Il nuovo numero di «Hystrio» si apre con la consueta Vetrina. Il primo contributo – firmato da Ilaria Angelone, Valeria Brizzi e Arianna Lomolino – si sofferma sui rischi e le difficoltà connesse alla ripartenza della stagione teatrale e sulle novità, tra luci e ombre, del FUS in proiezione triennale. Il perdurare dei figli darte di tradizione capocomicale presente nella scena italiana contemporanea è il tema di Giuseppe Liotta che si sofferma sugli esempi degli eredi di Vittorio Gassman, Gianluca Guidi (figlio di Johnny Dorelli) e sugli attori di scuola napoletana capitanati dai De Filippo.
Teatro di Acerbi, formazione attiva nellastigiano dal 1998, segue il filone del teatro popolare di ricerca (Testamento dellortolano, Dormono… sulle colline) e, come spiega Matteo Tamborrino, organizza il festival Paesaggi e oltre, svolgendo anche importanti attività formative nelle scuole locali. Guarda al futuro la seconda edizione del bando delle Resistenze Digitali, come bene illustra Arianna Lomolino, grazie allaffermazione di un progetto condiviso che ha concesso spazio virtuale ad artisti alla ricerca di visibilità. Ruota intorno al progetto La città dei miti – trilogia ricavata da Medea, Eracle e Filottete, ideata da Teatri dei Borgia e interpretata in ambienti urbani – lintervista raccolta da Diego Vincenti che si completa con preziose informazioni relative al nuovo progetto dedicato al tema del lavoro.
In Vetrina compare anche la compagnia Babel Crew meritevole di grande apprezzamento, come sottolinea Alessandro Toppi, per aver trasformato in spazio teatrale un padiglione dellarea Zisa di Palermo, inaugurato nel 2018 e diventato polo multiculturale. Infine, Rossella Porcheddu ci parla di Meridiano Zero, compagnia teatrale di Sassari attiva dagli anni Novanta e impegnata prima in laboratori allinterno del carcere di Livorno poi nella produzione di spettacoli legati allindagine delle sfaccettature della vita quotidiana.
Giuseppe Liotta dedica, nella sezione Anniversari, un intenso articolo a Pier Paolo Pasolini in occasione della ricorrenza del centenario della nascita. Definito «controverso e divisivo in vita quanto sentito necessario già a pochi anni dalla sua tragica scomparsa» (pag. 14), il suo pensiero è considerato attuale di fronte ai conflitti generazionali e ai tormenti giovanili. Lomaggio pasoliniano si completa con la ricognizione della sua fortuna (e sfortuna) in ambito teatrale.
Il viaggio di Teatromondo inizia a Londra dove Jacopo Panizza rileva una costante: forse per la prolungata chiusura causata dalla pandemia, i teatri si dimostrano più attenti agli incassi rispetto alle ragioni dellarte proponendo spettacoli di cassetta. Fanno eccezione progetti innovativi come Deciphering della compagnia Curious Directive in scena al New Diorama Theatre e Little Scratch della regista Katie Mitchell, un monologo in cui si racconta la giornata di una donna vittima di un abuso sessuale.
Si dimostra sempre attiva e creativa la scena berlinese, come attesta Davide Carnevali che si sofferma sulla Volksbühne, ora diretta da René Pollesch anche regista del suo Aufstieg und Fall eines Vorhang und sein Leben da zwischen, e sul Find Festival alla Schaubühne con spettacoli di grande qualità come Love del londinese Alexander Zeldin e Outside del moscovita Kirill Sevebrennikov. Irina Wolf illustra le produzioni del Burgtheater di Vienna diretto da Martin Kusej, che firma la regia della tragedia schilleriana Maria Stuart, mentre due commedie di Maxim Gorkij – I figli del sole e Nemici – sono allestiti da Simon Stone. Allo Josefstadt Theater si è fatta applaudire la rappresentazione di Der Köning stirbt (Il re muore) di Eugène Ionesco per la cura di Claus Peymann. Per quanto riguarda la Francia, LÎle dOr del Theatre du Soleil e la grande prova artistica di Ariane Mnouchkine sono al centro dellarticolo di Laura Caretti.
Teatromondo si conclude a New York, dove Laura Caparrotto informa sulla diffusione del teatro interattivo, segnatamente Money Heist: the Experience con cinquanta attori che, a rotazione, accolgono ogni quindici minuti dieci spettatori.
