La consueta Vetrina di «Hystrio» si apre con la
presentazione, firmata da Ilaria
Angelone e Claudia Cannella, della prima edizione di Hystrio
Festival, progetto rivolto alla scena italiana under 35 e prossimo a
decollare al Teatri Elfo Puccini di Milano con sei spettacoli, quattro letture
sceniche e le fasi finali di due masterclass per giovani organizzatori e altro
ancora.
È molto
interessante il contributo di Irina Wolf:
racconta la vita di resistenza e resilienza del teatro ucraino in tempo di
guerra, praticato anche nei bunker e negli scantinati.
Valerio Brizzi si occupa della
manifestazione milanese Presenti Accessibili. Laboratori, incontri, spettacoli
su arti performative e disabilità dando notizia dellattività svolta da
Stopgap Dance Company, di spettacoli al teatro Carcano e di un convegno.
Carte
Segrete >< Teatro. Visioni è
il titolo della mostra curata da Bianca
Simoni e allestita al museo Musa di Salò; espone, come illustra Roberto Canziani, oltre cento lavori
grafici ideati da Daniele Lievi per il fratello e regista Cesare che, a partire dal 1987,
raffigurano le scenografie montate sui palcoscenici nazionali e internazionali,
soprattutto dellarea tedesca.
Di Faber Teater,
compagnia di Chivasso attiva da venticinque anni, si occupa Michele Pascarella ricordando gli
allestimenti che meglio ne definiscono la poetica fondata sul connubio tra
tradizione e innovazione quali Allegro cantabile, Stabat
mater-creazione per sei voci e un Duomo, Il campione e la zanzara.
Compie ventanni
la compagnia Garbuggino Ventriglia a fronte di un percorso creativo lineare
ricostruito da Marco Menini, preciso
nel ricordare limportanza dei classici russi (Dostoevskij, Florenskij,
Tarkovskij) presenti in un
repertorio formato da diciotto produzioni.
Porta la firma di Emilio Nigro larticolo per Spazio
Matta, ex mattatoio di Pescara ora diventato spazio per iniziative culturali di
un gruppo di artisti teatrali di diversa connotazione espressiva e soprattutto
capaci di articolare importanti e riusciti progetti.
Vetrina si completa con
Teatro delle Bambole, ensemble barese fondato e diretto da Andrea Cramarossa,
autore di drammaturgie molto significative e di spessore, scrive in merito Michele Pascarella, come La lingua degli insetti, programma di
ricerca quinquennale (2012-2017) in cui è compreso il fortunato e applaudito Il
fiore del mio Genet.
In Anniversari Giuseppe Liotta ricorda il centenario della nascita di Vittorio Gassman, «talento smisurato e
ineguagliabile […] che affonda le radici nel grande attore ottocentesco» (pag.
12), capace di cimentarsi con variegati generi teatrali, sempre attento alla
pedagogia (fondò nel 1979 La Bottega a Firenze) e in grado di avventurarsi in
coraggiose e rischiose imprese produttive come lesperienza del Teatro Tenda a
Roma o Il colossale Ulisse e la balena bianca allestito nel 1972 nel
vecchio porto di Genova.
Di Ugo Tognazzi, pure lui nato nel 1922, si
occupa Nicola Arrigoni ricordando la
sua esperienza teatrale avviata nel 1941 con Il tuo bacio di De Stefano e Romualdi (regia di Gemma
DAmore) e conclusa nella stagione 1889-1990 con M. Butterfly di David H. Hawng recitando al fianco di
un giovane promettente Arturo Brachetti.
Il viaggio di Teatromondo inizia a Londra dove Sandro Avanzo ha assistito ai migliori
musical stagionali nel West End, a partire da Back to the Future
allAdelphi Theatre con Olly Dobson
protagonista di uno spettacolo ironico e a tratti nostalgico, per proseguire
con Dear Evan Hassen al Noël Coward
Teatre, The Drifters Girl al Garrick Theatre e infine Oklahoma! firmato
da Daniel Fish e ospite dello Young
Vic.
È puntellato di
incontri il “viaggio teatrale” compiuto da Marco
Lorenzi tra Parigi e Berlino: nella capitale francese dialoga con Oriòl Broggi, direttore della storica
compagnia catalana La Perla 289 impegnata in 28 i mig, poi con Adele Rutigliano, anima del Théâtre du
Rond-Point; in quella tedesca entra in contatto con Birgit Lengers del Deutsches Theater e con Luzia Schelling, attrice, drammaturga e regista della compagnia
Futur 3.
