Un articolo di Claudia
Cannella apre la Vetrina di
questo nuovo numero di «Hystrio» con la comunicazione di
unimportante novità: il Premio Hystrio diventa Hystrio Festival con sede al
Teatro Elfo Puccini di Milano dove, tra i tanti artisti, si esibiranno le
Compagnie under 35 e saranno proposte letture sceniche. Segue un
approfondimento di Laura Caretti relativo alla recente pubblicazione dei
Quaderni di regia e testi riveduti. Aspettando Godot di Beckett (a cura di J. Knowlson, D. MacMillan, L. Scarlini, Cue Press, Imola, 2021): tradotte con
maestria da Luca Scarlini, le pagine rivelano la revisione drammaturgica
e le linee di regia elaborate per la messinscena in lingua tedesca della
commedia allo Schiller Theater di Berlino nel 1975.
Tiago Rodrigues, nuovo direttore del Festival di Avignone
subentrato a Oliver Py, rilascia a Roberto Canziani unintervista
in cui parla anche del suo nuovo progetto Dans la mesure de limpossible, ambientato sotto la tenda di un
ospedale militare da campo dove si intrecciano storie di vita e di morte legate
alla guerra.
Come spiega Laura
Bevione, in occasione dei primi quarantanni di attività, Centrale Fies ha
predisposto un ricco archivio on line, capace di raccogliere materiali relativi
agli spettacoli prodotti a partire dalla prima edizione di Drodesera Festival.
Emergono le trasformazioni artistiche delle performing
arts in Italia e allestero. Matteo Tamborrino si occupa di Stalker
Teatri, storica compagnia piemontese del teatro di innovazione a carattere
interdisciplinare, come emerge dallacclamato Drama Sound City in cui
dialogano linguaggi performativi e musica elettronica. Coniugare musica antica
e teatro contemporaneo costituisce lobiettivo artistico di Andrea Cigni
– regista lirico, docente e attuale sovrintendente del Teatro Ponchielli di
Cremona – che nella conversazione con Nicola Arrigoni ricorda, a titolo
esemplificativo, la presenza di Anagoor allultima edizione del Festival
Monteverdi e anticipa la possibile partecipazione di Teatro Sotterraneo e di
Fanny e Alexander. Ultimo soggetto esposto in Vetrina è Teatro Due Mondi, gruppo di Faenza attivo dal 1979 e noto
per la ricerca di un linguaggio teatrale colto e popolare, impostato sul
movimento interattivo, come illustra larticolo di Michele Pascarella.
La sezione Teatromondo si apre con il resoconto di Carmelo
A. Zapparrata relativo al progetto realizzato da Gigi Cristoforetti
per Aterballetto e Greek National Opera Ballett di Bruxelles. Si tratta di
esibizioni di tre danzatori allinterno di spazi ristretti per la durata di
otto minuti e con il ricorso a variegate soluzioni coreografiche sostenute
dalluso innovativo delle tecnologie. A Vienna – secondo la relazione di Irina
Wolf – il teatro affronta le limitazioni pandemiche con rigoroso rispetto
delle norme e si rilancia con proposte che spaziano dagli allestimenti di
autori classici (Storie del bosco viennese di von Horváth al
Burgtheater per la regia di Joan Simons; Un marito ideale di Wilde
al Theater in der Josefstadt firmato da Alexandra Liedtke; il dramma
cechoviano Tre sorelle al Volkstheater nella lettura scenica di Susanne
Kennedy) a testi su tematiche di forte attualità come leutanasia (Gott
di Ferdinand von Schirach, regia di Bernd Motte, o Il silenzio
di Nathalie Sarraute a cura di Dávid Paška). La scena moscovita,
racconta Fausto Malcovati, ruota intorno al bicentenario della nascita
di Dostoevskij, del quale Mieczyslaw Weinberg allestisce Lidiota
in versione operistica al Bolšoj. Spazio anche per grandi classici come Un mese in campagna
di Turgenev sul palco del Teatro dArte (regia di Egor Peregudov)
e Anime morte di Gogol al Teatro Vachtangov a cura di Vladimir
Ivanov. Teatromondo si conclude a
New York dove Laura Caparrotti ha intervistato Shanta Thake,
direttrice del Lincoln Center, centro cardine per le arti performative del
quale si illustrano obiettivi artistici e strategie per ricompattare il
pubblico disunitosi a causa del Coronavirus.
