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Theaterheute, Nr. 10, Oktober 2021


64 pp., euro 18,00
ISSN 0040 5507

Questo numero di «Theaterheute» si apre con le pagine di Aufführungen, la sezione dedicata alle recensioni degli spettacoli principali prodotti nei teatri dell’area tedesca. Allo Schauspielhaus di Amburgo Karin Kenkel ha proposto Richard the Kid & the King, rielaborazione drammaturgica degli shakespeariani Heinrich VI e Richard III con l’aggiunta di estratti da Eddy the King di Tom Lanoye e Schlachten di Luk Perceval. Uno spettacolo crudo e cupo incentrato sull’analisi della brutalità del potere, interpretato da Kristof Van Boven, Lina Beckmann, Bettina Stucky, Kate Strong, Cecily Neville.

Nel programma del Thalia Theater figura Der Idiot di Dostojevskij secondo la versione curata da Johan Simons, attenta alla resa psicologica dei personaggi senza compromettere la forza delle tematiche sociali presenti nel testo. Accanto al protagonista Jens Harzer si sono esibiti Felix Knopp, Marina Galic, Maja Schöne.

Al Berliner Ensemble è stato allestito Dreigroschenoper di Brecht/Weill per la regia di Barrie Koskys che si è avvalso di un impianto scenografico formato da un’enorme parete di scaffali vuoti occupati dagli attori. Uno spettacolo dominato dai personaggi femminili affidati a Cynthia Micas, Constanze Becker e Bettina Hoppe, affiancate da Nico Holonics, Tobias Bieri, Nico Went.

Dalla programmazione del Maxim Gorki Theater di Berlino emergono due produzioni molto importanti. Porta la firma di Nurkan Erpulat la messinscena di Treulicht dal romanzo di Deniz Ohde ambientato nel mondo del proletariato industriale nella Germania degli anni Novanta, con Cigdem Teke, Aysima Ergün e Wojo van Brouver impegnati nei ruoli principali di un allestimento crudo e di marcata denuncia sociale. Anche 1000 Serpentinen Angst è ricavato dall’omonimo romanzo di Olivia Wenzedl incentrato sulla storia di una donna di colore, figlia di un comunista e nipote di una punk anarchica. La regia di Helena Recke consegna il ruolo della protagonista a Shari Asha Crosson.

Segnalazioni di allestimenti di pregevole fattura artistica provengono anche dall’Austria, a partire da Maria Stuart di Schiller in scena al Burgtheater di Vienna per la cura di Martin Kušej che legge la tragedia in chiave contemporanea cercando di approfondire il linguaggio del corpo e le tensioni erotiche dei vari personaggi affidati all’estro espressivo di Birgit Minichmayr nel ruolo del titolo, e con lei Bibiana Beglau, Rainer Galke, Hat Turan, Norman Hacker. Lo stesso dramma era stato presentato al festival di Salisburgo come Das Bergwerk zu Falun di Hugo von Hofmannsthal, allestito da Jossi Wieler e interpretato da André Jung, Marcel Kohler, Hildegard Schmahl, Sylvana Krappatsch.

La rivista berlinese dedica ampio spazio ai Festivals. Si inizia con Theater der Welt di Düsseldorf che si è svolto in presenza offrendo agli spettatori un ricco e variegato programma impreziosito da artisti internazionali come Puppen Company con Leben und Zeit des Michael K., l’indonesiano Garla Nugraho con The Planet - A Lament, il duo estone Ene-Liis Semper e Tiit Ojasoo impegnato nella performance Kunst.

Di rilievo sono risultate anche le Wiener Festwochen in occasione dei primi settant’anni di attività, festeggiati con variegate proposte che spaziano dal teatro musicale (Burt Turrido. An Opera di Nature Theater of Oklahoma) alla danza (The Slowest Urgency di Philipp Gehmacher, Lavagem di Alice Ripoll), riservando particolare attenzione al teatro di prosa. Tra le tante commedie spiccano Love e Faith, Hope and Charity di Alexander Zeldin, la coinvolgente Catarina e a beleza de matar fascistas di Tiago Rodrigues e Der Gewehre der Frau Kathrin Angerer di René Pollesch.

Si occupa di tematiche legate alla storia del Novecento e alla globalizzazione il Kunstfestival di Weimar inaugurato da 438 Tage NSU-Prozess di Nuran David Calis in cui si rievocano i crimini nazisti. Hanno riscosso ampi consensi di pubblico e di critica Und alle Tiere rufen: dieser Titel rettet die Welt auch nicht mehr, novità di Tomas Köck (regia di Marie Bue), e le performances Gold e Coal dal ciclo Landscapes and Bodies #1–5 di Daniel Kötter, Sarah Israel e Elisa Limberg.

Il testo del mese (Das Stück), pubblicato in versione integrale in questo numero di «Theaterheute», è Tragödienbastard dell’emergente Ewe Benbenek che ha debuttato allo Schauspielhaus di Vienna per la regia di Florian Fischer. Si tratta di una commedia polifonica di ricordi famigliari legati a movimenti migratori cui non mancano momenti di denuncia sociale circa le ingiustizie e le discriminazioni razziali contemporanee.



di Massimo Bertoldi


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