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Theaterheute, Nr. 7, Juli 2021


72 pp., euro 18,00
ISSN 0040 5507

In linea con i tempi pandemici proseguono nell’area tedesca le produzioni di spettacoli on line, come si legge in Aufführungen/Streams, rubrica con cui si apre questo numero di «Theaterheute». Si inizia con la programmazione dell’Akademietheater di Vienna: Antonio Latella firma la regia, grottesca e pungente, di Bunbury di Oscar Wilde con Florian Teichtmeister, Regina Fritsch, Mavie Hörbiger e Tim Werths nei ruoli principali. Spetta a Lucia Bihler la cura di Die Jagdgesellschaft di Thomas Bernhard: la sua lettura psicologica dei personaggi colti nelle loro frustrazioni e maniacali follie è coerentemente rappresentata da qualificati attori quali Robert Reinagl, Maria Happel, Martin Schwab, Arthur Klemt.

Il viennese Burgtheater propone la messinscena dello shakespeariano Richard II, letto da Johan Simons in chiave clownesca e contemporanea come ha bene interpretato Jan Bülow nel ruolo del titolo affiancato da Sarah Viktoria Frick.

 

Non meno attivo è il Residenztheater di Monaco, che si segnala per Der Kries um die Sonne, novità di Roland Schimmelpfennig ambientata nel contesto di una festa i cui partecipanti incrociano le loro storie di solitudine e di tristezze, perfino di morte (per Coronavirus). Di rilievo la prova di Thiemo Strutzenberger, Ulrike Willenbacher, Yodit Karikwa, Katja Jung, diretti con maestria dalla attenta regia di Nora Schlocker.

 

Si prosegue con Hamlet tradotto da Heiner Müller e consegnato alla regia di Robert Borgmann che ambienta la tragedia in una generica contemporaneità e presenta il principe di Danimarca nella sua follia e squilibrio interiore, aspetti questi che connotano l’esibizione di Johannes Nussbaum, affiancato da Sybille Canonica, Christoph Franken, Max Meyer, Lukas Rüppel.

 

Segnali di rinnovata vitalità creativa arrivano anche da Amburgo. Al Thalia Theater spicca la messinscena affidata a Merlin Sandmeyer del monologo di Wolfram Lotz Die Politiker, amara satira ricca di citazioni letterarie indirizzata al fallimento della politica contemporanea per quanto riguarda l’emergenza pandemica. Christoph Marthaler impreziosisce il cartellone dello Schauspielhaus con Die Sorglosschlafenden, die Frischaufgeblühten, un omaggio a Hörderlin caratterizzato dalla compresenza di musica e teatro con la quale si sono confrontati Sasha Rau e Lars Rudolph.

 

Ci si sposta a Berlino, precisamente al Deutsches Theater, per parlare di Tartuffe oder Das Schwein der Wiesen, libero e provocatorio adattamento da Molière del musicista e drammaturgo PeterLicht. La riscrittura contestualizza i personaggi nella società capitalistica contemporanea dominata dal potere di uomini dai tratti macabri e demenziali. Consensi di pubblico e di critica hanno segnato la prova di Moritz Grove, Linn Reusse, Bozidar Kocevski, Natalie Yang e Felix Goeser.

 

Das Waldhaus è la novità di Rebekka Kricheldorf presentata all’Osnabrück Theater: una storia horror calata in un contesto famigliare, che la regia di Dominique Schnizer ha movimentato con abili colpi di scena resi coinvolgenti ed emozionanti da Mick Riesbeck, Katharina Kessler, Roland Funke, Cornelia Kempers e Philippe Thelen.

 

Ha ottenuto ampi consensi di pubblico e di critica la rappresentazione di Wiederstand, novità di Lukas Rietzschel (produzione Schauspiel di Zurigo), che affronta le contraddizioni tra la conservazione delle tradizioni in un paesino di campagna e le innovazioni sostenute dalla globalizzazione, tanto da alimentare tensioni e scontri anche per gli atteggiamenti ambigui della politica. Alla lucida regia di Enrico Lübbe ha corrisposto la prova di Teresa Schergaut, Tilo Krügel, Dirk Lange, Annett Sawallisch. Si parla di alpinismo e di effetti climatici, di scalate intese come progressiva purificazione dell’anima in Monte Rosa di Teresa Dopler, affidato alla regia di Daniel Hoevels e alla applaudita interpretazione di Bettina Kerl e Tim Breyvogel sul palcoscenico del Landestheater di St. Pölten.

