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Hystrio, a. XXXIV, n. 4, 2021


116 pp., euro 12,00


È con lo speciale Premio Hystrio 2021 che si apre il numero autunnale di «Hystrio». Spetta a Fabrizio Sebastian Caleffi la cronaca dettagliata dell’evento al Teatro Elfo Puccini, cui seguono le motivazioni che hanno decretato la vittoria di Federica Fracassi (Premio Hystrio all’Interpretazione), Andrea De Rosa (Premio Hystrio alla Regia), Daria Deflorian e Antonio Tagliarini (Premio Hystrio alla Drammaturgia), Teatro la Ribalta (Premio Hystrio-Altre Muse), Associazione Culturale VicoQuartoMazzini (Premio Hystrio-Iceberg), Silvia Gribaudi (Premio Hystrio-Corpo a Corpo), Diario dei “giorni felici” di Teatrino Giullare, Lingua Madre di LAC - Lugano Arte Cultura, Testimonianze, ricerca, azioni di Teatro Akropolis (Premio Hystrio-Digital Stage). Compete a Amore storto di Christian di Furia il Premio Hystrio-Scritture di Scena, mentre il Premio Hystrio alla Vocazione è stato assegnato a Maria Luisa Zaltron e Alessio Zirulia; a Chiara Stassi è toccato il Premio Ugo Ronfani. 


La consueta Vetrina ospita un articolo di Valeria Brizzi e Arianna Lomolino dedicato alla ripartenza dell’attività teatrale avviata dai festival estivi, anche se rimane aperta la questione dei lavoratori dello spettacolo, in attesa della riforma ministeriale prevista nel 2022 e mentre rimangono vive le complicazioni connesse allo stato di emergenza pandemica in vigore fino al 31 dicembre.


Anche se non scrisse nulla per il teatro, Fëdor Dostoevskij è al centro di adattamenti, traduzioni, trasposizioni televisive ricavate dai suoi romanzi: in merito Fausto Malcovati ne ripercorre la fortuna ricordando le regie di Copeau, Visconti, Strehler, Ronconi e Stein, per concludere con gli sceneggiati Rai come le sette puntate de I fratelli Karamazov dirette da Sandro Bolchi


Diego Vincenti intervista Claudio Longhi, neodirettore del Piccolo Teatro, che si sofferma sull’importanza della drammaturgia e del supporto dell’università, e ribadisce i suoi legami artistici con la tradizione dello stesso teatro milanese.

Valter Malosti, fresco di nomina a direttore dell’ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, dialoga con Laura Bevione in merito alla funzione del teatro pubblico in rapporto alla città e al territorio; emergono anche tanti progetti, come gli omaggi a Fellini e Pasolini, nonché l’attenzione al teatro internazionale con le produzioni di opere di Christoph MarthalerAngélica LiddellTiago Rodrigues.


Compie dieci anni la rassegna Fuori Luogo, percorsi teatrali nel presente di La Spezia, un’iniziativa nata tra tante difficoltà poi cresciuta nel tempo, come ci racconta Matteo Brighenti, e oggi ricordata nel volume Dieci anni di Teatro Fuori Luogo curato da Maddalena Giovannelli e Francesca Serrazanetti (Scarti Edizioni, 2021). 

In Vetrina trova posto anche la Scuola di Vocalità fondata a Ravenna da Teatro delle Albe con l’obiettivo – spiega Nicola Arrigoni – di formare figure professionali attive nello spettacolo dal vivo e nel settore multimediale.


Nella sezione di Teatromondo Irina Wolf prende in rassegna i principali festival estivi austriaci, a partire da quello di Salisburgo dove primeggiano Richard the Kid & the King (drammaturgia di Tom Lanoye, regia di Karin Henkel) e l’onnipresente Jedermann di Hugo von Hofmannsthal con Lars Eidinger nel ruolo del titolo, guidato dalla abile regia di Michael Sturminger. Di rilievo sono risultate anche le Wiener Festwochen con allestimenti di qualità quali Catarina e a beleza de matar fascistas di Tiago Rodrigues, Four Days in September (The Missing Comrade) di Wichaya ArtamatFaith, Hope and Charity di Alexander Zeldin


Compete a Michele Pascarella e a Roberto Rizzente la cura del Dossier: Teatro, immagini, immaginari. Robert Lepage, intervistato da Anna Maria Monteverdi, spiega i rapporti visivi tra cinema e teatro, soffermandosi, a titolo esemplificativo, sulla recente versione televisiva del suo La face cachée de la Lune e sul progetto indirizzato alla vita del pittore Jean-Paul Riopelle. 

Le citazioni d’arte nell’oggetto scenico sono l’argomento di Simone Azzoni, sviluppato attraverso l’analisi di spettacoli di Dimitris KourtakisJan Fabre e Filippo Timi.


Francesca Serrazanetti si occupa dell’adozione della prospettiva intesa come strumento rappresentativo di uno spazio illusorio, ricostruendo il suo sviluppo e poi la codificazione dal Rinascimento al Barocco. Sulla drammaturgia visuale, ossia l’impaginazione di quadri visivo-sonori con l’assunzione di un linguaggio diverso dalla sintassi della parola e della gestualità, argomenta Valentina Valentini seguendo un percorso storico che si enuclea dalle Avanguardie storiche per poi incontrare Robert WilsonTadeusz KantorClaudio RemondiRiccardo Caporossi, e concludersi affermando che «Nel nuovo millennio la modellizzazione visuale della scena si è radicalizzata producendo un’indistinzione di forme espressive, un eterogeneo moltiplicarsi dei formati produttivi» (pag. 31).


