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Giulio Sodano

Elisabetta Farnese. Duchessa di Parma, regina di Spagna, matrona d’Europa


Roma, Salerno Editrice, 2021, 478 pp., euro 25,00
ISBN 9788869736384


In questo volume pubblicato nella collana “Profili”, fondata da Luigi Firpo, già diretta da Giuseppe Galasso e ora da Andrea Giardina, Giulio Sodano ricostruisce un’ampia e organica biografia di Elisabetta Farnese. Regina-reggente di Spagna, mise in discussione gli equilibri stabiliti dalla pace di Utrecht a conclusione della guerra di successione spagnola nel 1714, riuscendo a riprendersi nel 1734, dagli Asburgo d’Austria, i Regni di Napoli e Sicilia e – grazie a una strategia di alleanze – a collocare sul trono il figlio Carlo. L’ambizioso progetto curato da Sodano, basato su fonti inedite o poco indagate, illustra in modo lineare ma problematico la vita pubblica e privata di una donna dall’“ingombrante personalità”, le cui vicende si intrecciano con quelle delle corti borboniche in Europa.

 

Giudizi variopinti sul conto della duchessa di Parma si sono sprecati a partire dalla «scaltra come una zingara» di Giulio Alberoni (p. 9). Più generose le parole di Federico il Grande, esperto dell’arte della politica come della guerra, che esprime tutta la sua ammirazione per una donna in cui convivono «la fierté d’un Spartiate, l’opiniâtreté d’un Anglais, la finesse italienne et la vivacité française» (p. 10). Del resto, quella dei Farnese è la storia di una piccola casata che, proveniente dal feudo di Farneto, nella Tuscia, arriva a espandersi in Italia e in Europa attraverso una accorta politica di progressive acquisizioni e studiati matrimoni.


Sodano ricostruisce la formazione della donna, il matrimonio destabilizzante (cap. III, pp. 78-80) nel 1714 con Filippo, rimasto vedovo di Maria Luigia di Savoia, il ruolo del cardinale Alberoni, gli indirizzi riformatori e la politica internazionale tesa a recuperare le posizioni spagnole nel Mediterraneo. Regina di un re che non vuole essere re (cap. VI), ridisegna la sua strategia internazionale e la adatta alle differenti congiunture: nel 1721 il patto franco-spagnolo, poi la rottura delle relazioni con la Francia e l’avvicinamento all’Austria, sempre per garantire un trono e una moglie al figlio Carlo.


Oltre a esercitare l’arte della politica, Elisabetta Farnese eccelle nella pittura, nella musica e nella danza, dando prova di gran gusto artistico come collezionista e dimostrando raffinate competenze musicali. Chiama a corte pittori, musicisti e cantanti di fama internazionale, tra i quali Carlo Broschi Farinelli – al culmine della sua carriera e mito vivente dell’opera italiana – che finisce per occupare un posto “speciale” nella vita della regina (pp. 344-348). Al criado familiar viene offerto un contratto di esclusiva con la famiglia reale, con il divieto di tenere concerti fuori della corte spagnola, provocando un caso diplomatico con Londra e il teatro di Haymarket con cui il castrato si era impegnato (p. 347).

 

Nella gabbia dorata (cap. XI) la donna affronta la morte del suo consorte nel 1746, la pace di Aquisgrana nel 1748, il breve regno del successore di Filippo, Ferdinando VI, la condizione di “triste esule”. È in questi anni che, secondo lo studioso, prende avvio un processo di «femminilizzazione della politica» che caratterizza buona parte del XVIII secolo in Spagna. Le critiche condizioni psicofisiche di Ferdinando, privo di eredi (muore nel 1759), si rivelano propizie per la Gobernadora del Reyno che prepara la successione del figlio Carlo al trono spagnolo, presiedendo la cerimonia di investitura l’11 settembre del 1759 (pp. 251-256). «Ha logrado la satisfaccion de vér la magnificencia con la que han concurrido volontariamente a este solemne acto los Grandes, Titulos y Personas» («Gazeta de Madrid», 18 settembre 1759).

 

La Matrona d’Europa (cap. XII) consegue gli obiettivi della sua vita: un figlio re di Spagna e i restanti figli sugli altri troni europei (p. 400). L’11 luglio 1766 muore circondata dalla sua famiglia: viene sepolta alla Granja «vicino a Filippo V, l’uomo che ha sposato, amato, protetto e che l’ha resa regina di Spagna» (p. 408).

 

Il volume arricchisce notevolmente sia il profilo pubblico-politico-diplomatico di Elisabetta Farnese, sia il profilo privato, la dimensione psicologica e i rapporti familiari di questa Regina di fatto (cap. VIII). La biografia tracciata da Sodano si fonda su una mole documentaria mai messa insieme finora, colmando vuoti e portando all’attenzione degli studiosi il ritratto di una “grande donna” che occupa un posto non secondario nella storia della musica e dello spettacolo.

 

Una ricca bibliografia aggiornata aumenta il valore di un testo da leggere e custodire nella propria biblioteca. 




di Stefania Prisco


La copertina

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