Il teatro di massa. Un’esperienza di spettacolo politico nell’Italia del secondo dopoguerra

di Stefania Prisco

Data di pubblicazione su web 11/10/2021

La copertina


Il volume di Maria Rita Simone indaga un fenomeno particolare nel panorama teatrale italiano tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta: il teatro di massa del PCI. Unico nel suo genere, tale “genere” spettacolare nasce come strumento propagandistico durante la campagna elettorale del partito comunista del 1948 e vede la fine nel 1952.

 

In particolare, il presente studio esamina il fenomeno alla luce dei modelli precedenti che lo hanno ispirato: dal fascista “teatro per ventimila” al teatro del Popolo della Società Umanitaria, senza dimenticare le esperienze più significative della Germania, della Francia, dell'Unione Sovietica e della Gran Bretagna tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento.

 

Concludono l'analisi rilevanti spunti di riflessione relativi al folklore, al rapporto del teatro di massa con la regia e al legame con il cinema neorealista. 

Trascriviamo di seguito l'Indice del volume:

Presentazione


POPOLO, MASSA E TEATRO

Esperienze europee nella prima metà del Novecento

Il sogno fascista del Teatro di masse, Teatro per ventimila

Il Teatro del Popolo della Società Umanitaria di Milano

Modelli teatrali a confronto 

Festival: teatro, festa e popolo nell'Europa della prima metà del Novecento


IL TEATRO DI MASSA DEL PCI (1948-1952)

Gli esordi: 1945-1948

La nascita del Teatro di massa

Un popolo in lotta

Sulla via della libertà

Domani

Il grano cresce sulla palude e Stanotte non dorme il cortile

Il Convegno di Forlì

I registi del Teatro di massa: Marcello Sartarelli e Luciano Leonesi 


SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE SUL TEATRO DI MASSA DEL PCI

Ernesto de Martino: Teatro di massa e folklore progressivo

Teatro di massa e regia;

Teatro di massa e cinema. All'insegna del neorealismo

APPENDICE





176 pp., euro 20,00

ISBN: 9791259890238