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Theaterheute, Nr. 6, Juni 2021


72 pp., euro 18,00
ISSN 0040 5507


In che modo la cultura possa partecipare al dibattito sui cambiamenti climatici avviato dal progetto statale avviato in Germania, Klimabilanzen im Kulturbericht, per sensibilizzare al risparmio energetico, rivolto a teatri, biblioteche, musei e altre istituzioni pubbliche – costituisce l’argomento con cui si apre questo numero di «Theaterheute». Partecipano alla discussione Hortensia Völckers, direttrice artistica della Kulturstiftung des Bundes ad Halle an der Saale, e il politologo Sebastian Brünger. Emerge l’urgenza di rendere ecologici gli ambienti dello spettacolo, anche con interventi strutturali, esortando il pubblico a un comportamento diverso anche nella sua dimensione privata, unitamente alla necessità di maggiori investimenti pedagogici nella formazione scolastica.

Alexander Eisenach trasferisce il suo testo-collage Anthropos, Tyrann (Ödipus) nella Tebe di Sofocle, immaginata nella sua catastrofe climatica, intensa come una sorta di lontano archetipo della situazione attuale. Sul palcoscenico della Volksbühne di Berlino si muovono attori-manichini mascherati (Oliver Rossol, Manolo Bertling, Johanna Bantzer, Vanessa Loibl), che si fanno portavoce di crude denunce e di idee di mondi possibili. Lo spettacolo si basa sulla commedia pubblicata in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero della rivista berlinese. Si prosegue con un’intervista a Stefanie Wenner: la filosofa e drammaturga, collaboratrice di HAU di Berlino e di Theatertreffen Impulse, sviluppa un ragionamento intorno al teatro del futuro, sempre pensando al ruolo da ricoprire in relazione alle questioni climatiche contemporanee.

Hanno scatenato una vera e propria tempesta di polemiche – culminate con una lettera aperta al ministro della Cultura e al sindaco di Düsseldorf – le dichiarazioni di Ron Iyamu, che denunciano manifestazioni di sessismo e di razzismo allo Schauspielhaus di Düsseldorf, con la totale copertura del direttore, come si evidenzia nell’articolo pubblicato in Rassismusdebatte.

In Berliner 2021 si legge un breve resoconto dell’annuale rassegna cinematografica, della quale si sottolinea la riuscita soprattutto da un punto di vista artistico, anche grazie alla presenza di giovani e qualificati attori.

Ampio spazio è concesso, nella sezione Bücher, alle recensioni di libri legati allo spettacolo recentemente editati: Ein Leben an der Seite von Thomas Bernhard - Ein Rapport di Peter Fabjan (Berlin, Suhrkamp, 2021); il romanzo di Roland Schimmelpfennig Die Linie zwischen Tag und Nacht (Frankfurt, S. Fischer, 2021); il romanzo pop di Rebekka Kricheldorf Lustprinzip (Berlin, Rohwolt, 2021); e Die Wedekinds in Amerika. Das Journal amoureux seines Vaters - übersetzt von Franz Wedekind, a cura di Stephen Parker (Göttingen, Wallstein, 2020).

La rubrica Akteure è dedicata al profilo di Kurt Steinmann, filologo svizzero e raffinato traduttore di testi teatrali antichi adattati al palcoscenico da molte compagnie tedesche, come la berlinese Schaubühne con Prometheus, gefesselt per la regia di Jossi Wieler (2009) oppure quella dei Kammerspiele di Monaco con la messinscena di Dionysos Stadt.

Le pagine di Aufführungen/Streams sono occupate dalle recensioni di spettacoli realizzati in edizione digitale. Spicca lo Schauspielhaus di Hannover con due proposte: Woyzeck di Georg Büchner interpretato in chiave psicoanalitica dalla regia di Lilja Rupprecht con Sebastian Nakajew e Sabrina Ceesay nei panni dei convincenti protagonisti; e 3 Poems, film-teatrale di Guy Weizman, libero adattamento di Bakchen di Euripide affidato alle competenze espressive di Anja Herden, Kaspar Locher, Bien de Moor, Katherina Sattler.

Ha sollevato discussioni circa l’attualità del testo e la scelta di affidare il ruolo del titolo a un’attrice (Anna Drexler) la messa in scena di Peer Gynt da parte di Dušan David Pařízek per lo Schauspiel di Bochum. Im Dickicht der Städte di Brecht (produzione Theater Oberhausen) è incentrata sulla critica al razzismo, evidenziata dalla regia di Jan Friedrich. È un libero adattamento da Drei Schwestern di Čechov il copione di Schwestern di Leonie Böhm, anche regista per lo Schauspielhaus di Zurigo: un monologo crudo e intenso interpretato con maestria da Lukas Vögler.

Non passa inosservato il progetto dello Stadttheater di Basilea: il qualificato regista Sebastian Nübling dirige sul palcoscenico un gruppo di giovani attori, tra i quindici e i ventitré anni, per dare vita al brioso Born to Shine. Si rimane in Svizzera, precisamente allo Stadttheater di San Gallo, dove Martin Pfaff firma la regia di Die Orestie (revisited), con Marcus Schäfer, Anja Tobler e Bruno Riedl nelle parti principali. Altrettanto originale è risultata Phädra di Racine (Staatstheater di Norimberga) per la sua ambientazione contemporanea con gli effetti cinematografici messi a punto dalla regia di Anne Lenk, che si avvale di attori di qualità come Ulrike Arnold, Maximilian Pulst e Michael Hochstrasser.



di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 6, Juni 2021

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