Il teatro di massa. Un’esperienza di spettacolo politico nell’Italia del secondo dopoguerra
Il volume di Maria Rita Simone indaga un fenomeno particolare nel panorama teatrale italiano tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta: il teatro di massa del PCI. Unico nel suo genere, tale “genere” spettacolare nasce come strumento propagandistico durante la campagna elettorale del partito comunista del 1948 e vede la fine nel 1952.
In particolare, il presente studio esamina il fenomeno alla luce dei modelli precedenti che lo hanno ispirato: dal fascista “teatro per ventimila” al teatro del Popolo della Società Umanitaria, senza dimenticare le esperienze più significative della Germania, della Francia, dell'Unione Sovietica e della Gran Bretagna tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento.
Concludono l'analisi rilevanti spunti di riflessione relativi al folklore, al rapporto del teatro di massa con la regia e al legame con il cinema neorealista.
Trascriviamo di seguito l'Indice del volume:
Presentazione
POPOLO, MASSA E TEATRO
Esperienze europee nella prima metà del Novecento
Il sogno fascista del Teatro di masse, Teatro per ventimila
Il Teatro del Popolo della Società Umanitaria di Milano
Modelli teatrali a confronto
Festival: teatro, festa e popolo nell'Europa della prima metà del Novecento
IL TEATRO DI MASSA DEL PCI (1948-1952)
Gli esordi: 1945-1948
La nascita del Teatro di massa
Un popolo in lotta
Sulla via della libertà
Domani
Il grano cresce sulla palude e Stanotte non dorme il cortile
Il Convegno di Forlì
I registi del Teatro di massa: Marcello Sartarelli e Luciano Leonesi
SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE SUL TEATRO DI MASSA DEL PCI
Ernesto de Martino: Teatro di massa e folklore progressivo
Teatro di massa e regia;
Teatro di massa e cinema. All'insegna del neorealismo
APPENDICE
176 pp., euro 20,00
ISBN: 9791259890238