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Theaterheute, Nr. 12, Dez. 2021


72 pp., euro 18,00
ISSN 0040 5507

Più che una tendenza della scena tedesca, è di fatto una prassi ormai consolidata l’adattamento al palcoscenico di copioni ricavati da romanzi, come dimostrano le recensioni raccolte da «Theaterheute» nelle pagine di Aufführungen.

Due sono le produzioni dello Schauspielhaus di Dresda: Der Tartuffe oder Kapital und Ideologie di Soeren Voima, commedia liberamente ispirata a Tartuffe di Molière e affidata alla regia di Volker Loesch, è ambientata a Berlino Ovest negli anni Ottanta e diventa lucida e spietata critica al capitalismo contemporaneo come interpretato, con sarcasmo e ironia, da Henriette Hölzel, Yassin Trabelsi, Daniel Séjourné e Philipp Grimm.

Claudia Bauer firma la drammaturgia e la regia di Die rechtschaffen Mörden dall’omonimo romanzo di Ingo Schulze, di cui è protagonista un famoso antiquario locale sprofondato in crisi economica dopo il crollo del Muro di Berlino tanto da assumere posizioni politiche di estrema destra. Tra gli attori si sono fatti applaudire Torsten Ranft, Marin Blülle, Nadja Stübiger e Victor Tremmel.

Allo Schauspielhaus di Lipsia è stato presentato Die Rättin dal romanzo di Günter Grass secondo la rielaborazione e la regia di Claudia Bauer. Indossano i panni di uomini-topo, che hanno fondato una comunità basata sulla solidarietà, attori di pregevoli doti espressive quali Julia Berke, Amal Keller, Julia Preuß e Tilo Krügel.

Anche Ein Mann seiner Klasse deriva dal romanzo autobiografico di Christian Baron secondo l’adattamento scenico di Lukas Holzhausen, abile nel trasferire sul palcoscenico dello Stadttheater di Hannover storie di emarginazione proletaria, di rabbia e di dignità, a Titus von Issendorff, Nikolai Gemel e Stella Hilb.

Famiglia e società sono i temi ricorrenti negli spettacoli più significativi della scena berlinese, come Wer hat meinen Vater umgebracht? dal romanzo di Édouard Louis, anche interprete nell’allestimento di Thomas Ostermeier alla Schaubühne; nella relazione tormentata tra un padre violento, alcolizzato e di estrema destra e il figlio gay traumatizzato, l’autore delinea la storia politica e sociale della Francia contemporanea.

Al Deutsches Theater è stato allestito Der Idiot di Dostoevskij nel libero adattamento del regista Sebastian Hartmann che mette a fuoco le storie di abusi e le contraddizioni dei personaggi, per inventare una sorta di viaggio immaginario nella mente dello scrittore russo, scoprendone desideri, ossessioni e paure. Tra gli interpreti si riconoscono Manuel Harder, Elias Arens, Linda Pöppel e Birgit Unterweger.

Tre sono le produzioni di rilievo iscritte nella programmazione dello Schauspielhaus di Bochum: Passion I und II da Meister und Margarita di Bulgakov e da Matthäuspassion di Bach è una riflessione sul bene e sul male di cui è permeata la nostra società secondo l’interpretazione data dalla regia di Robert Borgmann alla guida di una compagnia formata, tra gli altri, da Risto Kübar, Jele Brückner, Gina Haller e Pierre Bokma.Johan Simons realizza la messinscena di Ödipus, Herrscher da Sofocle, imprimendo un taglio particolare: rende il protagonista (Steven Scharf) insolitamente tranquillo, del tutto privo di sostanza tragica assente anche negli altri personaggi affidati a Sarah Moeschler, Pierre Bokma, Gina Haller e Lukas Tobiassen.

Infine c’è Schande dall’omonimo romanzo di Coetzee e trasferito con successo sul palcoscenico da Oliver Frljić, con il contributo attorale di Dominik Dos-Reis e Amina Eisner.

Si registrano due diverse edizioni di Die Räuber di Schiller: Die Räuber der Herzen nella trasposizione di Bonn Park al Thalia Theater di Amburgo approfondisce il tema dell’utopia cullata da questa banda di masnadieri interpreta da Eva Bühnen, Sachiko Hara, Jonas Hien e Matti Krause; al Deutsches Schauspielhaus di Amburgo Michael Thalheimer affida i ruoli maschili ad attrici, nello specifico a Victoria Trauttmansdorff, Lisa Hagmeister e Lisa-Maria Sommerfeld.

Chiude la sezione Aufführungen della rivista berlinese la messinscena di Like Lovers Do (Memoiren der Medusa), novità di Sivan Ben Yishai curata da Pinar Karabulut per i Kammerspiele di Monaco. Il testo sviluppa l’analisi del modello patriarcale e della cultura sessista odierne. Jelena Kuljić, Bekim Latifi, Edith Saldanha e Mehmet Sözer animano uno spettacolo crudo e di denuncia.

In Akteure si legge una lunga e dettagliata intervista a Robert Wilson il quale, solitamente restio, parla invece in modo approfondito della sua arte soffermandosi sulla poetica del corpo, sulla drammaturgia del silenzio, non dimenticando di analizzare le ragioni del successo che accompagna da sempre il suo teatro in Germania, capace di influenzare molti attori-performers impegnati nel campo delle arti visive.

La sezione dedicata ai Festivals si apre con FIND-festival alla Schaubühne di Berline che si è articolato lungo un’asse culturale tra Europa Occidentale, Russia e Cina. Tra gli spettacoli spiccano Liebestod della spagnola Angélica Liddell, Salt. dispersed della regista e attrice inglese Selina Thompson, Outside del regista russo Kirill Serebrennikov.

Nella sesta edizione del Monologfestival al Theaterdiscounter di Berlino si riconosce come leitmotiv il tema della visione fantastica della realtà come hanno sviluppato, tra i tanti artisti di spessore internazionale, Juliana Oliveira in Future Love, Lisa Charlotte Friederich in Ein Tag im Universum, Gotta Depri e Hauke Heumann in Fashion Fiction.

Si incentra sulla cultura in età pandemica e sull’urgenza di creare reti nuovi contatti di ampio raggio il festival Grenzenlos Kultur allo Stadttheater di Magonza dove si sono susseguiti spettacoli di prosa e danza, performances e installazioni. Si segnalano le esibizioni di Maija Karhunen con Ajima, Glad Teater con Your Eyes my Sight, Bertrand Lesca e Nasi Voutsas con The End.

In Theaterbau si apprendono dettagliate descrizioni relative a edifici teatrali di recente costruzione quali il nuovo Volkstheater di Monaco e il Gymnasium di Bonn.

Il testo del mese, pubblicato in versione integrale in Das Stück, è Am Ende Licht di Simon Stephens. Presentato in prima assoluta allo Schauspielhaus di Stoccarda per la regia di Elmar Goerden e interpretato da qualificati attori – Sylvana Krappatsch, Peer Oscar Musinowski e Nina Siewert – il dramma presenta la storia folle di una famiglia contemporanea i cui componenti vivono rapporti di assoluta estraneità, in quanto imprigionati da episodi deliranti.


di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 12, Dezember 2021

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