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Napoleonic Milan. Laboratory of modernity and strategies of representation

A cura di Angelo Bianchi e Annamaria Cascetta

Pisa, ETS, 2022, 385 pp., euro 36
ISBN 9788846763372

Il ventunesimo volume in inglese della collana “Canone teatrale europeo”, curato da Angelo Bianchi e da Annamaria Cascetta, raccoglie gli atti del convegno nazionale Napoleone a Milano, tenutosi on line il 15 e il 16 marzo 2021 e organizzato – nel programma di celebrazioni per il bicentenario della morte di Napoleone – dalla Biblioteca Ambrosiana in collaborazione con il Centro Studi Italiani - Center of Italian Studies e il Centro di Cultura e Iniziativa Teatrale “Mario Apollonio”, entrambi attivi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

La prima parte del volume, più panoramica, è dedicata a Milano e alle politiche di rinnovamento che durante il periodo dell’occupazione napoleonica trasformarono la città a vari livelli: giuridico, militare, religioso, artistico. Restringendo il campo di indagine, la seconda parte mette a fuoco diverse modalità di rappresentazione del potere tra cui quelle performative, centrali nel processo di costruzione della memoria e nell’orientamento dell’opinione pubblica.

Apre la prima sezione il contributo di Antonio Trampus sui diritti e sulle libertà in età napoleonica. Trampus si sofferma specialmente sul paradosso della presenza, in un contesto di attenzione crescente al tema dei diritti umani, dell’istituto giuridico della morte civile, ancora presente nel Code civil del 1804. Dedicato alla vita militare nella Milano dei primi anni dell’Ottocento è il saggio di Emanuele Pagano, che riporta dati puntuali sui soldati della guarnigione, caserme, edifici e servizi militari della città napoleonica, mettendo a confronto il mondo bellico con la dimensione civile cittadina. Nei due contributi successivi Gianvittorio Signorotto evidenzia gli elementi di continuità nella vita clericale milanese nel passaggio dalla dominazione austriaca a quella francese, mentre Riccardo Benzoni approfondisce il tema delle politiche religiose varate durante l’occupazione francese, là dove il processo di ri-sacralizzazione messo in atto da Bonaparte per rafforzare il suo potere innescò reazioni contrastanti nel clero italiano, riuscendo solo in parte nel suo intento. Luca Montagner chiude questa prima sezione del volume con una breve storia della Biblioteca Nazionale Braidense.

Si entra quindi nella parte più specificamente dedicata alle strategie di rappresentazione con il contributo di Giovanna D’Amia sul tema dei monumenti permanenti ed effimeri celebrativi della figura di Napoleone. Roberta Carpani analizza invece la costruzione di narrazioni ad hoc per i contemporanei e per la posterità in occasione dell’incoronazione di Bonaparte a Milano nel 1805.

I tre saggi successivi sono dedicati al teatro: Claudio Bernardi ripercorre le varie fasi della storia dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano, mentre rivolti alla figura di Napoleone e alla sua presenza nella drammaturgia e sulla scena milanesi del tempo sono i contributi di Laura Peja e di Cascetta. Peja sceglie tre esempi emblematici di differenti momenti storici e politici (il Pausania di Francesco Saverio Salfi, il Teseo di Vincenzo Monti e l’Ajace di Ugo Foscolo) che dimostrano come la rappresentazione scenica di diversi alter ego di Napoleone fosse tutt’altro che monolitica, modellata solo da fini encomiastici. Cascetta analizza invece le rappresentazioni della storia di Cesare, personaggio collegato nell’immaginario a Napoleone.

Ampliano l’orizzonte i contributi di Greta Salvi e Arianna Frattali, rispettivamente sulla festività pubblica nella Milano napoleonica e sulla permanenza di pratiche performative collettive legate al culto cattolico in Lombardia. Chiudono questa seconda parte del volume le sezioni Confronti, con il focus di Carla Bino sui progetti di riforma del teatro a Brescia fra il 1796 e il 1798, e Tavole.

Segue quindi il catalogo parziale della mostra Napoleone all’Ambrosiana. Percorsi della rappresentazione, allestita negli spazi della Pinacoteca Ambrosiana dal 5 ottobre 2021 al 4 maggio 2022, curata da Francesca Barbieri e Alessandra Mignatti. L’elenco delle opere esposte – incisioni, disegni, relazioni, scritti satirici, libretti, opere teoriche e periodici – è preceduto da due brevi saggi delle curatrici: il primo sulla carriera di Gaspare Galliari (1761-1823), pittore e scenografo; il secondo sulle modalità di rappresentazione del nuovo potere instauratosi a Milano nel passaggio fra Sette e Ottocento. Una selezione dei materiali in mostra conclude la pubblicazione, proponendo una suite di trentanove immagini in bianco e nero.



di Italo Papandrea


Napoleonic Milan. Laboratory of modernity and strategies of representation

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