La mostra I Farnese. Architettura, Arte,
Potere (Parma,
18 marzo-31 luglio 2022) è un progetto ambizioso. Organizzata secondo criteri perlopiù
cronologici, ha abitato gli spazi del complesso monumentale della Pilotta,
rinnovati nellambito del biennio Parma Capitale Italiana della Cultura
2020+21. La varietà degli oggetti in esposizione, se a un primo impatto può
sembrare sinonimo di dispersività, rivela uno sforzo scientifico a più mani.
Il percorso parte dal 1534, anno in cui il
cardinale Alessandro Farnese sale al soglio pontificio col nome di Paolo
III. Parma e Piacenza, fino a quel momento territori della Chiesa, si
trasformano in un nuovo unico ducato retto dal figlio del pontefice, Pier
Luigi Farnese. Linsieme delle opere raccolte, dallarte figurativa ai
documenti darchivio, dallarchitettura al collezionismo, rendono lidea della
magnificenza farnesiana e raccontano una storia plurisecolare. Il catalogo,
edito da Electa, si articola in due parti principali: nella prima si raccolgono
i contributi di numerosi studiosi, organizzati tematicamente. La seconda parte
consiste in una ricca riproduzione fotografica in alta definizione delle opere
esposte. Tra le pagine introduttive leggiamo i nomi del Ministro della cultura Dario
Franceschini, del curatore e Direttore della Pilotta Simone Verde e
di Andrea Merlotti, che definisce il quadro storico-politico della
dinastia Farnese.
Il primo capitolo è intitolato I
committenti e la loro cerchia. Guido Rebecchini e Simone Verde si
occupano del territorio romano di Paolo III; Barbara Agosti, Valentina
Balzarotti e lo stesso Verde riflettono sulle personalità di spicco che
ruotano attorno alla cerchia farnesiana, come Giorgio Vasari, Paolo
Giovio e Fulvio Orsini. Lintervento di Marco Cavalieri mette
in evidenza i progetti di scavo, mentre quello di Davide Domenici si
concentra sul ruolo dei territori extraeuropei nelle collezioni dei Farnese.
Nel secondo capitolo, Il mecenatismo
farnesiano e le sue forme, Agosti fa luce su Roma e sul Lazio, Carla
Campanini prende in esame i territori di Parma e di Piacenza e Bruno
Adorni si concentra sullarchitettura tra la corte di papa Paolo III e
quella del duca Ranuccio I. Carlo Mambriani propone invece uno
sguardo più ampio, analizzando larchitettura farnesiana a partire dal
mecenatismo del duca Odoardo Farnese (1612-1646), fino allepoca di Elisabetta
Farnese (1692-1766), consorte di Filippo V e regina di Spagna.
Seguono ben dodici contributi dedicati a Le
collezioni. Alcuni passano in rassegna i disegni (Claire Van Cleave),
gli inventari e i documenti (Giuseppe Bertini); altri spaziano tra
numismatica (Paolo Parmiggiani), armi e armature (Antonio Tosini),
glittica (Carlo Gasparri) e oggetti rari (Linda Martino). Simone
Verde, Maria Cristina Quagliotti e Patrizia Piscitello mettono in
rilievo, rispettivamente, la collezione presso il Campo de Fiori e il Museum
Farnesianum, la Galleria del Duca a Parma, lofficina della Cassetta
Farnese. Marco Cavalieri, Alessandra Rullo e Patrizia
Piscitello approfondiscono il rapporto tra i Farnese e la città di Napoli.
Un capitolo più breve illustra Le carte
conservate presso la Ducale Biblioteca Farnesiana (Paola Cirani) e gli
archivi di interesse farnesiano (Marzio DallAcqua), pubblicate sulla
«Gazzetta di Parma» a partire dal 20 giugno 1728 (Claudio Rinaldi). Non
poteva mancare uno spazio destinato allo spettacolo: Teatri della memoria e
della società; il saggio di Luigi Allegri sul teatro Farnese di
Parma è sintetico – per ragioni di spazio – ma di piacevolissima lettura e
dotato di tutti i riferimenti essenziali. Francesco Luisi e Andrea
Torre trattano invece della musica e della letteratura presso la corte
farnesiana. Infine, La colonizzazione del territorio riflette, con Pietro
Zanlari, Bruno Adorni e Carlo Mambriani, sui territori ducali,
sullarchitettura militare e sullimportanza politica del paesaggio e dei
giardini farnesiani. Segue il ricco catalogo che riproduce la vasta gamma di
arti e oggetti collezionati dai Farnese nel periodo del loro splendore.
di Benedetta Colasanti
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