Questo numero di «Theaterheute» si apre con le pagine
di Aufführungen, la sezione dedicata
alle recensioni degli spettacoli principali prodotti nei teatri dellarea
tedesca. Allo Schauspielhaus di Amburgo Karin Kenkel ha proposto Richard the
Kid & the King, rielaborazione drammaturgica degli shakespeariani Heinrich
VI e Richard III con laggiunta di estratti da Eddy the King
di Tom Lanoye e Schlachten di Luk Perceval. Uno spettacolo crudo e cupo incentrato sullanalisi della brutalità del potere,
interpretato da Kristof Van Boven, Lina Beckmann, Bettina Stucky, Kate Strong, Cecily
Neville.Nel programma del Thalia Theater figura Der Idiot
di Dostojevskij secondo la versione curata da Johan Simons, attenta alla resa
psicologica dei personaggi senza compromettere la forza delle tematiche sociali
presenti nel testo. Accanto al protagonista Jens Harzer si sono esibiti Felix Knopp,
Marina Galic, Maja Schöne.
Al Berliner Ensemble è stato allestito Dreigroschenoper
di Brecht/Weill per la regia di Barrie Koskys che si è avvalso di un impianto
scenografico formato da unenorme parete di scaffali vuoti occupati dagli
attori. Uno spettacolo dominato dai personaggi femminili affidati a Cynthia
Micas, Constanze Becker e Bettina Hoppe, affiancate da Nico Holonics, Tobias
Bieri, Nico Went.
Dalla programmazione del Maxim Gorki Theater di
Berlino emergono due produzioni molto importanti. Porta la firma di Nurkan
Erpulat la messinscena di Treulicht dal romanzo di Deniz Ohde ambientato
nel mondo del proletariato industriale nella Germania degli anni Novanta, con Cigdem Teke, Aysima Ergün e Wojo van Brouver impegnati nei ruoli principali di un
allestimento crudo e di marcata denuncia sociale. Anche 1000 Serpentinen
Angst è ricavato dallomonimo romanzo di Olivia Wenzedl incentrato sulla
storia di una donna di colore, figlia di un comunista e nipote di una punk
anarchica. La regia di Helena Recke consegna il ruolo della protagonista a Shari
Asha Crosson.
Segnalazioni di allestimenti di pregevole fattura
artistica provengono anche dallAustria, a partire da Maria Stuart di Schiller in scena al Burgtheater di Vienna per la cura di Martin Kušej che legge
la tragedia in chiave contemporanea cercando di approfondire il linguaggio del
corpo e le tensioni erotiche dei vari personaggi affidati allestro espressivo
di Birgit Minichmayr nel ruolo del titolo, e con lei Bibiana Beglau, Rainer
Galke, Hat Turan, Norman Hacker. Lo stesso dramma era stato presentato al
festival di Salisburgo come Das Bergwerk zu Falun di Hugo von Hofmannsthal,
allestito da Jossi Wieler e interpretato da André Jung, Marcel Kohler, Hildegard
Schmahl, Sylvana Krappatsch.
La rivista berlinese dedica ampio spazio ai Festivals. Si inizia con Theater der
Welt di Düsseldorf che si è svolto in presenza offrendo agli spettatori un
ricco e variegato programma impreziosito da artisti internazionali come Puppen
Company con Leben und Zeit des Michael K., lindonesiano Garla Nugraho con The Planet - A Lament, il duo estone Ene-Liis Semper e Tiit Ojasoo impegnato nella performance Kunst.
Di rilievo sono risultate anche le Wiener Festwochen
in occasione dei primi settantanni di attività, festeggiati con variegate
proposte che spaziano dal teatro musicale (Burt Turrido. An Opera di
Nature Theater of Oklahoma) alla danza (The Slowest Urgency di Philipp
Gehmacher, Lavagem di Alice Ripoll), riservando particolare attenzione
al teatro di prosa. Tra le tante commedie spiccano Love e Faith, Hope
and Charity di Alexander Zeldin, la coinvolgente Catarina e a beleza de
matar fascistas di Tiago Rodrigues e Der Gewehre der Frau Kathrin
Angerer di René Pollesch.
Si occupa di tematiche legate alla storia del
Novecento e alla globalizzazione il Kunstfestival di Weimar inaugurato da 438
Tage NSU-Prozess di Nuran David Calis in cui si rievocano i crimini nazisti.
Hanno riscosso ampi consensi di pubblico e di critica Und alle Tiere rufen:
dieser Titel rettet die Welt auch nicht mehr, novità di Tomas Köck (regia
di Marie Bue), e le performances Gold e Coal dal ciclo Landscapes
and Bodies #1–5 di Daniel
Kötter, Sarah Israel e Elisa Limberg.
Il testo del mese (Das Stück), pubblicato in versione integrale in questo numero di
«Theaterheute», è Tragödienbastard dellemergente Ewe Benbenek
che ha debuttato allo Schauspielhaus di Vienna per la regia di Florian
Fischer. Si tratta di una commedia polifonica di ricordi famigliari legati
a movimenti migratori cui non mancano momenti di denuncia sociale circa le
ingiustizie e le discriminazioni razziali contemporanee.
di Massimo Bertoldi
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