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Theaterheute, Nr. 3, März 2022


72 pp., euro 18,50
ISSN 0040-5507

Humanistää! è la prima messinscena ospitata in Aufführungen, lo spazio di «Theaterheute» riservato alle recensioni degli spettacoli principali prodotti nei paesi dell’area tedesca. Si tratta di un collage di testi ricavati da Aus der Fremde di Ernst Jandl allestito da Claudia Bauer al Volkstheater di Vienna, di cui sono protagonisti Bettina Lieder e Samouil Stoyanov.

Al Thalia Theater di Amburgo si segnalano due pregevoli allestimenti: Doughnuts del regista Ioshiki Okada è ambientato nella hall di un hotel dove un gruppo di accademici e di uomini d’affari attende l’arrivo di un taxi in ritardo; la discussione che nasce diventa metafora dell’incomunicabilità e di vuoto emotivo tra le persone, come hanno saputo bene interpretare Björn Meyer, Toini Ruhnke, Maike Knirsch, Steffen Siegmund e André Szymanski.

Kirill Serebrennikov cura l’allestimento del cechoviano Der schwarze Mönch, elaborando un linguaggio capace di intrecciare prosa e musical dai ritmi molto vivaci, che hanno caratterizzato l’interpretazione, tra i tanti, di Mirco Kreibisch, Filipp Andreev, Odin Biron, Viktoria Miroshnichenko, Gurgen Tsaturyaia, affiancati da ballerine, baritoni e tenori.

Ha fatto molto discutere la rilettura del wagneriano Ring des Nibelungen firmata Necati Öziri e allestita da Christopher Rüping per lo Schauspielhaus di Zurigo: i figli di un gigante, che hanno costruito il castello di Valhalla, raccontano attraversi lunghi monologhi la loro versione della storia in un’ambientazione tutta contemporanea. Gli interpreti sono stati: Maja Beckmann, Black Crecker, Nils Kahawald, Benjamin Lillie, Wiebke Mellenhauser, Matthias Neukirch, Steven Sowah e Yodit Tarikwa.

Altrettanto apprezzato è risultato l’allestimento di Die Normalen / Ist kein Balsam in Gilead di Anne Jelena Schulte da parte di Peter Kastenmüller. Il testo è incentrato sui concetti di “sano” e “malato”, “normale” e “anormale”, intesi come categorie del tutto arbitrarie e convenzionali, secondo quando hanno reso sul palcoscenico Cornelius Gebert, Lukas Graser, Doreen Nixdorf, Carmen Priego e Rosalia Warnke sul palco del Theater am Alten Markt di Bielefeld.

Allo Schauspielhaus di Colonia Frank Castorf ha realizzato un discutibile Moliére prendendo spunto dalla commedia Stegreifspiel in Versailles e tratteggiando un ritratto del commediografo estremamente egocentrico alla guida di una compagnia di comici che si sposta usando un furgone giallo. Vicino al protagonista Bruno Cathomas si sono esibiti Jeanne Balibar, Paul Basonga e Marek Harloff.

Das Vermächtnis (The Inheritance) - Teil 1 di Mathew Lopez, presentata in prima assoluta al Residenztheater di Monaco per la lucida regia di Philipp Stölzl, racconta la vita di un gruppo di gay attraverso il filtro narrativo del protagonista Adam. Si anima una storia d’amore ambientata a New York negli anni Ottanta, cui non mancano riferimenti alla politica. Tra gli attori si sono distinti Vincent Glander, Patrick Bimazubute, Vincent zur Linden, Florian Jahr.

La sezione Akteure si apre con il profilo di Herbert Achternbusch, pittore, scrittore, attore teatrale, regista e produttore cinematografico recentemente scomparso. Di lui si ricorda soprattutto la messinscena della sua commedia Gust nel 1985 al Residenztheater di Monaco con Josef Bierbichler e Robert Spitz impegnati nei ruoli principali.

Segue il ritratto di Julia Bartolome, attrice cresciuta nella compagnia dello Staatstheater di Norimberga dove si è rivelata in Richard III di Shakespeare nel 2010 (regia di Christoph Mehler), cui seguono successi ottenuti con Phädrä di Racine (regia di Anne Lenk) e nelle partecipazioni ad allestimenti tratti dal repertorio di Elfriede Jelinek.

Akteure si completa con Teresa Dopler, drammaturga austriaca nota dal 2017 con la commedia Was wir wollen. Il suo ultimo lavoro, Monte Rosa, pubblicato in versione integrale nelle pagine di Das Stück di questo numero della rivista berlinese, ha recentemente debuttato allo Schauspiel di Hannover per la regia di Matthias Rippert. Il testo presenta uno scenario futuro della montagna, delineato in modo drammatico e spaventoso ma concedendo ampio spazio a visioni romantiche.

Lo sguardo alla scena internazionale (International) è rivolto a Parigi, per dare notizia degli spettacoli concepiti in occasione dei quattrocento anni dalla nascita di Moliére, con particolare riferimento a Tartuffe-Théoréme in cui sono presenti molti estratti pasoliniani. La regia compete a Macha Makeïeff che si avvale della partecipazione di Helena de Laurens e Xavier Gallais.

In Digitaltheater sono raccolti articoli che condividono riflessioni sui principali progetti teatrali realizzati in formato digitale al tempo della pandemia. Tale esperienza ha prodotto all’Hebbel am Ufer di Berlino un progetto artistico permanente. Il rapporto tra scrittura teatrale e spazio digitale è l’argomento discusso da Sascha Hargesheimer e Lena Wontorra, drammaturghe del Nationaltheater di Mannheim, dall’artista video Niels Wehr e dalla scrittrice Seda Keskinkılıç-Brück.



di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 3, März 2022

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