La cura del Dossier:
Teatro di Poesia spetta alle competenze di Giuseppe Liotta, Marco
Mennini e Roberto Rizzente. Questultimo, in apertura, intervista Emanuele
Trevi: il vincitore del Premio Strega 2012, dopo aver confrontato il teatro
in versi francese con quello italiano, sostiene la necessità di rivisitazione
linguistica per una ipotetica messinscena. Liotta ripercorre la storia del
rapporto tra il teatro e la poesia che si sviluppa nella tragedia greca, si
declina nel Cinque e Seicento italiano e francese, per poi ritrovare rinnovata
forza tragica in Alfieri e Manzoni e vigore comico in Goldoni,
fino ad arrivare al bivio del Naturalismo.
Se i poeti-traduttori
tendono allinfedeltà del testo, filtrando il verso originale nel lessico e nel
gusto personale – è il caso, per esempio, di Montale, Quasimodo, Luzi,
Raboni – diverso è il caso, secondo quanto rileva Giuseppe Liotta, di Patrizia
Valduga, fedele alla filologia testuale. Su Luzi interviene Roberta
Carrani per ricordare i suoi testi teatrali, nati come necessità interiore
per dare rilevanza a tematiche basilari della vita, da Pietra oscura del
1946 fino a Il fiore del dolore (2003). Per illustrare lo sviluppo del
teatro di poesia dal Novecento a oggi, Stefano Casi propone una
mappatura ragionata che segue le lezioni di Yeats, Eliot, Claudel
e Müller, per poi inquadrare linterpretazione degli attori da Dario
Bellezza a Eduardo De Filippo e le visioni dei vari registi chiamati
a confrontarsi con Pasolini. Spicca la poesia drammatica di Giovanni
Testori teorizzata nello scritto Nel ventre del teatro e
riconoscibile nella produzione teatrale ricordata con puntualità da Annamaria
Cascetta, anche pensando alle interpretazioni sceniche di prestigiosi
attori quali Franco Parenti, Adriana Innocenti, Sandro
Lombardi e Arianna Scommegna.
Un confronto fra Carmelo
Bene e Leo de Berardinis permette a Jean-Paul Manganaro e a Laura
Mariani di approfondire la carica innovativa dei due attori-maestri,
determinata dalluso particolare e non convenzionale della voce e del corpo,
delle luci e della musica, pur con diverse declinazioni espressive. Il ruolo
fondamentale esercitato da Sanguineti e Balestrini è sottolineato
dallintervento di Maria Dolores Pesce, meticolosa nel ricordare i
diversi approcci creativi con il teatro, capaci di produrre nuovi modelli
letterari. Altro percorso culturale di primaria importanza è quello tracciato
da Roberto Roversi, capace di mescolare livelli poetici popolari e
colti, non dissimili da quelli evidenziati da Mariangela Gualtieri,
secondo quanto spiega Gerardo Guccini. Marco De Marinis si occupa
di Giuliano Scabia specificando che «la poesia per lui è una condizione,
uno stato (non ordinario) dellessere» (pag. 39). Anche il teatro napoletano
offre pregevoli esempi di teatro di poesia, declinando la fisicità dellattore
nelle pieghe dei versi in una tensione continua e oscillante tra tradizione e
avanguardia. Lo illustra Giusi Zippo chiamando in causa i nomi di Enzo
Moscato e Mimmo Borrelli, Francesco Silvestri e Antonio
Neiwiller.
«Mi interessa che sulla
scena risuoni una lingua non usuale, in forma fortemente ritmica e dinamica»
(pag. 42), dichiara Federico Tiezzi nellintervista concessa a Marco
Menini, in cui si sofferma sullallestimento delle tre cantiche della Divina
Commedia rispettivamente rielaborate da Sanguineti, Luzi e Giudici
(1989-1991), a fronte della sua grande passione per la poesia. La stessa è
condivisa anche da Antonio Latella che, come spiega Federico Bellini,
tra 2002 e 2003 ha affrontato Pilade di Pasolini e I trionfi
di Testori, non dimenticando, in successivi allestimenti, Tasso e
Dante (Dante/Pasolini: una commedia divina) e i cantautori
italiani, da Battiato a De André. Luso del verso e della rima si
ritrova anche nel cabaret musicale e nel varietà televisivo, come si legge
nella sintesi storica di Sandro Avanzo, nella quale ritornano, tra i
tanti nomi, Brecht, Wanda Osiris, Paolo Poli, Quartetto
Cetra.
