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C’est moi peut-être, omaggio a Micha van Hoecke. Versiliadanza compie trent'anni Eventi

L’Associazione Culturale Versiliadanza, fondata da Angela Torriani Evangelisti nel 1993 e dal 2012 ubicata presso il Teatro Cantiere Florida, è un punto di riferimento nella realtà spettacolare fiorentina. Nel 2023 ha celebrato la sua attività trentennale proprio tra le mura del Florida con C’est moi peut-ętre, un omaggio al coreografo, regista e danzatore belga Micha van Hoecke, scomparso nel 2021.

Alla serata celebrativa hanno partecipato numerosi danzatori, artisti e amici che hanno conosciuto Micha, nonché la realtà di Versiliadanza, sia professionalmente sia dal punto di vista umano: la giornalista e critica di danza Carmela Piccione, le danzatrici Daniela Maccari e Michela Caccavale, amici e collaboratori quali Massimo Paganelli e Domenico De Martino. Ad aprire l’evento è stata la professoressa Caterina Pagnini, presidente del Corso di Laurea DAMS afferente al Dipartimento di Eccellenza SAGAS dell’Università degli Studi di Firenze.

A seguire l’intervento di Carmela Piccione, autrice del libro Micha van Hoecke (Palermo, Ila Palma, 2007), un volume ricco di interviste, racconti, immagini e documenti atti a ripercorrere la vicenda personale e professionale dell’artista: dall’infanzia all’incontro con Maurice Béjart; dalla direzione della scuola Mudra di Bruxelles fino al viaggio in Italia, in particolare a Castiglioncello. Non per ultimo il suo approccio alla creazione coreografica, costruita su «momenti diversi, di intuizioni particolari che si concretizzano in un percorso che definirei assolutamente misterioso» (ivi, p. 95). Come ha ricordato anche la disegnatrice di luci Lucilla Baroni, le coreografie di Micha sono fortemente stimolate dall’elemento musicale: «la prima emozione è legata all’ascolto della musica» (ibid.).

Micha van Hoecke nasce a Bruxelles nel 1944 da padre belga e madre russa. Da giovanissimo muove i suoi primi passi nel mondo della danza e della performance, entrando a far parte di compagnie guidate da personalità di rilievo come Roland Petit e il già citato Béjart. Alla fine degli anni Settanta diviene direttore artistico della scuola Mudra, fucina di grandi artisti. A coronare la sua carriera è forse l’approdo in Italia, che definisce in questi termini: «un paese che ho sempre amato, culla di una civiltà antichissima. Sono sempre stato innamorato anche del cinema italiano, Fellini, Antonioni…» (ivi, p. 51). Dopo l’esperienza romana degli anni Ottanta, l’Ensemble (nato nel 1981) parte per una tournée; prima si reca in Belgio e successivamente a Firenze. Durante il soggiorno in Toscana, a Castiglioncello incontra Massimo Paganelli, attore, uomo di spettacolo e direttore artistico: «mi mostrò una cartolina con una villa di Castiglioncello che avrebbe potuto mettere a disposizione della compagnia. Un’epoca felice e indimenticabile. Molto lavoro, poca politica, ci sentivamo più liberi» (ivi, p. 53).

Daniela Maccari racconta in particolare il sodalizio artistico tra Micha e la sorella Marina van Hoecke, insegnante di danza con la quale si è formata la stessa Angela Torriani Evangelisti a Bruxelles. La direttrice artistica di Versiliadanza esprime apertamente il valore dell’Ensemble e riconosce quanto la propria esperienza da studentessa sia stata di ispirazione per i lavori realizzati successivamente con la propria compagnia.

La serata si conclude con un ulteriore omaggio a van Hoecke: la performance dal vivo Prochain Arręt, da un’idea di Ludovic Party. Sul palco del Florida si esibiscono infatti alcuni degli ex danzatori dell’Ensemble, Michela Caccavale, Luisa Guicciardini, Ilaria Landi, Daniela Maccari, Francesca Malacarne, Alessandro Pucci, Raffaele Sicignano e la stessa Angela Torriani Evangelisti, accompagnati dal flautista Stefano Agostini. La coreografia, chiaro tributo all’arte del maestro, ha il sapore di un nostalgico revival, a testimonianza di un trascorso felice e fecondo nonostante il «mio pessimo carattere, il fatto che non parli, che non mi apra a loro quando ci sono problemi», come si ricorda nel libro dedicato a Micha (ivi, p. 42) e come ricorda anche Domenico De Martino, docente universitario e assistente del coreografo. C’est moi peut-ętre è un’occasione di incontro, di ricordo e di buoni auspici per il futuro.

di Benedetta Colasanti



 
C’est moi peut-être



 
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