Si occupano di catastrofi ecologiche gli spettacoli in
visione al Thalia Theater di Amburgo con i quali si apre la sezione Aufführungen,
in cui si raccolgono le recensioni delle principali produzioni dellarea
tedesca.
In Die Rache der Fledermaus Thomas Köck
assume materiali da Johann Strauß per denunciare la passività delluomo
contemporaneo di fronte a cataclismi naturali; mossi dalla regia di Anna-Sophie
Mahler, che trasforma loperetta viennese in un requiem post-moderno, si
sono esibiti Gabriela Maria Schmeide, Julian Greis, Victoria
Trauttmansdorff e Felix Knopp. Al Deutsches Schauspielhaus, Katie
Mitchell interpreta il cechoviano Der
Kirschgarten in senso multimediale facendo convergere azioni performative e
inserti musicali, video e citazioni radiofoniche come hanno correttamente
espresso Julia Wieninger, Ute Hannig, Paul Behren, Michael
Weber.
Dušan David
Pařízek firma la regia
di Annette, eine Heldinnenepos
dallomonimo romanzo di Anne Weber incentrato sulla storia di una
giovane partigiana francese poi impegnata con il movimento indipendentista
algerino Front de Liberation Nationale, quindi condannata a dieci anni di
carcere e successivamente evasa in modo avventuroso; la parte della
protagonista compete a Josephine Köhler affiancata da Sylvana
Krappatsch, Sarah Franke e Peter Fasching (produzione
Schauspiel di Stoccarda).
Si prosegue con
la scena berlinese: alla Volksbühne primeggia Hyäne Fischer – Das totale Musical, spettacolo ideato dalla regista
Marlene Engel e dalla dramaturg Lydia Haider con lintento di
mettere in scena la storia del personaggio del titolo, famosa icona della lotta
femminista, con appropriato supporto musicale a sostegno della pregevole
esibizione di Marie Rosa Tietjen nel ruolo della protagonista. Il dramma Das Himmelszeit della londinese Lucy
Kirkwood è la produzione del Deutsches Theater consegnata alla regia di Jette
Steckel, abile nellaffrontare con gli strumenti del realismo un testo
crudo e inquietante basato sulla miseria, fame e sfruttamento in parte
determinati dalla Brexit e raccontato da un osservatorio femminile, come è
emerso dalla convincente prestazione artistica di Birgit Unterweger, Anja
Schneider, Kathleen Morgeneyer e Leila Abdullah.
Da Berlino ci
si trasferisce a Monaco: Das Erbe,
novità di David Calis allestita ai Kammerspiele per la regia di Pinar
Karabulut, racconta il
dramma di una famiglia di origine turca attiva nella Germania degli anni
Novanta perseguitata da attacchi incendiari di matrice razzista e di estrema
destra; tra gli interpreti figurano Zeynep Bozbay, Mehmet Sözer, Edith
Saldanha, Sema Poyraz e Elmira Bahrami. Tematiche legate
allimmigrazione e ai richiedenti asilo emergono anche in Die Ereignisse, dramma di David Greig trasferito sul
palcoscenico del Residenztheater da Daniela Kranz, con Valentino
Dalle Mura e Evelyne Gugolz applauditi protagonisti.
Aufführungen continua con tre spettacoli ricavati
da testi contemporanei inediti: ancora ai Kammerspiele, Göttersimulation del regista Emre Akal si proietta nellera
analogica con gli otto personaggi impegnati in un dialogo immaginario con un
Dio digitale, secondo linterpretazione data da Walter Hess, Timea
Henzler, Jakob Waldow; Blue
Moon Blues di Yael Ronen, presentato in prima assoluta al Maxim
Gorki Theater di Berlino, è la favola di una madre terribile alla ricerca di se
stessa secondo quanto ha reso in scena Orit Nahmias e con lei Aysima
Ergün, Doga Gürer e Vidina Popov; Sistas! di Golda Barton (produzione della berlinese
Volksbühne) è liberamente ispirata alle cechoviane Drei Schwestern con linserimento di tematiche di denuncia
razziale, per la regia dellattrice Isabelle Redfern che condivide
linterpretazione insieme a Diana Marie Müller, Pia Amofa-Antwi e
Amanda Babaei Vieira.
