Il nuovo numero di «Commedia dellArte.
Studi storici», rivista diretta da Siro Ferrone e Anna Maria
Testaverde, si apre con un intervento di Assunta Petrosillo sulle intricate
e rocambolesche vicende teatrali e familiari di alcune attrici e attori spagnoli
attivi a Napoli nel Seicento. Anticipando ulteriori «schede biografiche» (p. 8)
che saranno presentate in occasione di future pubblicazioni, lautrice si
sofferma qui su alcune compagnie a conduzione familiare, tra cui quelle di Donna
Anna Pérez e Francisco de López, di María de los Ángeles e Francisco de León,
di Catalina Hernández e Gregorio Laredo, oltre a quella de Las Tinientas
(o La Toledanas), formata da le tres Gracias Feliciana, Ana e
Micaela de Andrade. Storie sino a oggi trascurate, che vengono restituite
facendo dialogare le fonti notarili conservate presso lArchivio di
Stato di Napoli con le notizie del Diccionario biográfico de actores del teatro clásico español (DICAT), un database diretto da Teresa
Ferrer Valls che rubrica oltre cinquemila attori, autores (capocomici)
e musicisti attivi dai tempi di Lope de Rueda alla fine del XVII secolo.
A
seguire Teresa Megale pubblica una inedita testimonianza su Adriana
Basile: uno strumento redatto nel 1620 dal notaio Giovanni Andrea Cassetta con
cui Muzio Barone, marito dellattrice-cantante, impegna duemila ducati in
favore della moglie. Presenti alla stipula dellatto anche i di lei fratelli:
Francesco, Domenico e il più noto Giambattista.
Fabio
Sottili
analizza il Ritratto di Paoluccio della Cerra, ovvero Paolo Cinella: un
contadino nato ad Acerra, vicino Napoli, spesso indicato come il primo
Pulcinella. A tramandarne limmagine unincisione firmata dal conte Carlo
Enrico di San Martino: un nobile piemontese che, trasferitosi a Roma, fu
ministro del cardinale Pietro Ottoboni. Un uomo di teatro. Dilettante
commediografo e abile nel disegno architettonico, nel 1689 ideò a Ferrara una
complessa macchina teatrale in onore di San Maurelio: unisola che, tra
stupefacenti fuochi artificiali, si trasformava in vari mostri e figure
mitologiche. Giusta liscrizione da lui riportata sul documento in oggetto, quello
riprodotto sarebbe un perduto dipinto di Ludovico Carracci, ma Sottili avanza
il nome di Caravaggio e ipotizza possibili contatti tra lui e la bottega dei
bolognesi allinsegna del comune apprezzamento per la Commedia dellArte.
Gianni
Cicali,
attraverso alcune drammaturgie di Pietro Trinchera e Domenico Lalli, torna sul
debito degli attori-cantanti dellopera buffa con i comici di professione. Una
nota pratica di meticciato artistico, qui indagata in un contesto particolare
come quello napoletano. A seguire, la lettura di Francesca Pagani de La
Nouvelle Italie di Jean Galli de Bibiena, andata in scena il 23 giugno 1762
al Théâtre de Bourgogne di Parigi, evidenzia il carattere sperimentale della
pièce che, nellanno della fusione della compagnia dei Comédiens italiens du
Roi con quella dellOpéra-Comique de la Foire, cerca di unire i due repertori
proponendo un nuovo genere che meglio risponda agli interessi del pubblico.
Per
la sezione Cantieri Caterina Pagnini propone alcune riflessioni
sulla ventennale esperienza della compagnia di Diaghilev e presenta la tesi di laurea
di Anna Maria Di Marco sui Ballets Russes e sulle nostre modalità di ricezione;
Elena Mazzoleni recensisce la mostra I colori di Arlecchino. La
Commedia dellArte nelle opere di Giovanni Domenico Ferretti, curata da
Sottili per la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (26 febbraio-31 maggio
2020), nonché lelaborato di Angela Caironi sul Teatro di Nohant in bilico tra
tradizione e innovazione; Testaverde illustra le ricerche di Michela Sereni
sulle fonti che testimoniano i possibili incontri tra Shakespeare e i comici
dellArte. Un valido lavoro in progress, che pone attenzione alla
circolazione degli attori piuttosto che a quella dei testi.
di Lorena Vallieri
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