In che modo la cultura possa partecipare al dibattito
sui cambiamenti climatici avviato dal progetto statale avviato in Germania, Klimabilanzen im Kulturbericht, per sensibilizzare
al risparmio energetico, rivolto a teatri, biblioteche, musei e altre istituzioni
pubbliche – costituisce largomento con cui si apre questo numero di
«Theaterheute». Partecipano alla discussione Hortensia Völckers, direttrice
artistica della Kulturstiftung des Bundes ad Halle an der Saale, e il
politologo Sebastian Brünger. Emerge lurgenza di rendere ecologici gli
ambienti dello spettacolo, anche con interventi strutturali, esortando il
pubblico a un comportamento diverso anche nella sua dimensione privata,
unitamente alla necessità di maggiori investimenti pedagogici nella formazione
scolastica.
Alexander Eisenach trasferisce il suo testo-collage Anthropos,
Tyrann (Ödipus) nella Tebe di Sofocle, immaginata nella sua catastrofe climatica,
intensa come una sorta di lontano archetipo della situazione attuale. Sul
palcoscenico della Volksbühne di Berlino si muovono attori-manichini mascherati
(Oliver Rossol, Manolo Bertling, Johanna Bantzer, Vanessa Loibl), che si fanno portavoce
di crude denunce e di idee di mondi possibili. Lo spettacolo si basa sulla
commedia pubblicata in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero della rivista berlinese. Si prosegue con
unintervista a Stefanie Wenner: la filosofa e drammaturga, collaboratrice di
HAU di Berlino e di Theatertreffen Impulse, sviluppa un ragionamento intorno al
teatro del futuro, sempre pensando al ruolo da ricoprire in relazione alle
questioni climatiche contemporanee.
Hanno scatenato una vera e propria tempesta di
polemiche – culminate con una lettera aperta al ministro della Cultura e al sindaco
di Düsseldorf – le dichiarazioni di Ron Iyamu, che denunciano manifestazioni di
sessismo e di razzismo allo Schauspielhaus di Düsseldorf, con la totale
copertura del direttore, come si evidenzia nellarticolo pubblicato in Rassismusdebatte.
In Berliner 2021
si legge un breve resoconto dellannuale rassegna cinematografica, della quale
si sottolinea la riuscita soprattutto da un punto di vista artistico, anche
grazie alla presenza di giovani e qualificati attori.
Ampio spazio è concesso, nella sezione Bücher, alle recensioni di libri legati
allo spettacolo recentemente editati: Ein Leben an der Seite von Thomas
Bernhard - Ein Rapport di Peter Fabjan (Berlin, Suhrkamp, 2021); il romanzo
di Roland Schimmelpfennig Die Linie zwischen Tag und Nacht (Frankfurt,
S. Fischer, 2021); il romanzo pop di Rebekka Kricheldorf Lustprinzip (Berlin,
Rohwolt, 2021); e Die Wedekinds in Amerika. Das Journal
amoureux seines Vaters - übersetzt von Franz Wedekind, a cura di Stephen
Parker (Göttingen, Wallstein, 2020).
La rubrica Akteure
è dedicata al profilo di Kurt Steinmann, filologo svizzero e raffinato
traduttore di testi teatrali antichi adattati al palcoscenico da molte
compagnie tedesche, come la berlinese Schaubühne con Prometheus, gefesselt
per la regia di Jossi Wieler (2009) oppure quella dei Kammerspiele di Monaco
con la messinscena di Dionysos Stadt.
Le pagine di Aufführungen/Streams
sono occupate dalle recensioni di spettacoli realizzati in edizione digitale.
Spicca lo Schauspielhaus di Hannover con due proposte: Woyzeck di Georg
Büchner interpretato in chiave psicoanalitica dalla regia di Lilja Rupprecht
con Sebastian Nakajew e Sabrina Ceesay nei panni dei convincenti protagonisti;
e 3 Poems, film-teatrale di Guy Weizman, libero adattamento di Bakchen
di Euripide affidato alle competenze espressive di Anja Herden, Kaspar Locher, Bien
de Moor, Katherina Sattler.
Ha sollevato discussioni circa lattualità del testo e
la scelta di affidare il ruolo del titolo a unattrice (Anna Drexler) la messa in
scena di Peer Gynt da parte di Dušan David Pařízek per lo Schauspiel di
Bochum. Im Dickicht der Städte di Brecht (produzione Theater Oberhausen)
è incentrata sulla critica al razzismo, evidenziata dalla regia di Jan
Friedrich. È un libero adattamento da Drei Schwestern di Čechov il
copione di Schwestern di Leonie Böhm, anche regista per lo
Schauspielhaus di Zurigo: un monologo crudo e intenso interpretato con maestria
da Lukas Vögler.
Non passa inosservato il progetto dello Stadttheater
di Basilea: il qualificato regista Sebastian Nübling dirige sul palcoscenico un
gruppo di giovani attori, tra i quindici e i ventitré anni, per dare vita al
brioso Born to Shine. Si rimane in Svizzera, precisamente allo
Stadttheater di San Gallo, dove Martin Pfaff firma la regia di Die Orestie
(revisited), con Marcus Schäfer, Anja Tobler e Bruno Riedl nelle parti
principali. Altrettanto originale è risultata Phädra di Racine (Staatstheater
di Norimberga) per la sua ambientazione contemporanea con gli effetti
cinematografici messi a punto dalla regia di Anne Lenk, che si avvale di attori
di qualità come Ulrike Arnold, Maximilian Pulst e Michael Hochstrasser.
di Massimo Bertoldi
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