Alcina di Georg Friedrich Händel al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Alcina di Georg Friedrich Händel approda per la prima volta al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e lo fa con la regia di Damiano Michieletto, in un allestimento progettato nel 2019 per il Festival di Pentecoste di Salisburgo. Il regista concentra la sua visione sulla figura dell'ariostesca Alcina, carica di bulimia affettiva e al contempo di quel timore dell'inesorabile declino che è tipica dell'essere umano.
Nell'auditorium Zubin Mehta va in scena uno spettacolo barocco dai toni cupi e di potente suggestione. Dietro a una parete trasparente un gruppo di ballerini, mossi come marionette (coreografie di Thomas Willhelm), portano avanti lo sviluppo narrativo giocando col tema dello specchio. Le luci di Alessandro Carletti e i video prodotti da Rocafilm e Roland Horvath rendono la scena ricca di pathos e godibile per il pubblico moderno. Gli effetti tecnologici sono affidati alla pedana girevole e al vetro rotante realizzati da Paolo Fantin. Gli abiti, dai materiali e dalle fogge diverse in bilico tra antico e moderno, sono realizzati da Agostino Cavalchi. La direzione musicale è affidata al barocchista Gianluca Capuano, che con i suoi Les Musiciens du Prince-Monaco riesce a far emergere i colori più cupi di un'opera ricca di malinconia e pathos.
Cecilia Bartoli incarna un'Alcina piena di sentimenti contrastanti, splendidamente resi attraverso i suoi potenti mezzi vocali, grazie ai quali la cantante domina un ruolo ricco di insidie. Moderna e barocca al tempo stesso, con la sua vocalità anfibia fra il mezzosoprano acuto e il soprano, Bartoli riesce facilmente a bucare l'orchestra e a piegare la sua voce alle necessità drammatiche del ruolo, non essendo mai banale e sempre carica di sentimento. Le colorature tipiche della partitura non vengono esibite come meri virtuosismi, ma assumono un senso compiuto nella sottolineatura caratteriale del personaggio.
Non meno interessante dal punto di vista vocale è Ruggiero, interpretato dal controtenore Carlo Vistoli, che mostra una voce robusta, caratteristica non scontata per un falsettista e gestita con una grande abilità tecnica che gli permette di compiere agilità spettacolari e di rinforzare le note con un grande effetto espressivo. Il Ruggiero che ci mostra è infatti un personaggio nobile, virile e sfaccettato, di forte impatto scenico. Completano questo cast di alto livello il mezzosoprano Kristina Hammarström nel ruolo di Bradamante; Lucía Martín-Cartón in quello di Morgana; Riccardo Novaro in quello di Melisso; e Petr Nekoranec nel ruolo di Oronte. Quest'ultimo dà prova di grande duttilità nel registro tenorile, avendo alle spalle una carriera da controtenore. Una menzione speciale va all'Oberto interpretato da un cantore del Wilten Boy's Choir di Innsbruck: nonostante qualche incertezza d'intonazione, il giovane Stephan si mostra comunque padrone della scena e ottimamente preparato.
La recita è stata un susseguirsi di applausi, all'indirizzo di tutti i componenti del cast, con vere e proprie ovazioni rivolte alla Bartoli, Vistoli e Capuano che hanno reso questa produzione una fra le più riuscite della gestione Pereira.
di Angela Blanchi*
* Studentessa di Digital humanities per la Storia dello spettacolo del Corso di laurea magistrale in Scienze dello spettacolo, Dipartimento SAGAS, Università di Firenze
Alcina di Georg Friedrich Händel al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino