La
Vetrina, con cui si apre il numero
autunnale di «Hystrio», ospita la cronaca dettagliata di Giuseppe Montemagno relativa allo svolgimento della prima edizione
di Hystrio Festival al Teatro Elfo Puccini di Milano. Ha riscosso ampi consensi
di pubblico e di critica la formula basata su letture sceniche e sei spettacoli
under 35, unitamente alla tradizionale premiazione dei vincitori per categorie:
Valentina Picello (Premio Hystrio
allInterpretazione), Veronica Cruciani
(Premio Hystrio alla Regia), Letizia
Russo (Premio Hystrio alla Drammaturgia), Terreni Creativi Festival (Premio
Hystrio-Altre Muse), Controcanto Collettivo (Premio Hystrio-Iceberg), Roberto Zappalà (Premio Hystrio-Corpo a
corpo), Le sedie di Eugène Ionesco, regia di Valerio Binasco (Premio
Hystrio-Twister). Seguono i vincitori del Premio Hystrio Scritture di Scena e
del Premio Hystrio alla Vocazione, rispettivamente consegnati a Matteo Caniglia con Paesaggio estivo con allocco che ascolta
e a Fabrizio Costella e Cristiana Tramparulo; mentre il Premio
Ugo Ronfani è toccato a Matilda
Farrington. Lo
Speciale Peter Brook è un doveroso
omaggio al maestro recentemente scomparso: Fausto
Malcovati racconta i suoi ricordi personali alimentati dalla visione di
spettacoli del grande regista, dagli shakespeariani Titus Andronicus e King Lear
a La tragédie de Carmen di Bizet, dal cechoviano Giardino dei ciliegi allultimo Warum, Warum visto a Pontedera nel 2008.
Altri fortunati e attenti spettatori legati alla stessa rivista milanese
offrono brevi e luminosi contributi firmati da Laura Caretti (Midsummer
Nights Dream, inizio anni Settanta), Gerardo
Guccini (Mahābhārata, 1985), Claudia Cannella (La tempesta, 1991), Giuseppe
Liotta (Giorni felici, 1996), Giuseppe Montemagno (Don Giovanni, 1998), Stefania Maraucci (Le costume, 2002) Nicola
Arrigoni (La tragédie dHamlet,
2002) e Francesco Tei (Ta main dans la mienne, 2005). Teatromondo
inizia a Salisburgo, dove Irina Wolf
ha partecipato allo storico festival e ha assistito a una serie di spettacoli
di grande rilievo artistico come Ingolstadt
confezionato da Ivo van Hove
attingendo materiali da testi di Marie
Luise Freißer; non mancano le riscritture di classici, come Girotondo di Arthur Schnitzler le cui scene sono state rielaborate dai dieci
attori impegnati sul palco (regia di Yana
Ross) o una moderna Ifigenia
realizzata dallautrice polacca Joanna
Bednarczyk e dalla regista Ewelina
Marciniak. Con il contributo di Laura
Caparrotti ci si sposta a Broadway per dare notizia del trionfo
delledizione londinese, diretta da Sam
Mendes, di Lehman Trilogy di Stefano Massini; inoltre si
moltiplicano gli allestimenti di testi del drammaturgo toscano da parte di
compagnie americane, come era già successo a Mario Fratti nel 1996 con Nine
e altre commedie a partire dalla fortunata Sei
donne appassionate del 1974, dedicata alla vita di Federico Fellini. Di
grande interesse e qualità è il Dossier
Teatro e spazi urbani curato con adeguate competenze da Renzo Francabandera, Roberto Rizzente e Elena Scolari. Lapertura spetta a Giuseppe Liotta che ne ripercorre le tappe storiche del Novecento,
dallidea di teatro coltivata da Adolphe
Appia allAgit-prop e al Living Theatre, per poi proseguire con il rifiuto
dei luoghi teatrali canonici secondo Grotowski
e Kantor, Peter Brook e Ariane
Mnouchkine. Per quanto riguarda lItalia spiccano Luca Ronconi con lOrlando
furioso allestito in piazza e XX da
La Roue ambientato nelle stanze di una palazzina, lo spettacolo itinerante
di Carlo Quartucci a bordo del suo
camion e le iniziative di Giuliano
Scabia nei quartieri popolari di Torino. Si tratta di esperienze
pionieristiche dalle quali, come bene spiega Roberto Canziani, si sviluppano i percorsi praticati nel periodo
1970-1990 anche da Maurizio Scaparro
nellambito del Carnevale di Venezia, da Vittorio
Gassman nel Porto Antico di Genova per poi proseguire con i festival, da
Cividale a Gibellina. Variegate
espressioni teatrali in contesti urbani, proprie del XXI secolo, costituiscono
largomento di Francabandera che ricorda Marina
Abramović, le performances
itineranti di teatro partecipato proposte da Rimini Protokoll, la situazione
italiana animata da soluzioni artistiche di lodevole effetto. È compito di Francesca Serrazanetti presentare la
radiografia ragionata dei diversi luoghi pubblici scelti per superare il
confine tra arte e vita quotidiano: sono sia ambienti chiusi (musei, bar,
biblioteche, stazioni) che aperti come lIsolotto di Firenze scelto da Virginio
Sieni per il festival Cantieri Culturali, oppure piazze e mercati. Come
illustra Matteo Brighenti, si
registrano anche interessanti progetti di teatro itinerante, sorta di Carro di
Tespi a motore, come il Bus Theater, Opera Camion; oppure si registrano
alternative di teatro ecosostenibile con gli attori in bicicletta oppure in
azione sugli autobus. Il
Dossier prosegue con lintervento di