Spetta a Laura Bevione e Lorenzo Conti la cura del dossier La nuova scena della danza italiana. Ad avviarlo è lo stesso Conti con unintervista ad Alessandro Pontremoli che inquadra la situazione attuale da un punto di vista artistico con la connessa ricerca di nuovi formati, compresi i problemi dei contributi statali e degli investimenti carenti. A più mani è firmata una acuta riflessione sulla funzione della drammaturgia nella costruzione coreografica, intesa come elemento creativo «capace di legare la sfera intima dellartista con quella politica della condivisione del lavoro nel mondo» (pag. 29). Parla approfonditamente di coreografia anche Fabio Acca che si sofferma sugli ultimi dieci anni di questo settore dello spettacolo, delineandone le varie declinazioni artistiche attraverso i lavori, tra i tanti, di Michele Di Stefano, Fabrizio Favale, Cristina Rizzo, CollettivO CineticO. Alla tendenza al solipsismo praticata dalle nuove generazioni si sta affiancando, secondo quanto documenta Alessandro Iachino, una sorta di collaborazione di tipo cooperativo come indicano le reti create da Alessandro Sciarroni, Chiara Bersani e Marco DAgostin, capaci di elaborare performances di respiro internazionale. Nellintervista concessa a Roberto Canziani, la coreografa Silvia Gribaudi riflette sullintroduzione di elementi comici nella danza. Rimane sempre in auge la danza dautore con la sua spinta eversiva e di critica sociale; in merito Francesca Giuliani presenta le esperienze significative di Luna Cenere, Annamaria Ajmone, Salvo Lombardo.Il superamento delle convenzioni vive una grande accelerazione soprattutto nellultimo decennio attraverso lelaborazione di nuovi metodi e in rapporto a nuovi spazi performativi: così osserva Francesca Serrazanetti a proposito di artisti quali Michele Di Stefano, Jacopo Jenna, Elisabetta Consonni, Alessandro Carboni.
Di donne alla direzione di festival e di centri di residenza si occupa Elisa Guzzo Vaccarino, rilevando il persistere di posizioni subalterne e, talvolta, il manifestarsi di atteggiamenti non ascrivibili alla solidarietà femminile.
Il dossier prosegue con una mappatura, proposta da Laura Bevione, relativa ai centri di residenza, case della danza, teatri distribuiti in Italia. Analogamente Lucia Medri offre una completa e dettagliata rassegna dei festival nazionali, maggiori e minori, sintetizzandone le caratteristiche.
Il confronto e la rivisitazione dei classici costituisce un momento importante per lartista che, in questo modo, può misurare la forza comunicativa e limpatto creativo del proprio linguaggio. A titolo esemplificativo Carmelo A. Zapparata prende in considerazione i lavori di Salvo Lombardo, Roberto Zappalà, Enzo Cosimi, ecc. Il nome di Cosimi ritorna nel contributo di Roberta Nicolai quale esempio di coreografo che declina il corpo in senso «politico» inteso come «corpo tra i corpi» (pag. 46), al quale si affiancano i progetti di Alessandra Cristiani, Daniele Ninnarello e altri ancora.
Mara Loro fa il punto sulle tante organizzazioni pubbliche e private finalizzate alla promozione della danza contemporanea in Italia; mentre Greta Pieropan racconta di Dance Well di Bassano del Grappa che si rivolge a persone colpite dal Parkinson. Rispetto alle grandi capitali europee in Italia è piuttosto carente la presenza di centri di formazione pubblica dedicati alla danza contemporanea, come rileva Maddalena Giovannelli, anche per via della mancanza di adeguate risorse necessarie per la progettazione didattica. A queste problematiche si allinea larticolo di Valentina Marini, ricco di riflessioni proiettate nel futuro, facendo riferimento ai decreti ministeriali e alle sovvenzioni targate Fus. Spetta a Carlotta Garlanda la chiusura di questo ricco e aggiornato dossier con notizie e considerazioni sulla circuitazione internazionale della danza italiana.
Nella sezione Ritratti, trova posto Renato Carpentieri. Alessandro Toppi ricorda gli spettacoli più significativi della luminosa carriera dellattore campano, dalla partecipazione al recente Piazza degli eroi di Thomas Bernhard ai precedenti successi maturati a partire dalla fine degli anni Sessanta. Matteo Brighenti presenta Francesca Sarteanesi, cofondatrice nel 2006 della compagnia Gli Omini attiva come attrice e autrice, per poi aprirsi ad altre esperienze in campo artistico. A Rezo Gabriadze, il maggiore uomo di teatro georgiano recentemente scomparso, Fausto Malcovati dedica un suggestivo profilo artistico incentrato sugli spettacoli di quali Ramona, storia damore tra un locomotore e una locomotrice separate dai binari.
Attore, drammaturgo e regista, il promettente Leonardo Lidi si pone al centro del contributo firmato ancora da Malcovati, attento nella ricostruzione delle tappe fondamentali della carriera maturata presso i teatri stabili di Torino e Umbria, per poi arrivare ai successi ottenuti con Spettri di Ibsen con cui vinse nel 2018 il bando della Biennale Teatro di Venezia.
In Drammaturgia si legge un intervento di Filippa Ilardo indirizzato a Rosario Palazzolo. Drammaturgo, attore, regista e romanziere, al centro della sua produzione si delinea, in un sottile gioco di decostruzione linguistica, «il concetto di identità, ovvero ciò che facciamo per somigliare allimmagine che gli altri si aspettano da noi» (pag. 62).
La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Seguono le pagine dedicate alla lirica e alla danza.Exit contiene brevi ricordi di personaggi allo spettacolo recentemente scomparsi: Renato Palazzi (Claudia Cannella), Stephen Sondheim (Sandro Avanzo), Ludovica Modugno, Massimo Loreto, Marianella Laszlo (Albarosa Camaldo) e Angela Lucrezia Calicchio (Renata Savo).
Nella ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.
In Testi è pubblicato Scavi di Francesco Alberici, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.
Le tante e utili informazioni de la società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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