Allo Schauspiel
di Colonia Ersan Mondtag ha curato la regia di Phaedra, libera riscrittura basata sugli originali di Seneca
e Racine da parte di Thomas Jonigk che inserisce una
significativa variante secondo la quale leroina greca è consapevole del
proprio destino culminato nel lucido suicidio. Il ruolo del titolo spetta a un
attore, Benny Claessens; nel cast sono presenti anche Margot Gödrös,
Yvon Jansen e Lola Clamroth.
Dal repertorio
classico attinge anche Johan Simons scegliendo Dämonen di Dostoevskij per la produzione commissionata dal
Burgtheater di Vienna: si sottolinea, con limpidi riferimenti allattualità,
lincontro-scontro di idee politiche in un contesto sociale e morale in totale
decadenza. Il regista si avvale di una compagnia di pregevole livello artistico
composta, tra gli altri, da Oliver Nägele, Jan Bülow, Birgit
Minichmayr, Maria Happel.
In Akteure
si legge il profilo di Mats Staub, dramaturg al servizio del Theater
Neumarkt di Zurigo. Si è fatto apprezzare anche per una serie di installazioni
nellambito di importanti festival teatrali come la recente Intime Revolution inserita nella
Ruhrtriennale 2022, preceduta da Death
and Birth in My Life (2019) e da 21 –
Erinnerungen ans Erwachsenwerden (2021).
Le pagine di International
sono dedicate al teatro israeliano contemporaneo, caratterizzato da una
proliferazione di testi in cui si raccontano millenari conflitti storici,
politici e religiosi. Ne sono esempio il repertorio dello scrittore e regista Yehonatan
Indursky, Mikveh di Hadar
Galron e il musical Durch die Wand
di Oen Yaacobi.
Gorkis Mutter dellucraina Lena Lagushonkova è il testo
vincitore di Europäischen Nachwuchs dramatiker:innen Preis 2022, manifestazione
organizzata dallo Schauspiel di Stoccarda, dove la commedia ha debuttato per la
regia di Maxim Golenko e la partecipazione di Tetyana Krulikovska,
Inna Bulbotko e Senja Doliak. La figura centrale è una ragazza cresciuta
in un centro urbano del Donbass.
Si è svolto
negli ambienti del Theater di Heidelberg il festival Remmidemmi che, pur
partito in sordina, sta conquistando adeguata visibilità nel panorama tedesco,
tanto da iscrivere nella programmazione dieci prime assolute, come Das Stilleben di Caren Jeß
allestita da Tugsal Mogul con Hendrik Richter protagonista e Das Licht der Welt di Raphaela
Bardutzky a cura di Daniela Löffner.
Il cartellone
del Festival Euro-scene di Lipsia, oltre alla conferma della sua vocazione
internazionale, si caratterizza per la presenza di spettacoli di taglio
politico e di denuncia sociale. Tra i tanti si segnalano Teatro Amazonas di Laida Azkona Goñi e Txalo
Toloza-Fernàndez affidato alla compagnia guidata dagli stessi autori e The Gosts are returning di Gruppe 50:50.
In Theatergeschichte
lo storico Klaus Völker si occupa del volume di Guinella
Palmstierna-Weiss, Eine europäische
Frau (Berlin, Verbrecher, 2022, 600 pp.). Si tratta dellautobiografia
della scenografa, scultrice, ceramista, attrice teatrale e soprattutto
costumista dal 1966 al 1989 di Peter Weiss. Di questa fondamentale
esperienza si ricorda con particolare attenzione la messinscena Die Verfolgung und Ermordung Jean Paul Marat allo Schiller Theater di
Berlino.
Il testo del
mese, pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück della
rivista berlinese, è Bühnenbeschimpfung
(Liebe ich es nicht mehr oder liebe ich es zu sehr?) della talentuosa emergente
Sivan Ben Yishai che affronta con visioni radicali listituzione teatro
portando alla luce anomalie, abusi e contraddizioni. La commedia ha debuttato
al Maxim Gorki Theater di Berlino per la regia dellautorevole Sebastian
Nübling e la pregevole interpretazione, tra i tanti, di Christian Bojidar,
Zari Eder, Lindy Larsson e Vidina Popov.
di Massimo Bertoldi
|