Elena Scolari rivolto alle performances
teatrali contestualizzate nelle sale dei ristoranti e trattorie, bar e cantine,
con testi a carattere culinario come hanno prodotto, tra i tanti, Teatro delle
Ariette, Davide Lorenzo Palla con il
fortunato Tournée da bar e il collettivo Il menù della poesia. Si
è diffuso, spiega Laura Bevione,
anche lo spettacolo a carattere domestico: le case di artisti o di comuni
privati ospitano esibizioni sostenute da drammaturgie talvolta innovative come La cosa principale di Laura Cleri oppure le proposte di Mariella Fabbris. Nella
riqualificazione delle periferie metropolitane il rapporto tra spazio urbano e
linguaggio teatrale intensifica il contatto con il tessuto sociale, come
succede a Milano e a Roma, secondo quanto relazionano, apportando esempi
significativi, Maddalena Giovanelli
e Lucia Medri. Analogo discorso
prosegue nellintervista rilasciata a Alessandro
Toppi da parte di Agostino Riitano,
manager culturale e soprattutto attivo nel progetto Procida Capitale Italiana
della Cultura 2022 realizzato con il concorso di 350 artisti. Il regista e
drammaturgo Andrea Paolucci di
Teatro dellArgine spiega a Renzo Francabandera le pratiche teatrali
finalizzate allinclusione di persone in disagio sociale, dai carcerati ai
richiedenti asilo e i pazienti psichiatrici. Anche
il circo offre molti elementi allarte da strada, come segnala Alessandro Serena che ricorda le performances nelle vie cittadine di
artisti hippie di fine anni Sessanta fino alle esperienze recenti più
strutturate quali Biblioteca degli Alberi di Milano o il Festival Bam Circus. Con
le dichiarazioni di Marco Scotoni
rilasciate a Roberto Rizzente si entra a contatto con il collettivo di artisti
indonesiani denominato ruangrupa che si è distinto a Kassel e nellambito della
Biennale di Istanbul con progetti assai interessanti e marcatamente innovativi.
Ha
una lunga e articolata storia, di almeno un secolo, la pratica della danza in
ambienti urbani, tantoché in tempi recenti vive una sua diffusione capillare:
lo dimostrano i numerosi festival segnalati da Lorenzo Conti, unitamente ad una serie di compagnie e artisti di
qualità della scena italiana. Chiude questo Dossier
Anna Maria Monteverdi la cui attenzione cade sui progetti site-specific ideati da Teatro Potlach e dal visual artist Vincenzo
Sansone, rispettivamente per la campana Pietrelcina e la lombarda Lovere. Due
sono i Ritratti presentati dalla
rivista milanese: la regista brasiliana Christiane
Jatahy, recentemente premiata al Leone dOro della Biennale di Venezia,
racconta a Roberto Canziani la situazione del suo paese, limitato nella libertà
dalla pandemia e dalla militarizzazione in corso, per poi soffermarsi sulle sue
creazioni che «ruotano attorno al tema del confine, che sia geografico oppure
interiore» (p. 53); Leonardo Capuano
è raccontato da Marco Menini
seguendo il suo percorso artistico ricco di esibizioni molto fisiche, a partire
da Sa vida mia perdia po nudda (1996)
ispirata a Delitto e castigo fino
allo shakespeariano e pluripremiato Macbettu.
Inoltre lattore annovera importanti collaborazioni con Umberto Orsini e Roberto
Abbiati. Nella
sezione Anniversari Laura Bevione
propone la trentennale attività di Fanny & Alexander che annovera un
repertorio assai eclettico e caratterizzato dalla contaminazione dei linguaggi
visivi e sonori. Festeggia
i primi dieci anni di attività Cue Press, ambiziosa casa editrice fondata e
diretta da Mattia Visani. Nel ricco
e ragionato catalogo, spiega Nicola
Arrigoni, si leggono titoli rieditati di studi fondamentali sul cinema e il
teatro, pubblicazioni di testi teatrali classici e contemporanei, con grande
attenzione agli sviluppi della scena contemporanea. In
Teatro Ragazzi Mario Bianchi offre informazioni basilari relative agli spettacoli
più significativi visti ai festival Colpi di Scena, Vimercate Ragazzi Festival. Le
pagine di Nati ieri sono occupate
dalla quarta edizione di Forever Young presso la Corte Ospitale: in merito
Mario Bianchi presenta i cinque studi finalisti da cui è emersa la Compagnia
Fiore/Rossi. La
nona edizione del Premio Scenario Infanzia diretto da Cristina Valenti costituisce largomento trattato da Mario Bianchi
che offre una sintesi degli spettacoli più significativi, soffermandosi su
quello della compagnia Brat, Nunc. La
consueta e corposa sezione delle Critiche
ordina le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Seguono
le pagine dedicate alla danza e alla lirica. Nella
ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa
Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane
legate alla cultura dello spettacolo. Il
testo pubblicato è Paesaggio estivo con
allocco che ascolta di Matteo Caniglia. La commedia è vincitrice del Premio
Hystrio Scritture di Scena 2022.
Le
tante e utili informazioni de La società
teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.
di Massimo Bertoldi
|
|