Oggetto di censura
zarista, la poesia russa si divulga attraverso le letture salottiere a partire
dalla fine del Settecento, come espone Fausto Malcovati, per poi
incontrare la scena soprattutto grazie al regista Jurij Petrovič Ljubimor,
fondatore nel 1964 del celebre teatro na Taganke, e allestro creativo di Petr
Fomenko. Con Laura Bevione lattenzione si sposta sul teatro inglese
e segnatamente sul superamento del tradizionale verse drama avviato da Yeats e Eliot e proseguito da Auden
e Fry, dallultimo Beckett a Caryl Churchill, da Sarah
Kane a Kae Tempest. Quanto succede sul versante tedesco emerge
dallintervista concessa a Ira Rubini da parte di Bernd Stegemann:
il drammaturgo del Berliner Ensemble spiega la mancanza di tradizione teatrale
poetica pur annoverando un filone finemente tracciato da Goethe, Schiller,
Brecht e Müller. Sulla situazione spagnola fa il punto lintervista
concessa da Lluís Pasqual a Sara Chiappori: dalle parole del
regista emerge la sua passione per García Lorca, a proposito del quale
dichiara: «la poesia per lui era un gesto più intimo, il testo invece un modo
per offrirsi generosamente agli altri» (pag. 49). Compete a Gianni Poli
lanalisi del teatro francese, per tradizione aperto al dialogo con la poesia soprattutto
come antidoto al Naturalismo, lungo le rotte di Claudel e
successivamente del teatro dellassurdo, fino a Genet, Koltès e
alla drammaturgia contemporanea rappresentata da Michel Azama e Alfredo
Arias.
La sezione Ritratti si apre con Fabio Condemi:
Lucia Medri ripercorre le tappe essenziali della carriera del regista da
Jakob Von Gunter, che
debutta nel 2018 alla Biennale di Venezia, a La filosofia del boudoir di
de Sade, vincitore del Premio Ubu 2021. Nella produzione artistica di
Condemi dialogano fotografia e arti visive, poesia e letteratura, come lo
stesso dichiara: «Cerco di collocare i miei lavori in quel confine frastagliato
tra la parola e limmaginazione che si stratifica nella visione dello
spettatore» (p. 53).
Elena Scolari si occupa di Andrea Pennacchi, attore legato
alle lezioni di qualificati maestri (Baliani, Curino, Paolini,
Ovadia), poi applicate a produzioni proprie (Mio padre – Appunti
sulla guerra civile) e alla partecipazione a importanti programmi
televisivi (Propaganda live). Lorenzo Conti intervista Annie
Hanauer, prestigiosa danzatrice internazionale che, dopo aver riepilogato le
tappe essenziali della sua carriera, presenta il suo nuovo lavoro come
coreografa, All our Tomorrows, incentrato sullutopia. Si sta affermando
in campo teatrale e cinematografico il giovane regista Giovanni Ortoleva,
come osserva Matteo Brighenti, che ricorda il suo cammino artistico impreziosito
dai successi ottenuti anche come drammaturgo. Analoga è la crescita di Marina
Occhionero, giovane attrice diplomata allAccademia Nazionale dArte
Drammatica “Silvio dAmico”, rivelatasi al Teatro della Tosse di Genova in Arianna
porta scompiglio di Oscar De Summa, nonché interprete, tra laltro, del
recente Padri e figli di Fausto Russo Alesi e di pellicole
cinematografiche. È quanto riporta Renata Savo.
Lo spazio di Nati ieri è riservato al Collettivo
LunAzione, compagnia napoletana nata nel 2013. Nel contributo di Alessandro
Toppi, assai esaustivo nella ricostruzione cronologica degli spettacoli
prodotti, viene riservata particolare considerazione a AVE, Il
colloquio e al nuovo Hosting.
La consueta e corposa sezione
delle Critiche ordina le tante
recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Seguono le pagine
dedicate alla danza e alla lirica.
Exit
contiene brevi ricordi di personaggi dello spettacolo recentemente scomparsi: Filippo Crivelli, Ezio Frigerio, Paolo
Graziosi (di Pierfrancesco
Giannangeli), Vitaliano Trevisan
(di Roberto Canziani).
Nella ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa
Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane
legate alla cultura dello spettacolo. Il testo pubblicato è La macchia di Fabio Pisano.
Le tante e utili
informazioni de la società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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