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Theaterheute, Nr. 8-9, August-September 2022


72 pp., euro 18,50
ISSN 0040 5507

Questo doppio numero di «Theaterheute» si apre con Gespräch, in cui si pubblica una lunga e dettagliata intervista a Anastasiia Kosodii, drammaturga ucraina cofondatrice del teatro Nova Drama di Zaporižžja che poi avvia una proficua collaborazione con il teatro indipendente PostPlay di Kiev. Gli argomenti trattati spaziano dalla sua condizione di esule al dramma della guerra, segnatamente quello relativo alle prospettive dei giovani affrontato nei suoi testi. Indicativo in merito è il recente Timetraveller’s guide to Donbass. Was ist jüdische Musik, pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero della rivista berlinese. 

Grande visibilità è data ai Festivals, a partire dalle Wiener Festwochen curate da Christophe Slagmuylder che ha impaginato un cartellone di spessore internazionale incentrato sull’interdisciplinarietà tra teatro, danza, musica, installazioni e arti visive. Tra i tanti spettacoli emergono Joy 2022 di Michiel Vandevelde anche protagonista, Einstein on the Beach di Philip Glass per la cura scenica di Susanne Kennedy e Markus Selg, We had a lot of bells di e con Damien Rebgetz, la pucciniana Madama Butterfly per la luminosa regia di Satoko Ichihara.

Dopo due anni di inattività causa Covid ha ripreso anche la rassegna di teatro indipendente Impulse Festival offrendo dibattiti pubblici, installazioni e performances urbane a Düsseldorf, Colonia e Mühlheim an der Ruhr. Oltre a Lovesong di Daniel Dominguez Teruel e a Extinction Room (Hopeless.) del coreografo Sergiu Matis, ha strappato consensi GGGNHM - Guggenheim in Oberbilk? degli austriaci God’s Entertainment.

Di rilevo è stato Radikal Jung, il festival rivolto ai giovani registi che si è tenuto negli ambienti del Volkstheater di Monaco. Il suo carattere internazionale sviluppa un confronto tra i nuovi orientamenti artistici. Sono emersi spettacoli di pregevole qualità artistica come It’s Britney, Bitch! di Lena Brasch e Sina Martens, quest’ultima anche applaudita protagonista; Bad Roads dell’ucraina Natalia Vorozhbyt, per la regia di Tamara Trunova; We Are in the Army Now di Elias Adam; e Civilisation di Jaz Woodcock-Stewart.

Aufführungen, in cui si pubblicano le recensioni dei principali spettacoli realizzati nell’area tedesca, ospita Auslöschung. Ein Zerfall tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Bernhard da parte della regista Karin Henkel. Sul palcoscenico del Deutsches Theater di Berlino Anja Schneider, Daniel Zillmann e Bernd Moss sono risultati i protagonisti di una storia molto cupa incentrata sul ritorno a casa di un uomo, dopo decenni di assenza, per il funerale dei genitori morti in un incidente, che gli provoca una sorta di viaggio nel passato dal quale emergono precedenti legami, molto stretti, della sua famiglia con il regime nazista.

Il Nationaltheater di Mannheim ha prodotto la messinscena di Gott Vater Einzeltäter denominata Operation Kleist in cui il dramaturg Necati Öziri assume una serie di personaggi eroici dall’opera di Heinrich von Kleist, per poi trasferirli in una generica contemporaneità. Guidati dalla regia di Sapir Heller, si sono distinti László Branko Breiding, Annemarie Brüntjen, Vassilissa Reznikoff e Eddie Irle.

Si fa apprezzare la regia elaborata da Sebastian Hartmann per Vor den Vätern sterben die Söhne ricavato dall’omonima raccolta di Thomas Brasch e in visione allo Staatsschauspiel di Dresda. Si susseguono episodi che ricostruiscono la vita al tempo della DDR, soffermandosi soprattutto sulle tensioni e sui conflitti tra le persone durante la Guerra Fredda, come hanno raccontato in scena Linda Pöppel, Torsten Ranft, Viktor Tremmel e Marin Blülle.

Robert Wilson firma la regia di Dorian, testo di Darryl Pinckney imperniato sul romanzo Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Presentato in prima assoluta allo Schauspielhaus di Düsseldorf, il monologo è stato interpretato da Christian Friedel che ha offerto una prova magistrale da un punto di vista stilistico e performativo.

In Akteure si legge il profilo artistico di Svenja Liesau, attrice di Magdeburgo che si è formata presso l’Accademia di Arti Drammatiche di Berlino per poi essere scritturata, nel 2013, nella compagnia del Maxim Gorki Theater, lavorando tra gli altri con Armin Petras e Jan Bosse. Seguono, dal 2013 al 2017, la collaborazione con lo Schauspiel di Stoccarda e il ritorno nella capitale dove il talento della Liesau ha trovato la meritata consacrazione nello shakespeariano Hamlet (2020, regia di Christian Weise), in Und sicher ist mit mir die Welt verschwunden di Sybille Berg (2020, regia di Sebastian Nübling) e nel recente Queen Lear da Shakespeare (2022, regia di Weise). 

In Lektüresommer il dramaturg consiglia letture estive. In merito, Pat To Yan, anche stimato commediografo del Nationaltheater di Mannheim, suggerisce Nach dem Beben di Haruki Murakami (DuMont, 2003), From Rival China to the Ivy League di Yü Ying-shih (Cambria Press, 2021) e Das Ereignis di Annie Ernaux (Suhrkamp, 2021).

Le scelte di Katja Brunner, scrittrice e collaboratrice dello Schauspiel di Stoccarda, ricadono su Fern von her. Sämtliche Erzählungen di Adelheid Duvanel (Limmat, 2021), Ein Mann sein di Nicole Krauss (Rohwolt, 2022) e Witz di Joshua Cohen (Schöffling, 2022). Infine Akin Emanuel Şipal del Theater di Brema si orienta su Die flüchtige Seele di Harold Brodkey (Rohwolt, 1997), Eva Hesse. Diaries (Hauser & Wirth, 2020) e Die Konferenze der Vögel di Farid ud-Din ‘Attar (Marix, 2008).



di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 8-9, August-September 2022

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