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Theaterheute, Nr. 4, April 2022


72 pp., euro 18,50
ISSN 0040-5507

Il Foyer di questo numero di «Theaterheute» ospita testimonianze e riflessioni sulla guerra in Ucraina di personaggi legati allo spettacolo quali la scrittrice Larysa Denysenko di Kiev, lo scrittore poeta e drammaturgo Oleksandr Irwanez, l’artista ucraino Pavlo Arie, la critica teatrale Lena Myhashko, la regista berlinese Julia Lwoski, il baritono Iurii Samoilov. Sono voci drammatiche, di convinta opposizione ai fatti bellici.

La ricca sezione di Aufführungen, lo spazio riservato alle recensioni delle principali produzioni teatrali dell’area tedesca, si apre con Jessica - an Incarnation, novità di Susanne Kenendy e Markus Selg in scena alla Volksbühne di Berlino; si tratta del racconto della storia di una profetessa che all’inizio degli anni Novanta raduna intorno a sé una folla di discepoli cui viene distribuita una app per indagare la propria psiche. La convincente prova degli attori – tra cui Max Krause, Emma Petzet, Charlotte Brandhirst, Bianca Van der Schoot – non ha evitato dubbi e critiche allo spettacolo.

Queen Lear di Christian Weise, al Gorki Theater, deriva dallo shakespeariano King Lear ed è incentrato sulla figura di Cordelia in versione futurista-dadaista quale segno di un taglio di regia troppo pop e di bizzarra ironia. Vicino alla protagonista Yanina Ceròn si sono esibiti Fabian Hagen, Oscar Olivo, Mazen Aljubbeh, Catherine Stoyan, Tim Freudensprung.

Al Thalia Theater di Amburgo è stato applaudito Wanja in der Gaußstraße, libero adattamento del cechoviano Onkel Vanja da parte del regista Hakan Savaş  Mican che si avvale del prezioso contributo del pianista Daniel Kahn e di una compagnia di pregevoli attori – Sandra Flurbacher, Anna Blomeier, Oliver Mallison, Felix Knopp – impegnati in un testo complesso e profondo nel trovare le coordinate e le similitudini tra la decadenza del mondo russo a cavallo tra Otto e Novecento e la realtà contemporanea.

Lo stesso teatro ha proposto Das mangelnde Licht, riduzione dell’omonimo romanzo postsovietico di Nino Haratischwili affidata alla regia di Jette Jirka Steckel e interpretato da Julian Greis, Rosa Thormeyer, Fritzi Haberlandt, Jirka Zett. Il testo, presentato in prima assoluta, è ambientato in Georgia e declina la ricerca di pace e libertà attraverso una complicata storia vissuta da un gruppo di amici.

Aufführungen prosegue con la messinscena di Geschlossene Gesellschaft di Jean Paul Sartre secondo la versione firmata da Martin Kušej per il viennese Burgtheater. Si approfondiscono i temi cari allo scrittore esistenzialista francese quali l’isolamento, la libertà, la percezione degli altri intesa come prigionia di volontà dell’essere. Di pregio per intensità e rilievo artistico è risultata la prova di Regina Fritsch, Dörte Lussewski, Tobias Moretti.

Karoline und Kasimir - Noli me tangere è legato alla commedia citata nel titolo di Ödön von Horváth ed è alla base dello spettacolo curato da Kelly Copper e Pavol Liska del gruppo Nature Theater ok Pklahoma. Sul palcoscenico del Volkstheater della capitale austriaca si sono esibiti Frank Genser, Julia Franz Richter, Elias Eilinghoff e Samouil Stoyanov. Deriva dall’omonimo romanzo dei Anne Weber, Annette ein Heldinnenepos per la riduzione drammaturgica di Lily Syke, anche dello spettacolo allestito alla Stadttheater di Hannover e affidato alle competenze di pregevoli attori quali Katharina Sattler e Alrun Hofert.  

Blanck è la novità di Alice Birch incentrata sulla crisi della famiglia moderna caratterizzata da tensioni e continue incomprensioni ben rappresentate dalla meticolosa regia di Anna Bergmann che fa muovere sul palco dello Stadttheater di Hannover Wassilissa List, Heisam Abbas, Bayan Layla, Jannik Süselbeck, Luisa Krause e Antonia Mohr.

In Neue Stücke si legge una dettagliata presentazione di Knechte di Caren Jeß, testo pubblicato integralmente nelle pagine di Das Stück di questo numero della rivista berlinese. La commedia si sviluppa da un dialogo, difficile e spigoloso, tra cinque criminali condannati alla prigionia: emergono sensi di colpa e rimorsi di coscienza che producono una solidarietà di gruppo poi, via via, compromessa dalla solitudine e dalla rabbia verso la società. Knechte è stato presentato in prima assoluta al Kosmos Theater di Vienna per la regia di Ebru Tartici Borcher e la partecipazione di Nikita Buldyrsky, Servan Durmaz, Alaaeldin Dyab, Kai Götting e Igor Karbus.

La sezione Akteure è occupata da Joana Tischkau, coreografa formatasi alla Coventry University. Molto legata all’hip-hop, inserisce nei suoi progetti artistici tematiche attinenti ai problemi del mondo giovanile e contro il razzismo come si ricava da due spettacoli che le hanno garantito ampia visibilità a Oberhausen: Karnival e Being Pink Ain’t Easy.

In Nachruf si ricorda la recente scomparsa di Hans Neuenfelds, poeta e regista tra i più controversi della scena teatrale tedesca a partire dagli anni Settanta, quando fece parlare di sé con una scandalosa Medea allo Schauspiel di Francoforte. Nello stesso teatro propose nel 1981 un’edizione rivoluzionaria di Aida; l’anno dopo si impose definitivamente all’attenzione di pubblico e di critica con la messinscena di Penthesilea di Heinrich von Kleist allo Schiller Theater di Berlino. La sua ultima fatica è stata l’allestimento della novità Die Entführung aus dem Serail alla Staatsoper di Vienna nell’ottobre 2020.

Con International l’attenzione si sposta alla messinscena del poema drammatico Die Totenfeier di Adam Michiewicz allo Slowacki - Theater di Cracovia per la regia di Maja Klelzewska. Lo spettacolo ha provocato anche dibattiti e polemiche intorno alla fedeltà e al tradimento dei valori morali e spirituali propri della tradizione polacca da parte della società contemporanea.



di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 4, April 2022

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