Basato
su fonti inedite o poco indagate, il volume di Chiara Pasanisi ricostruisce i percorsi di formazione proposti agli
allievi dellAccademia Nazionale dArte Drammatica Silvio dAmico tra il 1935 –
anno di fondazione della Scuola – e il 1941, quando debuttarono i primi neo-diplomati.
Le ricerche si sono concentrate sui documenti del prezioso Archivio Storico
dellAccademia, oggi conservati presso il Centro Studi Casa Macchia di Roma e solo
in parte confluiti nelle precedenti pubblicazioni di Maurizio Giammusso (La
fabbrica degli attori. LAccademia Nazionale dArte drammatica. Storia di
cinquantanni, 1990) e Teresa
Viziano (Silvio dAmico & co.
1943-1955. Allievi e maestri dellAccademia Nazionale dArte Drammatica di Roma,
2005).
Pasanini
ha scelto di concentrarsi su copioni, corrispondenze, schede degli allievi registi,
foto e bozzetti di scena per individuare quelle che erano le tecniche di
recitazione e di direzione impartite dalla Scuola. Dando ampio spazio alle esperienze
di formazione allestero degli aspiranti registi, come quelle di Alessandro Brissoni e Luigi Michele Giachino, che ebbero
luogo rispettivamente nel 1937 e nel 1938 a Berlino, Parigi e Londra. Tali
esperienze tentavano di colmare almeno in parte la distanza tra il teatro
italiano e quello europeo, evidente dopo la messa in scena de La rappresentazione d SantUliva di Jacques Copeau e del Sogno di una notte di mezza estate di Max Reinhardt al primo Festival del
Maggio Musicale Fiorentino del 1933.
Senza
dimenticare che quelli furono gli anni in cui si formò Orazio Costa, che, dopo essersi diplomato presso la Regia Scuola di
recitazione Eleonora Duse (1932), si perfezionò in regia proprio presso
lAccademia Nazionale dArte Drammatica (1935-1937), dove insegnò dal 1945 al
1976. Non a caso il primo capitolo è dedicato alla Regia Scuola – le cui
tecniche di insegnamento sono indagate attraverso lanalisi di tre copioni
dellAvvocato Patelino, farsa francese
del sec. XV che Pasanini data al 1931-1932 –, nonché alla lenta
trasformazione subita dallarte attorica tra la fine dellOttocento e i primi
trentanni del Novecento, fino alla codificazione dei termini ‘regia e
‘regista del 1932.
Unindispensabile
premessa storica per comprendere sia la decisione di arricchire la formazione
degli allievi dellAccademia con esperienze allestero (cap. II); sia il breve
ma significativo progetto di costituzione di una compagnia teatrale formata da
ex allievi: un luogo di incontro tra i giovani attori e i nascenti registi,
oltre che un concreto strumento per rendere efficace il processo di
affermazione della regia in Italia (cap. III).
La
parte più interessante del volume è però lAppendice,
dove sono trascritte le lettere di Brissoni a dAmico, Ashley Dukes, Paolo Milano
e Albamaria Settaccioli; quelle dello
stesso dAmico a Dukes, Brissoni, Copeau, Milano, Ettore Giannini e Giorgio
Venturini; nonché alcune risposte e uno scritto di Costa a Copeau. Segue
una selezione di documenti legati alla preparazione del Re cervo e de Il bosco di Lob
(1938); sullapprendistato allestero di Brissoni e Giannini e sulla fondazione
dellAccademia (1939). In conclusione sono riportati i resoconti dei viaggi di
istruzione allestero degli allievi registi dellAccademia.
di Lorena Vallieri
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