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Theaterheute, Nr. 8-9, Aug-Sep 2021


64 pp., euro 18,00
ISSN 0040 5507

Per effetto della riapertura dei teatri anche nei paesi di lingua tedesca, ritorna in «Theaterheute» la sezione Aufführungen dedicata alle recensioni delle principali produzioni. Si inizia allo Schauspielhaus di Amburgo, dove Karin Beier firma la regia di Lärm. Blindes Sehen. Blinde sehen, novità di Elfriede Jelinek che recupera la trasformazione in maiali dei compagni di Ulisse per sviluppare una cupa metafora relativa alla pandemia contemporanea e denunciare gli errori commessi dalla politica (il testo è pubblicato in versione integrale nelle pagine “Das Stück” di questo numero della rivista berlinese). Grotteschi e apocalittici risultano i tratti connotativi degli attori, tra i quali Angelika Richter, Josefine Israel, Julia Wieninger, Maximilian Scheidt.    

Al Berliner Ensemble è stato applaudito Fabian oder Der Gang vor die Hunde dall’omonimo romanzo Erich Kästner, censurato dai nazisti. Lo spettacolo-evento curato con maestria da Frank Castorf mette in secondo piano le atmosfere berlinesi degli anni Trenta per privilegiare il rapporto conflittuale tra i vari personaggi affidati a Clara De Pin, Andreas Döhler, Sina Martens e Marc Hosemann. Nello stesso teatro Ersan Mondtag ha affrontato wagner – der ring der Nibelungen di Thomas Köck che trasforma le figure wagneriane in grotteschi soggetti attivi in un centro psichiatrico, con Peter Moltzen, Paul Zichner, Philine Schmölzer e Emma Lotta Wegner convincenti protagonisti. Altra novità di rilievo è risultata la messinscena di Das Leben des Vernon Subutex 1 ricavata dal romanzo di Virginie Despentes da parte di Thomas Ostermeier: il declino economico di un famoso negoziante di dischi colpito dall’affermazione dello streaming e dalla musica gratis online, si trasferisce nella sfera delle relazioni sociali e sentimentali. Lo spettacolo ha evidenziato le doti espressive di Stephanie Eidt, Joachim Meyerhoff e Julia Schubert.   

Compete ad Armin Petras l’allestimento di Öl der Erde di Ella Hickson, vicenda articolata nell’arco di centocinquanta anni e incentrata sulla storia di un’emancipazione femminile vissuta nella cornice dell’economia mondiale legata al petrolio. Sul palcoscenico dello Schauspielhaus di Hannover si sono esibiti con successo, tra gli altri, Viktoria Miknevich, Kaspar Locher, Anja Herden, Alban Mondschein.

Al pubblico del Deutsches Theater sono state proposte le novità When there’s nothing left to burn di Chris Michalski, truce storia di guerra e consumismo, sogno e terrore allestita da Tom Kühnel e interpretata da Manolo Bertling, Anja Schneider e Katrin Wichmann; Gaia googelt nicht di Nele Stuhler si avvale della regia di Sarah Short che guida una compagnia di giovani attori, tra i quali spicca Maren Eggert nel ruolo principale.

Piuttosto interessante è risultata la rappresentazione di Mutter Vater Land, testo inedito di Akin Emanuel Sipal incentrato su una storia di migrazioni contemporanee proiettate nel futuro. La regia è di Frank Abt per lo Stadttheater di Brema.

Nella programmazione dei Kammerspiele di Monaco è presente Der Sprung vom Elfenbeinturm: ricavato dai testi di Gisela Elsner assemblati dal regista Pinar Karabulut e da Mehdi Moradpour, la rappresentazione sviluppa la denuncia delle ipocrisie e della violenza propria delle dittature con particolare riferimento alla Germania nazista.

Allo Schauspiel di Dresda è andato in scena Buch der Unruhe che Sebastian Hartmann ha dedotto dall’omonimo romanzo di Fernando Pessoa, affidando il ruolo del protagonista a Simon Werdelis.

Due sono le produzioni realizzate dallo Schauspielhaus di Francoforte: l’omonima protagonista Malina dal cupo romanzo di Ingeborg Bachmann spetta a Inga Busch, affiancata da Manja Kuhl e Fridolin Sandmeyer che, guidati dalla precisa regia di Lilja Rupprecht, animano un’esibizione di pregevole qualità artistica; Ode di Thomas Melle affronta il tema del business dell’arte come ha evidenziato la regia di Anne Bader, abile nell’orchestrazione dell’azione di un gruppo di applauditi attori tra i quali si riconoscono Fenna Benetz, Nina Plagens, John Sander e Sabah Qalo.

Chiude la sezione Aufführungen la messinscena di Don Juan di Molière allo Schauspielhaus di Stoccarda, reso in modo marionettistico e circense da parte di Achim Freyer con Valentin Richter, Celina Rongen, Paula Skorupa apprezzati attori di grande impatto comico.

In Akteure si legge una lunga intervista a Jonathan Mertz, scenografo stretto collaboratore di Christopher Riping per il quale ha recentemente realizzato l’impianto per la messinscena di Einfach das Ende der Welt. Ed è da questa creazione che si avvia il suo discorso che, oltre ad un rapido cenno alle tappe fondamentali della sua carriera, si allarga poi all’importanza degli aspetti visivi nel teatro contemporaneo.

Come la creatività degli scrittori si sia rapportata alla sospensione delle rappresentazioni teatrali durante i mesi del lock down costituisce il tema di Schreibwerkstatt. In merito, sono pubblicati estratti da opere concepite durante quel periodo, che nello specifico sono: l’inizio del racconto Die Geisterbahn di Clemens Setz; passaggi dialogati da Magic Moments di Teresa Dopler; le prime scene della commedia Dem Marder die Taube (AT) di Caren Jeß; infine alcuni momenti di [go’rila] di Konstantin Küspert.

Ampio spazio è riservato da «Theaterheute» alla cronaca nei principali festival estivi, a partire dalle Wiener Festwochen che hanno ospitato artisti di spicco come Florentina Holzinger con Festzug, Tiago Rodrigues con il dramma politico Catarina oder von der Schönheit, Fascisten zu toten, René Pollesch con la rappresentazione di Die Gewehre der Frau Kathrin Angerer, il gruppo Nature Theater of Oklahoma impegnato in Burt Turrido. An Opera e Wichaya Artamat con l’accattivante Four Days in September (The Missing Comrade).

Anche il programma curato dal direttore Olaf Kröck per i Ruhrfestspiele presenta proposte piuttosto interessanti e capaci di connotare la manifestazione in senso internazionale per la presenza di Yoshi Oida e Kaori Ito con lo spettacolo di danza Die Seidentrommel, di René Polesch con il suo Goodyear, l’attesa novità Die Konferenz der Abwesenden ideata dal collettivo Rimini Protokoll.


di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 8-9, August-September 2021

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