Il definirsi di varie tipologie di registri espressivi dell’immagine, come spiega Rodolfo Sacchettini, si manifesta con una certa continuità a partire dagli anni Novanta e si riscontra, tra i tanti esempi, in lavori legati all’intreccio tematico tra contemporaneità e classicità secondo Romeo CastellucciChiara Guidi e Claudia Castellucci; oppure di Motus e Fanny & Alexander impegnati nella costruzione di linguaggi di spaesamento per lo spettatore. 


All’attento contributo di Renata Savo rivolto allo spessore artistico e connotativo delle locandine degli spettacoli, segue Roberto Rizzente che si addentra nella produzione testuale, italiana e straniera, in cui risulta centrale la figura dell’artista nei suoi tormentati rapporti con la società come evidenziato in L’odore assordante del bianco di Stefano MassiniRosso di John LoganCaro George di Federico Bellini.


Con Maria Paola Zedda si entra nell’ambito del rapporto tra la danza e le arti visive, che è accresciuto nell’ultimo decennio soprattutto nella coreografia, alla luce di un percorso esplorativo avviato da William Forsythe e proseguito da Dīmītrīs Papaïōannou e, sul versante italiano, da Enzo Cosimi. Altro terreno fertile per la drammaturgia dell’immagine è il teatro ragazzi inquadrato da Mario Bianchi tramite una mappatura dei principali maestri e compagnie. Lo stesso Bianchi indaga il teatro delle ombre di derivazione orientale, assai poco diffuso in Italia ma capace di influenzare la creatività di qualificate compagnie quali Teatro Gioco Vita di Piacenza e Controluce-Teatro d’ombre di Torino.


Preziosa e assai documentata risulta la ricostruzione storica dell’uso della marionetta in scena proposta da Cristina Grazioli: ricorrono domande intorno all’identità e si sviluppano variegate visioni dell’uomo in una scacchiera performativa sulla quale si muovono pedine italiane e internazionali. 

Michele Pascarella raccoglie le voci dei registi contemporanei legati all’immagine che sono: Simone Bertozzi, Enzo Cosimi, Luigi De Angelis - Fanny & Alexander, Pippo Delbono, Simone Derai - Anagoor, Danio Manfredini, Francesco Pititto - Lenz Fondazione, Armando Punzo, Alessandro Serra, Roberto Zappalà

Il dialogo tra arti visive e arti performative decontestualizzato dallo spazio del teatro canonico è l’argomento di Laura Bevione tramite la considerazione dei festival, delle performance organizzate negli spazi privati (Pirelli Hangar Bicocca di Milano o Fondazione Merz di Torino), e nelle istituzioni pubbliche (Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Mart-Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto).


Il Dossier si conclude con una riflessione di Maria Monteverdi, avvalorata da significativi esempi quali le regie di Katie Mitchell, la compagnia olandese Hotel Pro Forma, Roberto Latini e Mara Oscar Cassiani, in merito ai cambiamenti introdotti dalla tecnologia nella cornice scenografica della messinscena.


La sezione Ritratti di «Hystrio» ospita Lino Guanciale, attore popolare soprattutto nel cinema e alla radio, con pregevoli parentesi concesse al teatro: nell’intervista a Roberto Canziani si parla del rapporto con il pubblico, della forza comunicativa e coinvolgente della musica live presente nelle sue esibizioni come nel recente Europeana presentato nell’ultima edizione di Mittelfest. Paolo Crespi si sofferma sul lavoro artistico di Mario Incudine, musicista e attore dotato di una grande vocalità esibita in diverse incisioni discografiche e anche nel suo repertorio teatrale dove spicca Mimi, il recente teatro canzone realizzato con la regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino. Gianni Poli firma l’omaggio ad Alessandro Fersen, raffinato intellettuale ebreo, antifascista, saggista, regista e cofondatore del Teatro Stabile di Genova, fondatore a Roma dello Studio d’Arti Sceniche e anche direttore dello Stabile di Bolzano (1975-1979). Centrale è lo studio sul lavoro dell’attore verificato in allestimenti storici (Fuenteovejuna, La fantesca, Leonce e Lena), in cui l’improvvisazione deriva da un processo di ricerca psichica.


Nati ieri è rivolto alla 18° edizione del Premio Scenario di Bologna, cui ha partecipato Mario Bianchi per assistere agli spettacoli dei dieci progetti finalisti selezionati fra quaranta semifinalisti. 


Nella corposa sezione delle Critiche si leggono, tra le  tante, le recensioni degli allestimenti presentati nelle tante rassegne estive come Biennale Teatro 21, Santarcangelo Festival, Kilowatt Festival di San Sepolcro, Festival Pompeii Theatrum Mundi. 

Altrettanto aggiornate e ricche di informazioni sono le pagine dedicate alla danza e alla lirica.


Exit ospita i profili di personaggi dello spettacolo recentemente scomparsi: Piera Degli Esposti (Roberto Canziani), Micha van Hoecke (Carmelo A. Zapparrata), Franco Graziosi e Graham Vick (Pierfrancesco Giannangeli), Antonio Salines e Gianfranco D’Angelo (Albarosa Camaldo).


Nella Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.


Il testo pubblicato in versione integrale è Amore storto di Christian di Furia (Premio Htstrio – Scritture di Scena 2021). Si tratta del «racconto di un affetto distorto, di un amore asimmetrico, zoppicante» (pag. 105) che coinvolge Cesare Pavese e Bianca Garufi. 


Le tante, utili informazioni de La società teatrale sono offerte da Roberto Rizzente.



di Massimo Bertoldi


Hystrio, a. XXXIV, n. 4, 2021

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