Esistono
film che segnano profondamente lesistenza dello spettatore, con motivi che
possono oltrepassare tutte le regole della catalogazione cinematografica. In
questa inedita direzione si muove la bella collana “I migliori film della nostra vita”, edita dalla casa editrice Gremese
sotto la cura di Piero Spila ed Enrico Giacovelli. A quasi cento
anni dalla nascita di Francesco Rosi (1922-2022) e a circa cinquanta
dalluscita di Uomini contro (1970),
la collana si arricchisce di un volume dedicato questultima controversa
pellicola firmata dal regista napoletano.
Scritto
a quattro mani dagli studiosi e critici cinematografici Savino Carrella
e Pasquale Gerardo Santella, il lavoro, oltre allintroduzione dal
piglio più “intimo” ma allo stesso tempo caratterizzante, si divide in quattro parti
distinte ma complementari, dallapproccio analitico prettamente
storico-letterario comparativo. Il film di Rosi così, oltre ad essere analizzato
in ogni sua componente (cinematografica ed extra filmica) e confrontato (non
solo dal punto di vista del girato, ma anche e soprattutto dal punto di vista
della sceneggiatura) con il romanzo da cui è in gran parte tratto, Un anno
sullaltopiano di Emilio Lussu, diventa un prezioso documento
storico e sociale. «Bisogna considerare i tre tempi a cui si riferisce il film:
quello rappresentato sullo schermo, quello in cui è girato dal regista, quello
in cui è realmente visto dagli spettatori. […] In ciò sta una delle sue massime
ambiguità come documento, ma anche una delle sue massime fecondità […] per
comprendere la percezione sociale del tempo in una determinata epoca» (pag.
20).
La
seconda corposa parte è un dettagliato, curato racconto del film, in cui tutte
le sequenze vengono minuziosamente confrontate con il corrispettivo libro di Lussu.
Si scopre così che molte scene sono state del tutto “ricalcate” su di esso,
così come altre parti sono state modificate o totalmente riscritte attualizzandole
sugli eventi politici correnti o addirittura stravolgendone le corrispondenze
temporali. «Io non volevo fare lillustrazione cinematografica del libro» (p.
33) dirà Rosi e lo stesso Lussu spesso si allontanerà dalla crudità di alcune
scene del film: «in guerra qualche volta abbiamo anche cantato…» (ibid.).
Nellepilogo,
oltre una interessante interpretazione lukácsiana dellopera di Rosi, Santella
propone un lungo excursus sul cinema della Grande Guerra, prima e dopo Uomini
contro. Ad arricchire il volume, oltre a una preziosa sezione finale con
testimonianze del cast tecnico e artistico (da Tonino Guerra a Pasqualino
De Santis) ed estratti critici provenienti dalle più affermate e autorevoli
riviste di critica cinematografica, concorre una pregevole componente
iconografica che offre confronti tra foto di scena e inquadrature
cinematografiche, riproduzione di poster e rarissime edizioni di libri, istantanee
dei protagonisti con ricche didascalie esplicative, analisi filmiche di intere
sequenze, con confronti anche provocatori (come quando si illustra la foto
della Brigata Sassari prima e dopo, mostrando, per questultimo arco temporale,
un cimitero militare).
Un
volume sia per i semplici appassionati sia per gli specialisti di Rosi, che pone
un tassello fondamentale su uno dei film più discussi, affascinanti e
tormentati della nostra cinematografia.
di Pietro Ammaturo
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