Di rilievo si
presenta la scena viennese, impreziosita, secondo quanto rileva Irina Wolf, dalle Wiener Festwochen
con un programma ricco e articolato su teatro, musica, danza, e poi laboratori
e conferenze. Tra gli spettacoli, a carattere interdisciplinare come voluto dal
curatore Christophe Slagmuylder, spiccano le proposte del
gruppo spagnolo El Conde de Torrefiel, di Tiago
Rodrigues, Christopher Rüping e Romeo Castellucci con Requiem.
Teatromondo si conclude in
Senegal, precisamente a Dakar, sede del nuovo progetto internazionale di
ricerca promosso da Instabili Vaganti, Beyond Borders, di cui argomenta Nicola Pianzola.
Spetta a Laura Bevione e Claudia Cannella la cura del Dossier Molière 400 che si apre
con unintervista rilasciata da Georges
Banu a Giuseppe Montemagno. Lo
studioso ricorda la fortuna dello scrittore nel mondo menzionando i suoi
allestimenti più significativi e ne sottolinea limportanza nella creazione del
repertorio nazionale francese.
Giuseppe Liotta ripercorre il
rapporto di Molière con la scena italiana che, dopo il pionieristico Tartufo
di Gustavo Salvini, si è via via
intensificato grazie a Memo Benassi
e, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, con le regie di Luigi Squarzina, Mario Missiroli, Giorgio De
Lullo, fino a Lamberto Pigelli.
Dal Novecento si
passa al XXI secolo con il contributo di Laura
Bevione che rileva lattenzione circoscritta a pochi testi da parte dei
registi italiani; sono Il misantropo, da Lavia, Guicciardini e Castri, fino al recente allestimento di
Leonardo Lidi; Don Giovanni
scelto, tra i tanti, da Sciaccaluga
e Valerio Binasco; Tartufo
affrontato da Cirillo a Toni Servillo.
Molière maestro e
modello di autore-attore si ritrova in Dario
Fo, come dimostra Simone Soriani
avvalendosi del cosiddetto Grammelot di Scapino presente nel secondo
atto di Pum! Pum! Chi è? La Polizia! e della messinscena di Le
médecin malgré lui e Le mèdecin volant nel 1990 alla Comédie Française.
Molière staziona
anche nel repertorio di Teatro delle Albe: «è uno di famiglia come Aristofane e
Anfred Jarry» (pag. 33), spiega Marco
Martinelli a Nicola Arrigoni,
ricordando gli allestimenti di Limmaginario malato, Detto Molière
e Lavaro con la parte del protagonista affidata a Ermanna Montanari.
Altro esempio di legame
figliativo è offerto da Arturo Cirillo (nel suo repertorio si contano
tre spettacoli molieriani) che, nellintervista concessa a Sandro Avanzo,
riconduce la sua ammirazione alla capacità dellattore-scrittore francese di «mettere
alla berlina tante mode e abitudini dellepoca, ma intanto metteva alla berlina
anche i suoi vizi e le sue abitudini» (pag. 34). Inoltre, il regista e
interprete napoletano sottolinea limportanza degli studi di Cesare Garboli,
ribaditi anche da Monica Conti nellintervista a Claudia Cannella.
La regista bresciana, nei suoi quattro allestimenti ricavati da Molière,
evidenzia ladozione di un linguaggio essenziale, attento alla musicalità del
verso per «cogliere la contemporaneità» e «andare oltre le tipologie […] che ci
sono in Molière, mettendo in risalto tutte le relazioni che, in ogni sua opera,
servono a contraddire la relazione principale» (p. 35).
Con precisione
documentaria Laura Caretti si sofferma sulle biografie e le commedie in
cui sono presenti Molière e le figure femminili della sua famiglia: vicino a Vita
del Signor Molière di Michail Bulgakov, si incontrano i riferimenti
ad Armande Béjart nelle opere di Goldoni e Georg Sand, alla
vera figlia Esprit-Madeleine grazie agli studi di Giovanni Macchia, fino
al monumentale film di Ariane Mnouchkine Molière ou la vie dun honnête homme
del 1978.
Le principali
edizioni italiane di Tartufo, Il misantropo, Lavaro sono
analizzate da Cesare Molinari attraverso le esibizioni, tra le tante, di
Benassi, Tognazzi, Servillo, Lavia, non trascurando le commedie con titoli
femminili come La scuola delle mogli impreziosita dalla luminosa
interpretazione di Paola Borboni e poi di Laura Lucchesini.
