Le recensioni raccolte nella
sezione Aufführungen posta in
apertura di questo numero di «Theaterheute» dimostrano la buona condizione di
salute creativa del teatro tedesco. Al Residenztheater di Monaco spicca la
messinscena di Valentiniade. Sportliches Singspiel
mit allen Mitteln di Michel Decar
con testi da Karl Valentin, in una
sorta di omaggio al grande commediografo bavarese, anche attore e cabarettista
di spicco; la regia compete a Claudia
Bauer mentre tra gli interpreti figurano Isabell Antonia Höckel, Lukas
Rüppel, Katia Jung, Nicola Mastroberardino e Myriam Schröder.
L7L
– Die Sieben Irren è il titolo dello spettacolo
tratto dallomonimo romanzo di Roberto
Arlt del 1929 e allestito da Alejandro
Tantanian per i Kammerspiele: il filo conduttore è il complotto ideato da
una misteriosa società segreta come hanno raccontato in scena, con toni aspri e
duri, Christian Löber, Bernardo Arias Porras e Johanna Eiworth.
Di rilievo risultano le
produzioni di Amburgo: al Thalia Theater è in visione Der Wij, da un racconto di Gogol
per la regia di Kirill Serebrennikov
che inserisce nel tessuto narrativo visioni e scorci realistici della guerra in
Ucraina animati con forza e intensità espressiva da Oleksandr Tatsenko, Falk
Rockstroh e Rosa Thormeyer nei
ruoli principali; per il Deutsches Schauspielhaus la scelta cade su Johanna dal dramma storico Die Jungfrau von Orléans di Friedrich Schiller che nella
rielaborazione drammaturgica di Helena
Eckert e nella regia di Leonie Böhm
trasforma leroina francese in una donna sospesa tra dubbio e meraviglia,
impotenza e onnipotenza; il cast, tutto al femminile, è formato da Josefine Israel, Maja
Beckmann, Wiebke Molenhauer.
Si registrano due debutti
assoluti di testi di Elfriede Jelinek:
Daniel Lommatzsch, Sebastian Rudolph e Patrycia Ziòlkowska sono gli attori
principali di Sonne, los jetzt! allo
Schauspielhaus di Zurigo per la limpida regia di Nicolas Stemann, che affronta tematiche legate ai cambiamenti
climatici secondo la visione catastrofica e nichilista propria della scrittrice
austriaca; il testo è pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero della
rivista. Al Deutsches Theater di Berlino Fritzi
Haberlandt, Susanne Wolf e Linn Reusse (firma la regia lesperto Jossi Wieler) sono i protagonisti di Angabe der Person, commedia ricca di
riferimenti autobiografici, dalle zone dombra della carriera della stessa
Jelinek al ricordo dei parenti perseguitati dal nazismo, per poi divagare sul
capitalismo globale e la circolazione perversa dei capitali.
Si rimane nella capitale tedesca,
precisamente al Gorki Theater, per lallestimento di Bühnenbeschimpfung di Sivan
Ben Yishai, autore emergente che sviluppa unacuta riflessione sulla
funzione e sulle caratteristiche del teatro politico odierno affidandosi a un
linguaggio ironico e a tratti dissacrante, ben evidenziato dalla regia di Sebastian Nübling e dalla vivacità
espressiva degli attori (Lindy Larsson,
Vidina Popov, Mehmet Yilmaz e Aysima Ergün).
Due sono i titoli iscritti nella
programmazione della Voksbühne: Und
Jetzt? del drammaturgo e regista René
Pollesch – con la partecipazione di Franz
Beil, Milan Peschel e Martin Wuttke – e Is Anybody home?, performance interattiva di Gob Squad. Aufführungen
prosegue con Mauern, novità del
gruppo She She Pop allHAU Hebbel am Ufer di Berlino incentrata sulla
dilatazione del tempo, in un rimbalzo dialettico tra passato e proiezioni nel
futuro attraverso un percorso fantastico lungo muri urbani.
Contiene in sé la forza
dellevento la messinscena allAkademietheater di Vienna Zwiegespräch, ultimo lavoro di Peter
Handke in cui primeggia la vitalità della vecchiaia attraverso la
concatenazione narrativa di ricordi intimi; alla limpida regia di Rinke Süßkow corrisponde la prova
convincente di Martin Schwab nel
ruolo del protagonista affiancato da Hannah
Pichler, Julia Wachsmann, Maresi Riegner, Elisa Plüs e Sara Abci.
Infine si incontra lo
shakespeariano Sommernachtstraum per
la produzione del Theater di Basilea che nella versione firmata da Antù Romero Nunes diventa uno
spettacolo dalle atmosfere notturne e oniriche; tra i tanti attori si sono
distinti Gala Othero Winter, Nairi Hadodo, Sven Schelker e Anne Haug.
La sezione Akteure è occupata dal profilo di Henriette Hölzel, giovane attrice proveniente dallo
Schauspielstudium an der Hochschuhe für Musik und Theater di Lipsia, cresciuta artisticamente
allo Schauspiel di Essen (2017-2018) e successivamente affermatasi nella
compagnia dello Staatsschauspiel di Dresda dove si è distinta in Der Tartuffe oder Kapital und Ideologie
di Soeren Voima da Molière (regia di Volker Lösch, 2021) e nel 2022 in Wallenstein di Schiller (regia Frank
Castorf) e in Mutmassungen über Jacob
(regia di Camille Dagen).
La vetrina di International orienta lattenzione sul
teatro in Kosovo, nello specifico a Pristina dove, grazie allorganizzazione di
Quendra Multimedia, si è realizzata una rassegna teatrale assai proficua per la
crescita e lassimilazione di linguaggi moderni e aggiornati da parte del
teatro locale che, comunque, ha esibito spettacoli di qualità come Stiffler di Doruntina Basha oppure Death
Hour di Ulpiane Maloku
trasferito sul palcoscenico da Ilir
Bokshi. La presentazione del Public Arts Festivals di Emthonjeni permette
di entrare in contatto con la tradizione dello spettacolo nordafricano.
Le pagine di Theaterarchitektur sono dedicate al libro di Frank Schmitz, Spielräume der
Demokratie (Berlin, Mann Verlag, 2022), in cui si analizza levoluzione
dellarchitettura teatrale in rapporto alla partecipazione democratica degli
spettatori prendendo in esame, tra i tanti esempi, lo Schauspielhaus di Bochum
realizzato nel 1953 su progetto di Gerhard
Graubner e il Nationaltheater di Mannheim inaugurato nel 1957 (architetto Gerhard Weber).
di Massimo Bertoldi
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