Questo numero di «Theaterheute» si apre con Internationale
in cui Mehdi Moradpour – drammaturgo iraniano emigrato in Germania nel
2001 – racconta e analizza le manifestazioni di protesta di Teheran,
interpretandole come punto di arrivo di un percorso di dissensi progrediti
nellultimo decennio.
Si presenta ricca di spettacoli piuttosto
interessanti Aufführungen, la sezione dedicata alle produzioni dei
principali teatri dellarea tedesca. Dalla scena berlinese emergono proposte di
rilievo come Der Theatermacher allestito al Berliner Ensemble da Oliver
Reese che legge il dramma di Thomas Bernhard come cupa metafora
della condizione e delle difficoltà del teatro attuale, come hanno interpretato
Stefanie Reinspergen, Dana Herfurth e Adrian Grünewald. In
unatmosfera molto spettrale si cala la messinscena di Minna von Barnhelm
di Gotthold Ephraim Lessing, secondo il taglio di regia impresso da Anne
Lenk finalizzato a trasformare i personaggi in figure sinistre e
grottesche, affidate alle competenze artistiche degli attori del Deutsches
Theater tra cui Natali Seelig nel ruolo del titolo, Seyneb Saleh,
Lorena Handschin, Max Simonischek e Jeremy Mockridge.
Drei Schwestern di Anton Čechov in scena al Maxim Gorki Theater è trasferita da Christian
Weise in una generica contemporaneità che però banalizza lo spessore
psicologico dei personaggi assunti da interpreti maschili quali Oscar Olivo,
Karim Daoud, Emre Aksızoğlu. Nel programma dello stesso teatro
figura anche Mutter Courage und ihre Kinder di Bertolt Brecht,
dramma emblematico delle guerre di ieri e di oggi come ha evidenziato la regia
di Oliver Frlìc; tra gli attori spiccano Maryam Abu Khaled, Kenda Hmeidan e Yanina Ceròn. La Schaubühne della capitale tedesca ha proposto Kindheitarchive,
un testo della regista Caroline Guiela Nguyen sul tema delle adozioni di
bambini orfani.
Leben und Schicksal, novità del regista Armin Petras ricavata dallomonimo romanzo di Vasilij
Grossmann ambientato al tempo dello stalinismo nella sua fase bellica,
diventa una riflessione sulle attuali atrocità della guerra in Ucraina. Sul
palco del Theater di Brema hanno recitato Ferdinand Lehmann, Patrick
Balaraj Yogarajan, Matti Weber e Julischka Eichel.
Aufführungen prosegue con le proposte viennesi: il Burgtheater ospita la messinscena di
Nebenan, adattamento teatrale dellomonimo romanzo di Daniel Brühl
da parte di Martin Kušej: in un pub tedesco iperrealistico si consumano
storie di tradimenti e di soprusi animati in scena da Florian Teichtmeister,
Norman Hacker, Katharina Pichler.
Al Volkstheater, Kay Voges si confronta con
il goethiano Faust e affida i ruoli principali a Gitte Reppin
(Mefistofele) e Andreas Beck (Faust), per uno spettacolo dalle atmosfere
ora cupe ora hollywoodiane. Sebastian Baumgarten cura la messinscena di Der
Würgeengel-El Angel Exterminator dal celebre film di Buñuel, privilegiando
un linguaggio surreale che ha evidenziato la bella e convincente esibizione di Lavinia
Nowak e Elias Eilinghoff.
Non passa inosservata la scena di Monaco dominata
dalle tre produzioni dei Kammerspiele. Les statues rêvent aussi. Vision einer Rückkehr, ideazione del
coreografo Serge Aimé Coulibaly e del regista Jan-Christoph Gockel
era in visione contemporaneamente anche a Lomé in Togo perché il tema dominante
è il declassamento dei beni artistici africani oggi depositati nelle cantine di
molti musei europei. Figure femminili risultano centrali in due importanti
allestimenti: alla ibseniana Nora rivisitata da Sivan Ben Yishai
e allestita da Felicitas Brucker con particolare attenzione ai tormenti
psicologici dei personaggi affidati alle competenze di Katharina Bach, Svetlana
Belesova, Vincent Redetzki e Thomas Schmauser, segue Die
Freiheit einer Frau dallomonimo romanzo di Édouard Louis: si tratta
del racconto di un viaggio-percorso esistenziale di una donna impegnata nella
lotta per la sua emancipazione, partendo da un paesino dominato dal maschilismo
per poi arrivare a Parigi e fumare un a sigaretta liberatoria con Catherine
Deneuve. La regia precisa e creativa di Felicitas Brucker mette in evidenza
le pregevoli doti espressive di Katharina Bach, Thomas Schmauser, Edmund
Telgenkämper.
In Akteure si legge il profilo di Paul
Zichner, attore formatosi alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst
di Francoforte, per poi maturare importanti esperienze a Magonza, Darmstadt e
Heidelberg. È con la compagnia del Berliner Ensemble che ottiene lusinghieri
consensi di pubblico e di critica grazie alla partecipazione a spettacoli
firmati da prestigiosi registi, da Pamkherz curato da Oliver Reese a Wagner
– Der Ring des Nibelunges allestito da Ersan Mondtag.
Segue la laudatio per Gina Haller, attrice
svizzera prematuramente scomparsa e ricordata soprattutto per lattività svolta
con lo Schauspielhaus di Bochum a partire dal 2018 (in precedenza aveva
recitato a Treviri e a Brema). Tra le sue tante interpretazioni spiccano il
doppio ruolo di Ofelia e Orazio in Hamlet per la regia di Johan Simon
e la presenza nel cast di Ivanov di Čechov
e di Noise. Das Rauschen der Mange della regista Manuela Infante.
Der Triumph der Waldrede in Europa, novità di Clemens J. Setz recentemente vincitrice del
prestigioso Premio Büchner, è pubblicata in versione integrale nella sezione Das
Stück. Recentemente allestito allo Schauspiel di Stoccarda (regia di Nick
Hartnagel, con Therese Dörr, David Müller, Camille
Dombrowsky e Elias Krischke), il dramma ruota intorno al rifiuto dei
genitori di accettare la morte del figlio di otto anni in un incidente
stradale, tantoché lo tengono in vita attraverso i social.
In Bücher la redazione di «Theaterheute»
propone schede analitiche e illustrative di libri di recente pubblicazione. Tra
questi: Blutbuch di Kim de lHorizon (Dumont, 2022), Dürrst
di Simon Froehling (bilger, 2022), Theater in quereem Alltag und
Aktivismus der 1970er und 1980er Jahre, a cura di Jenny Schrödl e Eike
Wittrock (Neofelis, 2022), Wenn ich euch verraten könnte di Lea
Draeger (hanserblau, 2022), Spes heißt Hoffnung Amanda
Lasker-Berlin (Frankfurter Verlagsanstalt, 2022), Hausers Ausflug di
Steffen Mensching (Wallstein Verlag, 2022), Ethik der Appropriation di
Jens Balzer (Malthes und Seitz, 2022).
di Massimo Bertoldi
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