Questultima opera, vicino alle sopracitate, permette a Maura Sesia di
soffermarsi sulle protagoniste donne chiamando in causa le più importanti
attrici italiane che si sono confrontare con Le intellettuali e Il
malato immaginario.
In che misura e
con quali progetti la Francia contemporanea dialoghi con il repertorio
molieriano costituisce il campo di indagine di Giuseppe Montemagno: preceduti
dai registi della Nouvelle Vague, sono maturati molteplici linguaggi
interpretativi, evidenti scorrendo il programma della Comédie Française per le
manifestazioni di Molière 2022.
A conclusione di
questo ricco e intrigante Dossier si legge lintervento di Fabrizio
Sebastian Caleffi, dal quale emerge una griglia di informazioni relative
alle produzioni cinematografiche tratte dalla biografia e dalle principali
commedie di Molière, dai film di Philippe Guay a Ingmar Bergman e
Lauirent Tirand.
In Ritratti
Carmelo A. Zapparrata propone unintervista a Saburo Teshigawara,
coreografo giapponese cui è stato attribuito il Leone doro alla Biennale Danza
2022, dove ha presentato in prima assoluta Pétrouchka.
Nicola Arrigoni
si occupa di Virginia Raffaele illustrando, tra le altre cose, le caratteristiche
del suo ultimo Samusà, recital con la regia di Federico Tiezzi, in cui lattrice ricorda le sue
origini e i suoi trascorsi maturati nel mondo dei giostrai.
Intrecciare
registro comico e registro tragico usando il dialetto calabrese: è questa la
linea creativa seguita da Max Mazzotta – attore e regista cresciuto al
Piccolo di Milano con Strehler – che
emerge, secondo quanto rileva Paola Abenavoli, soprattutto nel recente Follia
di Shakespeare preceduto da altre commedie quali Prove aperte, Giangurgolo,
principe di Danimarca e Visioni di Galileo.
Si intitola Rimbambimenti
lo spettacolo in fase di preparazione di Andrea Cosentino che
affronta il tema delle malattie della memoria: è quanto riferisce Elena
Scolari soffermandosi anche sul percorso artistico dellattore-autore di La
tartaruga in bicicletta in discesa va veloce, Kotekino Riff e Fake
Folk.
Oltre che in sala,
Livia Gionfrida recita nelle carceri e nelle scuole, nei musei e nelle
accademie; Matteo Brighenti ne ricostruisce la carriera e sottolinea
limportanza dellincontro con Franco Scaldati di cui ha recentemente
recitato Pinocchio e Inedito Scaldati.
Due rassegne
rivolte al teatro indipendente – Mittelyoung a Cividale del Friuli e In-Box
dal vivo a Siena – sono largomento di Roberto Canziani per la
sezione Nati Ieri che sviluppa, attraverso la presentazione degli
artisti che si sono maggiormente messi in luce, il ruolo delle giovani
danzatrici italiane del Trio Tsaba, Niek Wagenaar, Kolletiv
Cuma.
Dei festival e
vetrine di Teatro Ragazzi parla con puntiglio Mario Bianchi
rivolgendosi alle manifestazioni Visioni a Bologna, Teatro tra le
Generazioni a Castelfiorentino, Giocateatro a Torino, Segnali a
Milano e Maggio allInfanzia a Monopoli.
La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina
le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Seguono le
pagine dedicate alla danza e alla lirica.
Exit contiene brevi
ricordi di personaggi dello spettacolo recentemente scomparsi. Giuseppe
Liotta firma quello di Gianfranco De Bosio sintetizzando la sua
luminosa carriera di regista rigorosamente legato al contatto filologico con il
testo. Laura Bevione delinea la figura di Eugenio Allegri
definito «magnifico attore, eclettico e autoironico, generoso e curioso» (p.
91). È di Albarosa Camaldo il ritratto di Lino Capocchio,
apprezzato interprete teatrale e cinematografico, campo in cui si è distinto anche
nella veste di sceneggiatore e regista. La stessa Camaldo si sofferma
sullattrice, cantante e conduttrice televisiva Catherine Spaak.
Nella ricca Biblioteca Ilaria
Angelone e Albarosa
Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane
legate alla cultura dello spettacolo.
Il testo pubblicato in versione integrale
in questo numero di «Hystrio» è Lestinzione della razza umana di Emanuele
Aldrovandi.
Le
tante e utili informazioni de la società teatrale sono offerte da Roberto
Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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