 

Non manca di interesse Arche NOA - Das Ende vom Schluss, novità di Sören Hornung allestita allo Stadttheater di Cheminitz che denuncia il consumismo odierno attraverso il racconto di situazioni surreali.

 

Afterhour è il titolo del lavoro di Alexander Giesche presentato allo Schiffbau di Zurigo: un gruppo di amici reduci da una festa ad alto tasso alcolico si raccontano e si rivelano nei loro sorprendenti e inquietanti lati oscuri, secondo l’interpretazione di Teresa Vittucci, Thomas Wodianka, Karin Pfammatter e Maximilian Reichert, guidati dalla regia dello stesso drammaturgo.

 

La rappresentazione di Der Teich di Robert Walser, in cui un bambino denuncia il proprio malessere in ambito familiare fingendo il suicidio in uno stagno, porta la firma di Gisèle Vienne per la produzione di Kaserne di Basilea. Artisticamente apprezzabile è risultata la prova di due giovani promesse, Ruth Vega Fernandez e Adele Haenel.

 

Il testo del mese (Das Stück) è Nebraska di Wolfram Höll, un radiodramma costruito sull’assemblaggio di testi tratti dal repertorio di Bruce Springsteen in cui si intrecciano personaggi e storie esemplari circa il fallimento dell’American Dream. L’opera è stata presentata in prima assoluta allo Stadttheater di Oberhausen per la regia di Elsa-Sophie Jach e la partecipazione di Carlotta Freyer, Agnes Lampkin, Henni Jönssen, Nils Kahwald, Andrea Bettini.

 

In che modo e con quali strumenti e ausili economici il teatro indipendente tedesco abbia superato la crisi pandemica è l’argomento di una serie di interventi racconti nella sezione Freie Szene.

 

Partecipano a una tavola rotonda la coreografa Joana Tischkau, la docente Annemie Vanackere e Holger Bergmann sulla “resilienza” che ha prodotto progetti teatrali inediti e che ha favorito un senso di compattezza tra le varie compagnie di fronte alle tante difficoltà e al pericolo di vedere compromesse le loro attività.

 

Lo stato di salute della scena indipendente è emerso dal recente Performing Arts Festival Berlin, grazie alla presenza di artisti interessanti e qualificati come Paranormal peer Group con Befriending Ghosts e Gruppe Dramatische Republick alle prese con l’applaudito Wüste, Würste, Würde di Rolf Kemnitzer.

 

Cosa succederà dopo la pandemia è l’argomento affrontato da Klaus Lederer, senatore culturale di Berlino, che tra l’atro sostiene l’importanza del federalismo culturale con contributi mirati e decisi da commissioni territoriali.

 

La sezione Festival prende avvio con il festival Goldene Maske di Mosca che, seguendo il modello di Theatertreffen di Berlino, iscrive nella programmazione le produzioni più significative della precedente stagione. Emergono spettacoli di grande pregio artistico e, soprattutto, caratterizzati da contenuti e visioni politiche. Tra questi si segnalano A Tale of the Last Angel dall’omonimo romanzo di Roman Mikhailov allestito da Andrey Moguchy, Finest the Brave Falcon del collettivo femminista Sos-Töchter (regia di Zhenya Berkovich), Gorbatschow di Alvis Hermanis e Boris dal libero adattamento di Boris Godunov di Puskin (regia di Dmitry Krymov).

 

Ampio spazio è concesso al resoconto della trentesima edizione di Augenblick mal, il festival berlinese dedicato al teatro ragazzi e alla rassegna Heidelberger Stückenmarkt rivolta alla promozione delle novità di giovani scrittori emergenti.


di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 7, Juli 2021

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