Questo doppio
numero di «Theaterheute» si apre con
Gespräch,
in cui si pubblica una lunga e dettagliata intervista a
Anastasiia Kosodii,
drammaturga ucraina cofondatrice del teatro Nova Drama di Zaporižžja che poi
avvia una proficua collaborazione con il teatro indipendente PostPlay di Kiev.
Gli argomenti trattati spaziano dalla sua condizione di esule al dramma della
guerra, segnatamente quello relativo alle prospettive dei giovani affrontato
nei suoi testi. Indicativo in merito è il recente
Timetravellers guide to
Donbass. Was ist jüdische Musik, pubblicato in versione integrale nella
sezione
Das Stück di questo numero
della rivista berlinese.
Grande
visibilità è data ai Festivals, a
partire dalle Wiener Festwochen curate da Christophe Slagmuylder che ha
impaginato un cartellone di spessore internazionale incentrato
sullinterdisciplinarietà tra teatro, danza, musica, installazioni e arti
visive. Tra i tanti spettacoli emergono Joy 2022 di Michiel
Vandevelde anche protagonista, Einstein on the Beach di Philip
Glass per la cura scenica di Susanne Kennedy e Markus Selg, We
had a lot of bells di e con Damien Rebgetz, la pucciniana Madama
Butterfly per la luminosa regia di Satoko Ichihara.
Dopo due anni
di inattività causa Covid ha ripreso anche la rassegna di teatro indipendente Impulse
Festival offrendo dibattiti pubblici, installazioni e performances urbane a
Düsseldorf, Colonia e Mühlheim an der Ruhr. Oltre a Lovesong di Daniel
Dominguez Teruel e a Extinction
Room (Hopeless.) del coreografo Sergiu Matis, ha strappato consensi GGGNHM
- Guggenheim in Oberbilk? degli austriaci Gods Entertainment.
Di rilevo è
stato Radikal Jung, il festival rivolto ai giovani registi che si è tenuto
negli ambienti del Volkstheater di Monaco. Il suo carattere internazionale
sviluppa un confronto tra i nuovi orientamenti artistici. Sono emersi
spettacoli di pregevole qualità artistica come Its Britney, Bitch! di Lena Brasch e Sina
Martens, questultima anche
applaudita protagonista; Bad Roads dellucraina Natalia Vorozhbyt, per la regia di Tamara Trunova;
We Are in the Army Now di Elias Adam; e Civilisation di Jaz
Woodcock-Stewart.
Aufführungen, in cui si pubblicano le recensioni dei principali
spettacoli realizzati nellarea tedesca, ospita Auslöschung. Ein Zerfall
tratto dallomonimo romanzo di Thomas Bernhard da parte della regista Karin
Henkel. Sul palcoscenico del Deutsches Theater di Berlino Anja Schneider,
Daniel Zillmann e Bernd Moss sono risultati i protagonisti di una
storia molto cupa incentrata sul ritorno a casa di un uomo, dopo decenni di
assenza, per il funerale dei genitori morti in un incidente, che gli provoca una
sorta di viaggio nel passato dal quale emergono precedenti legami, molto
stretti, della sua famiglia con il regime nazista.
Il
Nationaltheater di Mannheim ha prodotto la messinscena di Gott Vater
Einzeltäter denominata Operation Kleist in cui il dramaturg Necati
Öziri assume una serie di personaggi eroici dallopera di Heinrich von
Kleist, per poi trasferirli in una generica contemporaneità. Guidati dalla
regia di Sapir Heller, si sono distinti László Branko Breiding,
Annemarie Brüntjen, Vassilissa Reznikoff e Eddie Irle.
Si fa
apprezzare la regia elaborata da Sebastian Hartmann per Vor den
Vätern sterben die Söhne ricavato dallomonima raccolta di Thomas Brasch
e in visione allo Staatsschauspiel di Dresda. Si susseguono episodi che
ricostruiscono la vita al tempo della DDR, soffermandosi soprattutto sulle
tensioni e sui conflitti tra le persone durante la Guerra Fredda, come hanno
raccontato in scena Linda Pöppel, Torsten Ranft, Viktor
Tremmel e Marin Blülle.
Robert Wilson firma la regia di Dorian, testo
di Darryl Pinckney imperniato sul romanzo Il ritratto di Dorian Gray
di Oscar Wilde. Presentato in prima assoluta allo Schauspielhaus di
Düsseldorf, il monologo è stato interpretato da Christian Friedel che ha
offerto una prova magistrale da un punto di vista stilistico e performativo.
In Akteure si legge il profilo artistico di
Svenja Liesau, attrice di Magdeburgo che si è formata presso lAccademia
di Arti Drammatiche di Berlino per poi essere scritturata, nel 2013, nella
compagnia del Maxim Gorki Theater, lavorando tra gli altri con Armin Petras
e Jan Bosse. Seguono, dal 2013 al 2017, la collaborazione con lo
Schauspiel di Stoccarda e il ritorno nella capitale dove il talento della Liesau
ha trovato la meritata consacrazione nello shakespeariano Hamlet (2020,
regia di Christian Weise), in Und sicher ist mit mir die Welt
verschwunden di Sybille Berg (2020, regia di Sebastian Nübling)
e nel recente Queen Lear da Shakespeare (2022, regia di Weise).
In Lektüresommer il dramaturg consiglia
letture estive. In merito, Pat To Yan, anche stimato commediografo del
Nationaltheater di Mannheim, suggerisce Nach dem Beben di Haruki
Murakami (DuMont, 2003), From Rival China to the Ivy League di Yü
Ying-shih (Cambria Press, 2021) e Das Ereignis di Annie Ernaux
(Suhrkamp, 2021).
Le scelte di Katja
Brunner, scrittrice e collaboratrice dello Schauspiel di Stoccarda,
ricadono su Fern von her. Sämtliche Erzählungen di Adelheid Duvanel
(Limmat, 2021), Ein Mann sein di Nicole Krauss (Rohwolt, 2022) e Witz
di Joshua Cohen (Schöffling, 2022). Infine Akin Emanuel Şipal
del Theater di Brema si orienta su Die flüchtige Seele di Harold Brodkey
(Rohwolt, 1997), Eva Hesse. Diaries (Hauser & Wirth, 2020) e Die
Konferenze der Vögel di Farid ud-Din ‘Attar (Marix, 2008).