui filo rosso – sottolinea
Ascoli – «è la necessità di un teatro fantastico, di comunità, di frammenti,
leggero e profondo, non timoroso di emozioni, di corpi» (p. 55).
Le
pagine di Nati ieri sono occupate dal
resoconto stilato da Roberto Canziani in qualità di spettatore delle rassegne
Mittelyoung di Siena e In-Box di Cividale del Friuli.
La
consueta corposa sezione delle Critiche teatrali raccoglie
le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Altrettanto
aggiornate e ricche di informazioni sono le pagine dedicate alla danza e alla lirica.
In
Exit trovano posto i profili di
artisti dello spettacolo recentemente scomparsi quali Glenda Jackson, Giorgio
Ferrara (Fabrizio Sebastian Caleffi),
Mario Fratti (Laura Caparrotti), Francesco
Nuti (Francesco Tei). Nella Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo ospitano le
schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello
spettacolo.
Il
testo pubblicato in versione integrale in questo numero della rivista milanese
è Come una specie di vertigine. Il Nano,
Calvino, la libertà di Mario
Perrotta.
Le
tante e utili informazioni provenienti dalla società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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